_antoniobernardo
(90 punti)
11' di lettura
Conoscendo lo scopo di una macchina, si tratta di capire in che modo i suoi vari pezzi servono a realizzare quello scopo.

"Gli obiettivi inscritti nell'Homo Sapiens, questa specie sociale esperta nel problem solving, non consistono solo nel nutrimento, nella lotta o nella fuga e nella sessualità. In cima alla lista c'è il capire l'ambiente ed assicurarsi la cooperazione altrui... Deve impegnare il suo corpo su un obiettivo per volta e gli obiettivi vanno messi in corrispondenza con i momenti migliori per raggiungerli.

L'Ecclesiaste dice che: per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo: un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per amare e un tempo per odiare".

"... la mente è un sistema di organi di computazione designato per selezione naturale a risolvere i problemi posti ai nostri antenati dalla loro condizione di cacciatori e raccoglitori, in particolare come capire e sfruttare oggetti, animali, piante e altre persone. ... La mente è organizzata in moduli ... I vari problemi dei nostri antenati erano sottocompiti di un unico grande problema dei loro geni: massimizzare il numero di copie capaci di giungere alla generazione successiva" (vedi Dawkins).

"In questa ottica la psicologia è ingegneria inversa. Nell'ingegneria normale si costruisce una macchina per un certo scopo; nell'ingegneria inversa si cerca di capire perchè una macchina è stata costruita. Ingegneria inversa è quella che fanno segretamente gli scienziati della Sony quando la Panasonic annuncia un nuovo prodotto, o viceversa: lo comprano, lo portano in laboratorio, prendono un cacciavite è cercano di capire a che serve ognuno dei suoi elementi e come sono stati messi insieme per farlo funzionare. Tutti noi facciamo ingegneria inversa quando ci troviamo di fronte a un nuovo interessante aggeggio. ... Nel XVII secolo William Harvey (e fu lui ad aver ragione, nella celebre disputa avuta con Cartesio sulla circolazione del sangue) scoprì che le vene sono munite di valvole, e ne dedusse che dovevano servire a far circolare il sangue.

Da allora siamo giunti a intendere il corpo come una macchina di mirabile complessità, un assemblaggio di puntoni, cavi, molle, pulegge, leve, giunti, perni, incassature, serbatoi, tubi, valvole, guaine, pompe, scambiatori, filtri...

La legittimazione dell'ingegneria inversa degli esseri viventi viene, è naturale, da Charles Darwin. Fu lui ad indicare come 'organi di estrema perfezione e complessità, che giustamente suscitano la nostra ammirazione' provengano non dalla preveggenza di Dio, ma dall'evoluzione di replicatori lungo immensi periodi di tempo. Mentre i replicatori replicano, si verificano a volte casuali errori di copiatura e quelle modifiche, cui accade spesso di accrescere il tasso di sopravvivenza e riproduzione del replicatore, tendono ad accumularsi lungo le generazioni ... Darwin ha insistito sul fatto che la sua teoria non avrebbe spiegato soltanto la complessità delle specie animali ma anche le loro menti".

"L'ingegneria inversa è possibile solo se si ha una qualche idea dello scopo per il quale il congegno è stato progettato. Non si capisce lo snocciolaolive finché non si capisce che è stato progettato per snocciolare le olive, non per fare da fermacarte o per esercitare il polso. Gli scopi del progettista vanno cercati per ogni parte di un congegno complesso e per il congegno nel suo insieme. Le automobili hanno una componente, il carburatore, progettata per miscelare aria e benzina, e miscelare aria e benzina è un sottoscopo dello scopo ultimo, far viaggiare la gente". Steven Pinker (1954). Come funziona la mente.

Di seguito alcuni punti centrali sul funzionamento della mente umana secondo Pinker:
1) Il mondo mentale può essere radicato nel mondo fisico tramite i concetti di "informazione, computazione e feedback".
2) La "tabula rasa" non spiega l'apprendimento, mentre è necessario spiegare come la mente riconosca e associ segni e rifletta su di essi.
3) "La mente è un sistema complesso composto da molte parti interagenti".
4) Le neuroscienze cognitive hanno mostrato che il cervello non è una tabula rasa: «l'anatomia globale del cervello è in gran parte modellata dai geni nel normale sviluppo prenatale».
5) La genetica del comportamento, con esperimenti su gemelli monozigotici (cresciuti insieme o separatamente) e «gemelli virtuali» (cioè bambini adottati ma cresciuti insieme nello stesso ambiente), ha mostrato come differenze mentali e comportamentali possano derivare da differenze genetiche.
6) La psicologia evoluzionistica, che spiega come la mente non sia affatto una tabula rasa, ma sia invece il frutto di competizione darwiniana, esclude la possibilità di una mente totalmente «malleabile» dall'ambiente e dagli attori che vi operano. steven.pinker.png
7) In relazione alla filosofia del "buon selvaggio", Pinker dimostra che «aveva ragione Hobbes e torto Rousseau» sul pacifismo dei selvaggi: vari studi mostrano infatti che le società prestatuali presentano un tasso di violenza, aggressività e bellicosità di gran lunga superiore a quello degli stati europei e americani.

Smontare apparecchi, capire il funzionamento di organi, individuare le motivazioni dei comportamenti, decrittare messaggi cifrati sono certamente modi per fare ingegneria inversa e per risolvere problemi di comprensione del funzionamento di sistemi più o meno complessi, ma per qualcuno gli entusiasmi debbono essere quantomeno moderati.

In una sua recensione del volume di Pinker Diego Marconi scrive: 'Il libro 'Come funziona la mente' spiega tra l'altro: la formazione dell'occhio, l'autismo, il ragionamento, gli errori cognitivi e la genialità, la paura dei ragni e la nostra riluttanza a mangiare cavallette, l'amore romantico, perchè agli uomini piacciono le donne belle e alle donne gli uomini ricchi e potenti, la differenza tra la gelosia maschile e quella femminile, il gusto per il paesaggio e l'amore per i fiori, le arti visive, la letteratura, la musica e l'umorismo... Il modo in cui Pinker consegue questi risultati mirabolanti è piuttosto semplice. Si assume che un organismo vivente sia essenzialmente una macchina per la propagazione dei propri geni. Data questa premessa, spiegare una caratteristica che risulta prevalente in una popolazione (per esempio nella nostra specie, gli esseri umani) è mostrare in che modo quella caratteristica serve allo scopo della propagazione dei geni.

E' il metodo detto della ingegneria inversa: conoscendo lo scopo di una macchina, si tratta di capire in che modo i suoi vari pezzi servono a realizzare quello scopo. Questo meccanismo esplicativo è applicato sistematicamente da Pinker, spesso facendo uso di un'ammirevole inventiva personale, altre volte riferendo ipotesi altrui. In particolare se Chomsky era l'eroe dell'istinto del linguaggio, qui gli eroi sono l'antropologo John Tooby e la psicologa Leda Cosmides, che hanno rinverdito i fasti della sociobiologia sotto il nome di psicologia evoluzionistica, Pinker si sforza di prendere le distanze dalla sociobiologia a cui rimprovera un certo semplicismo, ma le differenze non paiono così significative.

Il fatto è che la sociobiologia era arrivata troppo presto, in tempi ancora di relativismo culturale, ed era stata travolta da accuse (spesso eccessive) di razzismo, sciovinismo maschilista, giustificazione della guerra e chi più ne ha più ne metta. Ora l'aria è cambiata: il relativismo culturale, che vedeva anche nel pancreas un "oggetto culturale" e un "prodotto storico", è in netto regresso ed è probabile che le idee di Pinker, Dawkins, Dennet e di molti altri trovino oggi un'accoglienza migliore'.

In "Come funziona la mente" esistono anche aspetti interessanti che facilitano la comprensione di problematiche e pregiudizi della società contemporanea; anzitutto, Pinker sottolinea con molta fermezza che "naturale" non implica "necessario" ne "buono": che un comportamento possa essere ritenuto naturale, ovvero che gli venga riconosciuta una base genetica non vuol dire che non possa, ed eventualmente non debba essere contrastato dalla società e dalla cultura. Un altro aspetto è una chiara presa di posizione basata sulla analisi di gemelli monozigoti cresciuti insieme o separatamente che porta Pinker a concludere: "...La più grossa influenza che i genitori esercitano sui figli è al momento del concepimento". Il che dovrebbe contribuire a ridurre i sensi di colpa dei genitori, e anche a limitare in modo salutare il loro senso di onnipotenza nei confronti dei figli.

La filosofia dominante del Politically Correct spesso impedisce, nonostante le sue buone intenzioni, di comprendere e valorizzare al massimo le differenze di genere, di etnia e, più in generale le differenze culturali. L'enfasi sul riconoscimento delle 'pari opportunità ' si riduce spesso ad una assegnazione, calibrata in percentuali prefissate di ruoli decisionali che, pur in sè auspicabile, finisce per neutralizzare e appiattire il potenziale innovativo delle culture differenti, esse rappresentano invece nella risoluzione di molti problemi, uno strumento di straordinaria efficacia.

Oltre ad aver avuto per collaboratori donne e persone di diversi paesi, ho anche avuto la fortuna di lavorare alla dipendenza (abbastanza raro per gli ingegneri della mia generazione) di project manager donne e di contract manager indiani constatando dal vivo la innovatività (rispetto ai miei standard culturali) estremamente produttiva dei loro approcci ai problemi, alle ricerche di soluzioni e alla presa di decisioni.