_antoniobernardo
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La mia principale preoccupazione stava nel fatto che l'idea era così elementare, così semplice nella sua logica, che mi pareva difficile credere che nessun altro avesse pensato di metterla in pratica.

"La peculiarità dell'uomo, la caratteristica che segna la sua differenza e la sua superiorità sugli altri esseri viventi, […] consiste, penso, nella capacità di scambiare con i suoi simili pensieri, sensazioni, desideri, ideali, preoccupazioni ed anche lamentele! Ogni cosa progettata per facilitare e sviluppare questa capacità veramente superiore deve essere - oso affermare - salutata come il mezzo per il progresso dell'umanità e la via per potenziare la tipica peculiarità dell'uomo." Guglielmo Marconi (1874 -1937)

Nel 1902, mentre Guglielmo Marconi, in una conferenza stampa spiegava le sue ultime imprese, un giornalista gli pose la seguente domanda: "Perché formò la sua prima Compagnia in Inghilterra e non in Italia? ", Guglielmo Marconi attese un attimo e poi come suo solito rispose lentamente: "Le condizioni economiche dell'Italia sono buone, ma si ha dinanzi un largo passivo.

Somme ingenti vi furono e si sono spese, ad esempio, per la produzione dell'energia elettrica. Il governo italiano mi fu largo d'appoggi, ma soltanto in Inghilterra e in America ho potuto trovare i capitali necessari per l'inizio della mia impresa. Soltanto gli esperimenti sono costati cinque milioni. In Italia sarebbe stato impossibile trovare chi volesse arrischiare tale somma. Ora la Compagnia ha basi solide e vantaggi commerciali. Certamente il mio desiderio sarebbe stato di fondare la Compagnia in Italia, ma...".

“Nelle mie prime prove ho adoperato un comune oscillatore di Hertz e poi quello di Righi, come rivelatore, il coesore di Branly, in seguito rivelatosi poco stabile e sostituito da un nuovo coesore, un tubetto di vetro contenente limatura di nickel e argento. Con un tasto Morse inserito in uno dei circuiti del trasmettitore era possibile emettere attraverso lo spazio onde elettriche, brevi o lunghe, riproducendo esattamente i segnali telegrafici. Con tale apparecchio potei telegrafare alla distanza di circa mezzo miglio”

“Per quanto possa essere grande l'importanza della telegrafia senza fili per le navi e la navigazione, credo che essa sia destinata ad avere un'importanza per lo meno uguale come mezzo di comunicazione efficiente ed economico fra parti distanti del mondo. Per questa via si potrà forse un giorno trasmettere i messaggi a Paesi lontani con minimo consumo di energia e con una minima spesa” Discorso del 1909 in occasione dell'assegnazione del premio Nobel.

Ecco come Albert Einstein spiegava, con la consueta ironia, la telegrafia senza fili: "Vedete, il tradizionale telegrafo, funziona come un gatto molto, molto lungo. Voi tirate la coda a New York e la sua testa miagola a Los Angeles. Comprendete questo? La radio funziona nello stesso identico modo. Voi mandate un segnale da qui e loro lo ricevono laggiù. L'unica differenza è che nel caso della radio non c'è il gatto".

Sin da ragazzo Marconi era interessato alla ricerca e alla sperimentazione ed il primo successo lo ebbe quando mostrò a sua madre, una signora irlandese che non mancò mai d'incoraggiare il figlio, come era in grado di far suonare un campanello a distanza senza ricorrere ad alcun filo. Un passo successivo fu quello di mostrare che le onde radio non vengono fermate dagli ostacoli fisici: Marconi riuscì a far suonare il campanello posto rispetto a lui dall'altro versante di una collina.

Dopo molti altri esperimenti e successi Marconi si impose all'attenzione mondiale quando riuscì a dimostrare che le onde hertziane, grazie alla riflessione della ionosfera, non sono fermate nemmeno dalla curvatura terrestre: dalle coste inglesi della Cornovaglia trasmise più volte tre punti (nell'alfabeto Morse la lettera S) che furono ricevuti dall'altro lato dell' Atlantico nelle coste canadesi di Terranova. L'apoteosi venne quando, ormai celebre, Marconi dal suo Yacht Elettra trasformato in laboratorio (la marina inglese era stata tra i primi sponsor di Marconi) riuscì a far accendere a Sidney in Australia le luci della esposizione universale.

Oggi i nostri politici fanno a gara per celebrare Marconi e la cosa stride parecchio in quanto oggi, come allora, la ricerca scientifica italiana è assai trascurata. marconi.pngA fronte dei continui tagli alla ricerca che fanno fuggire all'estero i nostri migliori ricercatori e scienziati, oggi come allora sono sempre di più i giovani che scappano all'estero per lavorare. Uno stillicidio, dal momento che prima lo stato investe tanto per prepararli e poi non riesce a dare una adeguata collocazione.

Più o meno 100 anni fa durante la guida del ministero delle Poste e Telegrafi il politico Pietro Lacava ricevette una lettera da Guglielmo Marconi in persona il quale illustrò l'invenzione del telegrafo senza fili chiedendo finanziamenti. La lettera non solo non ottenne risposta ma venne liquidata dal ministro con la scritta «alla Longara», intendendo il manicomio posto in via della Lungara a Roma. Per il ministro erano farneticazioni di un pazzo. Marconi, non avendo ottenuto risposta, andò in Inghilterra dove, presentato il suo lavoro, ottenne il brevetto e i necessari finanziamenti anche grazie all'interesse del Post Office britannico. Nel 1897 fondò a Londra la Marconi's Wireless Telegraph Company, Ltd. che negli anni, seguenti assieme all'omonima società fondata negli USA, sviluppò prodotti e sistemi elettronici per le telecomunicazioni a partire dalle valvole termoioniche sviluppate da Fleming nel 1904 e poi televisione, radar, avionica. Le società fondate da Marconi contribuirono alla formazione della BBC in Inghilterra della Rca negli Stati Uniti dell'EIAR (Poi Rai in Italia) e della radio vaticana.

Le onde hertziane erano ben note ai fisici alla fine dell'800, ma solo Marconi intuì la possibilità di usarle per trasmettere messaggi da un capo all'altro della Terra, scavalcando montagne e oceani.

Nel 1900 Marconi riesce a risolvere il problema della sintonia, quindi a trasmettere più messaggi contemporaneamente su frequenze diverse. La radio è finalmente una tecnologia utilizzabile. Ha così creato un nuovo mercato, ma soprattutto una nuova risorsa che nessuno avrebbe mai immaginato: lo spettro radioelettrico.

Nella storia della scienza non sono molte le figure di studiosi che, dopo aver realizzato la propria invenzione, ne abbiano condotto i successivi sviluppi e le applicazioni pratiche, come ha fatto Marconi viaggiando instancabilmente da un paese all'altro. Alla sua figura di grande scienziato e abile imprenditore va associata quella di manager della scienza. Nel corso della sua lunga presidenza, dal 1927 al 1937, Marconi ha fatto del Cnr dell'epoca uno strumento moderno, capace di coniugare ricerca e applicazioni, innovazione e mondo delle imprese.

Nel 1922 Guglielmo Marconi avanzò l'idea di un radiotelemetro per localizzare a distanza mezzi mobili e nel 1933 in un incontro riservato ne propose la realizzazione a un gruppo di militari italiani tra i quali il colonnello dell'esercito Luigi Sacco; quest'ultimo, convinto della validità e dell'importanza dell'idea, la affidò all'ing. Ugo Tiberio, un giovane e brillante ufficiale delle armi navali, che negli anni seguenti portò avanti le ricerche e realizzò diversi prototipi, ma non ottenne le risorse e i fondi necessari per arrivare a un sistema radar operativo; i vertici della Marina italiana non credettero fino in fondo al progetto di Tiberio e solo dopo la disfatta di capo Matapan, dovuta anche all'uso del radar da parte degli inglesi, la ricerca sul radiotelemetro ebbe finalmente i fondi necessari per realizzare i primi sistemi radar italiani denominati GUFO e FOLAGA. Forse senza l'improvvisa scomparsa di Marconi i fondi necessari al progetto di Tiberio sarebbero arrivati prima e la Marina italiana avrebbe avuto il radar in tempo per scontrarsi ad armi pari con quella inglese.

Nella seconda metà degli anni 30 a Roma si parlò molto di un fatto avvenuto sulla via Cristoforo Colombo: tutte le auto erano rimaste bloccate per 20 minuti. Si diceva che Marconi stesse studiando un raggio (poi ribattezzato raggio della morte) in grado di fermare a distanza qualunque tipo di motore e quindi anche quello degli aerei. L'improvvisa morte dello scienziato non permise mai di accertare la reale consistenza degli eventi. Mussolini lasciò intendere che Marconi stava studiando sistemi che avrebbero potuto portare alla costruzione di armi micidiali, ma che per una promessa fatta a Pio XI non avrebbe più portato a termine le ricerche.