_antoniobernardo
(90 punti)
12' di lettura
4,5 / 5 (4)

Antonio Damasio, neuroscienziato portoghese nato nel 1944, ha scritto nel 1994 l'ormai classico "L'errore di Cartesio". In questo breve articolo si riporta una citazione che Damasio fa, traendola dai Discorsi sul metodo di Cartesio e lasciando poi il resto del testo a brani tratti dal suo libro pubblicato in Italia da Adelphi nel 1995 e da una interevista del 2011.

"E notando che questa verità: io penso dunque sono, era così solida e sicura che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non erano capaci di scuoterla, giudicai di poterla accogliere senza scrupolo come il primo principio della filosofia che cercavo...

Pervenni in tal modo a conoscere che io ero una sostanza, la cui intera essenza o natura consiste nel pensare, e che per esistere non ha bisogno di alcun luogo né dipende da alcuna cosa materiale. Di guisa che questo io, cioè l'anima, per opera della quale io sono quel che sono, è interamente distinta dal corpo, ed è anzi più facile a conoscere di questo; e anche se questo non fosse affatto, essa non cesserebbe di essere tutto quello che è." (Cartesio, Discorsi sul metodo).

"Eccolo, l'errore di Cartesio: ecco l'abissale separazione tra corpo e mente - tra la materia del corpo, dotata di dimensioni, mossa meccanicamente, infinitamente divisibile, da un lato, e la stoffa della mente, non misurabile, priva di dimensioni, non attivabile con un comando meccanico, non divisibile; ecco il suggerimento che il giudizio morale e il ragionamento e la sofferenza che viene dal dolore fisico o da turbamento emotivo possono esistere separati dal corpo. In particolare: la separazione delle più elaborate attività della mente dalla struttura e dal funzionamento di un organismo biologico... L'idea cartesiana di una mente scissa dal corpo può essere stata, attorno alla metà del ventesimo secolo, l'origine della metafora della mente come programma di software.

Infatti se la mente può essere separata dal corpo, forse si può tentare di comprenderla senza alcun ricorso alla neurobiologia, senza che occorra lasciarsi influenzare da conoscenze di neuroanatomia, di neurofisiologia, neurochimica.

Ed è interessante notare questo paradosso: molti scienziati cognitivisti, convinti di poter indagare la mente senza rifarsi alla neurobiologia, non si considererebbero dualisti. Può esservi qualche venatura cartesiana di separatezza dal corpo anche dietro il pensiero di quei neuroscienziati i quali sostengono che è possibile dare piena spiegazione delle menti solo in termini di eventi cerebrali, lasciando ai margini il resto dell'organismo e l'ambiente fisico e sociale che lo circonda...

Io respingo questa limitazione, non perché la mente non sia correlata in via diretta con l'attività del cervello (è evidente che lo è), quanto perché la formulazione restrittiva è incompleta senza che vi sia la necessità e insoddisfacente dal punto di vista umano: dire che la mente viene dal cervello è affermazione irrefutabile, ma io credo che sia meglio precisarla, e considerare le ragioni per le quali i neuroni del cervello si comportano in modo così meditato: è questa, a mio parere la questione critica...

ar.damasio2.png

La scissione cartesiana permea sia la ricerca sia la pratica medica; con il risultato che le conseguenze psicologiche delle malattie del corpo in senso stretto (le cosiddette "vere" malattie) di solito vengono trascurate, e prese in considerazione, semmai, in un secondo momento. Ancora più trascurati sono i fenomeni inversi, cioè gli effetti somatici di conflitti psicologici.

E' suggestivo pensare che Cartesio contribuì a modificare il corso della medicina, a far si che essa deviasse dall'orientamento organico, o meglio organismico (la mente è nel corpo), che era prevalso dai tempi di Ippocrate fino al Rinascimento.

Quanto sarebbe stato infastidito da Cartesio, Aristotele se lo avesse conosciuto... Una piena comprensione della mente umana richiede una prospettiva integrata: la mente non solo deve muovere da un "cogito" non fisico al regno dei tessuti biologici, ma deve anche essere correlata con un organismo intero, in possesso di un cervello e di un corpo integrati e in piena interazione con un ambiente fisico e sociale."

"L'ipotesi del marcatore somatico: ... si immagini che, prima di applicare un qualsiasi tipo di analisi costi/benefici e prima di cominciare a ragionare verso la soluzione del problema, accada qualcosa di molto importante: quando viene alla mente, sia pure a lampi, l'esito negativo connesso con una determinata opzione di risposta, si avverte una sensazione spiacevole alla bocca dello stomaco.

Dato che ciò riguarda il corpo ho definito il fenomeno con il termine tecnico di stato somatico; e dato che esso contrassegna un immagine, l'ho chiamato marcatore... Che cosa fa il marcatore somatico? esso forza l'attenzione sull'esito negativo al quale può condurre una data azione e agisce come un segnale automatico di allarme che dice: attenzione al pericolo che ti attende se scegli l'opzione che conduce a tale esito. Il segnale può farvi abbandonare immediatamente il corso negativo d'azione e così portarvi a scegliere fra alternative che lo escludono: vi protegge da perdite future, senza ulteriori fastidi e in tal modo vi permette di scegliere entro un numero minore di alternative. ar.damasio.png

E' ancora possibile impiegare l'analisi costi/benefici e l'appropriata competenza deduttiva, ma solo dopo che il passo automatizzato ha ridotto drasticamente il numero di opzioni...

Quando un marcatore somatico negativo è giustapposto a un particolare esito futuro, la combinazione funziona come un campanello d'allarme; quando invece interviene un marcatore positivo esso diviene un segnalatore d'incentivi...

Dovrebbe risultare così evidente l'associazione tra processi cosiddetti cognitivi e processi chiamati emotivi (vedi Kahneman)."

Tratto da: Damasio, L'errore di Cartesio.

Sulla rivista Psicologia Contemporanea del Lug-Ago 2011 compare una intervista (La coscienza è nata dalle emozioni) ad Antonio Damasio che tra l'altro scrive:

"... Certo la corteccia cerebrale ci conferisce l'aspetto più specificatamente umano del nostro comportamento permettendoci di tracciare mappe neurali dettagliate, con possibilità di memoria, di ragionamento e di linguaggio. ma tutto questo funziona solo perché in una parte molto più arcaica del cervello, il tronco cerebrale, c'è la possibilità di fare esattamente le stesse cose, ma ad un livello più semplice... Non possiamo essere coscienti senza una reazione emotiva a oggetti, situazioni ed eventi esterni al cervello, sia nel nostro corpo che fuori. e l'emozione comincia nel tronco cerebrale, che è in dialogo permanente con la corteccia. non dico che la coscienza sia basata nel tronco cerebrale, sarebbe ridicolo. Ma è li che si forma il suo primo abbozzo, mentre la corteccia ne assicura la piena fioritura. In un sistema del genere, l'emozione e il sentimento hanno realmente una primogenitura ai fini della coscienza...

L'idea che sostengo è che la morale, la giustizia, la medicina, le arti, la tecnologia esistano solo per regolare in maniera più convincente la nostra vita. Non è per caso che esista la morale, ma perché il bisogno di armonizzare la vita in società evita eccessi pregiudizievoli alla sopravvivenza (vedi Dawkins).

Compassione, senso di colpa, ammirazione, vergogna sono tutti sentimenti che hanno dei precursori negli animali, benché privi di linguaggio e di storia...

La società va più in fretta della scienza. E' un vecchio problema, che si ripropone periodicamente anche nel campo della sanità, ad esempio con l'impiego della lobotomia prefrontale... La giustizia deve seguire i progressi delle neuroscienze, che a loro volta non devono trascurare questo tipo di problemi."

L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che la natura ha costruito l'apparato della razionalità non solo al di sopra di quello della regolazione biologica, ma anche a partire da esso e al suo stesso interno.

Il processo decisionale (ad esempio quello di compiere una scelta tra due o più alternative), secondo Damasio, è spesso ben lontano da quello di un'analisi che consideri minuziosamente i pro e i contro di ciascuna scelta. Il più delle volte, in special modo quando abbiamo a che fare con problemi complessi, dai molteplici risvolti personali e sociali, siamo portato ad utilizzare una strategia diversa che fa riferimento agli esiti di passate esperienze, nelle quali riconosciamo una qualche analogia con la situazione presente.

Dette esperienze hanno lasciato delle tracce, non necessariamente coscienti, che richiamano in noi emozioni e sentimenti, con connotazioni negative o positive. Damasio chiama queste tracce marcatori somatici: somatici perché riguardano i vissuti corporei, sia a livello viscerale a che quello non viscerale; il termine marcatore deriva invece dall'idea che il particolare stato corporeo richiamato costituisce una sorta di "contrassegno", o etichetta.

In tale processo, la scelta è quindi condizionata dalle risposte somatiche emotive, avvertite a livello soggettivo, che vengono utilizzate, non necessariamente in maniera consapevole, come indicatori della bontà o meno di una certa prospettiva: i sentimenti somatici normalmente accompagnano le nostre aspettative del possibile esito delle varie opzioni di una decisione da prendere; in altre parole, i sentimenti fanno parte in qualche modo del contrassegno posto sulle varie opzioni; in tal modo i marcatori somatici ci servono come strumento automatico che facilita il compito di selezionare opzioni vantaggiose dal punto di vista biologico.

Lo stretto legame esistente tra l'apparato della razionalità - e quindi della capacità di decidere - e quello posto alla base delle emozioni e dei sentimenti, viene confermato, secondo Damasio, anche dalla pratica neurologica. Egli ci riporta il caso di pazienti con danni nella regione prefrontale che sembravano aver perduto le capacità di provare alcune delle più comuni emozioni connesse al vivere sociale. Negli stessi pazienti, pur rimanendo integre le altre facoltà cognitive superiori (attenzione, memoria, intelligenza), l'assenza di emozioni si accompagna quasi di regola all'incapacità di decidere in situazioni che riguardano i propri interessi o quelli degli altri.

Tratto da: http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Damasio.html