_antoniobernardo
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Senza alcun dubbio, l'equazione più conosciuta al mondo è la celeberrima equazione di Einstein

[math]E=mc^2[/math]
. La si trova dappertutto, anche dove non sarebbe per niente opportuno e ragionevole trovarla. La si usa come manifesto scientifico, come metafora dell'incontestabilità matematica, come rappresentazione formale di genialità e superiorità intellettuale. E' davvero molto facile imbattersi in questa colossale formula. E' molto alta la probabilità che tutti, grandi e piccoli, l'abbiano vista almeno una volta.

Altro discorso è chiedersi quante persone ne conoscono davvero il significato.

A questo punto, la sua popolarità scema in una picchiata verticale. Escluse le persone che orbitano intorno a questo mondo, studenti, docenti, divulgatori scientifici, ecc… difficilmente troveremo qualcuno che ne abbia una comprensione anche solo di tipo concettuale.

La legge di Einstein afferma la possibilità di ottenere grandi quantità di energia da piccole quantità di massa. Gli esempi più chiari che si possono fare sono quelli relativi ai reattori nucleari e alle bombe atomiche. Tuttavia, esiste un'altra angolazione dalla quale si può guardare questa legge. L'aura di straordinaria autorità che avvolge l'equazione, genera anche una sorta di timore nell'avvicinarsi ad essa. E' già complicato capirne le profonde implicazioni così com'è, figuriamoci se a qualcuno potrà mai venire in mente di osservarla con atteggiamento audace e sbarazzino. E pure, se raccogliessimo questa sfida, schiuderemmo dinanzi ai nostri occhi un nuovo universo da esplorare.

Frank Wilczek racconta che il grande fisico Paul Dirac sosteneva che per scoprire nuove leggi di natura bisogna giocare con le equazioni. einstein-statue-chan.jpgPerciò, se riscriviamo la nostra equazione in maniera diversa, ad esempio

[math]m=E/c^2[/math]
, avremmo davanti agli occhi qualcosa di stupefacente. Espressa in questi termini, la formula ci dice che possiamo ottenere la massa dall'energia, cioè si può ricavare materia dall'immateriale, tangibile dall'intangibile. Se soltanto l'aver osato rimaneggiare la legge, conduce ad un risultato teorico che disorienta, prepariamoci, con coraggio, ad accettarne la conferma pratica: grandi quantità di energia producono massa.

Un acceleratore di particelle può concretizzare quanto detto finora. Facendo scontrare tra di loro elettroni e positroni, accelerati fino a velocità di poco inferiori a quella della luce, si generano alte energie e da esse scaturisce l'impensabile. Dallo scontro tra un singolo elettrone e un singolo positrone, si originano dieci pioni, un protone e un antiprotone! Cioè, alla fine dell'esperimento, si ottengono più elementi rispetto a quelli di partenza. E non è ancora finita: la massa degli elementi è aumentata di circa trentamila volte rispetto alla massa degli elementi di partenza. Da dove escono fuori queste nuove particelle? Dov'erano nascosti i dieci pioni, il protone e l'antiprotone? Non erano nascosti, ma si sono generati nel momento stesso in cui l'energia in gioco ha raggiunto livelli tali da modificare la propria stessa conformazione e si è agglomerata in corpuscoli massivi.

La materia, dunque, non è altro che una particolare configurazione di energia. In alcune condizioni è visibile e tangibile, in altre condizioni aleggia intorno a noi diafana e impercettibile.

Domenico Signorelli