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La rara opportunità di osservare la nascita di un buco è stata offerta dal telescopio spaziale Chandra della NASA, che ha ripreso ai raggi X la galassia M100, distante circa 50 milioni di anni luce dalla Terra. La galassia M100 potrebbe contenere il più giovane buco nero nelle nostre vicinanze.

La rara opportunità di osservare la nascita di un buco è stata offerta dal telescopio spaziale Chandra della NASA, che ha ripreso ai raggi X la galassia M100, distante circa 50 milioni di anni luce dalla Terra.

La galassia M100 potrebbe contenere il più giovane buco nero nelle nostre vicinanze.

Qui, in periferia, lungo uno dei bracci, si trova la supernova SN 1979C (v. immagine), scoperta soltanto una trentina di anni fa da un appassionato di osservazioni astronomiche, quando una stella con una massa pari a 20 volte quella del Sole esplose. I dati osservativi ottenuti da Chandra rivelano l'esistenza di una sorgente stabile di raggi X che fa pensare che sia prodotta dalla presenza di un buco nero che sta inghiottendo continuamente la materia che lo circonda. Quando tale materia precipita sul buco nero si scalda a tal punto da emettere una radiazione di questo tipo. Se effettivamente è presente un buco nero, questo sarebbe il più giovane mai scoperto e offrirebbe un'occasione unica per studiare come si forma quando una stella di grande massa termina la sua esistenza.
prova_esteso.jpgSi chiama supernova il fenomeno esplosivo che si ha quando una stella molto più massiccia del Sole alla fine della sua vita collassa su sé stessa. prova_homepage.jpgTerminato al suo interno il combustibile nucleare che la fa brillare e che fornisce la pressione che controbilancia la tendenza degli strati esterni a cadere sotto il proprio peso, la stella precipita verso le sue parti centrali ed esplode emettendo una quantità enorme di energia. Ciò che resta dell'astro è un nucleo incredibilmente compatto, così denso che la sua forza di gravità non consente nemmeno alla luce di sfuggire. Si è così formato un buco nero. Il nome deriva proprio dal fatto che un tale corpo cattura con la sua enorme attrazione tutto ciò che ha intorno, compresa la luce (non si tratta pertanto di un buco nel senso usuale del termine). Un buco nero non può quindi essere osservato direttamente, ma si riesce a capire che è presente dagli effetti che produce sulla materia circostante, in particolare sul movimento delle stelle che gli orbitano intorno. Lo studio delle accelerazioni di queste stelle permette di ricavare informazioni sulle proprietà del buco nero, in particolare sulla sua massa.

Claudio Censori (www.cosmored.it)

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