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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: L'unica faccia della moneta

Autore: Landi Mirko

Descrizione: Studio del concetto della predestinazione attraverso la teoria deterministica e riferimenti letterari al tema

Materie trattate: Matematica, Scienze, Filosofia, Latino, Italiano, Inglese, extra-scolastiche

Area: umanistica

Sommario: Matematica, La teoria della probabilit Scienze, La previsione degli eventi sismici Filosofia, Schopenhauer, Il mondo come volont e rappresentazione, Il determinismo secondo Schopenhauer, Freud, Il determinismo psichico e l'inconscio Latino, Seneca, Il determinismo stoico, Lucrezio, De Rerum Natura, Il libero arbitrio in contrapposizione al determinismo Italiano, Pirandello, La casa dell'agonia, Il destino come meccanismo deterministico, Dante, Divina Commedia, Conciliazione tra libero arbitrio e onnipotenza divina Inglese, Stoppard, Rosencrantz and Guildenstern are dead, La predestinazione come dimensione letteraria Extra-scolastiche, La Serendipity come spiraglio sul destino

Estratto del documento

del sistema solare sul nostro pianeta, possiamo stimare che il fatto che oggi pomeriggio piova

dipende, tra le altre cose, dall’influenza gravitazionale esercitata qualche settimana fa da Venere

sulla Terra. Proseguiamo la nostra analisi. A parte la meteorologia, gli astri non possono avere sulla

nostra vita effetti di tipo più direttivo? Ovviamente gli oroscopi si basano su interpretazioni

arbitrarie e per molti motivi l’astrologia non può essere considerata scienza. Tuttavia per il nostro

studio basta prendere atto che, al di là di QUALE effetto possa avere una determinata disposizione

dei pianeti sulla nostra vita, è innegabile che, per quanto possa essere piccolo, un effetto c’è. E così

come i pianeti anche molti altri fattori, sicuramente a noi sconosciuti, possono avere, su altrettanti

eventi, un effetto invisibile ai nostri occhi ma determinante alla luce della dipendenza dalle

condizioni iniziali di cui abbiamo accennato.

Tornando alla definizione di probabilità, e in particolare di evento indipendente, possiamo già

scorgere un problema importante nello stabilire i nessi di causa-effetto esistenti nella realtà, che è

poi il problema di fondo del determinismo. 8

9

Tuttavia la probabilità, nonostante le difficoltà che abbiamo riscontrato, rappresenta sul piano

pratico uno strumento indispensabile per le nostre limitate capacità che non riescono a cogliere, e di

conseguenza calcolare con precisione scientifica, le leggi di determinati eventi. Una delle

applicazioni più concrete della probabilità, in grado di mostrarne con maggiore chiarezza

l’efficacia, è data dallo studio preventivo dei fenomeni sismici.

Previsioni a lungo termine:

I sismologi sviluppano le previsioni a lungo termine, basate essenzialmente sul calcolo

attraverso l’identificazione delle zone sismiche e l’intervallo di ricorrenza. Anzitutto,

probabilistico,

per la rilevazione di una zona sismica viene costruita una carta che mostra gli epicentri dei terremoti

avvenuti in un dato periodo di tempo. I gruppi o le fasce di epicentri definiscono la zona sismica. La

premessa fondamentale di una previsione a lungo termine può essere formulata come segue: una

regione in cui vi sono stati molti terremoti nel passato vedrà probabilmente altri terremoti nel

prossimo futuro.

Poiché un terremoto di grande entità è decisamente più pericoloso di numerose scosse minori è utile

scoprire l’intervallo di ricorrenza dei grandi terremoti in una zona sismica, trovato calcolando la

passato. L’intervallo può essere determinato

media degli intervalli tra simili fenomeni avvenuti in

inoltre stimando quanto tempo occorrerebbe al movimento relativo medio tra due placche per

produrre uno sforzo abbastanza grande da generare uno scorrimento misurabile.

Degne di nota sono le lacune sismiche, luoghi in cui una faglia attiva non si muove da un certo

numero di anni alimentando il pericolo che lo sforzo accumulato venga rilasciato improvvisamente

in un terremoto di grandi dimensioni.

Previsioni a breve termine:

Le previsioni a breve termine si avvalgono di vari criteri:

-Scosse precursorie: Uno sciame di queste scosse può indicare la formazione delle fessure che

producono la rottura principale lungo la zona di faglia.

-Rilievi geodetici: Prima di un terremoto può accadere che una porzione di crosta subisca una

distorsione deformando così la superficie del terreno.

del livello dell’acqua nei pozzi: Variazioni nel volume dello spazio dei pori nella

-Cambiamento

roccia può causare l’innalzamento o l’abbassamento del livello dell’acqua sotterranea.

di gas nei pozzi: Gas come il radon e l’elio possono essere rilasciati dai pori quando

-Monitoraggio

la roccia comincia a fessurarsi prima del terremoto.

-Misura della conducibilità elettrica nella roccia: La fessurazione può variare la capacità della

roccia di far passare corrente.

anomali degli animali: E’ stato riferito di agitazioni nel normale comportamento

-Comportamenti

degli animali prima di un terremoto imminente.

Dunque i fenomeni sismici risultano molto più complessi del previsto, tanto da rappresentare una

tale incognita persino alla luce delle nostre avanzate conoscenze. Alcuni sismologi credono, anzi,

che non ci sia alcun grado di prevedibilità e che i pochi successi siano solo coincidenze prive di

all’idea di un grande caos alla base della

fondamenti scientifici. Dobbiamo quindi rassegnarci

realtà? Oppure il problema è ancora una volta da ricercarsi nella nostra limitata capacità di

comprensione? Certo è che una prospettiva deterministica sembrerebbe veramente una gran

comodità dopo aver trattato di tali incertezze riguardo i terremoti. Tuttavia se vogliamo trastullarci

all’idea di calcolare con esattezza l’arrivo della prossima scossa solo grazie al nesso di causa-

effetto, dobbiamo rinunciare a qualsiasi pretesa di libertà, ossia al nostro libero arbitrio. 10

11

Una visione di questo tipo è strettamente legata all’emblematica immagine del Velo di Maya, che

Schopenhauer utilizza per sintetizzare la propria concezione della realtà. Infatti, partendo dal

presupposto kantiano in base al quale il mondo si dà al soggetto soltanto come rappresentazione,

Schopenhauer assume, accanto alle forme a priori dello spazio e del tempo di Kant, il principio di

ragion sufficiente come base su cui l’intelletto stabilisce un nesso tra i fenomeni.

Il principio di ragion sufficiente opera su più livelli:

- ragione sufficiente del divenire: il rapporto di causa effetto che si instaura tra i fenomeni

naturali

- ragione sufficiente del conoscere: la necessità logica che lega in un rapporto le premesse e le

conseguenze

ragion sufficiente dell’essere: i rapporti nel tempo e nello spazio che sono a fondamento

- della geometria e dell’aritmetica

ragione sufficiente dell’agire: la necessità applicata all’ambito della moralità

-

Il mondo come rappresentazione, definito dal carattere della necessità, è perciò basato sul

meccanicismo, poiché ogni evento ha una causa che lo determina necessariamente. Ciò che è

particolarmente interessante è l’applicazione di questo principio anche alla sfera della moralità,

perciò in netto contrasto con Kant, per cui ogni uomo, e animale, deve, non appena se ne sia

presentato il motivo, compiere quella azione, che unicamente è adeguata al suo carattere naturale e

immutabile e che pertanto avviene in maniera cosí inevitabile come ogni effetto segue ogni causa;

tuttavia essa non si lascia prevedere cosí facilmente, come tutti gli altri effetti, in quanto è difficile

approfondire e conoscere perfettamente il carattere individuale ed empirico e la sfera conoscitiva

che lo accompagna.

Dunque da questa prospettiva il mondo come rappresentazione è basato su un modello strettamente

deterministico, dove l’uomo non può avere pretese di libertà. Tale libertà è invece caratteristica

che al di là del velo di Maya anima non solo l’uomo ma tutta

peculiare della Volontà, la cosa-in-sé

la natura. Tuttavia, proprio perché non sottoposta a principi a priori, e in particolare al principio di

ragion sufficiente, la Volontà si presenta come una forza totalmente irrazionale, dando spunto così

alla visione pessimistica e ai successivi sviluppi della filosofia di Schopenhauer.

Riportiamo un breve esempio che lo stesso Schopenhauer usa per esprimere perfettamente il

contrasto tra la Volontà e l’individuo:

“Ogni per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto

innamoramento, infatti,

sessuale, anzi è in tutto e per tutto soltanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo

prossimo e rigorosamente individualizzato.[...] L’estasi incantevole, che coglie l’uomo alla vista di

una donna di bellezza a lui conveniente e che gli fa immaginare l’unione con lei come il sommo

bene, è proprio il senso della specie, che, riconoscendo chiaramente impresso in essa il suo stampo,

vorrebbe con essa perpetuarlo. Da questa decisa inclinazione verso la bellezza dipende la

conservazione del tipo della specie: perciò esso agisce con cosí gran forza. Noi considereremo piú

oltre singolarmente gli accorgimenti, che esso adopera. L’uomo è dunque in ciò guidato realmente

da un istinto, che tende al miglioramento della specie anche se si illude di cercare soltanto un

accrescimento del proprio godimento. In effetti noi abbiamo qui un istruttivo chiarimento

sull’intima essenza di in moto l’individuo per il

ogni istinto, il quale quasi sempre, come qui, mette

bene della specie.[...] Conformemente all’esposto carattere della cosa, ogni innamorato, dopo il 12

godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha cosí

ardentemente desiderato non dia nulla di piú di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli

ormai non si vede piú spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi

desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una

finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade

perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con

1

ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio.”

Notando già da ora i forti richiami alla sessualità in Freud, la Volontà, per la propria irrazionalità,

può essere collegata all’Es freudiano che, come emerge dalla seconda topica, è infatti la parte più

profonda dell’inconscio, un magma di contenuti rimossi ma soprattutto di energie istintuali, desideri

e fantasie repressi.

La mente nel suo complesso, e quindi anche l’inconscio, è un insieme di spinte ed energie

interagenti che nella visione di Freud appaiono più come una struttura che non come soggettività

esperienzale. La coscienza diventa quindi una realtà oggettiva, mentre in modo analogo l’inconscio

viene descritto come governato da leggi non diverse da quelle fisiche.

Inoltre è necessario inquadrare nel contesto di inizio secolo la psicologia scientifica, che si

proponeva di scomporre e analizzare, in quanto oggetti misurabili, pensieri, sensazioni e ricordi.

Infatti dopo gli iniziali successi, per esempio nella misura della velocità dell’impulso nervoso e nel

rapporto tra intensità di stimolo e percezione, era facilmente immaginabile una progressiva

misurazione di tutti i fenomeni psichici. Questa prospettiva fu estremamente persuasiva anche per lo

stesso Freud, che farà un prematuro tentativo di conciliazione tra psicologia e neurologia, secondo

la convinzione che l’orizzonte della nuova fisiologia potesse spiegare i processi chimici in base a

quelli fisiologici, a loro volta ricondotti a leggi fisiche e chimiche.

Ma l’aspetto forse più basilare dello studio sui contenuti dell’inconscio è dato dalla sessualità,

inserita come pulsione primaria alla base non solo delle manifestazioni più evidenti e più

strettamente legate alla funzione riproduttiva ma, soprattutto, di tutte quelle azioni volte ad un

generico soddisfacimento. Questo aspetto rivela come la spinta sessuale allarghi le proprie radici

per investire ambiti che precedono la coscienza e dunque in questo contesto si sviluppa il

materialismo di Freud, che appunto trova la chiave del comportamento adulto, e delle varie funzioni

e spirituali e della stessa civiltà, nell’intima natura biologica degli individui, grazie

intellettuali

proprio alle pulsioni primitive che premono il più delle volte in modo mascherato, quindi totalmente

al di fuori della coscienza umana, la quale, a detta di Freud “non è padrona neppure a casa propria”,

poiché si serve spesso degli strumenti dell’inconscio per operare la propria censura verso

l’inconscio stesso. E’ importante sottolineare che tutto questo esula dal contesto esclusivamente

patologico, poiché Freud dimostrerà che la soglia tra normalità e patologia è molto più sottile di

quel che si crede, descrivendo la psiche umana sulla base di meccanismi universali, dai cui sviluppi

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