Quasi corretto!
Sia \(\displaystyle X\) una varietà affine reale nel senso classico, ovvero:
\[
\exists f_1,\dots,f_m\in\mathbb{R}[x_1,\dots,x_n]\mid X=V(f_1,\dots,f_m)=\{P\in\mathbb{A}^n_{\mathbb{R}}\mid\forall k\in\{1,\dots,m\},\,f_k(P)=0\}
\]
e in particolare \(\displaystyle X\) è Zariski chiuso in \(\displaystyle\mathbb{A}^n_{\mathbb{R}}\); indicata con \(\displaystyle J_{\underline f}\) la matrice jacobiana ottenuta coi dati polinomi, si definisce il luogo dei punti lisci di \(\displaystyle X\) come:
\[
X_{sm}=\{P\in X\mid rank\,J_{\underline f}\,\text{è massimo}\}
\]
e questi è un sottoinsieme Zariski aperto di \(\displaystyle X\) e quindi è Zariski localmente chiuso in \(\displaystyle\mathbb{A}^n_{\mathbb{R}}\).
Potendo utilizzare il teorema della funzione implicita, si ha che \(\displaystyle X_{sm}\) è una varietà (reale) differenziabile; poi, utilizzando la teoria della dimensione di Krull, si dimostra che la dimensione di Krull di \(\displaystyle X\) e la dimensione di \(\displaystyle X_{sm}\) come varietà differenziabile coincidono.
Non entro nei dettagli!
Un esempio su tutti: il nastro di Möbius, è sia una superficie algebrica liscia (varietà algebrica liscia, di dimensione di Krull \(\displaystyle2\)) e sia una superficie differenziabile in \(\displaystyle\mathbb{A}^4_{\mathbb{R}}\)!