come si insegna a chi non vuole imparare?

Messaggioda matemix » 04/12/2008, 14:38

nella maggior parte degli istituti.. di ogni ordine e grado la matematica è vista come la bestia nera che è inutile studiare "tanto non la capirò mai" negli istituti di istruzione superiore si pongono i maggiori problemi specie quando arrivati al quinto anno col principio "faccio ciò che mi serve per l'interrogazione o il compito poi mi scordo tutto" si arriva a casi in cui ci sono seri problemi nella soluzione di esercizi anche puramente meccanici... ora se non si capisce quello che stai facendo , non lo studi, e non fai esercizi... nonostante in classe si facciano mille esercitazioni (di cui peraltro non ci si interessa affatto) se durante le interrogazioni degli altri io mi faccio i fatti miei... tanto io per oggi sono "salvo"... se me ne infischio di procurarmi il materiale che l'insegnate distribuisce.. tanto il compito me lo passerà qualcuono (chi non lo so visto che tutti la pensano così) che cosa può fare l'insegnante?
quando l'80% se non di più della classe fa così... come faccio a spiegare qualcosa di nuovo... come faccio a portare avanti un discorso ... a carcare di motivarli quando io stessa alla 30esima volta che chiedo "come si calcola il campo di esistenza di una funzione fratta" mi sento farfugliare frasi sconnesse.. senza nemmeno un barlume di lingua italiana... si dice che se tutta la classe va male la colpa è dell'insegnante... ma se non vogliono studiare cosa posso fare io dopo avere perfino proposto di lavorare in classe pur di recuperarli?senza ottenere riscontri dai più?
matemix
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Messaggioda Cozza Taddeo » 04/12/2008, 16:24

Mi pare che post con una questione simile fosse spuntato qualche tempo fa su questo stesso forum, ma adesso non riesco a trovarlo...

Riprendo sinteticamente le idee che mi pareva di aver esposto allora in una serie di post.

Come si fa a far innamorare una persona? Le tecniche sono innumerevoli ma nessuna garantisce il successo.

Lo studio è innanzitutto una forma di amore (dal latino studium :-D ), per ciò che si studia, per sé stessi, perché si punta ad un automiglioramento, e per il prossimo, perché migliorando sé stessi si suppone di riuscire ad essere piú graditi anche agli altri.

Se stiamo parlando di ragazzi delle scuole superiori la mia risposta alla domanda di matemix è:" Non si insegna".
Non è l'insegnante che deve motivare lo studente. L'insegnante dovrebbe cercare di farsi capire il piú possibile, essere competente nella materia che insegna e mettersi a disposizione per chiarire i problemi che pongono gli studenti. Fine.
La motivazione allo studio è un presupposto, non un obiettivo di un insegnante. L'insegnante mette carne al fuoco e ne cura la cottura, ma se il fuoco è spento non spetta all'insegnante accenderlo. Se ci riesce meglio ma se non ci riesce non c'è da fargliene una colpa.

Se uno studente non studia, non fa esercizi e non si sforza per comprendere la materia è un problema suo. Dovrebbe restare ignorante e non conseguire il diploma. Non è un delitto rimanere senza diploma.

La scuola è un'opportunità che la società fornisce ai ragazzi. Se non lo vogliono capire sono fatti loro. Chi studia va avanti gli altri faranno altro.
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Messaggioda matemix » 04/12/2008, 19:11

Cozza Taddeo ha scritto:Se stiamo parlando di ragazzi delle scuole superiori la mia risposta alla domanda di matemix è:" Non si insegna".
Non è l'insegnante che deve motivare lo studente.
La motivazione allo studio è un presupposto, non un obiettivo di un insegnante. L'insegnante mette carne al fuoco e ne cura la cottura, ma se il fuoco è spento non spetta all'insegnante accenderlo. Se ci riesce meglio ma se non ci riesce non c'è da fargliene una colpa.

purtroppo non è così... ti ringrazio per la tua opinione, ma purtroppo il mestiere di insegnate (come tutti gli altri almeno credo) è diverso dall'idea che ci si fa di questo.... io stessa prima di iniziare pensavo fose ben altro... per la serie "se non si ci passa non ci si crede"

Cozza Taddeo ha scritto:Se uno studente non studia, non fa esercizi e non si sforza per comprendere la materia è un problema suo. Dovrebbe restare ignorante e non conseguire il diploma.


e se è tutta la classe? con un paio di eccezioni?
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Messaggioda irenze » 04/12/2008, 21:01

Io ero in una classe del genere al liceo, purtroppo. Tant'è che la maggior parte dei voti finali sono stati tra il 60 e il 69...
L'unico approccio che funzionava (fino ad un certo punto) era quello del prof. d'italiano che era bravissimo, era disponibile a spiegare e seguire gli studenti, ma pretendeva anche in proprozione a quello che dava, e se non lo otteneva metteva votacci e si faceva sentire in consiglio di classe (per esempio ha fatto bocciare un bel po' di gente). Non ti dirò che i miei compagni sono degli esperti di letteratura, ma sono stati costretti a imparare qualcosa. Ovviamente avrebbero potuto beneficiare molto di più di una persona così brava...
Se ti abbassi agli standard dei tuoi studenti la discesa non finirà mai...
Irenze ;-)
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Messaggioda matemix » 04/12/2008, 22:49

irenze ha scritto:Io ero in una classe del genere al liceo, purtroppo. Tant'è che la maggior parte dei voti finali sono stati tra il 60 e il 69...
L'unico approccio che funzionava (fino ad un certo punto) era quello del prof. d'italiano che era bravissimo, era disponibile a spiegare e seguire gli studenti, ma pretendeva anche in proprozione a quello che dava, e se non lo otteneva metteva votacci e si faceva sentire in consiglio di classe (per esempio ha fatto bocciare un bel po' di gente). Non ti dirò che i miei compagni sono degli esperti di letteratura, ma sono stati costretti a imparare qualcosa. Ovviamente avrebbero potuto beneficiare molto di più di una persona così brava...
Se ti abbassi agli standard dei tuoi studenti la discesa non finirà mai...

questo è vero , ma il vantaggio dei rpof d'italiano è che se un allievo non ha studiato leopardi, poi magari può ripetere foscolo senza problemi... ma se non sa fare le equazioni... come si procede allo studio di funzioni? bo? è tutto collegato... i votacci non mancano e neppure la mia disponibilità... a spiegare e rispiegare... ma bo? se invece di studiare matematica avessi fatto alpinismo... forse sarei più brava a scalare i muri che ho di fronte.. ](*,)
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Messaggioda roxy » 05/12/2008, 07:40

sono pienamente d'accordo con l'intervento di Cozza Taddeo!
non disperare.. non è colpa tua... più vai dietro agli studenti e più non fanno il minimo sforzo
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Messaggioda Cozza Taddeo » 05/12/2008, 10:13

matemix ha scritto:purtroppo non è così...

Caspita, mai una volta che siamo d'accordo su qualcosa! :wink:

Scherzi a parte, prendo atto della tua posizione e la tengo in considerazione dal momento che tu sei un'insegnante che ha di fronte una classe intera da gestire mentre io ho a che fare sempre e solo con singole persone.

Solo un'osservazione. Tra i vari ragazzi che seguo, ce n'è uno iscritto ad una quarta ITIS che viene da me dalla prima superiore, i primi 2 anni per fisica poi per matematica. Non è un amante della matematica o della fisica né un ragazzo particolarmente brillante, anzi a volte devo rispiegargli anche 2-3 volte dei passaggi o dei concetti che in genere gli altri ragazzi capiscono subito.
Tuttavia si impegna come un forsennato: studia, rivede gli esercizi fatti in classe dal prof., esegue esercizi per proprio conto e ogni volta che viene ha già pronte tutta una serie di domande specifiche sugli argomenti e sui passaggi che non ha capito.
Proprio ieri sera, verso le 22.00 mi ha chiamato per chiarire dei dubbi su alcuni esercizi.

Grazie a questo suo impegno riesce ad apprendere la materia ad un livello discreto e ad ottenere anche dei buoni voti (7 e a volte di piú) nonostante il suo prof. sia giustamente esigente.

Io credo che non sia l'unico ragazzo in circolazione che abbia buona volontà. Credo che come lui ce ne siano altri, tanti o pochi non lo so. Ragazzi senza una particolare propensione per le materie scientifiche ma che ci mettono l'anima per riuscire dignitosamente e che, grazie a questo loro sforzo di comprensione, riescono anche ad apprezzare un minimo quello che studiano dal momento che l'apprezzamento avviene dopo la comprensione.

Per come la vedo io la scuola dovrebbe avere due obiettivi: valorizzare al meglio i ragazzi piú promettenti e capaci e nello stesso tempo cercare di venire incontro il piú possibile a ragazzi come questi che non sono dotati di natura ma che vogliono davvero imparare.
Sono questi i ragazzi che non vanno persi. Su questi andrebbe calcolato il tasso di dispersione scolastica.

Tutti quelli che aspettano invece che la comprensione scenda nel loro cervello per scienza infusa possono anche andarsene a fare altro: tenerli a scuola è tempo e denaro sprecato.
Che vadano pure a fare qualche lavoro di fatica per cui non serve alcuna specializzazione, per 8-10 ore al giorno, per portare a casa un salario che l'inflazione reale si mangia mese dopo mese. Forse allora capiranno l'opportunità che veniva offerta loro quando erano seduti sui banchi di scuola.

Quando sento parlare di questi argomenti mi balza sempre agli occhi la scena dell'"Albero degli zoccoli" di Olmi in cui un ragazzino di 6 anni si fa 6 km a piedi con gli zoccoli per andare a scuola al mattino presto e altri 6 km per ritornare a casa all'ora di pranzo.

Oggi l'unico tratto di cammino che i ragazzi devono fare con le loro gambe è quello che li porta dall'ignoranza alla comprensione, se non vogliono fare neppure quello che restino pure dove sono.
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Messaggioda Cozza Taddeo » 05/12/2008, 10:30

matemix ha scritto:e se è tutta la classe? con un paio di eccezioni?

Le eccezioni vanno avanti, gli altri si fermano.

Il messaggio che deve passare ai ragazzi è che chi si impegna a scuola non è uno "strano" o peggio "sfigato", è uno "normale". L'anormalità dovrebbe essere la caratteristica di chi non si impegna, metre oggi chi non si impegna e viene mandato avanti lo stesso fa la figura del superfigo agli occhi dei suoi coetanei, perché arriva con sforzo minimo alla promozione che invece ad altri è costata fatica.

Se non si inverte questa tendenza il livello delle scuole continuerà inesorabilmente a calare e non c'è riforma che tenga.
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Messaggioda matemix » 05/12/2008, 14:42

Cozza Taddeo ha scritto:
matemix ha scritto:e se è tutta la classe? con un paio di eccezioni?

Le eccezioni vanno avanti, gli altri si fermano.



tu prova a fare lezione in una classe con trenta elementi e solo un paio di eccezioni attenti, mentre gli altri fanno di tutto... compreso un caos da non sentire nemmeno tu stessa la tua voce... che anche se in linea di principio potrei esser d'accordo con te... (ebbene si, potrebbe capitare anche questo... :wink: ) all'atto pratico sarebbe impossibile seguire questa linea di pensiero...
matemix
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Messaggioda Cozza Taddeo » 05/12/2008, 15:17

matemix ha scritto:
Cozza Taddeo ha scritto:
matemix ha scritto:e se è tutta la classe? con un paio di eccezioni?

Le eccezioni vanno avanti, gli altri si fermano.



tu prova a fare lezione in una classe con trenta elementi e solo un paio di eccezioni attenti, mentre gli altri fanno di tutto... compreso un caos da non sentire nemmeno tu stessa la tua voce... che anche se in linea di principio potrei esser d'accordo con te... (ebbene si, potrebbe capitare anche questo... :wink: ) all'atto pratico sarebbe impossibile seguire questa linea di pensiero...

Sarebbe un problema solo per le classi prime perché poi alle classi successive sarebbero ammesse solo le "eccezioni" e quindi si riuscirebbe a fare lezione in modo ottimale. Sono convinto che dopo qualche anno con questo regime il numero delle "eccezioni" comincerà a salire.

Capisco che è una politica che dovrebbe adottare l'intero istituto e non il singolo insegnante ma non vedo altra strada per rimediare alla situaizone attuale.
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