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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Il suono della Terra

Autore: Destudio Stefano

Descrizione: Musica: strumento privilegiato per far vibrare l'anima e cogliere l'essenza stessa delle cose. Questa disciplina è una delle arti che ha maggiormente influenzato la mia personalità , carattere e cultura. Materia antichissima, affonda le sue radici nell'era preistorica, sviluppandosi nel corso dei tempi secondo schemi analitici per poi approdare a delle vere e proprie "poesie musicali". Pertanto, in questo percorso si intende partire da una canzone che a me piace molto e, a mio parere, dimostra come la musica non sia solo un insieme di note, ma un mezzo per esternare i propri sentimenti in un'epoca come la nostra, che non sembra più rispettare certi valori. In una vera e propria dichiarazione alla vita, Olivia Newton-John ha scritto una canzone, "Gaia", come cura dalla più importante battaglia della sua vita, il cancro al seno. Gaia è il suono della Terra, un enorme impulso di vitalità  che rende gli uomini forti davanti alle circostanze avverse ma indifesi nei confronti della natura "matrigna"; la cantante ha tradotto in musica il suo impegno a non cedere, a non arrendersi mai di fronte al dolore quotidiano ed a stabilire un contatto con la natura in modo da potersi identificare con essa stessa. A tal proposito, si è deciso di affrontare la questione analizzando il suono che Gaia produce quando soffre o quando prova emozioni rintracciando questa tematica nella letteratura italiana e nel pensiero filosofico. In entrambi i casi, si tenta di spiegare come il dolore umano o il senso di appartenenza possano essere espresse dalla musica. Pertanto, si svilupperà  il tema della fusione con la natura nella "Pioggia nel Pineto" di Gabriele D'Annunzio, per poi esercitare il senso della musica come liberazione dal dolore e volontà  di vivere da parte del filosofo Arthur Schopenhauer. Materie trattate: Musica, Italiano, Filosofia

Area: umanistica

Materie trattate: Musica, Etimologia, Olivia Newton-John, Gaia, Commento Italiano, Gabriele D'Annunzio - La Pioggia nel Pineto, Introduzione, Commento, Il silenzio e la musica, La Metamorfosi, Il panismo, D'Annunzio e Gaia, Lo stile Filosofia, Arthur Schopenhauer, Il dolore della vita, La liberazione dal dolore, La musica come oggettivazione della volontà , La funzione catartica della musica in Schopenhauer e Gaia

Estratto del documento

La musica e’ la seconda delle sette arti; convenzionalmente, le arti vengono indicate in questo

ordine:

Architettura (arte primitiva per antonomasia, ossia l'arte dell'uomo di costruirsi un riparo);

Musica (arte primordiale, inizialmente composta solo di voce e percussioni);

Pittura (declinazione dell'Architettura);

Scultura (declinazione dell'Architettura);

Poesia (declinazione della Musica);

Danza (declinazione della Musica);

Cinema (concilia tutte le altre). 5

Musica

my tears run dry

My children call me

don't let us die

Olivia Newton-John

“Gaia”

I am your mother, born of the sun Sono tua madre, nata dal Sole

I gave you shelter, what have you done? Ti ho dato protezione, che cosa hai fatto?

Your heart's in turmoil Il tuo cuore è in subbuglio

My world's in pain Il mio mondo è nel dolore

I need to turn you back home again Ho bisogno di farti ritornare a casa

I am a woman, I am the rain Sono una donna, sono la pioggia

And like your father, I feel betrayed E come tuo padre, mi sento tradita

What you are doing, can be undone Quello che stai facendo, può essere ricostruito

You know the answers, tell everyone Tu conosci le risposte, dille a tutti

Respect me Rispettami

Respect me Rispettami

I need you to protect me Ho bisogno che tu mi protegga

For it is you not me Perché è il tuo destino, non il mio

whose fate's in jeopardy ad essere in pericolo

Respect me Rispettami

Respect me Rispettami

I need you to protect me Ho bisogno che tu mi protegga

For it is you not me Perché sei tu, non me

That's the part you fail to see Questa è la parte che non riesci a vedere

I am the forest, now I'm a tree Sono la foresta, ora sono un albero

L’aria è sporca, non

The air is dirty, I cannot breathe riesco a respirare

My streams run empty I miei fiumi scorrono vuoti

My tears run dry Le mie lacrime scendono asciutte 6

My children call me I miei bambini mi chiamano

Don’t let us die Non lasciarci morire

Respect me Rispettami

Respect me Rispettami

I need you to protect me Ho bisogno che tu mi protegga

For it is you not me Perché è il tuo destino, non il mio

whose fate's in jeopardy ad essere in pericolo

Respect me Rispettami

Respect me Rispettami

I need you to protect me Ho bisogno che tu mi protegga

For it is you not me Perché sei tu, non me

That's the part you fail to see Questa è la parte che non riesci a vedere

I love my children and I've been your home Amo i miei bambini e sono stata la tua casa

But I'll survive this, Ma io sopravvivrò a questo,

if I'm alone anche se lo farò da sola

I'm survivor, but you will be gone Mi sono salvata, ma tu te ne sarai andato

Let's start a new world, Ricreiamo un nuovo mondo,

from this day on da questo giorno in avanti

Respect me Rispettami

Respect me Rispettami

I need you to protect me Ho bisogno che tu mi protegga

For it is you not me Perché è il tuo destino, non il mio

whose fate's in jeopardy ad essere in pericolo

Respect me Rispettami

Respect me Rispettami

I need you to protect me Ho bisogno che tu mi protegga

For it is you not me Perché sei tu, non me

That's the part you fail to see Questa è la parte che non riesci a vedere 7

COMMENTO

“Gaia” è stata scritta in una fredda notte d’inverno a Byron Bay, Australia. In questo inno alla vita

Olivia Newton-John ha riversato tutto il dolore causato dal dramma che si è abbattuto su di lei; ma

la sua concezione si apre ad una dimensione universale: la sofferenza della cantante è anche la

sofferenza dell’uomo, poiché rimane completamente immobile quando il destino tradisce ogni sua

speranza. In generale, la Newton-John riflette la propria malattia in quella della Terra, dolente di

un’accezione

fronte alle guerre ed agli sconvolgimenti climatici; la canzone, infatti, ha anche

e che l’uomo,

ambientalistica, al fine di far comprendere il necessario rispetto per la natura oggi,

sembra dimenticare. quasi sull’orlo di cedere ( “i miei

I temi fondamentali sono legati alla visione di una Terra piegata,

fiumi scorrono asciutti”, “non riesco a respirare”), come un fiore che, piegato dalla forza del vento,

sta per staccarsi e volare via, dissolvendosi nel nulla. Ma nulla è dato per vinto. Olivia vede una

speranza di salvezza: la fusione totale con Gaia e questo si può realizzare attraverso la musica,

strumento umano ma anche naturale, capace di esprimere la volontà di vivere a chi è in grado di

L’essere umano, pertanto,

apprezzarla. deve affidarsi alla natura, compiendo una metamorfosi con

essa perché questo lo renderebbe, in parte, immune dalle difficoltà della vita. Ed a questo punto,

quel famoso fiore, ancora in preda alla furia del vento, si piega ma non si spezza. Questo è il

viaggio di Olivia Newton-John che, da tale esperienza, ha tratto un insegnamento più spirituale che

fisico, nonostante la malattia: il bisogno di vivere. 8

Italiano

Gabriele D’Annunzio

“La pioggia nel pineto”

INTRODUZIONE

nell’estate del 1902

Composta probabilmente e contenuta

nell’“Alcyone”, “La è considerata

pioggia nel pineto” una

delle più belle poesie del Decadentismo, in cui

D’Annunzio rappresenta il fondersi del soggetto lirico nel

paesaggio attraverso una valorizzazione del rapporto

tra l’uomo e il mondo

sensoriale della natura. Il poeta si

cadere dell’acqua

concentra sui suoni prodotti dal sulle

diverse varietà di vegetazione e dal verso di alcuni animali,

ricostruendo il tessuto sinfonico attraverso un verseggiare

frantumato ed arricchito di riprese foniche. La spiccata

musicalità di questo testo si basa innanzitutto sul fitto

sistema di rime ed è favorita dall'impiego di versi brevi e

brevissimi che serve a valorizzare ogni singolo elemento

lessicale o sintattico.

D'Annunzio non spezza il fluire del discorso ma cerca, al

contrario, di garantirne la massima scorrevolezza musicale.

Tuttavia nella lirica, la musicalità si riduce ad un puro

gioco onomatopeico: il concerto dei suoni e delle voci della pineta sotto la pioggia rende

un’atmosfera quanto mai suggestiva, esprimendo l’estasi dei sensi.

soprattutto 9

COMMENTO

“La poesie dannunziane in cui l’elemento musicale predomina

pioggia nel pineto” è una di quelle

su tutti gli altri, nel senso che le proporzioni verbali e le immagini visive, olfattive e tattili si

riportano alla instabilità ed al brivido della loro musica più che al loro significato di contorno

preciso. Come in molte poesie di D’Annunzio, la struttura concettuale è abbastanza leggera, quasi

un pretesto, ridotta ad un fugace cenno della presenza del poeta e di Eleonora Duse, grande attrice

teatrale del tempo, nella lirica celata con il nome di Ermione, presente come ultima parola di ogni

verso. I protagonisti si ritrovano in un bosco, animato dai vari rumori delle foglie sotto il ticchettio

della pioggia. Proprio da quel ticchettio e dalle infinite variazioni che esso produce battendo sulle

foglie, il poeta prende le

mosse per tradurre in note

musicali le percezioni

uditive, secondo una

raffinata tecnica

decadentista, intesa a

privilegiare gli effetti

musicali sul contenuto e ad

annullarlo in essi.

L’ispirazione della lirica si

risolve pertanto

nell’abbandono al piacere

che quell’onda musicale

esercita sullo spirito,

conquistandolo in un suggestivo rapimento. Il poeta avverte, infatti, un crescente desiderio di

di trasformarsi con la sua donna in essere arboreo nell’intento di godere

immedesimarsi con le cose,

la selvaggia gioia delle creature del bosco con la stessa avidità di vita delle piante e della natura

rigogliosa. 10

IL SILENZIO E LA MUSICA

Il poeta invita Ermione a tacere e ad ascoltare la musica della pioggia, fondamentale per estraniarsi

dal mondo umano e percepire i suoni “non della natura. Così il “taci” iniziale ha la duplice

umani”

funzione di creare un’atmosfera di silenzio che sottolinei le prime note delle gocce che cominciano

assistendo all’inizio di un

a cadere e di dare un sentimento di attesa, come se si stesse prodigio. Si

tratta di una sorta di cessazione momentanea della parola umana per dare spazio alla voce della

Terra, in procinto di esternare i suoi più profondi segreti.

D’Annunzio è attento a cogliere le sfumature più diverse e le varie modulazioni che le gocce di

pioggia producono sulle piante del bosco. A questo concerto della pioggia partecipano anche le

cicale, con il loro canto, e le rane, il cui verso sordo e roco si spegne nell'ombra di un luogo lontano

e indeterminato. dall’acqua e

La pioggia cade prima su un paesaggio riarso, poi sulle piante già rinfrescate

voce,

scintillanti di gocce, infine sul bosco in cui non si sente nessun’altra oltre a quella della

pioggia stessa. E le presenze umane, prima

sono bagnate, poi s’immergono

nello “spirto ed

silvestre”,

infine diventano veri e propri

elementi della natura.

al “taci” iniziale si

Ed

aggiungono le parole “nuove”, i

“divini”, il ciel

mirti

“cinerino”, le cicale “aeree”,

“l’umida ombra remota”, la

nota che “trema, si spegne,

risorge” ed il canto della rana

che sorge lontano, “chi La

sa dove, chi sa dove”. partitura musicale della lirica vuole essere a sua

di un’altra musica, ossia quella composta dalla pioggia. Le quattro strofe sono

volta la riproduzione

organizzate come i movimenti successivi di una sinfonia; la proposizione del tema musicale

compare già nella prima strofa con la caduta della pioggia sulle varie presenze della natura vegetale,

e prosegue nella seconda in cui il poeta specifica la differenza dei suoni prodotti dall’acqua che

“sotto

cade su foglie più o meno rade. Le chiome degli alberi appaiono come strumenti diversi

innumerevoli dita”. Il poeta non esprime sentimenti profondi: l'amore è sentito come un’illusione e

11

la vita appare fuggevole. La "favola bella" ha illuso e continua ad illudere i due protagonisti, il loro

(“t'illuse”-“ m'illude”, “m'illuse”-“t'illude”).

"ieri" ed il loro "oggi" sono distinti anche se identici

Le parole, più che al significato verbale, tendono dunque alla pura grazia della trama fonica, atta a

suggerire la dolcezza di immaginare una pioggia che bagna il viso, le mani, le vesti della donna

l’estate

bella e amata, nel fresco di una pineta estiva; perché è la premessa di questa pioggia e ne

crea il desiderio. Al contempo, il desiderio di freschezza nasce da una specie di sete e di arsura di

cui il poeta e la donna soffrono.

suono dell’acqua

E col fresco si può godere il che cade, immaginare di distinguere i suoi vari timbri

a seconda dell’albero che percuote; si possono godere tutte le care sensazioni della vita silvestre.

LA METAMORFOSI

La sinfonia dei suoni conduce gradualmente l'uomo e la donna in una dimensione di sogno, entro la

quale avvengono i riti metamorfici. Dapprima,

compenetrano nella natura in cui sono immersi: con i

profumi dei fiori, con le gocce della pioggia, con “il

con “le

canto delle cicale”, fronde che scrosciano

l’argentea pioggia”; poi si immergono a tal punto da

diventare essi stessi natura; assistono alla propria

Sono “immersi

metamorfosi in esseri silvani. nello spirito

ed assorbono completamente la

silvestre” vitalità della

vegetazione che li circonda, si confondono con il bosco

(“piove su i nostri vòlti silvan”); poi Ermione è

paragonata agli elementi della Terra (il volto come una

“foglia”, “ginestre”)

le chiome come le e diventa quasi

“virente”.

una ninfa del bosco Infine, entrambi tramutano

in vera parte viva ed integrante della natura: il cuore è “mandorle

come una pesca, gli occhi sono come sorgenti, i denti sono acerbe”. La lirica si chiude

con la ripresa del tema della pioggia, quasi a prolungare quello stato di estasi cui sono pervenuti il

poeta e la sua compagna. Il poeta descrive minuziosamente la trasformazione di Ermione: il suo

“volto e le sue “chiome

ebro è molle di pioggia come una foglia” auliscono come le chiare

Piove “sui loro volti silvani” e si spostano di cespuglio in cespuglio “or

ginestre”. congiunti or

disciolti”. 12

IL PANISMO

Chiave fondamentale per capire la poetica dannunziana risulta anche la fusione panica con la natura.

“Pan”

Panismo è un termine che deriva da il cui

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