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Sintesi

Laurea specialistica in matematica

Lo studio del gruppo delle trecce e delle sue applicazioni inizia negli anni venti del Novecento, a opera di Emil Artin. Il gruppo delle trecce Bn, presentato in termini di n generatori e opportune relazioni, è un gruppo non abeliano di ordine infinito e pertanto lo studio delle sue rappresentazioni richiede l'impiego di tecniche più sofisticate di quelle utilizzate per i gruppi finiti. Il presente lavoro riguarda proprio l'analisi comparativa di diverse rappresentazioni di Bn e il loro utilizzo per costruire invarianti polinomiali dei nodi. Il gruppo delle trecce compare infatti in modo naturale nella teoria matematica dei nodi, in quanto ogni nodo immerso nello spazio t ridimensionale può essere ottenuto come chiusura di una treccia aperta - rappresentata geometricamente come una collezione di n stringhe intrecciate, i cui estremi superiori e inferiori sono fissati su due dischi paralleli (teorema di Alexander).

Il problema di maggior interesse, rimasto irrisolto per molti decenni, riguarda la linearità  dei gruppi delle trecce, vale a dire la ricerca di una rappresentazione fedele di Bn in un gruppo di matrici su un anello commutativo. Nel 1935 Werner Burau introdusse una rappresentazione (n-1)-dimensionale lineare non banale, che per lungo tempo fu considerata un buon candidato per una rappresentazione fedele (si mostra infatti che questa rappresentazione è fedele per n <= 3). Solo alla fine degli anni Novanta è stato realizzato che la rappresentazione di Burau non è fedele per n >= 5 (lasciando aperto l'unico caso n = 4).

Ruth Lawrence nel 1990 ha introdotto una rappresentazione del gruppo delle trecce, dipendente da due variabili, che nel 2000 Daan Krammer ha dimostra-to essere fedele per n = 4 (in realtà  la costruzione di Krammer è di tipo algebrico, mentre quella della Lawrence è di tipo topologico). Nel 2001 Stephen Bigelow è riuscito a provare, attraverso una nuova costruzione di natura topologica, che la rappresentazione di Lawrence-Krammer è fedele per ogni n e, quindi, il gruppo delle trecce risulta essere lineare. Il problema a lungo rimasto aperto ha trovato cos'ı una soluzione definitiva.

Questa tesi si ispira al contributo fondamentale di Stephen Bigelow ed è finalizzata a chiarire i legami tra le costruzioni algebrica e topologica della rappresentazione di Lawrence-Krammer e a mettere in luce aspetti relativi alla costruzione di invarianti polinomiali dei nodi.

Dopo aver introdotto la definizione di gruppo delle trecce, le sue relazioni con il mapping class group e con il gruppo libero su n generatori, nel secondo capitolo viene richiamata la rappresentazione di Burau nonché i risultati sulla sua non fedeltà .

Nel terzo capitolo si analizzano in modo critico i risultati riguardanti la rappresentazione di Lawrence-Krammer. In particolare nel paragrafo 3.6 viene presentato uno schema generale in cui si inseriscono le rappresentazioni di Burau e Lawrence-Krammer; tale schema si basa sul fatto che il gruppo delle trecce Bn agisce fedelmente come gruppo degli automorfismi del gruppo libero su uno stesso numero di generatori.

Nel capitolo 4, sulle algebre di Hecke, viene riconosciuto come la rappresentazione di Burau sia in relatà  una rappresentazione del gruppo delle trecce in un'opportuna algebra di Hecke. Sull'algebra si introduce una funzione traccia che, nel caso della rappresentazione di Burau, risulta corrispondere all'invariante di Alexander per i nodi.

Nel capitolo 5, l'algebra di Birman-Murakami-Wenzl (BMW) è dapprima considerata relativamente al suo legame con l'algebra di Hecke: si costruisce infatti una decomposizione di tale algebra, che contiene una sottoalgebra isomorfa all'algebra di Hecke. Nella seconda parte del capitolo si mostra, riprendendo i lavori di Matthew Zinno, che la rappresentazione regolare dell'algebra BMW è irriducibile e coincide con la rappresentazione di Lawrence-Krammer del gruppo delle trecce, discussa nel terzo capitolo.

Nel capitolo finale si forniscono i minimi prerequisiti per comprendere il legame tra trecce e nodi (collezione di curve chiuse e semplici nel 3-spazio). Le costruzioni algebriche delle tracce sulle algebre di Hecke e BMW, esaminate nei capitoli precedenti, vengono esplicitamente legate al polinomio HOMFLY (traccia sull'algebra di Hecke) e al polinomio di Kauffman (ricavato dalla funzione traccia sull'algebra BMW). Entrambi questi polinomi dipendono da due variabili e si riferiscono rispettivamente a nodi orientati e non orientati. Viene proposta un'analisi originale delle relazioni tra questi due tipi di invarianti, mettendo in luce il ruolo della rappresentazione di Lawrence-Krammer, non sufficientemente chiarito in letteratura.

La tesi è corredata di un'appendice con richiami sulla teoria delle rappresentazioni del gruppo simmetrico, la cui algebra di gruppo è il punto di partenza per le costruzioni delle rappresentazioni del gruppo delle trecce nelle algebre di Hecke.

In questo lavoro non vengono affrontate le numerose applicazioni della teoria delle rappresentazioni del gruppo delle trecce, che in realtà  sono estremamente importanti in Fisica teorica ed in particolare nella teoria quantistica dei campi. Rappresentazioni unitarie del gruppo delle trecce compaiono infatti nelle teorie di campo conforme bidimensionale (holonomy representations e rappresentazioni basate sulla matrice R) e nella teoria di campo topologica tridimensionale del tipo Chern-Simons1. In tali teorie, il polinomio HOMFLY, valutato per opportuni valori delle variabili, risulta essere la più generale osservabile fisica, ottenuta come valore di aspettazione quantistico di operatori chiamati "Wilson loops".

Si osservi infine che problemi algoritmici legati al gruppo delle trecce (problema della parola, problema della coniugazione) sono ingredienti fondamentali di sistemi crittografici, come ad esempio il BCKE (Braid Group Commutator Key Exchange); si stanno attualmente analizzando protocolli che utilizzano le matrici della rappresentazione di Lawrence-Krammer.

Estratto del documento

1.3 Mapping class group 13

1.3 Mapping class group

Una ulteriore definizione del gruppo delle trecce, l’ultima che viene trat-

tata, può essere introdotta a partire dal mapping class group di un disco

puntato D . Questa definizione risulta molto utile, soprattutto nello studio

n

della rappresentazine di Lawrence-Krammer, che sarà trattata nel capitolo

3. 2

Sia Σ una superficie connessa, compatta e orientabile , dotata di un contorno

∂Σ e sia P un insieme finito di punti (punture), scelti all’interno della super-

H(Σ, →

ficie. Si definisce P ) come il gruppo degli omeomorfismi h : Σ Σ che

preservano l’orientazione, in modo che ciascun h sia l’identità sul contorno

I(Σ, H(Σ,

di Σ e h(P ) = P . Sia P ) il sottogruppo di P ), costituito dagli

omeomorfismi isotopi all’identità relativamente a ∂Σ P .

M(Σ, H(Σ,

Definizione 1.7. Il mapping class group P ) è il gruppo P )/I(Σ, P ).

{p }

Scelti un disco D e P = , p , ...p un insieme di punti al suo interno,

1 2 n M(D,

il gruppo delle trecce B è il mapping class group P ).

n

Si mostra ora, senza dettagli, che la costruzione geometrica di Artin - espos-

ta nella sezione 1.2 - e quella con il mapping class danno luogo al medesimo

gruppo. H(D, M(D,

Se h P ) è un rappresentante di un elemento in P ), esiste

un’isotopia h : D D, per cui h è la mappa identica e h = h. La treccia

t 0 1 ∀t ∈

geometrica che corrisponde ad h è l’insieme dei punti (h (p), t), I e

t

p P . ×

Viceversa, sia σ una treccia geometrica che sta in (D\∂D) I; σ descrive

un’isotopia h : D D, relativa a ∂D, dalla mappa identità h alla map-

t 0

pa h , che soddisfa l’uguaglianza h (P ) = P . La mappa h rappresenta

1 1 1

M(D,

l’elemento di P ), che corrisponde alla treccia geometrica σ.

2 k

Una superficie Σ regolare di classe C si dice orientabile se esiste un campo di versori

k

di classe C , normali su Σ.

1.4 Generatori e relazioni fondamentali 14

Figura 1.2: Generatori di Artin di B

n

1.4 Generatori e relazioni fondamentali

Artin dimostrò che B è generato dalle trecce elementari σ , σ , ...σ ,

n 1 2 n−1

dove gli elementi σ scambiano i punti p e p , mediante una rotazione di π

i i i+1 −1

in senso orario. A ciascun σ è associato un elemento inverso (σ ) , tale che

i i

−1 −1

(σ ) σ = σ (σ ) = e (la treccia banale su due stringhe).

i i i i

Teorema 1.4.1 (Artin). Il gruppo delle trecce B è generato dagli elementi

n

e, σ , σ , ...σ e dalle relazioni

1 2 n−1 |i − ≥

σ σ = σ σ , j| 2 (1.1)

i j j i ≤ ≤ −

σ σ σ = σ σ σ , 1 i n 2 (1.2)

i i+1 i i+1 i i+1

dette relazioni delle trecce.

I generatori di Artin σ - mostrati in Figura 1.2 - e le relazioni cui sod-

i

disfano sono sufficienti per definire completamente il gruppo B . La presen-

n

tazione di Artin mediante tali generatori standard sarà più volte utilizzata

nel seguito.

Solo recentemente sono stati trovati da Birman, Ko e Lee [10] nuovi ge-

neratori per B , definiti nel modo seguente.

n −1 −1 ≤ ≤

Sia σ = (σ ...σ )σ (σ ...σ ), con 1 s < t n. Si pone, per

s,t t−1 s+1 s s+1 t−1

1.4 Generatori e relazioni fondamentali 15

Figura 1.3: Generatori σ di B

2 4

definizione, σ = σ e si ha, come immediata conseguenza, che B è

s,t t,s n

{σ ≤ ≤

generato da , 1 s < t n}, con le relazioni:

s,t − − − −

σ σ = σ σ , se (t r)(t q)(s r)(s q) > 0

s,t q,r q,r s,t ≤ ≤

σ σ = σ σ = σ σ , se 1 r < s < t n.

s,t r,s r,t s,t r,s r,t

Si esamina, ora, il legame tra i generatori standard e gli elementi del mapping

class group a essi associati.

{1, ×{0,

Siano assegnati P = 2, ...n} e la treccia geometrica con estremi P 1},

corrispondente al generatore σ . Sia D il disco del piano complesso, conte-

i M(D,

nente P ; allora si può definire l’elemento di P ), associato a σ e rap-

i

H(D,

presentato da una mappa h P ), che scambia due punture i e i + 1 di

mezzo giro in senso antiorario.

Ad esempio, la Figura 1.3 mostra dei rappresentanti di una treccia geo-

metrica e l’elemento del mapping class group corrispondente a σ B . La

2 4

×

treccia è disegnata attraverso la propria proiezione su I. L’elemento di

R

M(D, P ) viene indicato dall’immagine dell’asse reale, sotto l’azione di una

H(D,

funzione di P ).

1.5 Gruppo delle trecce B e gruppo libero su n generatori 16

n

Figura 1.4: D e i generatori di π (D , d )

n 1 n 0

1.5 Gruppo delle trecce B e gruppo libero

n

su n generatori

Si consideri il solito disco puntato D = D\P e un punto base d sulla

n 0

hx i,

frontiera di D . Indicato con F = , x , ...x il gruppo libero su n gene-

n n 1 2 n

3

ratori , il gruppo fondamentale π (D , d ) è isomorfo a F . I generatori x

1 n 0 n i

sono realizzati geometricamente come lacci con origine in d che si avvolgono

0

intorno alle punture p (Figura 1.4).

i

Sia φ : D D un omeomorfismo che mantiene fisso il bordo di D e

n n n

che induce un automorfismo φ del gruppo fondamentale π (D , d ) F .

=

1 n 0 n

Denotato con M il sottogruppo di Aut(F ) che contiene gli automorfismi

n n

φ , si dimostra che esiste un isomorfismo tra M e B .

n n

L’omeomorfismo φ si può univocamente estendere a un omeomorfismo φ :

D D, che permuta gli elementi di P . Tale mappa è isotopa all’elemento

× →

identico 1 di D e tale isotopia F : D I D mantiene fisso ∂D .

D N

Per ogni t in I, F (x, t) è un omeomorfismo di D in se stesso, tale che

× → ×

F (x, 0) = 1 ed F (x, 1) = φ. Posto F : D I D I, tale che

D ×

F (x, t) = (F (x, t), t), l’immagine di P I sotto F è una treccia geometrica;

questo fatto garantisce l’esistenza di una mappa ben definita Aut(F ) B .

n n

3 Si ricordi che il gruppo libero su n generatori non possiede, per definizione, relazioni

che legano tra loro i generatori.

1.5 Gruppo delle trecce B e gruppo libero su n generatori 17

n

Figura 1.5: Il Dehn half twist

Questa applicazione viene data anche nella direzione opposta, mediante il

Dehn half twist (Figura 1.5).

Sia ξ una curva semplice e chiusa intorno alle punture p e p . Si identi-

i i+1 14 1 }

D = D\{−

fica la regione, delimitata da ξ, con il disco punteggiato , e

4

1 1

{z ∈ ≤ |z| ≤ × −

A = D : 1} con S D. Il Dehn half twist τ è l’identità

i

2 −πit π

1

∈ ×

D; τ trasforma (s, t) S I in (e s, t). τ è una rotazione di

fuori da i i 2

12

{z ∈ |z| ≤ }.

su D :

Valgono, inoltre, le seguenti relazioni:

−1

τ x = x x x

i i i i+1 i

τ x = x

i i+1 i 6

τ x = x , se j = i, i + 1.

i j j

Quindi: ≤ ≤ −

τ τ τ = τ τ τ , se 1 i (n 1)

i i+1 i i+1 i i+1

|i − ≥

τ τ = τ τ , se j| 2.

i j j i

Gli elementi τ soddisfano, dunque, le relazioni delle trecce. L’omomorfismo

i

B Aut(F ), si realizza quindi attraverso la corrispondenza

n n 7→

α τ . (1.3)

i i

→ →

Gli omomorfismi Aut(F ) B e B Aut(F ) sono tra loro inversi.

n n n n

Si tornerà nel capitolo 3, su questa interpretazione, che permetterà di indi-

viduare una rappresentazione fedele del gruppo delle trecce.

Il seguente risultato ricopre un ruolo importante nello studio del legame

1.5 Gruppo delle trecce B e gruppo libero su n generatori 18

n

tra trecce e nodi (in proposito si veda il capitolo 6): ∈ ⊆

Teorema 1.5.1. Sia β un automorfismo di F , allora β B Aut(F ) se

n n n

e solo se valgono le relazioni: −1 ≤ ≤

βx = w x w 1 i n, (1.4)

i i µ i

i

β(x x ...x ) = x x ...x , (1.5)

1 2 n 1 2 n ∈

dove (µ , µ , ...µ ) è una permutazione di (1, 2, ...n) e w F .

1 2 n i n

Capitolo 2

La rappresentazione di Burau

La rappresentazione di Burau è storicamente la prima a essere stata in-

trodotta ed è legata al polinomio di Alexander e alle algebre di Hecke (trattate

nel quarto capitolo).

Dopo aver definito la cosiddetta rappresentazione ridotta, ci si concentrerà

sulla forma matriciale e sulla forma non ridotta della rappresentazione, per

poi dimostrare i risultati sulla non fedeltà. La rappresentazione di Burau fu

ritenuta per molto tempo fedele almeno per n 3 e quindi un buon candida-

to come rappresentazione fedele e lineare di B , per ogni n. Nel 1991 John

n ≥

Moody [21] ha dimostrato la non fedeltà per n 9 e, successivamente, si

scoprı̀ la non fedeltà per n 6. A Bigelow [1] si deve la dimostrazione della

non fedeltà per n 5. Rimane attualmente aperto il problema per il caso

n = 4.

2.1 Forma ridotta

{z ∈ |z| ≤

Sia D = : 1} il disco unitario del piano complesso. Siano

C

{p }

P = , p , ...p un insieme di n punture in D e D = D\P . Se d è

1 2 n n 1

un punto base sul bordo di D, π (D , d ) è generato da ψ , ψ , ...ψ , con ψ

1 n 1 1 2 n i

curva chiusa semplice, con punto base d che si avvolge in senso antiorario,

1 →

intorno all’i-esima puntura. L’omeomorfismo Φ : π (D , d ) è tale per

Z

1 n 1

19

2.1 Forma ridotta 20

cui Φ(ψ ) = q, i = 1, 2, ...n e permette di individuare un intero q associato a

i

ogni cammino ψ , detto numero di avvolgimento totale, che conta il numero

i

di volte in cui ψ si avvolge intorno alle punture.

i

Sia D̃ lo spazio di ricoprimento, che ha per gruppo fondamentale il nucleo

n ˜

di Φ. Scelto un sollevamento d di d a D̃ , il gruppo di trasformazioni di

1 1 n

hqi

ricoprimento su D̃ è = Z.

n −1

1

Sia Λ l’anello di gruppo q ]; il gruppo di omologia H (

D̃ ) può essere

Z[q, 1 n

considerato come un Λ-modulo, in cui q agisce mediante le trasformazioni di

ricoprimento. H(D,

∈ ∈

Scelto un σ P ) rappresentante della classe [σ] B , esso può essere

n

utilizzato come omeomorfismo di D in se stesso. Se σ̃ è un sollevamento di

n ˜ ∗

σ a una mappa da D̃ in sè che fissa d , si ottiene un automorfismo σ̃ di

n 1

H (

D̃ ), visto come Λ-modulo.

1 n

Definizione 2.1. La mappa ∗

7→

ρ : σ σ̃ (2.1)

è la rappresentazione (ridotta) di Burau. −

La dimensione della rappresentazione è (n 1).

Anticipando qui il legame tra trecce e nodi e il concetto di “invariante” di

nodi, trattati ampliamente nel sesto capitolo, si osservi che la rappresentazio-

ne di Burau ricopre un ruolo fondamentale nello studio delle rappresentazioni

di B , anche per il suo legame con il polinomio di Alexander. Il polinomio

n

di Alexander A (t) di un nodo K si può calcolare infatti in modo diretto

K

dall’immagine di una treccia ζ, sotto l’azione della rappresentazione ridotta

di Burau. Indicato con b(ζ) il rappresentante di K, il polinomio di Alexander

è dato dalla formula: −

det(ρ(ζ) I )

n−1

A (t) = .

b(ζ) n−1

1 + t + ... + t

1 Un anello di gruppo A[G] è un anello costruito a partire da un anello A e da un gruppo

moltiplicativo G e i suoi elementi sono combinazioni di elementi di G a coefficienti in A.

2.2 Forma matriciale e forma non ridotta 21

Il polinomio della treccia chiusa associata a ζ è, cosı̀, un riscalamento del

polinomio caratteristico dell’immagine di ζ nella rappresentazione ridotta.

Una estensione del polinomio di Alexander è il polinomio HOMFLY, di cui

si parlerà nel sesto capitolo.

2.2 Forma matriciale e forma non ridotta

Siano X lo spazio ottenuto da D allargando le punture, e X̃ lo spazio

n

regolare di ricoprimento di X; l’azione di σ su H (

X̃) è data esplicitamente

i 1

dalle espressioni:  −

v + qv se j = i 1

j j+1

 −qv se j = i

 j (2.2)

ρσ (v ) =

i j v + v se j = i + 1

j−1 j

 v altrimenti

 j

{v }

con , v , ...v base in H (

X̃).

1 2 n−1 1

Le matrici associate alla rappresentazione di Burau sono date da:

 I 

 

 

−q I

1 0 0

1 

  

  

ρσ = .

ρσ = ρσ = −q 1 0

q 1

0 1   n−1

1 i 

  

  

    −q

q

0 0 1

I  

 I

Si dimostra immediatamente che queste matrici soddisfano le relazioni delle

trecce (1.1) e (1.2).

Reinterpretando la rappresentazione come −1

ρ : B GL (Z[q, q ]),

n n

si ha:

2.2 Forma matriciale e forma non ridotta 22

 

−q

1 0

 

7→ ⊕ ⊕

σ I I .

−q

0 0

i i−1 n−i−2

 

 

−1

0 1

La rappresentazione (n−1)-dimensionale ridotta di Burau è costituita da rap-

presentazioni n-dimensionali (non ridotte), ottenute rimuovendo una puntura

dal disco puntato D ; in questo modo si ottengono un nuovo disco puntato

n

D e uno spazio di ricoprimento regolare D̃ per D - che è proprio

n+1 n+1 n+1

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