Re: Lettere o matematica?

Messaggioda Maschinna » 29/08/2015, 13:24

Nessuno mette in dubbio che per un futuro lavorativo, in linea di massima, siano meglio la fisica e la matematica. Però, come si dice, de gustibus non est disputandum... Non perché siano lingue morte, sono meno affascinanti.

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Re: Lettere o matematica?

Messaggioda Luca.Lussardi » 29/08/2015, 15:09

Posso capire che abbiano il loro fascino, ma se uno deve decidere di coltivare una cosa come professione e una come hobby e una di queste due e' una lingua morta (che e' un dato di fatto non una opinione) mi pare che ogni persona ragionevole dara' la stessa risposta.
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Re: Lettere o matematica?

Messaggioda giuliofis » 29/08/2015, 16:59

Tecnicamente il latino è lingua ufficiale dello stato vaticano, giusto?
Comunque, secondo me, studiare letteratura da autodidatta è enormemente più facile che farlo con matematica/fisica.
giuliofis
 

Re: Lettere o matematica?

Messaggioda Luca.Lussardi » 29/08/2015, 17:22

Si', e' la lingua ufficiale del Vaticano, ma non credo che neanche in Vaticano girino parlando latino tra di loro...
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Re: Lettere o matematica?

Messaggioda Maschinna » 29/08/2015, 18:18

Sono d accordo con giuliofis ed in parte anche con luca.lassardi. È vero che è una lingua morta e che sia meglio puntare a fisica/matematica, ma il fatto che sia lingua morta non la declassa. Sono del parere che è più che mai viva nelle lingue attuali

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Re: Lettere o matematica?

Messaggioda giuliofis » 29/08/2015, 19:53

Non vedo come possa una lingua non più parlata essere viva nelle lingue attuali. La sola derivazione di alcune (anche se molte, non tutte) parole non significa niente, a mio parere, dato che molte parole nel tempo hanno cambiato significato. E poi perché il latino e non il greco, il longobardo, il fenicio, l'etrusco o l'arabo?
Insomma, non è sufficiente a paragonarla alla vivacità della matematica.
giuliofis
 

Re: Lettere o matematica?

Messaggioda Maschinna » 29/08/2015, 20:05

Intendo dire che lo studio delle culture e delle civiltà latina e greca aiuta a vedere la realtà sotto un aspetto, trascurato altrimenti. La grammatica latina (ma anche greca) fa poi comprendere meglio quella della lingua italiana (ad esempio uso profondamente cosciente dei congiuntivi), senza contare la parte lessicale che l italiano deve a queste 2 lingue.
Ovvio che una cultura umanistica non fornisce la visione razionale della matematica, però offre una visone del mondo attrettanto apprezzabile e, secondo me, complementare a quella scientifica.
Le altre lingue menzionate da giuliofis sono interessanti, ma vengono meno di importanza rispetto alle altre 2. Questione di gusti...

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Re: Lettere o matematica?

Messaggioda giuliofis » 29/08/2015, 21:02

Avendo fatto Latino al liceo posso dire che la sua grammatica non mi ha aiutato in grammatica italiana, essendo le due grammatiche profondamente differenti.
Le civiltà moderne sono anch'esse differenti dalla attuale, ed anche se aiutano certamente, è altrettanto vero che in un confronto con la matematica purtroppo non vincono. Le altre lingue non vengono affatto meno di importanza, avendo anch'esse contribuito alla formazione delle lingue moderne.
giuliofis
 

Re: Lettere o matematica?

Messaggioda vict85 » 29/08/2015, 22:43

Il nocciolo della questione di Luca Lussardi è che lo studio degli scritti latini è il continuo rimaneggiamento di testi che sono lì da almeno 1500 anni (seppur le continue riscritture medioevali potrebbero aver cambiato qualche parola qua e là). Per certi versi non c'è nulla di veramente nuovo da scoprire, e anche se ci fosse sarebbe difficile da distinguere dalla mera opinione. Queste opinioni puoi fartele tranquillamente da solo leggendoti i testi per conto tuo. Un po' più difficile è fare comparazioni filologiche dei manoscritti medioevali, ma non sono sicuro che tu stia cercando questo tipo di ricerca.
La matematica, la fisica e le scienze in genere sono in continuo mutamento. In matematica sono state fatte più scoperte nello scorso secolo che in tutti i secoli precedenti messi insieme, compresi ovviamente i greci e i latini. Ci sono argomenti che attualmente si studiano in triennale, che i professori di matematica che andranno in pensione quest'anno non hanno mai studiato o che hanno visto come argomenti nuovi. La chimica, la biologia e la fisica non sono da meno. Studiarle e lavorarci è un'esperienza emozionante. Insomma hai a che fare con un mondo in continuo mutamento e sempre pronto a sorprenderti.

Detto questo l'uomo moderno richiede un numero sempre maggiore di conoscenze scientifiche per riuscire a fare scelte consapevoli e ponderate sul mondo che ci circonda. Queste conoscenze non possono certo venire dai greci o i latini, che questo tipo di problemi non li avevano. Non dico certo che la cultura umanistica, nella sua interezza, dovrebbe essere trascurata, ma che la cultura scientifica dovrebbe avere un peso molto maggiore di quello attuale.
Inoltro trovo che ci siano ambiti umanistici ben più emozionanti dello studio degli scritti latini; la linguistica per esempio. Ma anche la storia, la filosofia, la geografia, la filologia, l'antropologia culturale, la sociologia e le scienze politiche. Insomma devo ammettere che hai selezionato l'ambito umanistico che trovo meno interessante (e tutto sommato anche meno utile). Però non sono io a dover scegliere.

Come ho detto in precedenza, non ha senso farle entrambe. Devi scegliere tu in base alle tue preferenze personali, tieni conto che puoi sempre cambiare alla fine del primo anno. Sinceramente ti consiglio matematica, anche perché chi lo sa se tra 10 anni si studierà ancora latino al liceo.

Vorrei comunque farti notare che la lingua non è fissata nel tempo, ma che anzi è un “organismo” in continuo mutamento. Le regole grammaticali e lessicali dello scritto sono certamente più refrattarie al cambiamento, ma la grammatica italiana è certamente ben più della grammatica latina con qualche modifica.
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Re: Lettere o matematica?

Messaggioda giuliofis » 29/08/2015, 23:03

vict85 ha scritto:Il nocciolo della questione di Luca Lussardi è che lo studio degli scritti latini è il continuo rimaneggiamento di testi che sono lì da almeno 1500 anni (seppur le continue riscritture medioevali potrebbero aver cambiato qualche parola qua e là). Per certi versi non c'è nulla di veramente nuovo da scoprire, e anche se ci fosse sarebbe difficile da distinguere dalla mera opinione.

Questo è vero, però, se escludiamo a priori il ritrovamento di nuovi scritti ad oggi ignoti.
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