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Durante la prova di matematica dell'esame di stato del liceo scientifico, una mia alunna ha affrontato con caparbiet il secondo problema proposto, tornando pi volte sul procedimento e cercando ostinatamente una funzione di quarto grado che era impossibile determinare. I calcoli impazzavano un po ovunque tra i fogli della sua prova, ma erano poco diversi tra loro: lo schema mentale era sempre uguale e, purtroppo, non era quello giusto.

Quando mi capita di cadere in un vortice di questo tipo, in genere scelgo tra due strade: abbandonare il problema e riprenderlo a distanza di tempo, per lasciare alla mia mente la possibilit di ripercorrere il problema inconsciamente e indicarmi quindi la soluzione (io lo chiamo metodo Poincar*) oppure riprendere il ragionamento, cercando una via alternativa e ignorando il pi possibile il primo percorso.
Ho scoperto che ci contro cui ha combattuto la mia alunna ha un nome: leffetto Einstellung, termine tedesco che significa, letteralmente, atteggiamento, impostazione.

Per spiegare in cosa consista sufficiente descrivere lesperimento di uno psicologo americano, Abraham Luchins, del 1942. Sottopose allattenzione di alcuni volontari un problema: avendo a disposizione tre recipienti di capacit, rispettivamente 127, 21 e 3 unit di liquido, chiese di misurarne 100 unit. Il semplice procedimento consisteva nel riempire il recipiente pi grande e poi riempire con esso quello di 21 unit e due volte quello pi piccolo. Se traduciamo il procedimento in termini matematici otteniamo la semplice sottrazione 127-21-3-3=100. Dopo aver sottoposto allattenzione dei volontari altri problemi dello stesso tipo, vennero invitati a misurare 20 unit con recipienti di capacit 23, 49 e 3 unit. Per quanto questo problema sia pi semplice del precedente e sia risolvibile in un paio di passaggi, la tendenza era quella di ripercorrere la sequenza di sottrazioni 49-23-3-3=20.
Cosa successo? La nostra mente cerca nei nuovi problemi che si trova ad affrontare uno schema gi applicato in precedenza, come per ripercorrere una strategia nota. Questa unutile scorciatoia che si rivela vincente in molti casi, ma non sempre: spesso ci rende ciechi e ci impedisce di vedere soluzioni pi appropriate o convenienti. La cecit stata verificata registrando i movimenti oculari dei giocatori di scacchi di alto livello, sottoposti ad un esperimento simile a quello di Luchins.
Francis Bacon aveva evidenziato il fenomeno nel 1620, parlandone nel suo Novum Organum e lo psicologo britannico Peter Watson negli anni Sessanta del secolo scorso nomin il problema come pregiudizio della conferma. A me ricorda un po ci che succede con gli algoritmi di YouTube o Facebook, che ripropongono alla nostra attenzione solo quelle notizie che confermano le nostre idee. In altre parole, leffetto Einstellung ha direttamente a che vedere con i nostri pregiudizi: quando cerchiamo di farci unopinione su un argomento, in realt tendiamo a leggere e memorizzare solo ci di cui siamo gi convinti, dimenticandoci il resto, ovvero tutte le argomentazioni che ci contraddicono.
Quanto pu essere pericoloso un atteggiamento simile per un medico? Quanto pu essere rischioso ripercorrere solo le vie note se si sta cercando una diagnosi? E come si pu sconfiggere leffetto Einstellung? Dagli esperimenti svolti si pu notare che maggiori sono le proprie conoscenze, minore sar il rischio di incorrervi. Per incrementare le proprie conoscenze, pu essere utile la regola aurea di Charles Darwin, ovvero annotarsi sempre i risultati contrari alle proprie convinzioni, considerato che, in genere, sono i pensieri che ci sfuggono pi facilmente.

Daniela Molinari

* Ero sul punto di lasciare Caen, dove vivevo allora, per partecipare ad una spedizione geologica organizzata dall'cole des Mines. Gli eventi del viaggio mi fecero dimenticare i lavori matematici; arrivati a Coutances [bassa Normandia], siamo entrati in un omnibus per non so quale passeggiata. Nel momento in cui mettevo piede sul predellino, mi venne in mente, senza che nulla nei miei pensieri precedenti sembrava avermi preparato, che le trasformazioni che avevo usato per definire le funzioni fuchsiane erano identiche a quelle della geometria non euclidea. Non ho controllato, non ne avrei avuto il tempo perch, appena sull'autobus, ho ripreso la conversazione iniziata, ma ho sentito una perfetta certezza. Di ritorno a Caen, ho verificato il risultato a mente serena per scrupolo di coscienza.
H. Poincar, Opere epistemologiche, Piovan, Abano Terme, 1989 (a cura di G. Boniolo), pp. 39-40.