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Sintesi

bernardo-tesi.pngL'attività di laboratorio, sia come spazio attrezzato tipico per l'insegnamento delle discipline scientifiche, sia come attività cooperativa e condivisa tra studenti e insegnanti, caratterizzata da un forte approccio operativo, riveste attualmente un ruolo di primo piano non solo nella sperimentazione ma anche nella didattica usuale. Obiettivo della ricerca di dottorato è stato quello di progettare sistemi usabili ed efficaci, nello stile del Web 2.0 per portare l'apprendimento delle discipline scientifiche e in particolare delle attività di laboratorio in senso lato nel paradigma di base dell'e-learning: anytime and anywere.

Le due principali tematiche di ricerca esposte in questa tesi sono: il laboratorio scientifico mediato dal Web, in particolare la progettazione e realizzazione di un software che consente di far controllare via Web a una classe virtuale strumenti di laboratorio reali: il telescopio del Dipartimento di Fisica e il microscopio del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione dell'Università del Salento.

La seconda tematica ha riguardato la progettazione e realizzazione di strumenti di gestione e controllo di una comunità di studio on line (Online Learning Community OLC), con particolare riferimento alle attività didattiche laboratoriali (in senso lato) collaborative sincrone. In particolare, sono stati studiati strumenti di gestione e controllo per la community Matematicamente.it, la gara online MatematiCup condotta come laboratorio didattico di matematica, la gara online EcologicaCup come laboratorio di ecologia, l'Agenzia Simulata delle Entrate all'interno della rete italiana delle Imprese Formative Simulate come laboratorio di simulazione d'impresa.

La tesi si compone di tre capitoli. Nel primo si descrive l'evoluzione dell'elearning con particolare riferimento agli sviluppi del cosiddetto elearning 2.0 per fornire il contesto tecnologico e pedagogico della ricerca. Il secondo è dedicato ai laboratori remoti collaborativi. Nel terzo capitolo si descrive lo sviluppo della community Matematicamente.it e le altre attività di laboratorio 'virtuale' svolte con il DIDA-lab (dir. resp. Prof. M. A. Bochicchio), laboratorio di innovazione didattica con le tecnologie informatiche, presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione, Università del Salento.

INDICE
Abstract
Capitolo 1: Le ICT nella formazione
1.1 I modelli dell'elearning
1.2 Gli stili di apprendimento
1.3 Il quadro istituzionale
1.4 Questioni aperte e "research question"
Capitolo 2: I laboratori remoti
2.1 Il laboratorio nella didattica
2.2 Il laboratorio remoto
2.3 Il laboratorio remoto collaborativo
2.4 AstroNet
2.5 MicroNet
Capitolo 3: On line learning communities
3.1 Dal Web 2.0 all'elearning 2.0
3.2 Matematicamente.it
3.3 Laboratorio di matematica: Matematicup
3.4 Laboratorio di ecologia: EcologicaCup
3.5 Laboratorio d'impresa: Agenzia Simulata delle Entrate
Conclusioni
Bibliografia

Bibliografia e sitografia
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Estratto del documento

ICT nella didattica delle discipline scientifiche, il laboratorio Antonio Bernardo

Capitolo 1: Le ICT nella formazione

Nel modello di apprendimento esperienziale, sviluppato da David Kolb nel 1984, di cui si

riporta uno schema nella figura 2, per apprendere in modo efficace è necessario un con-

fronto continuo con l’esperienza concreta. L’apprendimento, seguendo un percorso circola-

re, vede un continuo confronto tra esperienza, riflessione e azione. 1

Didattica laboratoriale. Nelle recenti Indicazioni dei Piani di Studio Personalizzati del

Ministero della Pubblica Istruzione italiano è prevista la realizzazione di laboratori,

d’istituto o di rete, che vengono indicati come uno degli strumenti fondamentali per la per-

sonalizzazione del Piano di studio. La didattica laboratoriale si caratterizza per

l’apprendimento di tipo pratico e situato in cui si costruiscono esperienze in grado di favo-

rire l’apprendimento del “sapere” congiunto con quello del “fare”. Nel laboratorio, inteso

non solo come spazio d’aula attrezzato, l’apprendimento è un processo attivo e l’allievo

apprende in quanto è reso attivo e consapevole della situazione didattica che sta vivendo.

Si tratta di un modello di insegnamento/apprendimento fondato sulle interazioni fra gli at-

tori del processo didattico [Boscarino 2004, p. 52].

Nelle attività laboratoriali si attuano i principi metodologico-didattici del learning by doing

e quindi del problem solving e del cooperative learning.

Una mappa concettuale sulla didattica laboratoriale è riportata in Figura 3, dove si mette in

evidenza l’approccio didattico per problemi, l’attenzione ai processi, la dimensione opera-

tiva del fare, la dimensione sociale del collaborare e cooperare.

1 http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2003/allegati/indicazioni_media_05_03.pdf (24.02.2009) 8

ICT nella didattica delle discipline scientifiche, il laboratorio Antonio Bernardo

Capitolo 1: Le ICT nella formazione

Figura 3. Perlmuter C., Didattica laboratoriale, [Perlmuter 2008]

Collaborative learning. È una forma di apprendimento che deriva da un’interazione di

gruppo, nella quale la collaborazione si sviluppa attorno a un accordo implicito o esplicito

su obiettivi e valori comuni: è adottata principalmente nell’apprendimento di base.

Cooperative learning. È un insieme di processi e di strategie che aiutano i componenti di

un gruppo a lavorare insieme al fine di raggiungere uno specifico obiettivo o prodotto, pre-

cedentemente definiti da un docente o da un supervisore: è una tipologia di apprendimento

adottata nella formazione avanzata e nell’autoformazione tra pari.

Entrambi le teorie si fondano sull’idea che la costruzione della conoscenza è sostanzial-

mente un processo di interazione sociale. I due approcci di apprendimento richiedono tec-

nologie informatiche diverse che realizzino i diversi tipi di interazione: quella collaborativa

è focalizzata sul processo del lavorare insieme, quella cooperativa è focalizzata sul prodot-

to del lavoro comune. E’ poco chiaro invece il ruolo del computer in questi processi cogni-

tivi: quando e quali conoscenze e competenze possono essere acquisite in un normale

gruppo classe senza l’uso del computer, quando è utile che il gruppo lavori attorno al com-

puter con applicazioni progettate per uso individuale, quando è utile che il gruppo interagi-

sca attraverso il computer con applicazioni che prevedono la connettività a distanza.

Riguardo la classificazione delle forme di apprendimento si fa riferimento alla classifica-

zione di G. Bateson [Bateson 1972, p. 319]:

Apprendimento 0. Esperienza diretta, senza memoria e concetti, è caratterizzato dalla

specificità della risposta, che - giusta o errata che sia - non è suscettibile di correzione:

“Metto la mano sul fuoco e mi brucio. Premo un tasto sul computer e succede qualcosa sul-

lo schermo”.

Apprendimento 1. È un cambiamento nella specificità della risposta, mediante correzione

degli errori di scelta in un insieme di alternative: “Mi rendo conto che se premo sempre lo

stesso tasto succede sempre la stessa cosa”.

Apprendimento 2 o deutero-learning. E’ un cambiamento nel processo dell’Apprendi-

mento 1, corrisponde a ‘imparare a imparare’: “Faccio fatica ad apprendere una prima lin-

gua straniera, ne faccio meno per la seconda; dalla terza in poi imparo in fretta. Perché ho

appreso come si apprendono le lingue.” Non solo imparo a utilizzare le funzioni di un pro-

gramma di videoscrittura ma ‘incorporo’ anche il ruolo di insegnante e divengo capace di

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ICT nella didattica delle discipline scientifiche, il laboratorio Antonio Bernardo

Capitolo 1: Le ICT nella formazione

apprendere da solo nuovi software e nuovi utilizzi per quelli che conosco. Gli allievi di-

vengono capaci di autodirigersi e autovalutarsi.

Apprendimento 3. Ha a che fare con la saggezza e con la capacità di fare scelte di caratte-

re etico: “Mi brucerò la mano per salvare chiunque o solo alcuni?”

1.3 Il quadro istituzionale

Strategia di Lisbona. L’elearning ha avuto un forte impulso, soprattutto in termini di fi-

nanziamenti pubblici, dalla cosiddetta “Strategia di Lisbona”, un programma di riforme

economiche approvato a Lisbona nel 2000 dall’Unione Europea per il periodo 2000-2010.

L'obiettivo è quello di fare dell'Unione “la più competitiva e dinamica economia della co-

noscenza” entro il 2010.

La strategia di Lisbona influenza le politiche di formazione degli stati membri in quanto

influenza la scelta delle priorità e le normative a livello locale. Il passaggio dalle macro-

decisioni di indirizzo prese a Lisbona alle decisioni operative avviene attraverso i Pro-

grammi Operativi Nazionali (PON), i Programmi Operativi Regionali (POR) e i Program-

mi Operativi Interregionali (POIN).

Nel 2005 era già chiaro che gli obiettivi previsti per il 2010 non potevano essere raggiunti,

pertanto sono stati riformulati, sulla base di sotto programmi specifici da realizzarsi nel pe-

riodo 2007-2013:

− Comenius è il programma rivolto a chi opera nell’istruzione fino al termine della

scuola secondaria di secondo grado;

− Erasmus promuove la mobilità degli studenti e gli stage internazionali;

− Leonardo è il programma focalizzato su insegnamento e formazione professionale;

− Grundtwig è il programma specifico per la formazione degli adulti.

Il Lifelong Learning Programme (2007-2013) dedica una specifica azione alle nuove tec-

nologie per lo sviluppo di contenuti e soluzioni pedagogiche a carattere innovativo basati

sulle ICT, viste come un catalizzatore di cambiamento e innovazione educativa e sociale.

L’obiettivo è quello di realizzare una risposta efficace alle esigenze di aggiornamento della

forza lavoro europea.

Fondi strutturali. Altri strumenti economici della Comunità Europea sono il Fondo Socia-

le Europeo (FSE) e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), ideati per ridurre le

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ICT nella didattica delle discipline scientifiche, il laboratorio Antonio Bernardo

Capitolo 1: Le ICT nella formazione

differenze nella qualità di vita esistenti fra regioni europee e fra Stati membri, e serve dun-

que a incentivare la coesione sociale ed economica. Il livello dei finanziamenti varia da

una regione all'altra a seconda della loro ricchezza relativa misurata in termini di PIL.

L’obiettivo prioritario di questi fondi è quello di valorizzare il ‘capitale umano’ in senso

ampio e quindi di sviluppare un’azione di progettazione, implementazione e riforma nei si-

stemi educativi. Nell’ European social fund support to education and training [EU 2006,

p. 1] si legge:

• Modernising their vocational education and training systems in order for

Europe to become the most competitive economy, and

• Offering all Europeans, whether they are young people, older workers, unem-

ployed or disadvantaged, the qualifications and competences they need to be

fully integrated into the emerging knowledge based society, contributing to

more and better jobs.

Il piano strategico stimola i governi locali ad accelerare il processo di alfabetizzazione tec-

nologica affinché tutte le fasce di popolazione possano partecipare attivamente alla ‘società

della conoscenza’ e l’elearning è visto come lo strumento privilegiato su cui investire.

Scuole, università e centri di ricerca usufruiscono del sostegno comunitario per l’acquisto

di risorse multimediali e per l’ammodernamento delle reti informatiche.

In questi ultimi anni numerose scuole, università e centri di formazione hanno fruito di

questi finanziamenti per attivare corsi su piattaforme elearning o in modalità blended. Le

tecnologie relative alla formazione on-line hanno pertanto ricevuto un forte impulso di svi-

luppo in Europa da questi piani strategici. 2

Nel 2002 viene lanciato il portale eLearning Europa per favorire il dialogo e la coopera-

zione e per promuovere l'uso delle nuove tecnologie nel campo dell'educazione permanen-

te.

Il Ministero della Pubblica Istruzione italiano attraverso l'Istituto Nazionale di Documenta-

zione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa (INDIRE) ha attivato una piattaforma speci-

3 .

fica per la formazione degli insegnanti denominata PuntoEdu

2 http://www.elearningeuropa.info (25.02.2009)

3 http://puntoeduri.indire.it/ (25.02.2009) 11

ICT nella didattica delle discipline scientifiche, il laboratorio Antonio Bernardo

Capitolo 1: Le ICT nella formazione

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FOR TIC. Il piano FOR TIC ha coinvolto nella prima edizione 160.000 insegnanti in tre

percorsi formativi distinti sull’uso delle nuove tecnologie. Questi percorsi sono stati tutti

erogati in modalità blended. 5

DiGi scuola. Il progetto “DiGi scuola” è stato centrato sullo sviluppo di contenuti digitali

(Learning Object) e sul loro utilizzo a supporto delle usuali attività didattiche in aula. I

contenuti digitali possono essere fruiti anche direttamente dallo studente a casa con

l’obiettivo di recuperare i debiti scolastici [Donzelli 2007].

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RemoteLab. Il progetto RemoteLab si propone di mettere a punto una serie di esperimen-

ti remoti di chimica, fisica e biologia per la scuola media superiore. Avviato nel 2000 a

tutt’oggi non presenta ancora vere e proprie attività legate al controllo remoto di strumen-

tazione scientifica.

1.4 Questioni aperte e “research question”

L’attività di laboratorio, sia come spazio attrezzato tipico dell’insegnamento delle discipli-

ne scientifiche, sia come attività cooperativa e condivisa tra studenti e insegnanti, caratte-

rizzata da un forte approccio operativo, riveste attualmente un ruolo di primo piano nella

sperimentazione didattica ed è divenuta parte essenziale della didattica usuale.

Inoltre è diffusamente riconosciuto che l’insegnamento delle discipline scientifiche deve

integrare momenti di studio teorico con esperienze di laboratorio nelle quali verificare leg-

gi scientifiche e replicare esperimenti significativi. In particolare, l’uso del laboratorio è

ritenuto un elemento essenziale nei corsi di laurea in ingegneria.

Entrambi queste tematiche sono state finora poco affrontate all’interno dei percorsi forma-

tivi in elearning, sia per le difficoltà legate agli strumenti tecnologici disponibili, sia per le

difficoltà a inquadrarle all’interno degli standard attuali dei percorsi in elearning.

Uno degli obiettivi della ricerca di dottorato è stato quello di progettare sistemi usabili ed

efficaci, nello stile del Web 2.0 per portare le attività di laboratorio, sia quelle legate alle

discipline scientifiche e quindi all’uso del laboratorio tout-court, sia a quelle laboratoriali

4 http://puntoeduri.indire.it/fortic/ (24.02.2009)

5 http://www.digiscuola.it/ (24.02.2009)

6 http://www.remotelab.org (24.02.2009) 12

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Capitolo 1: Le ICT nella formazione

in senso lato, a volte dette di laboratorio virtuale, nel paradigma di base dell’e-learning:

anytime and anywere.

Questa attività ha portato alla progettazione e alla realizzazione di un software per il con-

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