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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Van Gogh La solitudine del genio
Autore: Silvia Corio
Descrizione: la tesina analizza alcune opere di Van Gogh inquadrando l'opera dell'artista nel contesto storico-culturale.
Materie trattate: Arte, Filosofia, Letteratura, Storia, Fisica, Scienze
Area: umanistica
Sommario: Arte, Van Gogh, Opere, L'angoscia Filosofia, Kierkegaard, La solitudine dell'artista Letteratura, Pascoli, L'artista nella società borghese Storia, La Belle Epoque, La miseria dell'artista, Riutilizzo delle tele Fisica, I raggi X, Il dipinto Notte stellata Scienze, Le costellazioni
Periodo Olandese (1881-1885)
Donne che portano sacchi di carbone
Paesaggio con ponticello bianco I mangiatori di patate
Donne che portano sacchi di carbone
1882
Carboncino, acquerello opaco e inchiostro su
carta velina
Durante il periodo di permanenza in Belgio
Vincent fece numerosi disegni dei lavoratori e la
sua opera mostra l'intensità di chi aveva assistito
di persona alla vita della miniera. Nello stile il
dipinto risente delle lezioni del cugino Mauve, che
accostava abitualmente grigi, marroni e bianchi
sporchi. L’orgoglio di queste donne povere che
lavorano duramente è il tema centrale del disegno;
tutto ciò che circonda le figure deve essere funzionale al tema e non deve diventare predominante.
Le forme curve ed eroiche delle spigolatrici che raccolgono le sementi rimaste in un campo, che
Millet aveva immortalato nel suo quadro, servirono come esempio.
Paesaggio con ponticello bianco
1883
Olio su tela applicata su pannello
Van Gogh dipinse numerosi quadri con questo
soggetto, ma nel dipinto in questione appare
evidente una visuale più larga, probabilmente
perché fece uso del cavalletto nuovo, di cui
parlava in una lettera al fratello nel Luglio 1883.
E’ possibile che per la tela avesse usato un
avanzo di stoffa di fabbrica; le sue condizioni
infatti non gli permettevano di procurarsi i
materiali necessari per dipingere.
I raggi X evidenziano che il sentiero prima curvava a sinistra fra gli alberi; cambiò la composizione
per infondere, con il proseguire del sentiero, un senso di tranquillità.
I mangiatori di patate 1885
Olio su tela
Si tratta del dipinto più importante del periodo
olandese di Van Gogh, prima del suo
trasferimento a Parigi. Nonostante il suo stile
fosse cambiato notevolmente con l'adozione di
una tavolozza chiara e luminosa, Vincent
continuò a considerare questo quadro come uno
dei suoi capolavori.
I soggetti contadini erano assai diffusi nella
pittura ottocentesca, ma erano raffigurati in
chiave romantica.
Van Gogh, invece, crea un'immagine di grande crudezza e realismo: in una misera capanna, dallo
spazio angusto e spoglio, siedono cinque persone di età diverse, la famiglia contadina riunita nel
momento del pasto serale.
La luce instabile di una lampada mette in risalto i volti angolosi e le mani nodose, mostrando i
segni delle fatiche quotidiane. Il pittore non sottopone i suoi personaggi ad alcuna idealizzazione,
ne esalta anzi la rozzezza usando colori scuri e sporchi. Le figure appaiono isolate, i loro sguardi
non si incrociano e la ragazzina in ombra che rivolge la schiena allo spettatore è un fattore di
distanziamento che ci esclude dalla scena.
Periodo Parigino (1885-1888)
Boulevard de Clichy
L’ italiana Il Ritratto di père Tanguy
Interno di un ristorante
L'Italiana
1887
Olio su tela
Il soggetto rappresentato è una donna seduta,
presumibilmente Agostina Segatori, ex modella di Degas e
proprietaria di un caffè francese denominato Le Tambourin,
con la quale Van Gogh ebbe una relazione.
Su sfondo giallo si staglia la donna ritratta frontalmente,
vestita in abiti folcloristici e con un fazzoletto rosso in testa
che ne copre i capelli neri. La sedia sulla quale è seduta, blu,
si percepisce appena dallo schienale che spunta dietro di lei.
La mancanza di riferimenti prospettici fa acquisire alla tela
una certa bidimensionalità. Sul lato destro e su quello
superiore della tela è stata dipinta una cornice. Nel dipinto
Van Gogh sperimenta appieno quella tecnica impressionista
appresa appena arrivato nella grande città.
Grazie al legame con la Segatori, Van Gogh potrà esporre
nella hall del Cafè assieme ai colleghi Toulouse
Le Tambourin
Lautrec, Emile Bernard e Paul Gauguin, formando il cosiddetto gruppo degli Impressionistes di
contrapposti agli (Monet, Seurat, ecc.) che
Petit Boulevard, Impressionistes du Grand Boulevard
esponevano nella galleria del fratello Theo.
Boulevard de Clichy
1887
Disegno a penna e pastello azzurro, rosa e bianco
Il Boulevard de Clichy, è una strada a Montmartre,
il quartiere degli artisti dove soggiornò Vincent
con il fratello Theo dal marzo 1886.
Il Boulevard ha svolto un ruolo importante nella
vita di Van Gogh e il
Il Café du Tambourin Moulin
si trovavano qui; qui vivevano Georges
Rouge
Seurat e Paul Signac. E’ influenzato dal
Puntinismo e dipinge con leggerezza e
freschezza senza precedenti. Le tonalità sono
brillanti, i colori sfumano dal viola al rosa, con
macchie di turchese e oro brunito.
Il tocco delicato ed espressivo di Van Gogh rivela un avvicinamento ai Neo-impressionisti. Si tratta
di un soggetto molto amato dai pittori che vivevano a Parigi; Van Gogh ha dipinto le persone, gli
edifici e il riflesso della luce su strada con tratto fugace e spontaneo.
Il Ritratto di père Tanguy
1887
Olio su tela
Julienne François Tanguy era proprietario di un colorificio
parigino. Van Gogh, ma come lui molti altri artisti
dell’Impressionismo e del Poet-impressionismo, si riforniva
presso di lui.
Père significa padre, in francese ed era il soprannome di
Tanguy, dovuto alla sua gentilezza e al suo spirito
caritatevole, che lo spingeva ad acquistare i quadri degli
artisti che altrimenti non potevano permettersi i materiali per
dipingere.
Nel retrobottega del suo modesto negozio aveva attrezzato
una specie di galleria d’arte, nella quale erano esposti e in
vendita i loro lavori. Vincent era affascinato dalla sovrana
serenità del vecchio sognatore.
Segnato dall’influenza giapponese, Van Gogh tappezza lo
sfondo con silografie. Queste, che fanno parte, per lo più, della collezione del fratello, si offrono in
una trasparente chiarezza. La figura centrale è un vero monumento a un essere umano; nessun
riferimento spaziale altera l’osservazione.
Interno di ristorante
1887
Olio su tela
L’aria francese schiarisce il cervello e fa bene,
scrive Vincent, pieno di nuovo entusiasmo, al
pittore inglese Lievens qualche mese dopo il suo
trasferimento a Parigi.
Lo studio delle opere di Seurat, accompagnato
dai consigli di Pissarro, ha inciso in modo
evidente sul suo modo di dipingere, facendolo
passare da un impasto denso di colori forti, ad
una gamma cromatica pura, chiara, ad una trama
di pennellate che si fondono in una sintesi ottica.
Le tecniche del Puntinismo sono applicate in
modo del tutto libero da schemi come in questo
dipinto, nel quale si respira l’atmosfera parigina, fatta di luce, vitalità e fresca disposizione al
nuovo. Periodo Provenzale (1888-1890)
Pianura della Crau La camera di Van Gogh ad Arles Ritratto del dottor Gachet
Notte stellata Campo di grano con corvi
Pianura della Crau
1888
Olio su tela
Di questo soggetto si conoscono quattro
disegni dello stesso periodo, a penna e a
china, che sono serviti a preparare il quadro; in
essi varia di poco la disposizione degli
elementi del paesaggio e la posizione della
linea dell'orizzonte. Il carro e' sempre presente
al centro del disegno.
I colori si distendono in zone compatte,
susseguendosi in profondità. Se in primo
piano vi sono ancora i tocchi impressionistici,
più lontano le zone danno al motivo una
chiarezza assoluta.
Il paesaggio e' descritto minuziosamente nei suoi dettagli fino all'orizzonte, con un attento uso
del colore che, insieme alla costruzione geometrica del disegno, contribuisce alla resa della
profondità. Ritroviamo qui l'intera tavolozza di Van Gogh: l'ocra e l'arancio del grano in primo
piano, il verde dei cespugli dietro la palizzata, il giallo dei campi, l'azzurro delle colline e del cielo.
L'anima dell'artista si è distaccata dal suo prodotto, si è annullata nell'oggetto, l'ha reso stupendo
per sé. La camera di Van Gogh ad Arles
1888
Olio su tela
Van Gogh scrisse in una lettera all'amico
Gauguin: Mi è piaciuta molto l'idea di dipingere
un interno con quasi niente dentro, di una
semplicità alla Seurat.
La figurazione pittorica si sofferma sul grande
letto e sui pochi oggetti nella stanza, ordinata e
pulita. Tra i dipinti alle pareti è riconoscibile un
autoritratto dell’artista.
Con i toni del verde e del celeste Van Gogh
avrebbe voluto esprimere un senso di
tranquillità e comoda serenità, ma il risultato è
un senso d'angoscia dovuto alla linea spezzata
che contorna gli oggetti, i colori netti e privi di ombre e le pareti ed il pavimento inclinati, quasi sul
punto di crollare. Ritratto del dottor Gachet
1890
Olio su tela
Il triste volto del dottore è l'espressione disillusa del nostro
ebbe modo di affermare Van Gogh in una lettera
tempo,
indirizzata al collega ed amico Paul Gauguin.
Nel ritratto l'artista abbandona le pose convenzionali dei
precedenti dipinti ed attua un forte contrasto cromatico. In
primo piano accanto ai libri c’è un ramoscello di digitale.
Diverse inclinazioni del pennello sono abbinate
nell'insieme; le dense e marcate pennellate, dello sfondo e
della giacca accompagnano le linee dritte e piatte del
tavolo. La parte superiore dell'opera è separata da una
linea ondulata.
Poco dopo Van Gogh ha eseguito un secondo ritratto, dove
ha eliminato il bicchiere e i libri, lasciando risaltare la
pianta di digitale sul tavolo rosso.
Notte stellata
1889
Olio su tela
Si legge nella lettera a Theo del 2 giugno 1889:
Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a
lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e
non c'era che la stella del mattino, che sembrava
molto grande.
La tela è stata realizzata durante il soggiorno
dell’artista all'ospedale di Saint-Rémy. Il quadro
non è una fedele riproduzione del paesaggio che
egli vedeva, ma un'immaginaria visione in cui
affiorano anche elementi, come il paesino, presi
dai suoi ricordi olandesi.
Il dipinto non è frutto dell'impulso di un momento,
ma le pennellate e il cromatismo sono ben studiati. Vortici di linee si tramutano in stelle nel cielo
notturno, le cime dei cipressi sono rese con pennellate slanciate, le superfici arrotondate
fittamente tratteggiate sono i crinali dei monti e le forme geometriche rappresentano l'architettura
di un paese. La luna e la stella bianca in basso non riescono a rischiarare il paesaggio che resta
avvolto nelle tenebre della notte. I cipressi in primo piano fanno da immaginario ponte tra la terra
e il cielo; la terra è calma e tranquilla nel buio e nel sonno, il cielo notturno è pulsante di energia e
di vitalità. Campo di grano con corvi
1890
Olio su tela
Un campo di grano maturo, d'un giallo violento, punteggiato di rosso e ondeggiato dal vento, è
solcato da tre sentieri che s'uniscono in primo piano, per poi divergere ognuno in direzioni
opposte. I sentieri si stagliano nettamente a causa delle pennellate marroni, gialle e verdi. Il cielo
burrascoso, passa dal celeste al blu, graduato dalle sfumature intermedie. Uno stormo di corvi
volteggia sul campo di grano, cupe macchie nere trascinate dal vento. I colori sono accesi,
violenti, come violente e differenti sono le pennellate: nervose, rapide, sovrapposte, in linee brevi.
Van Gogh e l’angoscia
Van Gogh si sente escluso da una società che, assegnando al
lavoro il solo fine del profitto, lo respinge e ne fa un disadattato.
Qui sta forse la causa del grave turbamento emotivo che lo
segna negli ultimi anni, come è evidente in questo Autoritratto
del 1889. Il posto di Van Gogh è accanto a quanti s’interrogano,
pieni d’angoscia, sul significato dell’esistenza, del proprio
essere nel mondo.
Secondo il filosofo Kierkegaard le diverse determinazioni che
può prendere la vita umana non sono altro che possibilità che
l'uomo si trova di fronte e tra le quali deve scegliere. Questa
totale apertura verso il possibile, la condizione di incertezza di
fronte alla scelta tra le possibilità genera l‘angoscia, quella
“vertigine" connaturata all'uomo che deriva dalla libertà, dalla
possibilità assoluta. Subentra quando si scopre che tutto è
possibile; ma quando tutto è possibile è come se nulla fosse
possibile, c'è sempre la possibilità del nulla.
L'angoscia, a differenza della paura, non si riferisce a qualcosa di preciso e accompagna
costantemente l’esistenza dell’uomo; essa è essenzialmente connessa all’esistenza umana, in
quanto la vita è divenire verso l’ignoto. Il pensiero di Kierkegaard ben si adatta a spiegare la breve