È un fatto che gli studenti che preferiscono la matematica ad un’attività sportiva non siano un gruppo così numeroso. Ma se provassimo a concepire la matematica come uno sport per cui allenarsi ogni giorno e ottenere sempre risultati migliori, potrebbe verificarsi un’inversione di rotta? Sembra proprio di sì! A confermarlo è il successo che il metodo Kumon ha in tutto il mondo.

Vediamo insieme di cosa si tratta. Il metodo Kemon si basa sull’idea che per diventare bravi in matematica e acquisire velocità nel calcolo, basta un impegno quotidiano e individuale di 10 minuti.

Ogni giorno gli studenti che vogliono migliorare il loro rendimento in matematica dovrebbero quindi dedicare questo breve lasso di tempo ad esercizi specifici per le loro abilità e il loro livello di competenza, la cui difficoltà andrà a crescere parallelamente alla bravura del ragazzo.

Nato negli anni Cinquanta in Giappone, dove è diffuso e utilizzato per la formazione numerica dei bambini dai 4 anni in su, nel resto del mondo, in particolare nei paesi anglofoni, sembra aver coinvolto già 4 milioni di adepti entusiasti.

In Italia il metodo Kumon approderà per la prima volta a settembre 2015, a Milano, grazie all’educatrice specializzata, Luisa Baggi, formatasi a Londra.

Se state pensando a una classe di doposcuola multilivello, siete sulla strada sbagliata. Nessuna lezione collettiva, nessun gruppo determinato dall’età o dalla classe a cui appartengono gli studenti che parteciperanno. Il Kumon è un metodo di apprendimento di successo, proprio perché si basa su un percorso di formazione estremamente individuale, concepito a misura di ogni singolo studente. Ciò implica una forte crescita personale degli studenti, che non si sentiranno in competizione con altri coetanei, e che vedranno premiati i loro progressi, e non saranno “puniti” per demerito o per qualche intoppo nell’apprendimento.

I ragazzi, quindi, saranno impegnati 10 minuti al giorno nello svolgimento dei loro esercizi. Ai genitori spetterà il compito quotidiano di correggerli. Ogni mese, poi, l’educatrice valuterà il percorso fatto dagli studenti, decidendo se assegnarli un nuovo livello, o se approfondire meglio quello in cui già si trovano. Il Kumon è infatti organizzato su 23 livelli, dalle addizioni al calcolo fattoriale e statistico, durante il primo incontro con l’educatrice ad ogni bambino viene assegnato il livello di partenza.

I risultati ottenuti dal Kumon sembrano essere straordinari. Alla fine dei 23 livelli gli studenti sembrano aver acquisito maggior confidenza con i numeri, ottime doti di calcolo e problem solving e maggiore sicurezza individuale. Non saranno solo i buoni voti in matematica a far amare il metodo Kumon dalle famiglie!

 

Serena De Domenico

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