vincenzo.disalvatore
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Il 25 novembre si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Secondo me è giusto che una giornata sia dedicata a questa tematica perché purtroppo, ancora oggi, sono molto diffusi i soprusi contro il sesso “debole”. La violenza contro le donne si manifesta nei modi più disparati: abusi sessuali, botte, violenza psicologia, stalking. I dati sono disarmanti: 140.000 donne hanno subito uno stupro prima dei 16 anni. E questo, secondo me, è un atto di vigliaccheria, perché molto spesso gli stupratori sono uomini adulti che utilizzano la loro forza mascolina su ragazzine indifese.
Ancora peggiore è lo stupro di gruppo: alcuni ragazzi, pur di dimostrare agli altri compagni la loro mascolinità, compiono più volte un abuso ai danni della stessa vittima, senza preoccuparsi delle conseguenze. Il fatto più disarmante è, però, che le vittime, nella maggior parte dei casi, non denunciano la violenza subita, forse per vergogna o forse per dimenticare quanto accaduto. Subiscono la violenza “passivamente”, soffrendo, ma non facendo punire la causa del loro malessere. E questo non è l’unico caso. Anche le donne che vengono picchiate non denunciano il fatto alle autorità. Molto spesso, infatti, queste donne, in nome dell’amore o perché convinte che sia solo una fase passeggera, giustificano le botte ricevute dal proprio compagno o marito con numerose scuse. Dicono, ad esempio, di essersi fatte male facendo le pulizie di casa o si inventano qualche incidente. Non si rendono conto che questa situazione potrebbe degenerare in qualcosa di più grave, come lo stalking. La donna che decide di lasciare il proprio partner può diventare vittima di attenzioni morbose; inizia ad essere pedinata, a ricevere chiamate ogni ora del giorno e della notte, ad essere minacciata. Fortunatamente oggi questo tipo di violenza è considerato un reato penale. La donna, così, è più tutelata, ma, se non denuncia quanto le accade, mette in pericolo la sua vita. Al giorno d’oggi molte donne hanno pagato con la vita il loro sopportare i soprusi. Prima di essere uccise, si sono sentite dire: “O sei mia o di nessuno” e gli uomini sopportano più l’idea di uccidere che di essere lasciati dalla propria donna. Io sono contro la violenza sulle donne. Le donne, infatti, sono l’angelo del focolare e curano i bisogni della famiglia. Non bisogna maltrattale, ma è necessario il dialogo. Siamo nel mondo occidentale, nel ventunesimo secolo, e non è ammissibile che esistano ancora queste violenze. Ricordiamoci: la donna non deve essere toccata neanche con un fiore.