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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Il Museo delle Pure Forme

Autore: Facenza Denise

Scuola: Liceo scientifico

Descrizione: si tratta di un approccio al progetto "il museo delle pure forme" realizzato dalla scuola superiore sant'anna di pisa.

I musei, recentemente, hanno sviluppato un forte interesse nella tecnologia perchè si trovano dinanzi alla sfida di creare esibizioni accattivanti, gestire un ingente numero di visitatori e conservare preziose opere d'arte. Essi guardano alla tecnologia come ad un possibile partner che aiuti a raggiungere l'equilibrio tra apprendimento e divertimento, consentendo inoltre di trasferire significato e storia in maniera più efficace. Una risposta a queste esigenze è possibile trovarla in un settore di ricerca nuovo ed emergente, cioè nel campo delle applicazioni di computer grafica ed ambienti virtuali per realizzazioni artistiche. Negli ultimi tempi, in tutto il mondo, alcuni musei e università  hanno iniziato a digitalizzare le loro collezioni. Le copie digitali delle collezioni d'arte spaziano dall'immagine bidimensionale a quelle tridimensionali più complesse che possono essere osservate da diversi punti di vista. È infatti molto comune imbattersi in semplici ambienti virtuali, siti web appartenenti ai maggiori musei di tutto il mondo dove gli utenti, usando un comune browser, possono navigare attraverso la collezione digitale di dipinti, sculture e altre forme artistiche, effettuando così ciò che si definisce comunemente tour virtuale. La realtà  virtuale è un importante concetto nell'arte contemporanea, in quanto permette di sfruttare tutte le possibilità  messe a disposizione dalla società  dei nostri giorni. Oggi esistono opere create essenzialmente per il Web, la cosiddetta Net Art, e molti musei hanno iniziato a collezionarle. Inoltre ci sono alcune opere che per avere senso compiuto, implicano necessariamente la partecipazione del pubblico. 2. VERSO

Materie trattate: Fisica, Storia Dell'arte, Informatica, Meccanica

Area: scientifica

Sommario: Progetto "Museo delle Pure Forme", Sculture, reperti archeologici al museo egiziano di londra, opere di artista sconosciuto al National Museum di Stoccolma, opere di Stephan Balkenhol e Augas al Museo di Santiago di Compostela, le sculture del battistero di Pisa di Giovanni, Nicola e Bonanno Pisano conservate al museo dell Opera del Duomo di Pisa, la digitalizzazione delle statue, un nuovo sistema di visualizzazione e la visione stereoscopica, l'architettura del sistema, le interfacce aptiche, i sistemi robotici, meccanica dei sistemi robotici, lo studio delle forze, funzionamento dei sistemi robotici, alimentazione e movimento delle interfacce aptiche, motori elettrici

Estratto del documento

Il Museo delle Pure Forme

Denise Facenza

Liceo Scientifico U. Dini (Pisa)

2009

Il Museo delle Pure Forme

1. INTRODUZIONE

I musei, recentemente, hanno sviluppato un forte interesse nella tecnologia perchè si trovano

dinanzi alla sfida di creare esibizioni accattivanti, gestire un ingente numero di visitatori e

conservare preziose opere d’arte. Essi guardano alla tecnologia come ad un possibile partner che

aiuti a raggiungere l’equilibrio tra apprendimento e divertimento, consentendo inoltre di trasferire

significato e storia in maniera più efficace. Una risposta a queste esigenze è possibile trovarla in un

settore di ricerca nuovo ed emergente, cioè nel campo delle applicazioni di computer grafica ed

ambienti virtuali per realizzazioni artistiche.

Negli ultimi tempi, in tutto il mondo, alcuni musei e università hanno iniziato a digitalizzare le

loro collezioni. Le copie digitali delle collezioni d’arte spaziano dall’immagine bidimensionale a

quelle tridimensionali più complesse che possono essere osservate da diversi punti di vista. È infatti

molto comune imbattersi in semplici ambienti virtuali, siti web appartenenti ai maggiori musei di

tutto il mondo dove gli utenti, usando un comune browser, possono navigare attraverso la collezione

digitale di dipinti, sculture e altre forme artistiche, effettuando così ciò che si definisce

comunemente tour virtuale. La realtà virtuale è un importante concetto nell’arte contemporanea, in

quanto permette di sfruttare tutte le possibilità messe a disposizione dalla società dei nostri giorni.

Oggi esistono opere create essenzialmente per il Web, la cosiddetta Net Art, e molti musei hanno

iniziato a collezionarle. Inoltre ci sono alcune opere che per avere senso compiuto, implicano

necessariamente la partecipazione del pubblico.

2. VERSO LA PERCEZIONE APTICA

Sebbene questi progetti abbiano raggiunto risultati di successo, nessuno di essi prende in

considerazione la percezione aptica degli oggetti. Ogni opera d’arte digitalizzata può essere

esplorata con strumenti generici come un browser o usando software adeguati. In ogni caso l’unico

senso utilizzato è quello della vista, limitando le possibilità dell’utente, specie nel caso di sculture

ed oggetti d’arte. Il senso del tatto è estremamente importante per cogliere pienamente l’essenza di

una qualsiasi forma d’arte 3D. Sebbene non sia consentito toccare le statue esposte in una galleria,

per ovvie ragioni di sicurezza e di conservazione, è tuttavia comprensibile che la sola vista può

limitare la percezione di un’opera d’arte tridimensionale. L’ausilio del tatto invece avvicinerebbe

notevolmente l’utente all’esperienza vissuta dall’artista all’atto di crezione della sua opera.

Le interfacce aptiche (che indicheremo con la sigla HI: haptic interface) sono sistemi robotici

che permettono agli utenti di interagire con gli oggetti virtuali usando il senso del tatto. Ciò è reso

possible esercitando un ritorno di forza sull’utente, che vedremo in particolare nei paragrafi

successivi. Le HI sono state oggetto di notevoli studi negli ultimi quindici anni e le prime società

che si sono lanciate nella loro commercializzazione sono state Sensable e Immersion. Numerosi

sono anche i prototipi di HI sviluppate in sedi accademiche, alcuni dei quali sono realizzati per

essere usati come strumento di sintesi nel campo dell’arte. Difficilmente però le HI sono state usate

come strumenti di analisi nello stesso campo ed è risultato spesso dispendioso e complicato uscire

dal campo delle tradizionali interfacce grafiche non immersive e delle periferiche aptiche non

commerciali. Da qui nasce l’idea del “Museo delle Pure Forme”

3. NASCE IL MUSEO DELLE PURE FORME

Il Museo delle Pure Forme (MPF) è stato introdotto da Massimo Bergamasco, direttore del

laboratorio PERCRO (PERCptual ROBotics) della Scuola Superiore S’Anna con l’articolo “Le

Musee del Formes Pures” presentato alla conferenza internazionale RO-MAN 99 (8th IEEE

International Workshop on Robot and Human Interaction) tenutasi a Pisa nel settembre del 1999.

Lo scopo del MPF è quello di cambiare radicalmente il modo in cui gli utenti percepiscono le

sculture, statue o più in generale qualsiasi tipo di manufatto artistico tridimensionale.

Il concetto del MPF comprende sia la procedura di interazione, che il luogo dove avviene

fisicamente tale interazione, essendo entrambi mediati dalla presenza virtuale di modelli

tridimensionali simulati di sculture. L’assunto del MPF è che le sculture non siano fisicamente

presenti come oggetti tridimensionali concreti; ma al contrario sia presente il loro modello digitale

tridimensionale proveniente da un data-base specifico (locale o condiviso con altri musei

localizzati in qualsiasi altro punto del mondo).

Il Museo delle Pure Forme

Un modello tridimensionale di una scultura può essere visualizzato e reso graficamente, per un

pubblico esterno, su uno schermo di grandi dimensioni oppure su un caschetto per realtà virtuale.

Tuttavia l’approccio seguito nel MPF si riferisce esclusivamente alla percezione aptica, ovvero alla

capacità di percepire le caratteristiche degli oggetti tridimensionali (quali il contorno, la consistenza

ecc) attraverso stimoli cinestetici e cutanei. In particolare, lo scopo della visita al Museo delle Pure

Forme è quello di trarre una diretta percezione della forma delle sculture esclusivamente dalle

proprietà aptiche del modello digitalizzato. La metodologia di interazione proposta tra percezione

umana e scultura simulata è basata sullo sviluppo delle interfacce aptiche che simulano sulla mano

dell’osservatore sia il ritorno di forza, che il ritorno tattile. Una rappresentazione schematica del

funzionamento è data dalla Figura 2.

Il concetto del Museo delle Pure Forme

A differenza dei musei interattivi comuni, che si trovano generalmente in internet o lontano

rispetto alle opere d’arte originali di cui rappresentano una replica e che hanno il fine di permettere

la fruizione visiva di opere d’arte a persone che non possono visitare direttamente gli originali, i

sistemi dei MPF saranno collocati all’interno di musei, in presenza dei manufatti artistici reali. Ciò

permetterà a tutti i visitatori del museo di interagire con una serie prescelta di opere ponendosi di

fronte al manufatto artistico vero e proprio, e non al modello digitale rappresentato sullo schermo di

un computer. In tal modo l’effetto globale risulta essere più immersivo e quindi più realistico.

Inoltre le interfacce aptiche utilizzate non saranno di tipo commerciale ma saranno specificatamente

progettate, controllate e integrate per compiere questo lavoro, consentendo di raggiungere un più

alto grado di realismo aptico.

4. I MUSEI PARTNER DEL PROGETTO

Il Museo delle Pure Forme ha collaborato principalmente con quattro musei internazionali per i

quali sono state digitalizzate alcune sculture e dove sono state approntate installazioni del progetto.

Petrie Museum of Egyptian Archaeology (Londra)

Coppa e shabti che risalgono al XIV secolo a.C.

Galician Centre for Contemporary Art (Santiago De Compostela)

Zwei grosse Manner (Stephan Balkenhol) Xavier Toubes (Augas)

National Museum of Fine Arts (Stoccolma)

Museo dell’Opera del Duomo (Pisa)

Quella del museo dell’Opera del Duomo è un’installazione fissa che riscuote tuttora un enorme

successo di visitatori. Per questo museo sono state digitalizzate quattro sculture derivanti dalle

antiche decorazioni del Battistero ed esposte all’interno del museo stesso.

Madonna con bambino di Giovanni Pisano (1268-75):

La Madonna con Bambino è una delle prime sculture realizzate

per la decorazione della seconda fascia al di fuori del Battistero di

Pisa. E 'stata realizzata nel periodo tra il 1268 e il 1275 da

Giovanni Pisano, quando il direttore del cantiere di Piazza dei

Miracoli era ancora il padre Nicola. A differenza di altre sculture,

realizzate per essere inserite nelle edicole (l'edicola è una

struttura architettonica relativamente di piccole dimensioni, con

la funzione pratica di ospitare e proteggere l'elemento che vi è

collocato), la Madonna con Bambino venne posta nella

decorazione del rosone, sotto la Porta est del Battistero, di fronte

alla Cattedrale.

Il capolavoro rappresenta il punto centrale della lunga serie di

busti che decorano l'edificio, nel luogo e nel momento in cui gli

sguardi degli Evangelisti e dei Profeti si incontrano. L'effetto

dinamico della testa introduce alcuni elementi di leggerezza e

originalità, che rendono l’opera viva. Quest’opera di Giovanni, insieme alle altre sculture, presenta

uno spirito di adattabilità alla tradizione classica e dà ampio spazio alla definizione dei caratteri

naturalistici e all'esposizione dei sentimenti.

Con quest' opera Giovanni Pisano ha scelto di fare una prova, infatti la postura della scultura è

perfettamente frontale. La scelta di tale posizione è stata determinata sia dal luogo in cui venne

posizionata che permette ai fedeli la visione e l’ammirazione totale anche da lontano, sia dalla

possibilità di lasciare grezza la parte posteriore della scultura.

E' presente una profonda attenzione di Giovanni Pisano nel rapporto comunicativo che appare

chiaro nel gesto di protezione della madre nei confronti del bambino e nella timidezza con la quale

quest’ultimo si accinge a riceve qualcosa (forse un libro) con l’altra. Sia il bambino, sorretto dalla

mano della madre, che la Madonna si sporgono in avanti e questo sembra essere giustificato dalla

volontà di vedere i credenti più in basso. La prospettiva dei panneggi e le vesti che scorrono dalla

mano sinistra della madre contribuiscono ad eliminare una qualunque sensazione di pesantezza e

l’appiattimento della scultura. L’artista è riuscito a modellare questa pietra (proveniente da San

Giuliano) in modo da ottenere una mirabile sintesi di monumentalità e leggerezza allo stesso tempo.

Salomè di Giovanni Pisano (1278-85): Il capolavoro è stato realizzato da Giovanni Pisano, tra il

1278 e il 1285 circa. Anche questa scultura è stata

anticamente nella parte superiore dell’edicola della

seconda fascia decorativa del Battistero. Nel 1850 la testa

della scultura è stata spostata, come la maggior parte di

tutte le sculture, nel Museo dell’Opera. Sotto l'aspetto

formale, la scultura, ricavata da un blocco di marmo

bianco, è stata completamente liberata da qualsiasi

funzione architettonica, producendo un maggiore

contributo all’aspetto psicologico. L’iconografia

dell’oggetto, anche se il lavoro è senza testa, si rifà alla

danza biblica di Salomè, causa della decapitazione di San

Giovanni Battista. San Giovanni infatti morì decapitato,

per ordine di Erode. Il profeta rimproverava a Erode la

convivenza con la cognata Erodiade. La donna voleva la

morte del predicatore ma Erode si opponeva. Tuttavia

Erode fu costretto a ordinare infine la condanna, per colpa

di Salomè, figlia di Erodiade. Salomè infatti un giorno si

esibì in una danza che deliziò Erode a tal punto che egli le promise come ricompensa di soddisfare

un suo qualsiasi desiderio. La ragazza, istigata dalla madre, chiese la testa di Giovanni Battista su

un piatto d'argento. Erode fu costretto ad acconsentire, per non venir meno alla promessa.

Questa danza è stata descritta in modo peccaminoso da Sant’Ambrogio nel IV secolo D.C. e ha

conservato per tutto il medioevo il suo simbolismo legato alla lussuria e alla sensualità.

Per questo motivo, sia in opere pittoriche che scultoree, questa figura è sempre stata rappresentata

da una fanciulla piegata su stessa in una figura acrobatica, che flette il corpo indietro in modo che

tocchi il suolo con la testa per mostrare la sua nudità.

Anche Giovanni adotta questa rappresentanza iconografica: Salomè è flessa su se stessa e con

entrambe le braccia fa volare i suoi vestiti pesanti. Ma l'unica nudità che Giovanni Pisano consente

è quella del piede sinistro, che appare come per magia tra le pieghe dei vestiti a causa del frenetico

movimento del corpo e delle braccia.

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18 pagine