Buonasera a tutti,
vorrei togliermi un dubbio sul funzionamento di un motore elettrico.
Su ogni motore elettrico, sono riportate due potenze: peak power, continuous power. Ho sotto mano i grafici di un motore EMRAX, si parla di circa 67 kW peak, 38 kW continuous.
Se non vado errato, ciò che accade quando si va a chiedere potenza al motore è che inizialmente viene data la potenza di peak, e si scende poi verso quella continuous, che sarebbe la potenza che può fornire il motore in regime stazionario, mantenendo cioè costante il numero dei giri.
Una prima domanda riguarda il tempo che si impiega, come ordine di grandezza, per scendere dalla potenza di picco a quella stazionaria.
In secondo luogo, a cosa è dovuto questo comportamento? A occhio e croce credo di essermi dato una risposta, ma non so quanto sia buona!
Quello a cui sono giunto è che la rotazione della bobina all'interno del campo magnetico genera una fem indotta, che come noto dalle leggi di Faraday e Lenz tende ad opporsi al cambiamento che la produce. In altre parole abbiamo una fem contraria a quella che alimenta, in corrente alternata, il motore elettrico. Il risultato è che il modulo della fem totale è più piccolo, lo sarà quindi anche la corrente, e conseguentemente la forza magnetica che si può trovare partendo da $dF=I dl x B$, avendo indicato con $I dl$ un elemento di corrente, $B$ il campo magnetico e con $x$ il prodotto vettore (sono tutti vettori, anche se manca il simbolo ).
Cala la forza, cala il momento meccanico, perciò cala la coppia, quindi cala la potenza.
Se così fosse, per passare dalla peak power alla continuous power si impiegherebbe un tempo molto basso.
Quello che mi stupisce, se la mia spiegazione è a grandi linee esatta, è quanto sia alta la differenza tra le due potenze!