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Francesco Malaspina unisce matematica e teologia, in questo libretto, luna come immagine dellaltra e, al tempo stesso, come se fossero luna una scala per laltra: la matematica ci spiega la teologia e la teologia illumina la matematica.

La scelta non pu che stupire: non facile fare divulgazione matematica e parlare degli oggetti moderni, dagli insiemi infiniti alla topologia, sembra un cammino impervio anche per i pi esperti. Malaspina, per, ci guida con cognizione di causa attraverso i sentieri solitari della matematica e ci permette di comprendere queste difficili nozioni.

Parallelamente, parlare di Dio, senza essere teologi di professione, non una scelta cos comune: lautore, con la forza della propria passione e del proprio cammino di fede, ci guida alla scoperta dei pi grandi misteri di fede, dalla Trinit al Regno di Dio, facendo luce al nostro cammino con le analogie della matematica.
Nel leggere il libro mi sono domandata spesso quale fosse la reale protagonista: la matematica o la teologia? Le nozioni matematiche presenti nel libro, ci dice lautore, sono il pretesto per tracciare un itinerario nel cristianesimo. Al tempo stesso, per, i brani biblici servono per illustrare alcune teorie matematiche. In altre parole, sembra che la matematica tenti di fare luce sul cristianesimo e diventi un mezzo per spiegarci verit teologiche fondamentali e difficili da accogliere, mentre la teologia diventa un modo per chiarire i passaggi matematici pi ostici.
Non si tratta di una dimostrazione dellesistenza di Dio, non questo il fine dellautore: il fine dellautore usare la bellezza matematica per parlarci di Ges Cristo. Come un pittore sceglie i colori per dipingerci a tinte vivaci scene tratte dalla vita di Ges Cristo, cos Malaspina ha scelto la bellezza della matematica per offrirci unimmagine della Trinit: forse ci lascia un po perplessi la scelta dellautore, non ci saremmo mai aspettati di trovare Dio nella matematica, ma anche vero che il linguaggio simbolico di questa disciplina pu diventare un ottimo veicolo per lineffabilit di certi concetti teologici.
La dimostrazione di come la matematica possa aiutarci a comprendere meglio la fede gi nellintroduzione: Malaspina consapevole di come sia il cammino di fede che lateismo abbiano una propria logica, esattamente come le matematiche costruite intorno al quinto postulato di Euclide o senza di esso possono essere coerenti e logiche. Non cercher di smontare laltro assioma, ci scrive, ma sceglie la matematica per il suo forte valore evocativo e usa gli oggetti della matematica moderna per raccontare qualcosa del cristianesimo. Il mestiere del matematico consiste soprattutto nel trovare legami tra oggetti apparentemente lontani e modellizzare in qualche modo la realt che osserva. Qui vorrei collegare le due grandi passioni della mia vita, e avere un pretesto per parlare dellamore di Cristo attraverso la matematica e viceversa.
Il primo capitolo, che inizia a Nazareth, in Galilea, dedicato al tema dellIncarnazione: la teoria di Cantor sugli insiemi di cardinalit infinita ben si sposa con limmensit di Dio, mentre luomo linsieme finito che non riesce neppure a raggiungere il numerabile. Sarebbe fonte di grande frustrazione questa tensione irrealizzabile, se non fosse che linfinito stesso a farsi finito. Il secondo capitolo, che inizia a Elea nel Cilento, dedicato al Regno di Dio e gli spazi metrici diventano il mezzo per farci capire come i tre giorni della Pasqua possano illuminare tutta la storia delluomo. Il terzo capitolo, che inizia a Calcutta, si serve della topologia per parlarci dellamore di Dio. Le tre virt teologali, fede, speranza e carit sono le tre protagoniste di ogni capitolo, mentre il cammino matematico diventa metafora di un cammino verso laltro e verso il Totalmente Altro.
Limmagine che pi mi piaciuta quella che d il titolo al libro, lipercubo: per noi impossibile immaginare la quarta dimensione e lipercubo lo possiamo cogliere, in misura limitata, solo attraverso il suo sviluppo tridimensionale, emblematicamente usato da Salvador Dal nel suo Corpus Hypercubus del 1954. Allo stesso modo, ci impossibile cogliere il mistero legato alla morte e alla Resurrezione di Cristo, ma i quattro Vangeli, con i loro differenti punti di vista, cercano di offrirci unimmagine del mistero: Ogni Vangelo insomma lombra tridimensionale della buona novella rispetto ad una direzione.
Lo scopo di questo libretto quello di accennare a un possibile itinerario molto parziale e incompleto, sotto lombrellino di carta della splendida signora che mi ha condotto nel deserto.
Daniela Molinari
info@amolamatematica.it