poggi.jpgNella mia esperienza di disegnatrice, ho capito, ad un certo punto, che l’importante, nella copia dal vero, non è riprodurre fedelmente l’oggetto sulla carta. La cosa fondamentale è impadronirsi di esso. Un oggetto posseduto realmente dall’uomo, solo nel momento in cui venga finalmente visto come forma, liberandolo dall’idea archetipica che abbiamo di esso e dalla sua funzionalità. Il risultato dell’attento esame della struttura e delle geometrie che compongono le forme di quel singolo oggetto preso in esame, è l’attuarsi di un processo di appropriazione della realtà. In quel momento, nel momento in cui siamo in grado di riprodurre l’immagine di ciò che osserviamo, e solo di quello, siamo finalmente padroni della porzione di mondo in questione.

Non stupisce che i primi esseri umani che hanno abitato sulla terra, abbiano subito mostrato il desiderio di riprodurre immagini della realtà che li circondava.

Essi non desideravano altro che comprendere il mondo, cercando di riprodurlo, e una volta compreso, impossessarsene. E la fascinazione per la riproducibilità del reale, è cresciuta di pari passo con la curiosità dell’uomo per le dinamiche ed i processi che regolano le leggi dell’universo.

Interrogarsi sulla propria natura e sulla natura del mondo è l’attività prediletta dell’uomo libero.

Per questo sono stati creati modelli virtuali per riprodurre ogni tipo di processo, e per questo si continuano le ricerche sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Vogliamo capire noi stessi, e il mondo che ci circonda. Ed è grazie a queste ricerche che siamo finalmente giunti alla consapevolezza che non esiste la realtà, ma solamente l’idea di realtà, che come tutte le altre idee, è contenuta nella nostra mente, la quale conosce unicamente il mondo come modello mentale frutto della sensibilizzazione degli stimoli esterni.

Ora che questa consapevolezza ha già distrutto tutte le certezze che avevamo acquisito con la Fisica prima, e la Metafisica dopo, siamo caduti in piena Patafisica. La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie. E tutto sommato possiamo affermare che ogni tipo di teoria o di sistema, o modello creato e utilizzato oggi, è a tutti gli effetti una soluzione immaginaria. Il mondo stesso è per buona parte frutto della nostra immaginazione, e la maggior parte del nostro tempo lo passiamo pensando, quindi in una dimensione altra rispetto a quella del mondo fisico.

Abbiamo sempre vissuto prevalentemente in una realtà addizionale, la quale è rappresentata in primis dalla nostra mente.

Ora con l’avvento della rete, e la nascita del cyberspazio, a questa realtà addizionale di base, rappresentata dalla nostra mente, si è aggiunta una seconda realtà, definita realtà virtuale.

La definizione più condivisa di Realtà Virtuale, anche se allo stesso tempo è la meno esauriente, è quella secondo la quale un sistema di realtà virtuale è costituito da un insieme di dispositivi informatici in grado di consentire un nuovo tipo di interazione uomo computer.(Ellis 1994)

“Virtuale” è una delle parole chiave di questi anni, una delle più scritte ma anche più bistrattate: confinata per secoli nei gerghi della filosofia e della scienza, sta ora entrando nel linguaggio comune. Il suo uso prevalente è ancora sinonimo di “irreale” e “finto”, ma la sua diffusione segna comunque una riscossa della “potenza” sull’ “atto” : le tecnologie digitali sono “tecnologie del possibile” sia nel senso che rendono possibili eventi che fino a ieri apparivano impossibili, sia nel senso che tendono a “derealizzare”, a togliere dalla realtà tradizionale quell’aura di unicità e immodificabilità.

Dopotutto l’invenzione della realtà – afferma Baudrillard nel suo libro Il patto di lucidità o l’intelligenza del male – sconosciuta ad altre culture, è opera della moderna ragione occidentale, nel suo orientamento verso l’Universale. Quello di un mondo oggettivo, libero da tutti i retromondi. Ma questa è una doppia illusione. Non esiste nè oggettività, nè soggettività. Essendo la coscienza parte integrante del mondo ed il mondo parte integrante della coscienza, io lo penso, lui mi pensa.

“La questione se le cose esistano realmente al di fuori di noi e siano come noi le vediamo è completamente priva di senso… Sarebbe quasi altrettanto assurdo chiedersi se il blu è realmente blu, oggettivamente blu” (G.C. Lichtenberg).

Continua…

indice
Nothing is real, everything is possible…………………………………………………………………………5
La valenza del virtuale…………………………………………………………………………………7
Web 2.0?…………………………………………………………………………………………………18
Web semantico o web 3.0……………………………………………………………………………21
Who needs to dream when you can build your own?……………………………………………………….23
My body can walk barefoot, but my avatar needs prada shoes…………………………………………..31
Primo impatto con la realtà virtuale mediata…………………………………………………….33
Don’t forget the real world…………………………………………………………………………………….39
Metaversi, mondi specchio, realtà aumentata_ovvero quanti tipi di realtà virtuale?…..41
Mondi virtuali…………………………………………………………………………………………….42
Mondi specchio………………………………………………………………………………………….43
Realtà aumentata……………………………………………………………………………………….44
They live you sleep…………………………………………………………………………………………………47
Welcome to the desert of the real, but remember: alla around you and life is now…..49
Il valore della storia…………………………………………………………………………………….51
Denaro virtuale………………………………………………………………………………………….54
Why is there something rather than nothing?……………………………………………………………….57
Immagini di immagini………………………………………………………………………………….59
La supremazia dell’audiovisivo……………………………………………………………………..65
More human than human…………………………………………………………………………………………..69
Idoli artificiali……………………………………………………………………………………………..71
Corpi virtuali……………………………………………………………………………………………..78
I’m not in the business, I am the business……………………………………………………………………..83
Simulatori di coscienza_La scommessa dell’intelligenza artificiale………………………..85
Il panorama attuale…………………………………………………………………………………….91

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