Re: come si insegna a chi non vuole imparare?

Messaggioda Emanuelehk » 10/03/2010, 17:03

matemix ha scritto:nella maggior parte degli istituti.. di ogni ordine e grado la matematica è vista come la bestia nera che è inutile studiare "tanto non la capirò mai" negli istituti di istruzione superiore si pongono i maggiori problemi specie quando arrivati al quinto anno col principio "faccio ciò che mi serve per l'interrogazione o il compito poi mi scordo tutto" si arriva a casi in cui ci sono seri problemi nella soluzione di esercizi anche puramente meccanici... ora se non si capisce quello che stai facendo , non lo studi, e non fai esercizi... nonostante in classe si facciano mille esercitazioni (di cui peraltro non ci si interessa affatto) se durante le interrogazioni degli altri io mi faccio i fatti miei... tanto io per oggi sono "salvo"... se me ne infischio di procurarmi il materiale che l'insegnate distribuisce.. tanto il compito me lo passerà qualcuono (chi non lo so visto che tutti la pensano così) che cosa può fare l'insegnante?
quando l'80% se non di più della classe fa così... come faccio a spiegare qualcosa di nuovo... come faccio a portare avanti un discorso ... a carcare di motivarli quando io stessa alla 30esima volta che chiedo "come si calcola il campo di esistenza di una funzione fratta" mi sento farfugliare frasi sconnesse.. senza nemmeno un barlume di lingua italiana... si dice che se tutta la classe va male la colpa è dell'insegnante... ma se non vogliono studiare cosa posso fare io dopo avere perfino proposto di lavorare in classe pur di recuperarli?senza ottenere riscontri dai più?



ciao, io non sono insegnante ma studente grandicello :D quindi calma e sangue freddo, non menefreghismo, cioè o passa o cavoli suoi!


il problema arriva da alcuni aspetti; il primo è uniformare le classi in base alle capacità; chi sa di più sta in classe A chi sa di meno nelle altre fino all'ultima dove per ogni classe ci sarà un metodo adeguato alle capacità degli alunni; chi sa stare al passo sarà in grado di portare avanti tutto il programma , se voi insegnanti ritenete che tutto il programma non sia eccessivo per dei ragazzi di quella età; gli altri avranno un programma di recupero e si recupereranno fin dove si può, inutile tentare di più perché di fatto arrivano fino un certo punto a sapere le cose, non perché sono ritardati mentali, ma perché il loro stile di vita, i loro genitori e gli amici che li circondano li dirigono verso strade non adeguate per riuscire a stare al passo con gli studi; ad esempio se in casa genitori e figli sono sempre a litigare per qualsiasi cavolata, il figlio sarà talmente rincoglionito che non sarà in grado di stare attento a scuola, avrà grande confusione; oppure se conosce ragazzi poco raccomandabili o a loro volta disinteressati per vari motivi allo studio, non sarà capace di studiare col giusto spirito perché avrà in mente gli altri e vorrà uscire, a fare cosa? sostanzialmente niente, gli basta stare lontano da genitori e scuola per vari motivi citati sopra.
A queste persone va solo dato appoggio per superare quell'età,se cerchi di ficcargli in testa troppe cose scoppiano e reagiscono come sapete voi.

Per distinguere i più bravi da quelli che devono recuperare, secondo me un buon sistema è modificare il modo di dare giudizi e voti, invece del semplice voto che si da oggi, aggiungere anche di quale livello di studio e capacità si sta considerando, cioè quali classi di appartenenza, A, B,C,D ecc... di conseguenza al voto finale ci sarà anche il livello di appartenenza; se ci sarà tra le persone recuperate qualcuno che potrebbe meritarsi una classe diversa allora nel voto gli si cambia classe di merito; forse in questo modo li si incentivano a studiare di più.

altra considerazione, se dopo o alla fine della lezione si cominciano a vedere i ragazzi perdere la pazienza ecc...quello è segno che l'argomento trattato o come è trattato non è gradito, inutile insistere in tal caso, li si metterebbero nelle condizioni di non capire nemmeno la lezione successiva, quindi meglio alleggerire l'argomento.


Ultima cosa, organizzatevi voi insegnanti a dare i compiti in classe o le interrogazioni in modo sensato, cioè dare lo spazio adeguato agli alunni per poter studiare tutto per poi essere interrogati dignitosamente, non accavallare un interrogazione di uno con quella di un altro, così li mettete in agitazione e non studiano.
Le prime lezioni ad inizio scuola dovrebbero essere incentrate sulle tecniche di studio, come studiare, come organizzarsi, consigliare di fare qualche sporto piuttosto che gironzolare per le vie a far nulla ecc... insomma, insegnargli anche a vivere, non solo a fare i conti o una materia specifica.

purtroppo al film di matrix non ci siamo ancora arrivati :-D
Emanuelehk
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Messaggioda Lorenzo Pantieri » 12/04/2010, 13:26

Cozza Taddeo ha scritto:Mi pare che post con una questione simile fosse spuntato qualche tempo fa su questo stesso forum, ma adesso non riesco a trovarlo...

Riprendo sinteticamente le idee che mi pareva di aver esposto allora in una serie di post.

Come si fa a far innamorare una persona? Le tecniche sono innumerevoli ma nessuna garantisce il successo.

Lo studio è innanzitutto una forma di amore (dal latino studium :-D ), per ciò che si studia, per sé stessi, perché si punta ad un automiglioramento, e per il prossimo, perché migliorando sé stessi si suppone di riuscire ad essere piú graditi anche agli altri.

Se stiamo parlando di ragazzi delle scuole superiori la mia risposta alla domanda di matemix è:" Non si insegna".
Non è l'insegnante che deve motivare lo studente. L'insegnante dovrebbe cercare di farsi capire il piú possibile, essere competente nella materia che insegna e mettersi a disposizione per chiarire i problemi che pongono gli studenti. Fine.
La motivazione allo studio è un presupposto, non un obiettivo di un insegnante. L'insegnante mette carne al fuoco e ne cura la cottura, ma se il fuoco è spento non spetta all'insegnante accenderlo. Se ci riesce meglio ma se non ci riesce non c'è da fargliene una colpa.

Se uno studente non studia, non fa esercizi e non si sforza per comprendere la materia è un problema suo. Dovrebbe restare ignorante e non conseguire il diploma. Non è un delitto rimanere senza diploma.

La scuola è un'opportunità che la società fornisce ai ragazzi. Se non lo vogliono capire sono fatti loro. Chi studia va avanti gli altri faranno altro.

Scusate se riprendo questo topic in cui mi sono imbattuto per caso. Sottoscrivo parola per parola!

Un salutone!
L.
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Messaggioda Emanuelehk » 19/04/2010, 23:48

se l'insegnate dovesse solo aspettarsi che un ragazzo gli ponga una domanda e di conseguenza gli faccia capire come trovare la soluzione, oppure limitarsi a presentare alla lavagna l'argomento della giornata, beh, secondo me, si comporterebbe esattamente come gli alunni lavativi, fa il suo compito che sa fare perfettamente, poi chi si è visto si è visto, e si disinteressa totalmente del risultato! questo secondo me non è un modello di insegnate capace ad insegnare, è una persona che sa una materia di studio, non è un insegnante! un po' come un operaio che quando è al lavoro pensa solo di tirare sera ed andare a casa!

insegnare è una parola di larga interpretazione e significa mettere nelle condizioni un'altra persone di:
1) imparare ad imparare e motivarli come se fosse una squadra di calcio con il proprio allenatore (perché non esiste nessuno al di fuori della scuola che ti insegni ad imparare e ad essere motivati, tranne l'esperienza e la volontà, ma quando la capisci da solo sei già parecchio maggiorenne).

2) imparare la materia di studio applicando gli insegnamenti al punto 1

3) insegnare agli altri oppure applicarla sul lavoro o altro in base al punto 1 e 2
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Messaggioda matemix » 20/04/2010, 07:58

spesso la frase "motivare lo studente" si traduce in: cerca di fare qualcosa che gli piace(che tanto se non è nemmeno lontanamente attinente con quello che deve imparare che importanza ha?) se poi vagamente riesci a dire qualcosa di utile meglio altrimenti pazienza.... questa pseudo motivazione estrinseca non serve a nulla se non c'è nemmeno la più pallida motivazione intrinseca.
Al contrario la motivazione dovrebbe diventare vicendevole... perchè anche l'insegnante ha bisogno di motivazioni per migliorarsi.
matemix
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