Sergio ha scritto:Se fosse una guerra tra poveri, sarebbero stati i rosarnesi ad attaccare gli immigrati (mi riferisco a quello che è successo prima della rivolta), sarebbero stati i tanti che si trovano senza lavoro perché gli immigrati si accontentano di meno, ma pare che invece siano stati pochi.[...]Più concretamente: chi sono quelli che hanno ripetutamente sparato agli immigrati?
Mi pare di comprendere di non essere stato molto esplicativo, non è colpa tua son io che con le parole non sono granchè e alle volte non do loro il giusto peso
, mentre tu ci dai dentro con l'analisi (consideralo un complimento
).
Se non ho frainteso le tue parole, vuoi capire come si sono svolti i fatti.
Il 7 gennaio, passate le due del pomeriggio, un giovane africano fu ferito a colpi di piombini sparati da un'arma ad aria compressa, da chi non ne ho idea, e le motivazioni sono tutt'ora oscure(in realtà
io sospetto sia stata una bravata di pessimo gusto di un esaltato, questi sono gesti comunemente diffusi dalle mie parti, io stesso in passato fui colpito da un piombino). Un gesto incomprensibile, ingiustificabile, vile e codardo ha portato alla catastrofe.
Intanto nella comunità africana si espande la voce che l'uomo ferito fosse morto a causa di colpi d'arma da fuoco. Pian piano tutti gli extracomunitari iniziano a convergere in prossimità della rognetta, la zona in cui loro vivevano in condizioni disumane, in modo da organizzare una protesta. Nel frattempo, coloro che si trovano già sul luogo hanno bloccato la via Nazionale con contenitori dell'immondizia e pneumatici. Cominciano i disagi al traffico e intanto il corteo cresce di numero sotto gli occhi straniti dei presenti italiani. La marcia è iniziata ed è inarrestabile, procedono imperterriti con armi di fortuna, lanciano sassi alle vetrine di molti negozi, assaltano vari distributori di benzina, in uno dei quali lavora mio padre che rischia il linciaggio, evitato per miracolo. Iniziano a prendere di mira le automobili con dentro persone e quì che comincia ad aggravarsi la situazione. Gli italiani presenti hanno iniziato a covare risentimento, odio, vendetta, non potevano reagire perchè erano in numero nettamente inferiore ma si sono ripromessi che non l'avrebbero passata liscia, intanto . La parata d'odio condotta dagli extracomunitari si conlude alle due di notte, ritornano nelle zone in cui dormono, scortati dalle forze dell'ordine. Da quì inizia la caccia al negro, piccoli gruppi di rosarnesi, a dir loro feriti nell'orgoglio, decidono di intraprendere un controffensiva, colpendo singoli immigrati che girano per le strade della città, picchiandoli a sangue o addirittura investendoli(non potete capire quanto mi vergogni a scrivere queste cose). Fortunatamente arrivano le squadre attisommossa che riescono a gestire la situazione, a differenza dell'esiguo numero di polizia e carabinieri presenti durante tutta la protesta.
Si sono verificati altri scontri, però devo dire che in questo caso s'è fatta sentire maggiormente la rabbia dell'italiano.
@Steven:
Ho apprezzato molto le tue parole. Vorrei aggiungere alcune mie considerazioni personalissime: La lotta alla malavita organizzata comporta dei pericoli non solo a coloro i quali si impegnano attivamente, ma ai loro familiari più intimi. A titolo vendicativo e intimidatorio, la 'ndrangheta sarebbe capace di distruggere un'intera famiglia, non colpiscono il diretto interessato, ma coloro i quali gli stanno più a cuore
Qui un esempio successo di recente. E' questo il motivo per il quale questo tipo di organizzazioni riescono a tenere sotto controllo il loro territorio.
Un altro punto su cui non posso darti torto è quando affermi:
Steven ha scritto:Piuttosto mi sembra una vaccata colossale l'ipotesti che la 'ndrangheta possa aver cavalcato la protesta di quei poveri disperati.
E per fare cosa, per attirare spiegamenti di forze dell'ordine nel territorio? O per attirare l'attenzione?
Da che mafia è mafia, il silenzio (forzato, se serve) è sempre stata l'arma più letale e la garanzia migliore per campare tranquilli.
I fatti successi hanno portato Rosarno sotto i riflettori della politica nazionale, cosa questa non accettabile per le cosche.