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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: "Avevamo l'umanismo oggi abbiamo l'animalismo"

Autore: Bagnarol Lucia

Descrizione: In questo mio lavoro cercherò di esaminare gli effetti della teoria darwiniana sulla dimensione filosofico - culturale dell'epoca, incentrandomi sul gravare della teoria evoluzionistica sulla concezione contemporanea dell'uomo e della società . Introdurrò l'argomento enunciando la teoria esposta da Darwin nel 1859 e, descrivendo brevemente i caratteri principali del periodo storico dominato dal Positivismo nel quale essa si diffuse, giustificherò la rapida diffusione della teoria ed il suo sconfinare dagli ambienti scientifici a quelli religiosi e filosofici. Analizzerò inoltre alcuni ambiti di ricerca in sviluppo all'epoca al di fuori dell'area scientifica che si alimentarono delle ipotesi darwiniane e la comune tendenza di queste discipline a riportare la dimensione umana, a livello animale. La teoria Darwiniana inflisse infatti un duro colpo alla visione antropocentrica e favorì il giungere ad una fase di "animalismo" in cui società  umana e uomo stesso, cominciarono ad essere considerati come parte di un processo evolutivo in corso che affonda le sue radici nella dimensione animale. La società  umana appare ora descritta da Spencer come organismo in evoluzione in cui domina forza e sopraffazione e nell'uomo, apice del processo evolutivo in atto, si ricerca ora la presenza di somatici elementi atavici che testimoniando un minor livello di evoluzione giustifichino tendenze comportamentali istintive ed animalesche. Tale tendenza si riflette nella sensibilità  artistica che da sempre manifesta l'ideologia dell'epoca contemporanea. La concezione della realtà  sociale percepita come luogo di sopraffazione in cui ognuno trasportato da interessi individuali supera i deboli destinato ad essere vinto dai sopravvenienti favorendo così l'incessante cammino della "fiumana del progresso" emerge chiaramente nella prefazione ai Malavoglia e L'umana dimensione istintiva scissa da quella conscia e razionale trova nella letteratura di Sevenson, per la creazione del personaggio di Hyde, caratteri animaleschi e grotteschi. .

Area: umanistica

Materie trattate: Filosofia, Spencer, Darwinismo sociale: Influenze delle teorie darwiniane sulla concezione della società . Italiano, Verga, "I ciclo dei Vinti": la sensibilità  artistica manifesta l'ideologia dell'epoca contemporanea. Inglese, Stevenson, "Dr Jekyl and Mr Hyde": attraverso la creazione del personaggio di Hyde manifesta la concezione dell'uomo influenzata dalle teorie di Darwin.

Bibliografia: • "Profili storici"(volume 2 dal 1650 al1900)edizione 2000,La terza. A. Giardina, G.Sabatucci, V.Vidotto. • "Itinerari di filosofia, protagonisti, testi, temi e laboratori"(volume 3° da Shopenauer alle teorie novecentesche sulla politica) edizione 2003,Paravia. N.Abbagnano, G.Fornero. • "Biologia,concetti e applicazioni"(volume2 ereditarietà  ed evoluzione)edizione 2005-2006, Garzanti scuola. C.Starr. • "Conoscere le scienze"(volume 3) edizione 2000, Fabbri Editori. • N.romano, G.Flaccavento Romano. • "Religione"(volume 2 per il triennio) edizione 2000, Sei. F.Pajer. • "Letteratura e storia" (volume 5 età  del realismo)edizione 2005,Sansoni Scuola. R.Bruscagli, G.Tellini. • "Only connect, a History and anthropology of english literature" edizione 1997, Zannichelli Editore. M. Spiazzi, M.Tavella. • "Il Darwinismo nell'arte" 30 marzo 1883,De Sanctis. • "I Malavoglia" edizione 1939 Oscar Mondatori. Verga. • "Lo strano caso del Dr Jekill e del signor Hyde" edizione 1985, Mondatori. Stevenson.

Estratto del documento

Teorie precedenti e contemporanee a Darwin

Il mistero riguardo le nostre origini ha sempre suscitato nell’uomo una particolare attrazione. Inizialmente le

risposte a tali quesiti provennero soprattutto dalle èlite religiose. Ovviamente tali risposte apparivano come frutto

delle condizioni sociali,economiche e culturali delle comunità nelle quali venivano elaborate e risultavano prive di una

base scientifica attendibile. Sino al diciassettesimo secolo, in tutto il mondo occidentale, la versione giudaico-

cristiana della creazione fu pacificatamente accettata. Intorno al 1800 però la tradizionale dottrina

dell’immutabilità delle specie viventi(“fissismo”) rimaste tali e tante quante Dio ne ha create (“creazionismo”) si

mostrava ora inadeguata. Scoperte della geologia e della paleontologia mostravano infatti che l’età della terra era

assai maggiore di quella sino ad ora creduta e risultava essere stata abitata in tempi più remoti da specie animali e

vegetali ora estinte. Tutto ciò faceva sorgere ovviamente dei dubbi nelle menti più illuminate.

Inizialmente,tentando di giungere ad una spiegazione in accordo con gli insegnamenti della Bibbia ,si sostenne “la

teoria del diluvio” secondo cui i fossili risultavano essere i resti degli animali periti a seguito della catastrofe. Nel

frattempo l’ortodossia cristiana venne salvata dalle inadeguatezze della “teoria del diluvio” dal barone francese

Georges Cuvier (1769-1832), geologo, naturalista e membro dell’accademia delle Scienze ,il quale, sostenendo la

teoria del “catastrofismo”, spiegò le serie progressive dei fossili trovati nei sedimenti rocciosi come generate da

una serie di catastrofi che abbattutesi sulla terra avrebbero distrutto ogni forma di vita; successivamente il

pianeta sarebbe stato ripopolato in successive creazioni. Hutton (1726-1797), osservando che la vita nella terra

rifletteva una continuità e non un presente e un passato nettamente separati dall’atto creativo,pubblico nel 1795

un opera intitolata “Teoria della terra” proponendo una tesi nota come “unimorfismo” fortemente discussa e derisa

dai contemporanei. Nel 1830 Lyell(considerato ora padre della geologia moderna) nei ”Principi di geologia” dimostrò

la considerevole antichità del pianeta terra. Fu Jean Baptist de Lamarck (1744-1829) che, ispirandosi agli scritti

di Erasmus Darwin (1731-1802) fisico, filosofo, poeta, nonno di Charles Darwin,sostenne la teoria dell’ereditarietà

dei caratteri acquisiti secondo cui l’utilizzo maggiore o minore di certi organi,da parte di un essere

vivente,comportasse,in rapporto alla necessità, una modificazione dell’organo stesso (mutazioni ereditate

responsabili della modificazione della specie). Nel 1813 tre autori,indipendenti l’uno dall’altro, Wells, Pritchard,

Lawrence presentarono alla Royal Socety di Londra una serie di confutazioni al lamarckismo dimostrando

l’impossibile ereditarietà dei caratteri acquisiti. Charles Darwin (1809-1882) fu un geniale sintetizzatore di tali

studi precedenti. Il 24 novembre 1859 venne pubblicata la sua opera “On the origin of the species by means of

natural selection”. Per la prima volta nella storia della biologia veniva esposta con assoluto rigore

scientifico,suffragata da solidi elementi e testimonianze,una teoria evolutiva(formulata ,indipendentemente da

Darwin,anche dal naturalista ed esploratore Alfred Russel Wallace) che soppiantava l’assunto secondo cui ogni

specie sarebbe il risultato di un atto autonomo della creazione divina.

Darwin vita ed opere

Charles Darwin nacque a Shrewsbury, in Inghilterra, nel 1809, quarto figlio di Robert Darwin (medico del paese) e

Susannah Wedgwood, e nipote di Erasmus Darwin (1731-1802), fisico, filosofo e poeta.

Frequentò la rinomata scuola di Butler. A sedici anni, due anni prima di terminare gli studi, venne iscritto dal padre

all’università di medicina di Edimburgo. Nel 1827 decise di abbandonare l’università e venne guidato dal padre a

frequentare il Christ’s college, a Cambridge, sperando in una sua carriera ecclesiastica.

Qui, fortemente influenzato da diverse personalità scientifiche, come William Whewell, Henslow, Grant, White

padre fondatore della storia naturale, si interesso di questa disciplina.

Nel 1831 terminò gli studi e iniziò a lavorare con il geologo Sedgwick in rilievi stratigrafici nel mare del nord e,

successivamente, accompagnò Fitzroy, capitano della nave “Beagle”, in una spedizione cartografica della durata di

cinque anni.

Nel corso del viaggio visitò le isole di Capo Verde, le isole Falkland, la costa del sud America, le isole Galapagos e l’

Australia, analizzando caratteristiche geologiche dei territori ed organismi viventi e fossili presenti (campioni

conservati ora presso il British Museum ).

La parte più significativa dell’intero viaggio fu per Darwin il mese passato ad esplorare le isole Galapagos, un isolato

arcipelago del Pacifico situato parecchie centinaia di miglia ad ovest dell’Ecuador. Qui, egli notò che ogni isola

sembrava avere un proprio tipo di fringuello e che le diverse nicchie ecologiche, di ciascuna isola, erano spesso

abitate da fringuelli diversi, che provenivano però, come venne dimostrato poi, attraverso studi effettuati da

ornitologi del British Museum all’epoca, dalla stessa sottofamiglia delle “Geospinade”.

Nel 1836 lo studioso fece ritorno in Inghilterra.

Intorno al 1838, mentre era intento alla lettura dell’opera di Thomas Malthus (1766-1834), ”saggio sui principi

della popolazione”, gli giunse l’intuizione.

Nel testo di Malthus si affermava che una popolazione cresce in misura assai maggiore rispetto ai mezzi di

sussistenza presenti, rendendo necessaria una politica di controllo delle nascite.

Associando tali ipotesi, all’osservazione che le modalità di selezione artificiale, eseguita nei raccolti e nel bestiame,

producevano radicali cambiamenti negli organismi, giunse a tale conclusione: La natura è responsabile, attraverso un

processo casuale, non finalistico, di una selezione degli esseri viventi più adatti alla sopravvivenza.

Verso la metà del 1856 Darwin cominciò la sua opera nel quale avrebbe esposto la sua teoria.

Due anni più tardi ricevette una lettera dal naturalista ed esploratore Alfred Russel Wallace, cui era noto

l’interesse di Darwin per la scienza. Nella lettera Wallace esprimeva le sue idee sull’evoluzione, maturate a seguito

di una spedizione all’isola di di Ternate, nelle Molucche, tra la Nuova Guinea ed il Borneo, che corrispondevano

esattamente a quelle di Darwin. Si avveravano così i timori espressi due anni prima da Lyell e Hooker, che qualcun

altro sarebbe arrivato alla teoria della selezione prima che Darwin fosse riuscito a pubblicarla.

Lo stesso Darwin si consigliò con i suoi amici che gli suggerirono di presentare una comunicazione sull’argomento,

assieme a Wallace, alla società Linneana. La comunicazione venne presentata appena un mese più tardi e la teoria

venne successivamente pubblicata nell’opera :

“On the origin of the species by means of natural selection” (1859).

Darwin ribadì ed approfondì successivamente tale teoria in altre cinque opere:

”Le variazioni degli animali e delle piante per effetto dell’addomesticamento (1860).

• “La discendenza dell’uomo e la selezione naturale in relazione al sesso”(1871).

• “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”(1873)( Che comportò successivamente il sorgere

• dell’ ”etologia”,studio del comportamento animale secondo la prospettiva evoluzionistica).

“le piante insettivore”(1875).

• “Gli effetti della fecondazione diretta e della fecondazione incrociata nel regno vegetale”(1877).

Precedentemente alle pubblicazioni, intorno al 1839 si sposò con la cugina Emma Wedgwood, ricca borghese

proveniente da una famiglia di fabbricanti di vasellame, e con essa visse inizialmente due anni a Londra e

successivamente nel Kent, presso la Down House (oggi attrazione turistica). Morì il 19 Aprile del 1882.

Le sue salme sono ora collocate presso l’abbazia di Westmister, a Londra, accanto alla tomba di Newton.

Teoria ed esiti:

La teoria darwiniana dell’evoluzione,oggi integrata dai risultati delle moderne ricerche scientifiche e tuttora

considerata attendibile,ritiene che tutti gli esseri viventi si riproducano in quantità superiore alle reali possibilità

di sopravvivenza e diano vita a individui fra loro differenti per caratteristiche ,trasmesse alla discendenza, la cui

comparsa è del tutto casuale. Nella lotta per la vita e per la sopravvivenza, l’ambiente opera una selezione naturale

mantenendo in vita gli individui nati con le variazioni più adatte e vantaggiose. Le casuali variazioni vantaggiose si

accumulano perciò di discendenza in discendenza permettendo un mutamento ed evoluzione della specie.

La teoria dell’evoluzione della specie, sostenuta da Darwin,venne esposta nell’opera intitolata “On the origin of the

species by means of natural selection”.

L’opera venne pubblicata a Londra nel 1859 e le 1250 copie della prima edizione vennero esaurite in un solo giorno;

medesima sorte ebbe l’opera in Germania nel 1860, in Francia nel 1862 ed in Italia nel 1865.

La discussione sull’opera ebbe esiti sconvolgenti e sconfinò presto dagli ambienti scientifici a quelli filosofici e

religiosi finendo per coinvolgere l’opinione pubblica.

La teoria comportava innanzitutto un annullamento o per lo meno un drastico ridimensionamento dell’intervento

divino nel mondo. La questione alimentò all'epoca ampi dibattiti tra creazionisti ed evoluzionisti e venne risolta solo

nel 1950 con la pubblicazione,da parte di Pio dodicesimo,dell’enciclica “Humani generis”, all’interno della quale si

evidenziava la non contraddizione tra le teorie creazioniste ed evoluzioniste e all’interno della quale veniva trattata

la questione ,sorta in epoca ottocentesca ,della discendenza dell’uomo dalla specie animale. La teoria infatti

comportò inoltre una riflessione generale e profonda sul posto dell’uomo nel mondo. Le riflessioni di Darwin si

riveleranno infatti così acute e flessibili da infliggere un duro colpo alla visione antropocentrica della natura, così

come la rivoluzione scientifica del diciassettesimo secolo aveva scardinato la teoria geocentrica dell’universo.

L’uomo, seppure al sommo della piramide dell’evoluzione, sembrava derivare da esseri ritenuti inferiori e le

somiglianze anatomiche non lasciavano dubbi. La teoria dell’evoluzione favorì quindi il giungere ad una fase di

“animalismo” in cui società umana e uomo stesso,cominciarono ad essere considerati come parte di un processo

evolutivo in corso che affonda le sue radici nella dimensione animale. L’elemento che infatti fece maggiormente

breccia nella fantasia popolare fu proprio il dibattito sull’uomo-scimmia. In America e in Europa, pubblicati in

giornali e riviste, si contano diversi interventi ed illustrazioni su tale tema, spesso a carattere umoristico.

Influenze della teoria nelle discipline dell’epoca

La teoria darwiniana dell’evoluzione,inizia a diffondersi in un periodo molto fruttuoso e positivo per la scienza,in un

clima che vede il sorgere ed il maturare di nuove discipline scientifiche. La teoria si diffonde, infatti, in seno alla

seconda metà dell’ottocento, periodo dominato da un indirizzo filosofico denominato Positivismo, che vede il suo

fondatore in Comte(1798-1857), autore dell’opera intitolata “Discorso sulla filosofia positiva”(1844). Il Positivismo

appare un indirizzo filosofico(indirizzo filosofico caratterizzato da una fiducia nei confronti della scienza e volto

ad una assolutizzazione del metodo e ad un utilizzo delle teorie scientifiche come chiave interpretativa di ogni

aspetto del reale) caratterizzato da una grande fiducia nei confronti della scienza, della razionalità, della

metodologia sperimentale (considerata infallibile ed applicabile a qualsiasi campo del sapere) e dell’idea di

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