Spero che non ti risenta, se faccio prima una piccola correzione alla tua domanda : non si tratta della "componente di un evento ortogonale alla velocità relativa" che rimane invariata. Un evento non ha una componente ortogonale alla velocità relativa.
Si tratta delle
misure delle coordinate in direzione ortogonale alla direzione del moto relativo tra due sistemi, che rimangono invariate. Considera due sistemi di coordinate $S(xyz)$ ed $S'(x'y'z')$ in configurazione standard, cioè in moto relativo lungo gli assi sovrapposti $x = x'$ . I piani $yz$ e $y'z'$ rimangono paralleli durante il moto.
Prendi allora un'asta che a riposo abbia una data lunghezza, e mettila in quiete nel sistema $S'$ perpendicolarmente alla direzione del moto, quindi parallela ai piani trasversali detti. Il sistema $S'$ è in moto con velocità $v$ rispetto a $S$ .
Nel sistema di quiete $S'$ l'asta misura $H'$ . Se la misuri da $S$, e supponi che ci sia una riduzione della misura, dovresti avere che la misura fatta da $S$ vale :
$H = k H'$
ma ora la stessa asta mettila in quiete in $S$, e misurala da $S'$ . Per il principio di relatività dovresti avere che :
$H' = k H$
e il coefficiente k deve essere lo stesso , perché deve valere il principio detto: i due sistemi inerziali devono essere equivalenti.
Percio devi avere che : $H = k*k*H = k^2 H $ , da cui : $ k^2 = +- 1 $
Ma quando la velocità è uguale a zero, si ha sicuramente $k = + 1$ .
Perciò, per continuità, non può che essere $k= + 1$ a tutte le velocità .
Nei buoni testi di RR la dimostrazione è più accurata, ma sostanzialmente la stessa.
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Colgo l'occasione che mi hai dato, per fare una precisazione.
È stato citato da poco un libro : " La Relatività con le 4 operazioni" , che è molto vecchio, di
Clement Durrell. Tale libro è leggibile in rete, in inglese , il titolo è
"Readable Relativity" si trova facilmente. Se vuoi puoi leggere tutto il libro on line, ma puoi anche scaricarlo in pdf .
Nel 2 capitolo l'autore vuole far riflettere sul fatto che la natura può sembrare ingannevole, e farci sbagliare. Ma non è ingannevole!
E per fare ciò egli parla del mondo di una ragazza , "
Alice che si specchia in uno specchio convesso" ; Alice nota la sua immagine nello specchio convesso, che
noi sappiamo essere contratta trasversalmente (perché conosciamo le leggi dell'ottica) e man mano che si allontana l'immagine si contrae sempre di più. Questa è la pagina,
https://archive.org/stream/ReadableRela ... 1/mode/1upc'è anche un esercizio sullo specchio convesso alla fine del capitolo.
Però questa contrazione che Alice vede nello specchio, e che non può misurare perché pure il metro si contrae, è una proprietà della immagine riflessa, non è una contrazione della materia !
Questo però non ha niente a che vedere con la Relatività. Di Relatività l'autore parlerà ampiamente nei capitoli seguenti, introducendo l'esperimento di Michelson Morley e ….tutto quanto ne consegue, nella maniera più ortodossa possibile. E naturalmente dimostra che c'è la contrazione delle lunghezze nella direzione del moto, non in senso trasversale al moto. Questo termine "contrazione" è molto infelice, perché fa pensare alla materia che si schiaccia nel senso della lunghezza (questa era l'idea di Lorentz) . E invece è una proprietà dello spaziotempo, come la sua duale relativa al rallentamento degli orologi in moto. Sarebbe meglio parlare di "riduzione delle misure lungitudinali" , e però bisogna stare attenti , perché anche il metro che ci si porta dietro subisce la stessa riduzione : in effetti, tale riduzione la si misura
da un altro riferimento, cioè dal riferimento in cui l'asta è vista muoversi in direzione della sua lunghezza, non nel riferimento proprio dell'asta, nella quale essa è in quiete.
Testo nascosto, perché contrassegnato dall'autore come fuori tema. Fai click in quest'area per vederlo.
Ecco, ho desiderato chiarire questo, pacificamente e senza spirito polemico, alla persona che ha citato Durrell, se legge, alla quale chiedo ancora scusa di tutto.