_antoniobernardo
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Io ho inventato il metodo e l'apparato. Il Prof. Focardi ha avuto un ruolo fondamentale come consulente, in base ad un contratto ben definito. Mi ha dato un contributo importante in fase di sperimentazione, sia per quanto riguarda il metodo di ricerca, sia per i sistemi di sicurezza, grazie alla sua notevole esperienza, anche relativa alle reazioni Nickel-Idrogeno... Noi dobbiamo costruire impianti che mantengano le garanzie date in sede contrattuale.

I clienti dovranno rispettare le istruzioni anche ai fini della sicurezza. Premesso questo, i clienti con i loro impianti saranno liberi di fare tutte le prove che vorranno, fermi restando gli impegni contrattuali. È evidente, comunque, che per consentirci di rinunciare al segreto industriale occorre che il brevetto, attualmente pending, venga concesso. Se il brevetto non verrà concesso, per ovvi motivi manterremo il segreto industriale" da una Intervista ad Andrea Rossi dell'autunno 2011.

Su Wikipedia si trovano le seguenti informazioni: Andrea Rossi è un imprenditore/inventore milanese nato nel 1950. Si è laureato con Geymonat in filosofia della scienza nel 1973 discutendo una tesi sulla relatività di Einstein e sui collegamenti con la fenomenologia di Husserl. Si è poi laureato in ingegneria chimica negli Stati Uniti diventando un imprenditore del settore. Si è occupato del problema di come trarre combustibile dai rifiuti, ma all'inizio degli anni 90 è stato accusato per sversamento di sostanze tossiche e per frode fiscale; quindi fu imprigionato. Successivamente rilasciato e scagionato, Rossi emigrò negli Stati Uniti. I suoi impianti, per trarre combustibile dai rifiuti, non arrivarono comunque mai a generare l'energia attesa anche se, secondo Rossi, che pur ammette di aver commesso degli errori, questo è stato in gran parte dovuto al fatto che, a causa della carcerazione, gli fu impedito di gestire ed indirizzare le sue aziende (Petroldragon e Omar) di ricerca, sperimentazione e attuazione.

I nuclei atomici degli elementi elementari intermedi hanno una energia di legame inferiore a quella che hanno gli elementi con numero atomico alto o basso. Nella fissione nucleare (Fermi) si passa da elementi di numero atomico elevato (es. uranio) ad elementi con numero atomico più basso, liberando energia di legame. Nella fusione nucleare si passa da elementi a numero atomico basso (es. idrogeno) a elementi con numero atomico più alto (es. elio) liberando, anche qui, energia di legame.

La fusione nucleare delle stelle, e quella della bomba H, avviene fondendo nuclei di idrogeno e generando nuclei di elio. Questa reazione può avvenire solo impiegando alte energie ed alte temperature (vedi i progetti Iter e Ignitor). Alla fine degli anni 80 Flashman e Pons annunciarono di aver ottenuto una fusione fredda: cioè di aver ottenuto la fusione di atomi senza la necessità di fornire in ingresso alte energie ed alte temperature. Purtroppo la fusione fredda, benché molti fisici e chimici in laboratori di tutto il mondo provarono a replicarla, non dette mai in uscita quantità di energia utilizzabili.

Tra gli altri studiosi delle reazioni nucleari a bassa energia, comunemente chiamata fusione fredda, il professor Focardi, della università di Bologna, si dedicò a lungo alle reazioni Nickel-Idrogeno senza ottenere in uscita quantità di energia apprezzabili. Ma quando Andrea Rossi si rivolse a Focardi per ulteriori ricerche, sperimentazioni, misure, sistemi di sicurezza, le cose cambiarono. Lo Energy Catalyzer di Rossi era in grado di produrre quantità di energia molte volte superiore a quella immessa nel sistema: l'unica spiegazione plausibile era che fosse avvenuta una fusione fredda tra atomi di Nickel e Idrogeno per generare atomi di rame. Per essere certi di essere in presenza di fusione nucleare, e non di una banale reazione chimica, debbono essere osservati e misurati tre fenomeni: il primo, l'energia erogata dal sistema deve essere molte volte superiore a quella in ingresso (e deve poter essere mantenuta per lungo tempo); il secondo, deve comparire un nuovo elemento (nel caso il rame) non presente all'inizio del processo; il terzo, debbono, durante il processo, essere emessi dei raggi gamma. Nel caso dello E-Cat tutti e tre i fenomeni sono stati osservati e misurati. Per quanto riguarda le radiazioni emesse le emissioni di raggi gamma possono essere facilmente schermate con il piombo, mentre in tutti gli esperimenti non è stata osservata l'emissione di neutroni che sono di gran lunga più pericolosi dei raggi gamma.

Lo Energy Catalyzer (E-Cat) è uno apparecchio straordinario per la sua semplicità. Nel cuore del sistema l'idrogeno viene fatto incontrare con il nickel e alla presenza di un "catalizzatore" mantenuto segreto da Rossi, che attende un regolare brevetto dalle autorità competenti (al momento concesso in Italia ma non in Europa e negli Stati Uniti), si tramuta in rame sprigionando elevate quantità di energia termica. All'esterno del cuore dell'apparecchio protetto da una camicia metallica, un tubo in ingresso fa entrare acqua fredda ed un tubo in uscita produce acqua calda e/o vapore. Se si collegano più E-Cat in parallelo si produce più energia termica sempre alla stessa temperatura. Se si collegano più E-Cat in serie si produce la stessa energia termica ma ad una temperatura più elevata. Attualmente è disponibile una versione domestica (sembra che siano stati piazzati circa 10.000 ordinativi) dell'energy catalyzer che consente di scaldare acqua come farebbe un grosso scaldabagno elettrico. andrea.rossi.pngE' poi disponibile una piccola centrale termica, formata da vari apparecchi collegati tra loro e sistemati in un container, dimensionata per produrre sino ad 1 Mega Watt di potenza. Se lo E-Cat è in grado di generare vapore alla pressione e alla temperatura necessaria non dovrebbe esserci difficoltà per generare energia elettrica (Pare che Rossi stia lavorando con la tedesca Siemens a un sistema in grado di generare 45 Megawatt di energia termica o in alternativa a 19 Megawatt di energia elettrica), ma sicuramente si avrebbe un salto di qualità se si riuscisse a produrre direttamente energia elettrica senza consueto il passaggio turbine a vapore - alternatori.

La Leonardo Corporation azienda Usa, di cui Andrea Rossi è il CEO, intende porre sul mercato lo Energy Catalyzer ad un prezzo compreso tra 1000 e 1500 dollari per una potenza erogabile compresa tra i 10 e i 20 Kilo Watts che è la potenza necessaria a riscaldare e/o condizionare una abitazione di medie dimensioni. Il costo per il "carburante" utilizzato è stimato intorno ad 1/6 di quello mediamente necessario per i sistemi di riscaldamento e condizionamento attualmente in uso.

Il mantenimento e la crescita di tutte le organizzazioni umane sono sempre state accompagnate dal problema della disponibilità di energia (per produrre cibo, per i trasporti, per il riscaldamento per l'illuminazione, per l'industria, per i servizi e per l'informazione): dagli animali e gli schiavi al mulino ad acqua; dalle macchine a vapore al motore a scoppio, dalla energia elettrica al petrolio, dall'energia nucleare alle fonti rinnovabili. Oggi le fonti primarie possibili di energia sono sostanzialmente di tre tipi: fossile, nucleare, rinnovabili e tutte e tre debbono essere valutate dal punto di vista delle "tre e", energy, economy, environment (energia, economia, e ambiente). Le energie fossili (principalmente petrolio gas e carbone) sono quelle oggi più utilizzate, coprono infatti oltre lo 80% dei consumi mondiali. I combustibili fossili sono un riferimento per i prezzi, ma hanno il difetto di essere a termine (chi parla di 30 anni chi di 50, chi di 70) e di incrementare, a causa delle emissioni di CO2, il riscaldamento globale. L'energia nucleare (fissione) è disponibile in grande quantità. Nel mondo le riserve di uranio sono cospicue inoltre possono essere utilizzati altri combustibili come il torio, che secondo Rubbia ed altri scienziati sarebbero anche più sicure. Essa è competitiva da un punto di vista economico con le energie fossili e non contribuisce al global warming, ma ha il difetto (secondo alcuni) di essere insicura (Cernobyl, Fukushima) e di non aver risolto il problema di come custodire le scorie radioattive. Le energie rinnovabili non producono CO2 né scorie radioattive, ma sono contestate da un punto di vista ambientale (terreni sottratti alla agricoltura dai pannelli solari ed antiestetiche pale eoliche sulle colline) e, quello che è più importante, sono intermittenti (dipendono dalla presenza di vento e sole), sono di entità marginali (si confonde spesso la potenza installata con l'energia effettivamente erogata) e molto più costose dei combustibili fossili (esse, economicamente sopravvivono solo grazie ai generosi incentivi dei governi, che poi si rifanno in bolletta con i cittadini); si spera, che la ricerca scientifica e tecnologica porti i necessari e auspicabili miglioramenti nei prossimi anni.

Energy Catalyzer, se le ultime perplessità venissero dissipate, porterebbe per tutti (organizzazioni e famiglie) energia pulita e a buon mercato. La prudenza è sempre d'obbligo, ma non si capisce perché in Italia le principali testate giornalistiche non dedichino un piccolo trafiletto nelle pagine interne e perché le reti televisive nazionali (con eccezione di un Tg2 del 30 ottobre 2011 e una puntata di Voyager del 19 Marzo 2012) non citino, neanche dopo i risultati del calcio, le sperimentazioni in corso. Per la verità non si comprende neanche perché i grandi gruppi nazionali, potenzialmente interessati a far luce sugli eventi (ad esempio Eni, Enel, Enea e Fiat), abbiano sino ad ora mostrato interesse scarso o nullo per queste ricerche. Spiace constatare, ancora una volta, che solo su Internet, e principalmente da siti e comunità scientifiche estere, questi argomenti vengano seriamente e ampiamente considerati e dibattuti. Il numero di coloro che credono nel futuro delle reazioni nucleari a bassa energia (LENR: Low Energy Nuclear Reactions) è in continua crescita e già oggi comprende: politici statunitensi (tra cui il repubblicano Mitt Romney), membri del dipartimento dell'energia (DOE), gli scienziati della NASA, La Shell, professori delle maggiori università tra cui MIT, ricercatori coinvolti in programmi militari, scienziati indipendenti, premi Nobel e persino la Skeptics Society svedese. Secondo le ultime notizie le versioni commerciali dello E-Cat dovrebbero essere disponibili a partire dall'inverno 2012. Le fabbriche saranno situate negli Stati Uniti e in Svezia. Sarebbe auspicabile che, se si passerà alle versioni commerciali, anche in Italia vi sia un azienda in grado di produrre E-Cat. Non vorremo che il caso di un grande inventore/imprenditore italiano (Marconi) dovesse ripetersi, costringendo Andrea Rossi a lavorare solo all'estero.