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Il cervello è l’organo del nostro corpo che ci permette di pensare e di immagazzinare informazioni. Esso governa tutte le nostre attività. Per questo motivo è diventato materiale di studio per varie ricerche a livello internazionale per cercare di capirne il funzionamento. Un esempio di ricerca scientifica sul cervello è il progetto Brain che punta alla massima comprensione di quest’organo così fondamentale per la vita dell’uomo. Maurizio Molinari, nell’articolo Obama, 100 milioni di dollari per mappare il cervello pubblicato su La Stampa.it Blog, dice che a questo progetto il presidente Obama ha dato il suo pieno appoggio affermando: «Se vogliamo realizzare i migliori prodotti dobbiamo investire nelle migliori idee».
L’intento del Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies è quello di aiutare a trovare cure contro le malattie cerebrali, come l’Alzheimer e gravi traumi, attraverso delle fotografie dinamiche del cervello. Per il gruppo del progetto voluto fortemente da Obama questa è una “grande sfida” che, se portata a buon fine, potrebbe assicurare agli USA la leadership sulle tecnologie e rappresentare per i malati un’ancora di salvezza.

Anche l’Europa ha investito sulla ricerca sul cervello. Infatti, nell’articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore Sanità, si parla di una ricerca scientifica sul cervello svolta da ottantasette istituti europei che prende il nome di Human Brain Project. Esso, oltre a puntare a trovare cure contro le malattie cerebrali, vuole anche sviluppare dei computer superintelligenti che utilizzano le informazioni che mette in atto il cervello nel nostro organismo. La ricerca europea prevede proprio la raccolta di tutte le conoscenze scientifiche sul cervello perché, con tutte le informazioni da esse ricavate, si spera di arrivare alla creazione di un simulatore del cervello umano, una sorta di clone hi-tech. Il coordinatore di queste ricerche è il neuroscienziata Henry Markam dell’Ecole Polytechnique Federale di Losanna.

Come riporta Edoardo Boncinelli in La vita della nostra mente, ci sono tre linee di ricerca sperimentale. La prima consiste nella “psicologia sperimentale”, cioè nel porgere domande al soggetto e poi ascoltarne le risposte per metterlo alla prova e per compiere dei veri e propri studi psicologici. Questa linea di ricerca, però, è molto lenta: per ottenere risultati utili, infatti, occorre circa una decina d’anni. Fortunatamente, col tempo, si è avuto lo sviluppo della biologia (soprattutto genetica e biologia molecolare) e della neurobiologia. È proprio quest’ultima che costituisce la seconda linea di ricerca che cerca di approfondire la comprensione della psiche prendendo in considerazione lo studio del sistema nervoso e del cervello. La terza linea di ricerca è del tutto innovativa ed inaspettata. Essa prende il nome di Brain Imaging e si occupa della visualizzazione delle attività cerebrali tramite macchine (tomografia ad emissione di positroni, PET, e risonanza magnetica nucleare e funzionale, RMN e fMRI) che permettono di guardare nella testa di persone ancora vive mentre eseguono un determinato compito.

Di sicuro, se queste ricerche non verranno accantonate, porteranno a grandi innovazioni in campo scientifico. Magari in futuro tali ricerche saranno in grado di fare in modo che, anche dopo la morte del corpo, il cervello possa continuare a vivere e ad immagazzinare informazioni.