Mancano davvero pochi giorni alla prima prova scritta della maturità 2016 che si svolgerà il 22 giugno prossimo, come ormai tutti sanno… tutti, o quasi.

Sembra che alcuni candidati agli esami di quest’anno non abbiano le idee molto chiare su come si svolgerà la maturità, sulle prove che dovranno sostenere e soprattutto su quando dovranno sostenerle! I risultati di un sondaggio condotto sul web lascia un po’ spiazzati. Questa superficialità non può portare a nulla di buono…

Eppure solo l’87% degli intervistati non esita nel rispondere alla domanda “Quando iniziano gli esami di maturità?” Il restante 13% invece dichiara di non conoscere con certezza la data della prima prova, ammettendo di sapere solo che si svolgerà a metà giugno, oppure ne indica una completamente sbagliata. Il 3%, infine, dichiara di non avere nessun tipo d’informazione in merito alle date della maturità. Il rischio? Non solo di sbagliare data, ma di arrivare totalmente impreparati!

La totale noncuranza di alcuni studenti continua a dominare anche quando si parla dei punteggi che si possono ottenere ad ogni singola prova. Un maturando su 4 non sa quale voto corrisponda alla sufficienza nelle prove scritte e in quella orale. Circa il 63% dei maturandi intervistati non sa che non esiste un voto minimo per il colloquio, tuttavia per avere la sufficienza in questa prova bisogna ottenere un punteggio minimo di 20 punti. Addirittura, a pensare che la sufficienza alla prova orale sia fissata a 18, come quella di un esame universitario, è più di 1 studente di quinta su 2.  Le incertezze crescono quando si parla di tesina. Sapreste dirmi quanti punti vale? Forse no? Beh perché a differenza di quanto pensa l’87% degli intervistati, non è prevista una votazione specifica per la tesina durante l’esame orale.

E ancora 1 su 10 non sa che il tema storico è una delle possibili tracce tra cui poter scegliere, e sempre 1 su 10 circa non si aspetta di poter svolgere quello di attualità. Esiste persino un 7% di maturandi che quando si nominano le tipologie di prima prova non ha la più pallida idea di cosa si stia parlando. Ma davvero nessuno li ha preparati in merito?

Sicuramente questi dati dovrebbero essere analizzati dal Miur, che dovrebbe riflettere sulla necessità di formare gli studenti non per la maturità, ma anche sulla maturità.

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