gianna.spada
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Imre Lakatos (vero nome Imre Lipsitz) nacque in Ungheria nel 1922. Egli apparteneva ad famiglia ebrea, ed era figlio di un mercante poliglotta con un apprezzabile patrimonio di conoscenze.

Ebbe modo di studiare al Real Gymnasium e in seguito all'Università  di Debrecen (sua città  natale) dove seguì i seminari di filologia greca e latina, ma anche di storia della matematica. In quell'ambiente conoscerà  Eva Ravesz, la donna con cui in seguito si unirà  in matrimonio.

In quel tempo, il filosofo ungherese fu influenzato dalla filosofia marxista, ed iniziò una serie studi organizzati in modo illegale grazie all'appoggio di un gruppo di universitari che si interromperanno a causa dell' inizio della guerra e dall'invasione dell'Ungheria da parte dell'esercito nazista. Solo lui e suo padre riescono a salvarsi dalla deportazione nei campi di sterminio dei nazisti, di cui rimarranno vittime alcuni componenti della sua famiglia (la madre, la nonna e lo zio).

Sotto falso nome prende parte alla resistenza contro i nazisti ponendosi a capo di un movimento per la liberazione di orientamento comunista. Finalmente nel 1944 il filosofo ungherese prende la laurea in matematica, fisica e filosofia presso l'Università  di Debrecen e per l'ultima volta cambia nome per farsi conoscere definitivamente come Imre Lakatos. Continua a studiare come ricercatore presso l'Università  ungherese e, dal 1947 ricopre un ruolo prestigioso presso il ministero della Cultura e dell'Informazione del suo paese in cui si occuperà  di operare una riforma della scuola, divenendo così, una guida dalle grandi potenzialità  intellettuali anche per il partito comunista del quale diventa uno dei massimi esponenti. Più tardi consegue il primo dottorato di ricerca in filosofia, fisica e matematica con una tesi dal titolo "Sulla formazione dei concetti scientifici".

Nel 1948 il partito comunista prende il sopravvento e comincia ad assumere una fisionomia sempre più dittatoriale dando il via alla collettivizzazione forzata del settore agricolo e limitando le libertà  individuali. Lo stesso Lakatos è implicato in una riforma dell'università  che sembra risentire parecchio delle influenze da parte dello stalinismo. Forse a causa del suo comportamento impertinente e della sua libertà  di pensiero, egli si accattivò le antipatie di non poche persone e nel 1950 fu arrestato. Senza subire un regolare processo fu imprigionato per tre anni nel campo di lavoro di Recsk, divenendo così, un prigioniero politico che non aveva il permesso di leggere e di scrivere.

Nel 1953, si avvicina la fine dello stalinismo e Imre Nagy diviene primo ministro. Con lui, ebbe inizio una politica di riforme con la quale si ha la chiusura dei campi di lavoro. In quegli anni Lakatos ebbe modo di leggere alcune opere dei pensatori di matrice liberale come Popper e von Hayek che lo fanno riflettere parecchio.

Nel 1955 conosce Eva Pap e si sposa nuovamente, fugge a Vienna prima di essere di nuovo arrestato. Durante l'insurrezione dell'ottobre-novembre, appena prima di andarsene dall'Ungheria, Lakatos fu un collaboratore della "Dichiarazione del comitato nazionale dell'accademia delle scienze ungherese".

In seguito, il filosofo si trasferisce a Cambridge, dove incontra Popper e prende parte ai suoi seminari alla London School of Economics in cui trascorrerà  l'intera carriera universitaria, eccezion fatta per un breve periodo nei primi anni sessanta, che l'autore trascorrerà  presso l'Università  della California. Il governo inglese, per ragioni ufficialmente sconosciute, non gli riconoscerà  mai la cittadinanza e, per il resto della sua esistenza il nostro pensatore sarà  un apolide. A Londra stringe amicizia con Paul Feyerabend, anch'egli alunno e futuro interprete della filosofia di Karl Popper.

Egli s'interessa sia di filosofia che di scienze fisiche. Nel 1974, è colpito mortalmente da un infarto, che lo stronca all'istante. Tra gli scritti degni di nota si ricordano: " La falsificazione e la metodologia dei programmi di ricerca scientifica ", " [url=http://books.google.it/books?id=1n6SFdXCOBQC&printsec=frontcover&dq=inauthor:%22Imre+Lakatos%22&hl=it&ei=gQJLTdfvIInf4gaF1dmFDA&sa=X&oi=book_result&ct=book-thumbnail&resnum=1&ved=0CC8Q6wEwAA#v=onepage&q&f=false]Dimostrazioni e confutazioni[/url] " , " Matematica, scienza e epistemologia " (1978).

La seconda guerra mondiale cambia fortemente l'assetto politico, economico e sociale, dell'occidente mondo occidentale. Nel frattempo, il progresso scientifico e tecnologico acquisisce delle proporzioni nuove: ci si trova a fare i conti con lo scompiglio di tutte le categorie tradizionali di riflessione sul mondo reale, si rivedono quelli che fin a quel momento erano considerati i fondamenti di ogni scienza. Inoltre, si assiste altresì alla nascita di discipline nuove poste in una via di mezzo fra le scienze cosiddette esatte (come ad esempio la matematica,la fisica, la chimica), le scienze naturali e le scienze dell'uomo.

Nel 1915, Albert Einstein formula la teoria della relatività  generale, secondo cui i concetti di spazio, tempo e velocità  non sono assoluti ma relativi a un determinato sistema di riferimento. Dopo tale scoperta, la fisica compie notevoli passi in avanti. Infatti, lo studioso Max Planck mostra la prima versione della teoria quantistica, che in seguito danese Niels Bohr utilizzerà  per la sua struttura dell'atomo; il tedesco Werner Heisenberg espone il principio di indeterminazione, secondo cui non è possibile conoscere contemporaneamente la posizione e la quantità  di moto di una particella.

Il progresso in campo scientifico e tecnico spinge i filosofi della conoscenza a domandarsi sulla natura, sui limiti e sulle condizioni di autenticità  del sapere scientifico: la meditazione metodologica li porta in un secondo momento a indirizzarsi verso l'uomo e i suoi modi di agire, estendendo le loro attente valutazioni alla politica e all'etica. A tale concezione, che pone l'accento sugli elementi socio-psicologici spesso illogici che conducono a una fase di spaccatura rivoluzionaria, il pensatore della scienza ungherese contrappone una persuasiva tutela della razionalità .

Lakatos intende modificare il "falsificazionismo ingenuo" di Popper, dichiarando che lo sviluppo scientifico si attua mediante la concorrenza tra programmi di ricerca, i quali rappresentano l'orizzonte concettuale delle teorie stesse. Il filosofo ungherese assume una posizione che presto entra in contrasto con Popper e con Kunh.

Lakatos, del primo rifiuta il principio della falsificabilità  che considera un "falsificazionismo metodologico ingenuo" e presenta una versione "sofisticata" del falsificazionismo . Una teoria, infatti, è scartata, per Lakatos, non perché un'osservazione empirica la falsifica, ma perché è suggerita un'altra teoria che rispetto alla precedente possiede un maggiore contenuto empirico. Questa, infatti, è in grado di chiarire il motivo per cui è condivisa dalla comunità  scientifica.

Il progresso della scienza, pertanto, scaturisce dalla concorrenza fra teorie in cui trionfa la concezione che è più appropriata nel dare una spiegazione degli accadimenti. L'idea fondamentale dell'immagine della scienza proposta da Lakatos è che la scienza si dovrebbe basare su una competizione tra programmi di ricerca antagonisti. Tale idea contraddistingue il "falsificazionismo metodologico sofisticato", visione che Lakatos sviluppa sulla scia di Popper.

Il falsificazionismo metodologico sofisticato si discerne dal falsificazionismo dogmatico e dal falsificazionismo metodologico ingenuo. Il falsificazionismo dogmatico si basa sull'idea che la scienza progredisce mediante ipotesi ardite e deformazioni infallibili. Secondo l'opinione del filosofo ungherese, anche il falsificazionismo metodologico è inaccettabile, perché considera il progresso della scienza come una concatenazione di successivi scontri tra teoria e accadimenti.

Le cose non stanno per niente in questo modo, perché lo scontro fra il teorico e il fattuale ha luogo sempre per lo meno a tre: fra due dottrine in competizione e gli avvenimenti. Una teoria è scartata non quando qualche accadimento la confuta, ma solamente quando entra nella disponibilità  della comunità  scientifica una dottrina migliore ritenuta migliore di quella che l'ha preceduta. In questo modo, ad esempio, la meccanica di Newton fu rigettata solo dopo che Einstein espose la sua teoria di Einstein.

Per comprendere che cos'è un programma d'indagine sarà  sufficiente pensare al meccanicismo di Cartesio o a quello di Newton, oppure alle teorie di Copernico. Un programma d'investigazione altro non è che un avvicendamento di teorie che evolvono da un nucleo centrale che, per decisione metodologica, si mantiene infalsificabile; è in questo modo che un programma può provare la sua validità , la sua produttività  e la sua gradualità  nei confronti di un altro programma. Infatti, Lakatos afferma: "Non è lecito far morire una teoria di malattia infantile". Infatti, una buona dottrina per svilupparsi necessita di tempo. La storia della scienza si dovrebbe basare sulla storia di programmi d'indagine in competizione.

In polemica con Kuhn, Lakatos dichiara che le rivoluzioni scientifiche non derivano dall'accoglimento di un nuovo paradigma dovuto a elementi anche illogici ed emotivi; se così fosse allora, non sarebbe più possibile la delimitazione fra scienza e non-scienza, fra razionalità  ed irrazionalità .

Per il nostro filosofo, le rivoluzioni scientifiche non sono rovesciamenti irrazionali, ma derivano dall'avvicendamento di un programma di ricerca con un altro, ritenuto successivo rispetto al primo, restando all'interno di una visione razionale. L'apporto che il pensatore ungherese porta all'epistemologia coeva si può riepilogare nel modo seguente: per capire il progresso della scienza dobbiamo avere presente non solo le singole dottrine, ma anche i programmi di investigazione scientifica dai quali tali teorie scaturiscono; la storia della scienza deve essere considerata come una storia di continuo accostamento e conflitto tra teorie discordanti tra loro; i cambiamenti teorici non scaturiscono dall' accettazione irrazionale di nuovi modelli, ma sono il risultato di scelte razionali che gli scienziati operano seguendo teorie che ritengono essere più capaci di altre nel dare determinate spiegazioni agli accadimenti.

Viene in questo modo convalidata la rappresentazione razionale della scienza. Secondo Lakatos, la scienza si deve fondare sulla concorrenza tra programmi d'indagine concorrenti.

Un programma d'indagine è costituito da un nucleo centrale. Nel caso della teoria di Copernico vi è l'idea che il Sole è al centro dell'universo che si mantiene infalsificabile per decisione metodologica. Un programma d'investigazione va mantenuto fino a quando è progressivo, ed è progressivo se perlomeno parte delle sue supposizioni teoriche ricevono conferma.

Un programma d'indagine che rincorre i fatti è regressivo. Il filosofo ungherese parla di programmi d'investigazione scientifica e mai di teorie. Questo è il fulcro della visione del nostro pensatore per quanto concerne la scienza e la storia della scienza. Tale disciplina è definita da Lakatos come "un campo di battaglia per programmi di ricerca piuttosto che per teorie isolate".