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Laurea in Economia marittima e dei trasporti
Questo lavoro tratta sinteticamente alcuni aspetti del problema del cammino minimo in reti urbane. La ristrettezza degli spazi concessi ha fatto sì che il lavoro sia limitato ad un aspetto topico del problema, a mio giudizio importante, ma non unico.
Poiché, secondo le più comuni interpretazioni della riforma dei corsi di laurea, appare che questo "breve elaborato scritto" debba rappresentare una forma di relazione finale con cui lo studente "chiude" il proprio ciclo di studi, ho ritenuto adeguato seguire, durante l'elaborazione di questa tesi, le linee guida apprese dal mio corso di studi.Ho scelto di trattare una materia matematica per via del personale interesse verso la materia, trovando un ottimo mezzo per unire l'utile al dilettevole.La ricerca operativa mi ha permesso di unire la mia passione verso la matematica al corso di studi svolto, applicando la stessa al settore dei trasporti.Ho scelto altresì di fornire un'adeguata introduzione storica all'argomento, ritenendo particolarmente importante questa dimensione della matematica, spesso erroneamente trascurata.Il primo capitolo introduce la materia, la teoria dei grafi ed il problema del cammino minimo, passando, dall'analisi del problema banale, attraverso l'introduzione di ipotesi e vincoli, allo studio di un problema che rappresenti, in modo il più possibile verosimile, la situazione reale.Nel secondo capitolo, sono analizzati nel dettaglio tre algoritmi proposti da due ricercatori del dipartimento di ingegneria civile dell'università del Maryland; nel momento in cui questa tesi è scritta, il lavoro dei ricercatori americani è in fase di pubblicazione sul "European Journal of operational research". Gli algoritmi in questione possiedono un certo grado di sofisticatezza matematica, taleda richiedere un'analisi approfondita; per questo motivo, e perché lo stesso lavoro rappresenta l'ultimo ritrovato in materia, ho preferito incentrarmi su questa "promessa di pubblicazione". L'innovazione proposta dai due scienziati è stata l'introduzione dell'analisi multicriterio in reti stocastiche e variabili rispetto al tempo.Nel terzo capitolo sono passato ad analizzare il lavoro svolto da Paola Modesti e Anna Sciomachen nel 1998, che tratta un problema simile da un punto di vistaleggermente diverso.La mia tesi si risolve quindi con l'analisi delle criticità dei due lavori, con un confronto tra gli stessi e con le considerazioni personali sul problema dell'analisi multicriterio. Questa rappresenta infatti il fulcro del mio lavoro, in cui sono gettati i presupposti per possibili nuovi sviluppi dell'argomento, considerata l'opera di sintesi svolta attraverso la discussione dei lavori analizzati.Con la speranza che questa conclusione possa tradursi nell'inizio di una nuova affascinante esperienza in ambito matematico.
Introduzione
uesto lavoro tratta sinteticamente alcuni aspetti del problema
q del cammino minimo in reti urbane.
La ristre
ttezza degli spazi concessi ha fatto sì che il lavoro sia
limitato ad un aspetto topico del problema, a mio giudizio
importante, ma non unico.
Poiché, secondo le più comuni interpretazioni della riforma dei corsi di laurea,
appare che questo “breve elaborato scritto” debba rappresentare una forma di
relazione finale con cui lo studente “chiude” il proprio ciclo di studi, ho ritenuto
adeguato seguire, durante l’elaborazione di questa tesi, le linee guida apprese
dal mio corso di studi.
Ho scelto di trattare una materia matematica per via del personale interesse
verso la materia, trovando un ottimo mezzo per unire l’utile al dilettevole.
La ricerca operativa mi ha permesso di unire la mia passione verso la matemati-
ca al corso di studi svolto, applicando la stessa al settore dei trasporti.
Ho scelto altresì di fornire un’adeguata introduzione storica all’argomento, ri-
tenendo particolarmente importante questa dimensione della matematica, spes-
so erroneamente trascurata.
Il primo capitolo introduce la materia, la teoria dei grafi ed il problema del
cammino minimo, passando, dall’analisi del problema banale, attraverso l’intro-
duzione di ipotesi e vincoli, allo studio di un problema che rappresenti, in mo-
do il più possibile verosimile, la situazione reale.
Nel secondo capitolo, sono analizzati nel dettaglio tre algoritmi proposti da due
ricercatori del dipartimento di ingegneria civile dell’università del Maryland;
nel momento in cui questa tesi è scritta, il lavoro dei ricercatori americani è in
fase di pubblicazione sul “European Journal of operational research”. Gli algo-
ritmi in questione possiedono un certo grado di sofisticatezza matematica, tale
da richiedere un’analisi approfondita; per questo motivo, e perché lo stesso la-
voro rappresenta l’ultimo ritrovato in materia, ho preferito incentrarmi su que-
I
sta “promessa di pubblicazione”. L’innovazione proposta dai due scienziati è
stata l’introduzione dell’analisi multicriterio in reti stocastiche e variabili rispet-
to al tempo.
Nel terzo capitolo sono passato ad analizzare il lavoro svolto da Paola Modesti
e Anna Sciomachen nel 1998, che tratta un problema simile da un punto di vista
leggermente diverso.
La mia tesi si risolve quindi con l’analisi delle criticità dei due lavori, con un
confronto tra gli stessi e con le considerazioni personali sul problema dell’anali-
si multicriterio. Questa rappresenta infatti il fulcro del mio lavoro, in cui sono
gettati i presupposti per possibili nuovi sviluppi dell’argomento, considerata
l’opera di sintesi svolta attraverso la discussione dei lavori analizzati.
Con la speranza che questa conclusione possa tradursi nell’inizio di una nuova
affascinante esperienza in ambito matematico.
Silvio Villa, Genova, febbraio 2005. II
CAPITOLO
UNO
Multicriteria Stochastic
Time-Varying networks
Capitolo 1
Multicriteria Stochastic Time-Varying networks
Sommario: 1.1 L’origine della teoria dei grafi - 1.2 Introduzione alla teoria dei
grafi - 1.3 Il problema del cammino minimo - 1.4 Algoritmi euristici - 1.5 Il
problema del cammino minimo nelle reti urbane - 1 .
6 Introduz i one al problema
MSTV - 1.7 Relazioni tra i cammini Pareto-ottimali a priori e adattivi
1.1 L’origine della teoria dei grafi
b enché già precedentemente si fosse ragionato in termini di gra-
fi, la nascita della teoria dei grafi si può far risalire alla prima
metà del secolo XVIII.
Leonhard Euler (1707 – 1783) introdusse alcuni simboli comu-
π , elegantemente rappresentati insieme nella for-
nemente utilizzati quali e
, , i π + = .
mula più affascinante della storia della matematica: i
e 1 0
Oltre all’introduzione dei logaritmi di numeri negativi, Euler si rese protagoni-
sta della formalizzazione di una teoria di cui già Leibniz (Gottfried Wilhelm,
1646 – 1716) aveva parlato, tuttavia senza un preciso formalismo matematico: la
teoria dei grafi.
Per oltre un secolo, questa teoria non fu ulteriormente sviluppata e si fermò al
punto in cui era rimasta con gli studi di Euler; lo studio di questa teoria fu ri-
preso a partire dalla seconda metà del secolo XIX in Inghilterra, dove diversi
problemi vennero formulati attraverso la teoria dei grafi.
Nel 1733, il gesuita Girolamo Saccheri (1677 – 1733) pubblica “Euclides ab omni
naevo vindicatus”, in cui, cercando di dimostrare il 5° postulato di Euclide per
assurdo, getta le basi per le geometrie non euclidee. IV
Successivamente, Lambert (Johann Heinrich, 1728 – 1777) e Legendre (Adrien-
Marie, 1752 – 1833) riprendono il lavoro di Saccheri, ma infruttuosamente;
Gauss (Karl Friedrich, 1777 – 1855) nel 1824 afferma che una geometria basata
sui primi 4 postulati di Euclide e sulla negazione del quinto è possibile e non
contraddittoria, ma non pubblica i risultati dei suoi studi per paura delle rea-
zioni del mondo matematico nei suoi confronti. Bisognerà aspettare il russo Lo-
bačevskij (Nicolaj Ivanovič, 1793 – 1856) nel 1829 perché sia formalizzata la
prima geometria non euclidea basata sulla negazione del quinto postulato: la
geometria iperbolica. Nel XIX secolo, Riemann (Georg Friedrich Bernhard, 1826
– 1866) formula la geometria ellittica, postulando che due rette hanno sempre in
comune almeno un punto, negando quindi l’esistenza di rette parallele.
In seguito, altri studi verranno effettuati sulle geometrie non euclidee che nega-
no il quinto postulato, tra cui vale la pena ricordare il modello di Beltrami (Eu-
genio, 1835 – 1900), con cui lo studioso giunge alla definizione delle geodetiche,
ed il modello di Klein (Felix, 1849 – 1925).
L’ironia della sorte volle che, mentre in tutti questi anni, gli sforzi di grandi ma-
tematici furono concentrati a ricercare una geometria che negasse il quinto po-
stulato, la teoria dei grafi, già così come formulata da Euler rappresentava una
geometria non euclidea; questa però partiva dalla negazione del terzo postula-
to, portando risultati per nulla trascurabili. In questa geometria, ad esempio,
non è necessariamente vero che la somma di due lati di un triangolo sia mag-
giore del terzo lato.
Solo in epoca relativamente recente ci si è accorti del fatto che la teoria dei grafi
rappresenta una geometria non euclidea, e più precisamente la prima ad essere
stata formalizzata.
Tutto ebbe inizio nel 1735, nella cittadina di Königsberg (oggi Kaliningrad), nel-
la Prussia orientale. La città, che diede i natali ad Immanuel Kant, è attraversata
dal fiume Pregolya e un suo quartiere sorge su un’isola chiamata “der Knei-
phof”, oltre la quale, il fiume si divide in due diramazioni. A quei tempi, l’isola
era collegata con ciascuna delle due sponde da due ponti, mentre la sponda si-
tuata dopo la suddivisione del fiume era collegata con un ponte per ogni spon-
da e con un altro all’isola. V
Gli abitanti di Königsberg si chiedevano se esistesse un cammino che attraver-
sasse tutti i ponti una ed una sola volta.
Fig. 1: Königsberg
Il quesito può essere affrontato direttamente per tentativi ma, vista la quantità
elevata di possibili soluzioni, i cittadini non avrebbero comunque avuto la cer-
tezza di averli elencati tutti; quindi, se anche tutti i cammini elencati non risol-
vessero il problema, restava il dubbio di averli elencati tutti.
Generalizzando il problema, e ricorrendo alla modellizzazione possibile grazie
alla teoria dei grafi, Euler riuscì ad uscire da quella situazione. Si pose infatti il
problema di fornire una condizione generale di risolvibilità per quel genere di
problemi; fu quindi in grado di fornire la soluzione: il problema non ammette
soluzioni.
Il risultato fu presentato all’Accademia di San Pietroburgo nell’agosto del 1736
e pubblicato nell’opera “Solutio Problematis ad geometriam situs pertinentis”. VI
1.2 Introduzione alla teoria dei grafi
u n grafo è un insieme ordinato e finito di (punti) nodi legati tra
loro da un insieme finito di relazioni (archi).
In que
sto tipo di geometria non valgono molte delle regole
proprie della geometria euclidea; il concetto che risente mag-
giormente della negazione del terzo postulato di Euclide è quello di distanza.
Qui non si può, infatti, parlare di “distanza euclidea”.
Il concetto di distanza nella teoria dei grafi ha senso solo in termini numerici e
non è di per se raffigurabile attraverso la rappresentazione grafica.
In termini formali si definisce grafo:
( ) , dove
G V E
, { }
= insieme dei nodi
V v , v ,..., v
1 2 n
{ }
= insieme degli archi
E e , e ,..., e
1 2 m
Un grafo si dice orientato se i suoi archi possono essere percorsi solo in una de-
terminata direzione, mentre si dice non orientato se i suoi archi non hanno un
senso di percorrenza e possono pertanto essere percorsi indifferentemente in
entrambe le direzioni.
Grafo non orientato Grafo orientato
A B A B
C
C D D E
E Fig. 2: Esempi di grafi VII
Due nodi si dicono adiacenti se sono connessi tra loro da un arco. Nell’esempio
di Fig. 2, i nodi B ed E sono tra loro adiacenti, mentre i nodi B e D non lo sono.
Parallelamente, si dicono adiacenti due archi se hanno un nodo in comune; ad
esempio, gli archi BE e AB sono adiacenti, mentre AB e DE non lo sono.
∀ ∈E , il nodo è detto predecessore del nodo , ed il
In un grafo orientato, e i j
ij
nodo è detto successore del nodo . Quindi, il nodo C è successore di A e
j i
predecessore di E.
Un grafo è completo quando esiste almeno un arco tra ogni coppia di nodi; vie-
ne definito planare se è possibile disegnarlo su un piano senza intersezioni tra
gli archi.
Questa definizione è importante in ambito di reti urbane, poiché non possono
rappresentarsi reti urbane non planari, in quanto ad ogni incrocio corrisponde
un nodo, eliminando, di fatto, la possibilità che due archi possano intersecarsi.
Si parla inoltre di archi multipli, quando due nodi sono collegati tra loro da più
di un arco, come in figura 3 a.
A B A
Fig. 3 a Fig. 3 b
I loops o cappi, sono archi per cui il nodo origine coincide con il nodo destina-
zione (fig. 3 b).
Un grafo che non contiene loops e archi multipli si definisce semplice.
Con il termine cammino si definisce una sequenza finita di archi nel quale il
nodo finale di un arco è il nodo iniziale del successivo.
Se un cammino ha il nodo origine che coincide con il nodo destinazione, si ha
un cammino chiuso, chiamato anche circuito.
Come già accennato, il concetto di distanza assume un significato particolare in
questa geometria; un grafo si definisce pesato se ad ogni arco viene attribuito
un valore definito “peso”. Questo attributo può rappresentare il tempo necessa-
VIII
rio per percorrere l’arco, la distanza tra i due nodi, il costo per passare da un
nodo all’altro, il flusso massimo consentito per unità di tempo, o qualsiasi altro
significato.
La rappresentazione grafica di un grafo è visivamente molto efficace ed imme-
diata ma, quando il numero di elementi, siano nodi o archi, è consistente, per
rappresentare il grafo è preferibile servirsi di opportune matrici.
Le matrici più comunemente associate ai grafi sono generalmente tre:
( ) ∈
⎧⎪ E
1 se i , j
⎡ ⎤
= =
tale che:
La matrice di adiacenza ⎨
A a a
⎣ ⎦ ( )
× ∉
n n ij ij ⎪⎩
0 E
i j
se , ⎡ ⎤
= tale per cui:
Se il grafo è pesato, viene definita la matrice dei pesi D d
⎣ ⎦
×
n n ij
( ) ∈
⎧⎪ E
w i j
se , ( )
=
= con peso associato all’arco
ij
⎨ w
d i , j
( )
∞ ∉
ij ij
⎪⎩
+ E
i j
se , ⎡ ⎤
=
La matrice di incidenza tale per cui:
B b
⎣ ⎦
×
n m ia
r , s
⎧ se è nodo iniziale dell'arco
1 i a
r , s
⎪
= − se è nodo finale dell'arco
⎨
b 1 i a
ia r , s
r , s ⎪ se l'arco non incide sul nodo
0 a i
⎩ r , s
Il vantaggio di una rappresentazione attraverso le matrici consiste nella possibi-
lità di applicare algoritmi iterativi o ricorsivi mediante l’uso di calcolatori elet-
tronici.
Attraverso i grafi è possibile rappresentare molteplici tipi di situazioni: ad e-
sempio una serie di attività legate da precise relazioni causa-effetto, anche se