Teoria dei gruppi-rappresentazioni irriducibili

Messaggioda xshadow » 02/05/2015, 10:43

Buongiorno!! :)

Vi spiego il problema: a lezione ho un'iniziato un corso di chimica-fisica che dedica una buona parte introduttiva alla teoria dei gruppi, dal momento che molte molecole hanno una geometria riconducibile a quella di varie figure/solidi geometrici come quella tetraedrica,trigonale planare,ottaedrica ecc... e perciò la loro simmetria risponde a quella di queste geometrie.

In particolare quindi sto affrontando i gruppi punto come ad esempio $ C_(2v),C_(3v),D_(2h),D_(3h)... $

Ora so che per ogni di questo gruppo punto è possibile costruire una specie di matrice/tabella chiamata tavola dei CARATTERI in cui appunto compaiono i caratteri delle varie rappresentazioni IRRIDUCIBILI che si possono avere per i vari operatori di simmetria del gruppo.

E qui iniziano i dubbi!!

Come è possibile ottenere i caratteri associati ai vari operatori del gruppo di una certa rappresentazione irriducibile del gruppo stesso?


A lezione il professore ci ha fatto un ESEMPIO ma non mi è molto chiaro....Se ad esempio si considera il GRUPPO PUNTO $ C_(2v) $ a cui può essere ricondotta la molecola di H2O e la cui tavola dei caratteri è questa (al fondo della pagina prima delle note) : http://it.wikipedia.org/wiki/Simmetria_molecolare

Come ha fatto a trovare i caratteri (cioè quei numeri +1,-1 che si trovano nella matrice associato a ciascun operatore e che possono tra l'altro variare a seconda della rappresentazione) ??

A lezione il professore ha fatto un esempio considerando una rappresentazione (evidentemente riducibile) per l'operatore
$ C_2 $ = rotazione in senso antiorario di un angolo $ sigma=(2pi)/n=(2pi)/2=180 $ .
Tale rappresentazione dell'operatore consiste in una terna ortogonale di versori disposti lungo i tre assi di un sistema di riferimento cartesiano.
Se chiamiamo questi 3 versori come:
$ e_1=(1,0,0) $
$ e_2=(0,1,0) $
$ e_3=(0,0,1) $

E se applichiamo l'operatore $ C_2(z) $= "rotazione di 180 gradi in senso antiorario attorno a asse z" , possiamo vedere che la matrice rappresentativa dell'operatore secondo questa base scelta è:

$ C_2(z)=[ ( -1 , 0 , 0 ),( 0 ,-1 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $

Ora so che il carattere di un operatore altro non è che la traccia della matrice rappresentativa associata rispetto alla base scelta e percio dovrebbe essere:

$ X(C_2(z))=tr(C_2(z))=-1+1-1 $ dove $ X(C_2(z))= $ carattere dell'operatore $ C_2 $ secondo una certa rappresentazione.

Ora considero un altro operatore del gruppo e procedo similmente:
Ad esempio la rappresentazione dell'OPERATORE identità $ E $ sempre secondo la mia base scelta inizialmente (la terna di versori disposti lungo gli assi cartesiano di un sistema di riferimento) dovrebbe essere:

$ E=[ ( 1 , 0 , 0 ),( 0 , 1 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $

perciò $ X(E)=tr(E)=1+1+1=3 $

E cosi via per tutti gli operatori del gruppo punto $ C_(2v) $

Ma ora mi viene il dubbio...le rappresentazioni dei vari operatori che ho trovato scegliendo come base 3 versori ortogonali sono rappresentazioni RIDUCIBILI o IRRIDUCIBILI ?? immagino siano riducibili dato che se consulto la tavola dei caratteri del gruppo (link precedente) non c'è nessuna rappresentazione irriducibile che ha come carattere dell'operatore identità il valore 3.

La mia domanda è: come faccio allora a scoprire se una rappresentazione è RIDUCIBILE? Ho sentito parlare in modo un po' confuso che una certa rappresentazione riducibile rappresentata da una certa Matrice può essere "scomposta" in una matrice a blocchi dove i vari blocchi costituiscono delle sotto matrici che altro non sono delle rappresentazioni (ridotte)??
link in cui si parla di ciò (da pag 41 in poi ma in particolare a pag 41 PENSO che faccia vedere come scomporre A BLOCCHI ma non so se si deve fare sempre cos') : http://cccp.unipa.it/wiki/lib/exe/fetch ... l04_ci.pdf

è vero come devo fare,ad esempio con la matrice identità sopra trovata? a suddividerla a blocchi? e poi i blocchi corrispondono ai caratteri delle varie rappresentazioni possibili per quel certo operatore??

Perchè un altro modo per capire se è irriducibile o meno è quello di applicare una STESSA trasformazione di simulitudine $ R^'=VRV^-1 $ a TUTTI gli operatori del gruppo e verificare se tale trasformazione mi fornisce delle rappresentazioni simili a quelle precedenti per tutti gli operatori....ma questo metodo mi sembra lunghissimo e non mi è molto chiaro.

Insomma vorrei capire il modo di individuare sti benedetti caratteri delle varie rappresentazioni irriducibili del gruppo punto per tutti gli operatori..


SE qualcuno riesce a darmi una mano mi farebbe un favore visto che ho già navigato molto su internet perdendo molto tempo ma non sono riuscito a capire bene come fare..

GRAZIE
xshadow
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Re: Teoria dei gruppi-rappresentazioni irriducibili

Messaggioda Martino » 03/05/2015, 00:53

Ciao :)

Lo sai qual è il problema (almeno per quanto mi riguarda)? E' che abbiamo delle notazioni differenti. Quindi non so se riuscirò a spiegarmi. Ma ci provo.

Una rappresentazione (complessa) di un gruppo \( \displaystyle G \) è un omomorfismo di gruppi \( \displaystyle G \to GL_n(\mathbb{C}) \) (dove \( \displaystyle GL_n(\mathbb{C}) \) è l'insieme delle matrici \( \displaystyle n \times n \) invertibili a coefficienti in \( \displaystyle \mathbb{C} \) ). In altre parole ad ogni elemento (operatore) \( \displaystyle g \) (ogni volta che scrivo \( \displaystyle g \) intendo un operatore) del gruppo \( \displaystyle G \) associamo una matrice \( \displaystyle n \times n \) invertibile \( \displaystyle f(g) \) . Per esempio questa è una rappresentazione del gruppo additivo \( \displaystyle (\mathbb{R},+) \) :

\( \displaystyle f: \mathbb{R} \to GL_2(\mathbb{C}) \) ,
\( \displaystyle a \mapsto f(a) = \left( \begin{array}{cc} 1 & a \\ 0 & 1 \end{array} \right) \)

Il fatto che è un "omomorfismo" significa che rispetta l'operazione (nell'esempio sopra, \( \displaystyle f(a+b) = f(a)f(b) \) , prova a fare il conto per convincerti). Questa rappresentazione ha un sottospazio invariante, che sarebbe \( \displaystyle L = \langle \left( \begin{array}{c} 1 \\ 0 \end{array} \right) \rangle \) , nel senso che si ha \( \displaystyle f(g)(L) \subseteq L \) per ogni \( \displaystyle g \in G \) , cioè \( \displaystyle f(g) w \in L \) per ogni \( \displaystyle g \in G \) e per ogni \( \displaystyle w \in L \) . Quindi questa rappresentazione è "riducibile" (in altre parole, ammette sottospazi propri invarianti, come è L). Però purtroppo questa rappresentazione non è decomponibile come somma diretta di rappresentazioni irriducibili !! (cioè non ammette una decomposizione \( \displaystyle L \oplus W \) dove \( \displaystyle W \) è anch'esso invariante! - questo in termini di matrici significa che non è riconducibile a una matrice a blocchi collocati in diagonale - vedi sotto). Infatti per essere così dovrebbe avere almeno un altro sottospazio proprio invariante, e il problema è che L è l'unico sottospazio invariante! (prova a fare il conto: si tratta di cercare gli autospazi, infatti un sottospazio invariante in questo caso non è altro che un autospazio comune a tutti i \( \displaystyle f(g) \) ). Spero che tu conosca l'algebra lineare.

C'è una differenza tra "riducibile" e "decomponibile". Una rappresentazione \( \displaystyle \pi \) (complessa, come sempre, di dimensione \( \displaystyle n \) ) si dice riducibile se esiste un sottospazio proprio invariante (e non nullo, ovviamente). Si dice decomponibile se esistono due sottospazi \( \displaystyle L,W \) entrambi invarianti e non nulli e tali che \( \displaystyle \mathbb{C}^n = L \oplus W \) . Ogni rappresentazione decomponibile è riducibile ma non vale il viceversa. Per esempio la rappresentazione di \( \displaystyle \mathbb{R} \) che ho scritto sopra è riducibile ma non decomponibile.

Insomma, una rappresentazione \( \displaystyle G \to GL_n(\mathbb{C}) \) può ammettere un sottospazio invariante \( \displaystyle L \leq \mathbb{C}^n \) senza che esista un sottospazio invariante \( \displaystyle W \leq \mathbb{C}^n \) tale che \( \displaystyle \mathbb{C}^n = L \oplus W \) . Ma questo non succede mai per i gruppi finiti (questo risultato si chiama teorema di Maschke): se \( \displaystyle G \) è un gruppo finito (come nei tuoi casi) e \( \displaystyle \pi: G \to GL_n(\mathbb{C}) \) è una rappresentazione complessa di dimensione \( \displaystyle n \) allora \( \displaystyle \pi \) è completamente riducibile. Cosa significa? Significa che esistono sottospazi \( \displaystyle V_1,\ldots,V_k \) di \( \displaystyle \mathbb{C}^n \) che sono \( \displaystyle G \) -invarianti (cioè sono \( \displaystyle \pi(g) \) -invarianti per ogni \( \displaystyle g \in G \) ) e sono tali che \( \displaystyle V_1 \oplus \ldots \oplus V_k = \mathbb{C}^n \) . In termini di matrici questo significa che ogni \( \displaystyle \pi(g) \) ammette un cambio di base, indipendente dall'operatore \( \displaystyle g \) (cioè sempre lo stesso per ogni operatore), che lo porta a una rappresentazione a blocchi

\( \displaystyle \left( \begin{array}{cccc} B_1 & 0 & \cdots & 0 \\ 0 & B_2 & \cdots & 0 \\ \vdots & \vdots & \ddots & \vdots \\ 0 & 0 & \cdots & B_k \end{array} \right) \)

Qui \( \displaystyle B_i \) è una matrice quadrata di dimensione uguale alla dimensione di \( \displaystyle V_i \) . Per capirci una matrice diagonalizzabile non è altro che una matrice che si può portare in forma di blocchi tutti \( \displaystyle 1 \times 1 \) . Per esempio il caso della matrice identità (cioè, la rappresentazione \( \displaystyle \pi \) che manda ogni \( \displaystyle g \in G \) nella matrice identità) è il caso più felice di tutti perché la matrice identità è già decomposta in blocchi (tutti di dimensione \( \displaystyle 1 \) , e tutti uguali alla matrice \( \displaystyle (1) \) ).

In termini di matrici la differenza tra riducibile e decomponibile è questa: una rappresentazione riducibile può essere portata in forma di blocchi disposti dalla diagonale in su, cioè formando una matrice 'triangolare a blocchi', in altre parole sopra ai blocchi disposti nella diagonale principale non ci sono necessariamente zeri ma sicuramente ci sono zeri sotto. Invece una rappresentazione decomponibile può essere portata in forma di blocchi disposti in diagonale (come sopra). E' chiaro che ogni matrice 'diagonale a blocchi' è anche 'triangolare a blocchi' (questa è la versione matriciale del fatto che ogni rappresentazione decomponibile è riducibile). Ma come ripeto tu non ti devi preoccupare di questo aspetto perché nel caso di gruppi finiti, ogni rappresentazione riducibile è decomponibile (il che come ripeto si chiama teorema di Maschke).

Ora, se \( \displaystyle G \) è un gruppo abeliano (cioè commutativo: significa che due elementi qualsiasi commutano tra loro), allora si può dimostrare che le sue rappresentazioni irriducibili hanno tutte dimensione 1 (questo è un caso molto speciale, quasi una magia! In generale le dimensioni sono maggiori di 1). In termini di tavole questo si traduce nel fatto che per un gruppo abeliano la prima colonna è composta di tutti uni (come qui1), mentre per un gruppo non abeliano no (vedi qui2). Quindi per il teorema di Maschke se \( \displaystyle G \) è un gruppo finito abeliano e \( \displaystyle \pi:G \to GL_n(\mathbb{C}) \) è una sua rappresentazione allora i \( \displaystyle \pi(g) \) sono simultaneamente diagonalizzabili (infatti lo puoi mettere a blocchi, tutti \( \displaystyle 1 \times 1 \) , e indipendentemente dall'operatore scelto), cioè esiste una matrice \( \displaystyle A \) tale che \( \displaystyle A^{-1} \pi(g) A \) è diagonale per ogni \( \displaystyle g \in G \) ! Osserva che \( \displaystyle A \) non dipende dall'operatore \( \displaystyle g \) , è sempre la stessa per ogni \( \displaystyle g \) .

Quello che tu chiami "gruppo punto \( \displaystyle C_{2v} \) " noi algebristi lo chiamiamo gruppo di Klein. Si tratta di un gruppo abeliano. Nel caso di gruppi abeliani la "tavola dei caratteri" è particolarmente semplice: in questo caso il numero di rappresentazioni complesse irriducibili è esattamente uguale al numero di elementi del gruppo, quindi 4 nel caso di \( \displaystyle C_{2v} \) . Siano esse \( \displaystyle \rho_1,\rho_2,\rho_3,\rho_4 \) . Siano invece \( \displaystyle a_1,a_2,a_3,a_4 \) i quattro elementi del gruppo. La tavola dei caratteri non è altro, in questo caso, che la tabella che ha \( \displaystyle \rho_i(a_j) \) nell'entrata \( \displaystyle (i,j) \) (mentre in generale, per gruppi non necessariamente abeliani, l'entrata \( \displaystyle (i,j) \) contiene la traccia di \( \displaystyle \rho_i(a_j) \) , dove i \( \displaystyle \rho_i \) sono le rappresentazioni irriducibili mentre gli \( \displaystyle a_i \) sono rappresentanti delle classi di coniugio). Se ci pensi questo ha senso: la traccia di una matrice 1x1 non è altro che l'unico elemento che compare nella matrice!

Occhio, non c'è un modo canonico di ordinare gli elementi \( \displaystyle a_1,a_2,a_3,a_4 \) . L'unica scelta che si fa sempre è \( \displaystyle a_1 = 1 \) ( = l'elemento neutro del gruppo) (ed è per questo che la prima colonna di ogni tavola è composta delle dimensioni delle rappresentazioni irriducibili, quindi tutti uni se il gruppo è abeliano). E nemmeno c'è un modo canonico di ordinare \( \displaystyle \rho_1,\rho_2,\rho_3,\rho_4 \) . L'unica scelta che si fa sempre è \( \displaystyle \rho_1 \) = la rappresentazione che manda ogni operatore nella matrice identica (ed è per questo che la prima riga di ogni tavola è composta di uni).

Nel caso di \( \displaystyle G = C_{2v} \) (come nel caso dei gruppi abeliani), i \( \displaystyle \rho_i \) sono gli omomorfismi

\( \displaystyle G \to GL_1(\mathbb{C}) = \mathbb{C}^{\ast} = \mathbb{C}-\{0\} \) .

In altre parole, omomorfismi da \( \displaystyle G \) al gruppo moltiplicativo dei numeri complessi non nulli (perché qui \( \displaystyle n=1 \) ? Perché come ho scritto sopra, le rappresentazioni irriducibili di un gruppo abeliano finito hanno dimensione 1). Ora spero di non spaventarti nel dire che un teorico dei gruppi sa benissimo quali sono questi quattro omomorfismi. Per come è fatto \( \displaystyle G \) , devono avere immagine contenuta in \( \displaystyle \{-1,1\} \) e quanto ai loro precisi valori, bisogna scegliere ognuno dei quattro sottogruppi normali (diversi da \( \displaystyle \{1\} \) ) nel ruolo di nucleo, di volta in volta, trovando esattamente i valori della tua tabella (che si trova anche qui). Prima di approfondire vorrei sapere se è questo in particolare che ti turba. Dimmi se vuoi approfondire questo aspetto.

So che probabilmente non ho risposto a tutti i tuoi dubbi ma dimmi pure quali sono le cose che ti turbano di più. Ora devo chiudere ti leggo domani, ciao!
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Re: Teoria dei gruppi-rappresentazioni irriducibili

Messaggioda xshadow » 03/05/2015, 10:05

Ciao Martino :) ...e grazie per la tua lunga e paziente risposta...

Diciamo che ho fatto un corso base di algebra lineare dove abbiamo trattato i concetti fondamentali in modo GENERALE (vettori,dipendenza lineare,basi spazio lineare,matrici ,operazioni e proprietà ,riduzione matrice , ecc) ma di certo non ci siamo soffermati sull'analisi delle varie strutture algebriche quale è un gruppo,anzi proprio non le abbiamo fatte...dunque a essere sincero alcune tue cose ovviamente non sono riuscito a capirle esattamente....

Diciamo che a e la teoria dei gruppi serve esclusivamente per i gruppi punto $ C_(2v),C_(3v),D_(2h) ... $ e cosi via....

Il punto fondamentale da quello che ho capito (premetto di usare un linguaggio elementare e forse talvolta scorretto,ma di certo non è il mio scopo avere una conoscenza ampia come uno che studia matematica o simile ) è che individuando una base posso ottenere una certa rappresentazione per tutti gli operatori $ R_i $ appartenenti al gruppo punto considerato.

Ovviamente il numero di rappresentazioni possibili è infinito e varia al variare del tipo di base scelto...Ora però da quanto ho capito è possibile individuare un particolare numero finito di rappresentazioni chiamate Rappresentazioni Irriducibili che godono della proprietà di non poter essere ulteriormente ridotte attraverso una trasformazione di similarità.

Fin qua tutto bene ,ora la mia difficoltà è applicare questi concetti concretamente....

Consideriamo il gruppo $ C_(3v $ e decido di ottenere una Rappresentazione per ogni classe di operatori del gruppo scegliendo come base una terna di versori ortogonali direzionati lungo i 3 assi di un sistema di riferimento cartesiano.

Le classi sono del gruppo $ C_(3v $ : $ E,2C_(3),3sigma_v $
Dunque avendo 3 classi dovrò avere 3 R.I

Le tre rappresentazioni usando i vettori base precedentemente scelti sono:

$ E=[ ( 1 , 0 , 0 ),( 0 , 1 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $

$ C_3=[ ( -1/2 , -sqrt3/2 , 0 ),(sqrt3/2 ,- 1/2 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $

$ sigma_v=[ ( 1 , 0 , 0 ),(0 ,- 1 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $

Il PUNTO è : come faccio a capire se queste 3 rappresentazioni sono riducibili?

Tu mi hai parlato( se ho ben capito) di un certo teorema di di Maschke che però vale solo per gruppi abeliani...e non mi pare che $ C_(3v $ lo sia giusto?

ecco come faccio in questo caso a capire all'atto PRATICO (che è quello che servirebbe a me)se tali rappresentazioni sono ulteriormente riducibili?

Devo trovare una matrice $ P $ tale che per ogni operatore del gruppo si possa applicare una trasformazione di similitudine in modo da fornirmi una matrice simile a quella originale? cioè devo diagonalizzare la matrice rappresentativa riferita all'operatore i-esimo $ R_i $ secondo la procedura classica : $ Lambda =PR_iP^(-1 $ e fare ciò per ogni rappresentazione?

e facendo ciò trovo una "matrice a blocchi" ??


Perchè le matrici associate alle rappresentazioni sopra indicate hanno gia un po' la forma a blocchi,infatti:

$ E=[ ( 1 , 0 , 0 ),( 0 , 1 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $
può essere pensata (ricondotta a) come una matrice a blocchi dove i "vari blocchi" sono costituiti da tre $ [ 1 ] $ disposti lungo la diagonale principale.


E discorso simile per : $ C_3=[ ( -1/2 , -sqrt3/2 , 0 ),(sqrt3/2 ,- 1/2 , 0 ),( 0 , 0 , 1 ) ] $

dove anch'essa può essere ricondotta a una matrice a blocchi costituiti da: $ [ ( -1/2 , -sqrt3/2 ),( sqrt3/2 , -1/2 ) ] $ e $ [ 1 ] $


Discorso simile per l'ultima rappresentazione della classe $ sigma_v $ in cui i blocchi sono $ [ ( 1 , 0 ),( 0 , -1 ) ] $ e $ [ 1] $


Individuati questi blocchi cosa devo fare per trovare i caratteri delle rappresentazioni irriducibili? e soprattutto i blocchi appena trovati costituiscono rappresentazioni IRRIDUCIBILI o possono essere ulteriormente ridotti?
Intendo concretamente come procedere....


GRAZIE per la disponibilità
xshadow
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Re: Teoria dei gruppi-rappresentazioni irriducibili

Messaggioda Martino » 03/05/2015, 22:23

Occhio, il teorema di Maschke vale per tutti i gruppi finiti non solo quelli abeliani. Ma te l'ho menzionato solo per cercare di fare ordine tra riducibile e decomponibile, non vorrei averti confuso le idee. In pratica sto dicendo che i termini "riducibile" e "decomponibile" sono equivalenti nel caso di rappresentazioni (complesse, finito-dimensionali) di gruppi finiti.

Provo a spiegarti come si trova la tavola dei caratteri di \( \displaystyle C_{3v} \) . Aderisco alla notazione che si trova qui.

Le classi di \( \displaystyle C_{3v} \) come dici giustamente sono \( \displaystyle E, 2 C_3, 3 \sigma_v \) . Le tre rappresentazioni irriducibili sono \( \displaystyle A_1,A_2,E \) (strana notazione, ma mi adeguo).

xshadow ha scritto:Il PUNTO è : come faccio a capire se queste 3 rappresentazioni sono riducibili?
Innanzitutto occhio a come ti esprimi, perché quelle non sono tre rappresentazioni ma è (con abuso di linguaggio) una rappresentazione. Dare una rappresentazione vuol dire assegnare una matrice ad ogni operatore. Dico con abuso di linguaggio perché hai assegnato una matrice ad ogni classe, e non ad ogni operatore, ma ci capiamo anche così. Quindi quello che hai in effetti scritto è una decomposizione dello spazio \( \displaystyle \mathbb{C}^3 \) come somma diretta dei due sottospazi invarianti \( \displaystyle z=0 \) , cioè \( \displaystyle L = \langle \left( \begin{array}{c} 1 \\ 0 \\ 0 \end{array} \right), \left( \begin{array}{c} 0\\ 1 \\ 0 \end{array} \right) \rangle \) , che corrisponde al blocco 2x2 in alto a sinistra della matrice \( \displaystyle C_3 \) , e \( \displaystyle x=y=0 \) , cioè \( \displaystyle W = \langle \left( \begin{array}{c} 0 \\ 0 \\ 1 \end{array} \right) \rangle \) , che corrisponde al blocco 1x1 in basso a destra che hanno tutt'e tre le matrici.

In questo caso relativamente facile quello che devi fare per mostrare che la rappresentazione che hai scritto non è ulteriormente riducibile è mostrare che quelle tre matrici che hai elencato non hanno sottospazi invarianti in comune a parte quelli evidenziati dalla divisione in blocchi, cioè \( \displaystyle L \) e \( \displaystyle W \) . Come si fa? Per esempio prendi i sottospazi invarianti "minimali" della matrice \( \displaystyle C_3 \) e solo di questa (che in questo caso non sono altro che gli autospazi) e dimostri (facendo semplicemente il conto) che non sono sottospazi invarianti di \( \displaystyle \sigma_v \) (di sicuro lo sono per \( \displaystyle E \) , che è la matrice identica: ogni sottospazio è invariante rispetto alla matrice identica!). Questo dimostra che il sottospazio invariante di dimensione 2 di \( \displaystyle C_3 \) evidenziato dalla decomposizione in blocchi (cioè \( \displaystyle L \) ) è effettivamente irriducibile (non ha sottospazi propri invarianti non nulli). E quindi che la matrice \( \displaystyle C_3 \) non è ulteriormente decomponibile.
Occhio: non sto dicendo che \( \displaystyle C_3 \) non si può portare in forma diagonale, in senso astratto. Sì che si può, ma usando sottospazi che non sono "globalmente" invarianti: gli spazi (invarianti per \( \displaystyle C_3 \) ) che usi per portarla in forma diagonale non sono invarianti per \( \displaystyle \sigma_v \) . Capito il concetto? Spero che sia chiaro.
Questo conclude la discussione: infatti è ovvio che \( \displaystyle E \) e \( \displaystyle \sigma_v \) non sono ulteriormente decomponibili, sono diagonali!

Riepilogando, per mostrare che quella rappresentazione (ti ricordo che è una e non tre) non è ulteriormente decomponibile devi mostrare che gli unici sottospazi invarianti rispetto a tutte e tre le matrici sono \( \displaystyle L \) e \( \displaystyle W \) (ti ricordo che un sottospazio \( \displaystyle S \) si dice invariante rispetto alla matrice \( \displaystyle A \) se \( \displaystyle Av \in S \) per ogni \( \displaystyle v \in S \) ).

Per un gruppo generico i risultati tra quelli che si usano di più per determinare la tavola dei caratteri sono questi:

1. L' $n$-esimo teorema di Burnside ($n$-th Burnside theorem), cioè il fatto che il numero di elementi del gruppo è uguale alla somma dei quadrati dei gradi delle sue rappresentazioni complesse irriducibili.
2. Le relazioni di ortogonalità di Schur (Schur orthogonality relations).

Ti metto i nomi in inglese perché di roba in italiano su internet ce n'è poca.
Vedi qui, dove l'n-esimo teorema di Burnside lo trovi subito prima della seconda relazione di ortogonalità.

A occhio mi sembra che le tavole di tutti i tuoi "point group" si possano trovare usando questi due strumenti. Ma è un sacco di lavoro. E non credo che tu ti ci possa immergere facilmente senza conoscere un minimo di teoria dei gruppi (in particolare c'è una tecnica, chiamata inflation in inglese, che semplifica notevolmente il lavoro e che però non prescinde da una conoscenza dettagliata di un po' di teoria). D'altra parte trovare tali tavole per un algebrista è facile, nel senso che è una questione di pura tecnica.

Fammi pure sapere se qualcosa non è chiaro.
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Re: Teoria dei gruppi-rappresentazioni irriducibili

Messaggioda xshadow » 03/05/2015, 23:11

Martino ha scritto:Occhio, il teorema di Maschke vale per tutti i gruppi finiti non solo quelli abeliani. Ma te l'ho menzionato solo per cercare di fare ordine tra riducibile e decomponibile, non vorrei averti confuso le idee. In pratica sto dicendo che i termini "riducibile" e "decomponibile" sono equivalenti nel caso di rappresentazioni (complesse, finito-dimensionali) di gruppi finiti.

Provo a spiegarti come si trova la tavola dei caratteri di \( \displaystyle C_{3v} \) . Aderisco alla notazione che si trova qui.

Le classi di \( \displaystyle C_{3v} \) come dici giustamente sono \( \displaystyle E, 2 C_3, 3 \sigma_v \) . Le tre rappresentazioni irriducibili sono \( \displaystyle A_1,A_2,E \) (strana notazione, ma mi adeguo).

xshadow ha scritto:Il PUNTO è : come faccio a capire se queste 3 rappresentazioni sono riducibili?
Innanzitutto occhio a come ti esprimi, perché quelle non sono tre rappresentazioni ma è (con abuso di linguaggio) una rappresentazione. Dare una rappresentazione vuol dire assegnare una matrice ad ogni operatore. Dico con abuso di linguaggio perché hai assegnato una matrice ad ogni classe, e non ad ogni operatore, ma ci capiamo anche così. Quindi quello che hai in effetti scritto è una decomposizione dello spazio \( \displaystyle \mathbb{C}^3 \) come somma diretta dei due sottospazi invarianti \( \displaystyle z=0 \) , cioè \( \displaystyle L = \langle \left( \begin{array}{c} 1 \\ 0 \\ 0 \end{array} \right), \left( \begin{array}{c} 0\\ 1 \\ 0 \end{array} \right) \rangle \) , che corrisponde al blocco 2x2 in alto a sinistra della matrice \( \displaystyle C_3 \) , e \( \displaystyle x=y=0 \) , cioè \( \displaystyle W = \langle \left( \begin{array}{c} 0 \\ 0 \\ 1 \end{array} \right) \rangle \) , che corrisponde al blocco 1x1 in basso a destra che hanno tutt'e tre le matrici.

In questo caso relativamente facile quello che devi fare per mostrare che la rappresentazione che hai scritto non è ulteriormente riducibile è mostrare che quelle tre matrici che hai elencato non hanno sottospazi invarianti in comune a parte quelli evidenziati dalla divisione in blocchi, cioè \( \displaystyle L \) e \( \displaystyle W \) . Come si fa? Per esempio prendi i sottospazi invarianti "minimali" della matrice \( \displaystyle C_3 \) e solo di questa (che in questo caso non sono altro che gli autospazi) e dimostri (facendo semplicemente il conto) che non sono sottospazi invarianti di \( \displaystyle \sigma_v \) (di sicuro lo sono per \( \displaystyle E \) , che è la matrice identica: ogni sottospazio è invariante rispetto alla matrice identica!). Questo dimostra che il sottospazio invariante di dimensione 2 di \( \displaystyle C_3 \) evidenziato dalla decomposizione in blocchi (cioè \( \displaystyle L \) ) è effettivamente irriducibile (non ha sottospazi propri invarianti non nulli). E quindi che la matrice \( \displaystyle C_3 \) non è ulteriormente decomponibile.
Occhio: non sto dicendo che \( \displaystyle C_3 \) non si può portare in forma diagonale, in senso astratto. Sì che si può, ma usando sottospazi che non sono "globalmente" invarianti: gli spazi (invarianti per \( \displaystyle C_3 \) ) che usi per portarla in forma diagonale non sono invarianti per \( \displaystyle \sigma_v \) . Capito il concetto? Spero che sia chiaro.
Questo conclude la discussione: infatti è ovvio che \( \displaystyle E \) e \( \displaystyle \sigma_v \) non sono ulteriormente decomponibili, sono diagonali!

Riepilogando, per mostrare che quella rappresentazione (ti ricordo che è una e non tre) non è ulteriormente decomponibile devi mostrare che gli unici sottospazi invarianti rispetto a tutte e tre le matrici sono \( \displaystyle L \) e \( \displaystyle W \) (ti ricordo che un sottospazio \( \displaystyle S \) si dice invariante rispetto alla matrice \( \displaystyle A \) se \( \displaystyle Av \in S \) per ogni \( \displaystyle v \in S \) ).

Per un gruppo generico i risultati tra quelli che si usano di più per determinare la tavola dei caratteri sono questi:

1. L' $n$-esimo teorema di Burnside ($n$-th Burnside theorem), cioè il fatto che il numero di elementi del gruppo è uguale alla somma dei quadrati dei gradi delle sue rappresentazioni complesse irriducibili.
2. Le relazioni di ortogonalità di Schur (Schur orthogonality relations).

Ti metto i nomi in inglese perché di roba in italiano su internet ce n'è poca.
Vedi qui, dove l'n-esimo teorema di Burnside lo trovi subito prima della seconda relazione di ortogonalità.

A occhio mi sembra che le tavole di tutti i tuoi "point group" si possano trovare usando questi due strumenti. Ma è un sacco di lavoro. E non credo che tu ti ci possa immergere facilmente senza conoscere un minimo di teoria dei gruppi (in particolare c'è una tecnica, chiamata inflation in inglese, che semplifica notevolmente il lavoro e che però non prescinde da una conoscenza dettagliata di un po' di teoria). D'altra parte trovare tali tavole per un algebrista è facile, nel senso che è una questione di pura tecnica.

Fammi pure sapere se qualcosa non è chiaro.


diciamo che ho capito abbastanza in line generale a parte la frase sottolineata in rosso...non ho ben capito come individuare e quali sono nel mio esempio questi "sottospazi minimali invarianti" ...e come "dimostrare" che sono invarianti...

grazie comunque per la risposta :)
xshadow
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Re: Teoria dei gruppi-rappresentazioni irriducibili

Messaggioda Martino » 03/05/2015, 23:24

E' un problema di algebra lineare: hai tre matrici \( \displaystyle A,B,C \) tutte \( \displaystyle 3 \times 3 \) e vuoi trovare i sottospazi di \( \displaystyle \mathbb{C}^3 \) che sono invarianti per tutte e tre le matrici. Qui non c'è teoria dei gruppi, si tratta di algebra lineare. Siccome nel tuo caso hai già un sottospazio invariante di dimensione 2, L, e uno di dimensione 1, W, un eventuale altro spazio invariante dovrà intersecare L in uno spazio invariante contenuto in L (intersezione di spazi invarianti è invariante). Ma uno spazio contenuto in L avrà dimensione al massimo la dimensione di L, cioè 2. Quindi se non è L allora ha dimensione 1 oppure è lo spazio nullo, e d'altra parte se è L allora è L oppure \( \displaystyle \mathbb{C}^3 \) (ha dimensione 2 o 3). Supponiamo che l'intersezione abbia dimensione 1. Un sottospazio invariante di dimensione 1 è esattamente un sottospazio generato da un autovettore (prova a pensarci, è ovvio: se \( \displaystyle v \) è un vettore il sottospazio \( \displaystyle \langle v \rangle \) è invariante se e solo se \( \displaystyle v \) è un autovettore, infatti dire che \( \displaystyle \langle v \rangle \) è invariante è come dire che \( \displaystyle v \) viene mandato in un elemento di \( \displaystyle \langle v \rangle \) , cioè un multiplo di \( \displaystyle v \) ). Quindi sei ricondotto a mostrare che in L non ci sono autovettori comuni alle tre matrici. Nel caso invece in cui l'intersezione ha dimensione zero (cioè è lo spazio nullo) trovi che il tuo sottospazio invariante ha dimensione 1 e non è contenuto in L. Quindi comunque anche in questo caso sei ricondotto a trovare autovettori.

Tutto questo ha senso per te solo se sai cosa significa autovettore e se sai calcolare gli autovettori di una matrice, ma dovresti saperlo (l'avete fatto ad algebra lineare spero) :)
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