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La maggior parte di voi di tuttaltra opinione. Infatti si sono imposti nel tempo luoghi comuni ben noti: se la matematica non unopinione..., si dice; e si parla di certezza matematica, verit matematica, come di cosa che non pu essere neppure sfiorata dal dubbio.

Si fa della matematica, della geometria in particolare, una maestosa signora, piena di dignit e tutta vestita di bianco: il colore che le si addice, come afferma Dante nel Convivio, in quanto senza macula derrore e certissima per s酻.
In essa, sempre secondo il pensiero corrente, bandita ogni libert dinvenzione, essendo il regno della logica indefettibile.
Mi propongo di fare un poco di chiarezza riguardo allaffermazione del titolo e al pensiero corrente.


Matematica.
Qual lorigine del termine?
Malgrado abbiamo studiato matematica dalla prima elementare, forse la maggior parte di noi non conosce il suo significato etimologico, cio originario, vero: il termine matematica deriva dal greco antico ?????? (mthema) che significa conoscenza, apprendimento; precisamente i greci la chiamavano mathematik tkne, cio larte, la tecnica della conoscenza, e la tenevano quindi in grande considerazione (Platone nella Repubblica).
Che cosa ?
Galileo, ne Il Saggiatore, uno dei suoi tanti scritti, pregevoli sia per il contenuto scientifico sia per forma letteraria, scrive:
La filosofia (al tempo di Galileo il termine significava scienza) scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico luniverso) e non lo si pu intendere se non simpara a intendere la lingua e a conoscere i caratteri in cui scritto. Esso scritto in lingua matematica, e i suoi caratteri sono triangoli, cerchi e altre figure, senza i quali mezzi sarebbe come aggirarsi vanamente in un oscuro laberinto.
Dunque, per Galileo, credente convinto, la matematica il linguaggio con cui Dio ha strutturato lUniverso.
Per i positivisti invece la nostra ragione riesce a cogliere la struttura profonda dei fenomeni, perch essa coincide col principio razionale costitutivo delluniverso.
Einstein si chiedeva:
Com possibile che la matematica, un prodotto della mente umana, si accordi in maniera eccellente con gli oggetti della realt fisica ?
Per Einstein quindi la matematica un aspetto della creativit umana, come la letteratura, larte visiva, la musica.

Comunque la si pensi, la matematica consiste, come ha scritto linsuperato Archimede a Eratostene ne Il Metodo, nellacquisire un abito mentale, un metodo che permette di affrontare e risolvere problemi (non solo di carattere scientifico) mediante cui luomo:
Osserva analogie, somiglianze di situazioni che possono prospettare soluzioni.
Propone congetture, ipotesi su propriet generali che sono vere in casi particolari.
Avanza predizioni. Formula, sulla base delle conoscenze acquisite, nuove ipotesi.
Dimostra teoremi. Ottiene cos nuove conoscenze dalle premesse.
A ci dobbiamo aggiungere, si fatto per ventidue secoli dopo Archimede:
Indaga i principi generali delle sue proposizioni con unattenta analisi critica.
Essa stata ed , in genere, fortemente legata allesperienza e alle caratteristiche della comunit che lha prodotta e ne esprime le istanze socio-culturali.

A che serve?
In relazione alla domanda il premio Nobel per la Fisica Eugene Wigner si stupisce dellirragionevole efficacia della matematica nella descrizione dei fenomeni naturali e ne presenta due aspetti, uno che chiamiamo attivo, laltro che denominiamo passivo.
Il primo aspetto
stupefacente che i suoi linguaggi abbiano trovato e trovino applicazione nei campi pi disparati, non solo dellambito scientifico com da sempre, ma anche in aree che a prima vista sembrerebbero refrattarie a una trattazione matematica o lontane dalla sua sfera dindagine. Infatti, la matematica ha fornito e fornisce adeguati strumenti per studiare il moto dei corpi celesti e la formazione delluniverso, le onde elettromagnetiche e linterno del nucleo atomico, le varie scienze. Inoltre, soprattutto nel secolo scorso, straripata e reso fertili nuovi campi, alcuni non ancora dissodati per mancanza di adeguati attrezzi matematici, altri appartenenti addirittura al mondo umanistico. Infatti, la sua linfa vitale ha prodotto frutti generosi e inaspettati in: Antropologia, Archeologia, Astronomia, Biologia, Demografia, Economia, Informatica, Linguistica, Meteorologia, Musica, Psicologia, etc. Tale linfa stata continuamente rigenerata da intuizioni originali e fantastiche dei matematici, con la scoperta e linvenzione di strutture e strumenti sempre nuovi.
Un esempio per tutti.
Nella seconda met del XIX secolo il grande matematico Cantor ha osato congetturare e poi dimostrare che negli insiemi infiniti esiste una gerarchia, cio esistono infiniti pi infiniti di altri infiniti.
Il secondo ancora pi stupefacente del primo.
Concetti e relazioni che i matematici studiano per considerazioni ed esigenze che non hanno a prima vista legami con eventuali applicazioni, si rivelano a distanza di secoli, o addirittura di millenni, soluzioni inaspettate di problemi che hanno le loro radici nella realt fisica.
Le coniche ne rappresentano un esempio indicativo.
Menecmo, intorno al 350 a.C., aveva scoperto le coniche, parabola, ellisse, iperbole, nella ricerca di una soluzione del problema della duplicazione del cubo.
Galileo trov che lequazione della parabola rappresenta il moto uniformemente accelerato, a esempio dei proiettili e pi in generale dei corpi che si muovono in vicinanza della Terra.
La legge di Boyle, che regola come variano pressione e volume di un gas (ideale) se la temperatura tenuta costante, riproduce uniperbole equilatera.
Keplero scopr che le orbite dei pianeti sono ellissi di cui il sole occupa uno dei fuochi.
Sono trascorsi quasi duemila anni da Menecmo!
Altro esempio significativo.
Nel terzo secolo a.C. Crisippo, filosofo e logico stoico, forgi gli elementi essenziali della logica delle proposizioni composte che usiamo tuttoggi: le definizioni dei connettivi, gli assiomi e le regole di deduzione. Essi sono stati usati per larchitettura software del computer!
Ultimo esempio interessantissimo, la teoria dei gruppi di Galois (1811-1832).
Dopo che i matematici italiani del cinquecento avevano trovato le formule risolutive delle equazioni algebriche di terzo e quarto grado per mezzo di radicali, ci fu la > per risolvere, sempre mediante i radicali, le equazioni algebriche di grado superiore al quarto. Tre secoli di sforzi titanici da parte della crema dei matematici fallirono miseramente, fino a quando il precocissimo genio di Evarist Galois (1811-1832), con un approccio radicalmente innovativo, cre un nuovo ramo della matematica, fiorito in seguito in modo straordinario la teoria dei gruppi che ha trovato e trova ancora oggi applicazioni in campi disparati, insospettabili e sorprendenti della matematica e delle scienze in genere. Ecco alcuni significativi esempi:
Cristallografia, geometria nel piano e nello spazio, algebra elementare e algebra astratta (in cui ci si occupa di operazioni e relazioni fra insiemi di elementi di natura qualsiasi), decorazioni murali e piastrellazioni e, incredibile ma vero, anche in diverse teorie di fisica delle particelle elementari (elettroni, quark e minicompagni).
Le affermazioni precedenti su certezza matematica e verit matematica, traggono origine dal fatto che la prima disciplina matematica a essere esposta in maniera organica, con concetti primitivi, postulati e leggi logiche di deduzione fu la Geometria, intorno al 300 a.C., con gli Elementi di Euclide. La loro architettura assiomatico-deduttiva ha costituito il paradigma anche di altre discipline scientifiche, matematiche e non solo per circa duemila anni e costituisce tuttoggi un best seller, essendo il libro pi letto e tradotto dopo la Bibbia. (Spinoza nellEtica more geometrico demonstrata, ritiene di avere dimostrato (sic!) lesistenza di Dio utilizzando il modello euclideo. Boole, due secoli dopo, dimostrer che la dimostrazione sbagliata).
Prima di esaminare gli Elementi per i nostri scopi vorrei proporre qualche considerazione sullaritmetica.
Le dita delle mani costituiscono lumile base del sistema di numerazione pi noto, quello in base dieci. La parola egiziana per 10 significa propriamente dita e si riferisce chiaramente alle dita delle mani: unopinione.
C un antico verbo greco pentzein, che significa contare per cinque. ragionevole pensare che esso derivi dal fatto che quando luomo primitivo andava a caccia teneva in una mano una pietra, un bastone e se incontrava un branco di animali non posava di certo loggetto di offesa e difesa e si metteva quindi a contare con le dita di una sola mano. In questo caso noi diremmo che il suo sistema di numerazione possedeva solo le cinque cifre 0, 1, 2, 3, 4. Ci sono poi dei graffiti in cui viene indicato questo tipo di conteggio. Noi contiamo tredici e scriviamo 13, cio una decina pi tre unit. Ma il nostro antenato, nel suo sistema di numerazione quinaria, cio in base cinque, conterebbe due cinquine pi tre unit e scriverebbe 23cique, si legge due tre in base cinque: unaltra opinione.
Presso alcuni popoli sono state utilizzate anche le dita dei piedi: ci ha condotto al sistema vigesimale, cio in base venti.
In francese a esempio ottanta si dice quatre-vingts, cio quattro volte venti. Ci indica chiaramente che tra i popoli che abitavano anticamente lattuale Francia doveva esserci un sistema di numerazione in base venti: ancora unopinione.
Gli Assiro-babilonesi ne possedevano uno sessagesimale, cio in base sessanta, di probabile origine astronomica: diversa opinione.
Ancora. Supponiamo di essere su una nave e viaggiare lungo lequatore. Se ci troviamo alla longitudine di 320 e proseguiamo verso est di altri 40, alla fine saremo alla longitudine 320+ 40=0: unaltra opinione.
Gli esempi portati dnno unidea del significato dellaffermazione iniziale. Per chiarirla meglio prendiamo le mosse proprio dagli Elementi. Essi sono la summa di circa tre secoli di ricerche matematiche, strutturate per in modo assolutamente innovativo e rivoluzionario, con lesposizione iniziale di termini, postulati, nozioni comuni.
I termini contengono, oltre ai concetti primitivi, cio concetti fondamentali, ammessi come patrimonio comune, diverse definizioni, a esempio quella di triangolo..
I postulati (o assiomi) sono proposizioni che legano i concetti primitivi precisandone le caratteristiche: si richiede di accettare che siano vere.
Le nozioni comuni sono proposizioni logiche, quindi valide per ogni disciplina, che si postula di ammettere siano vere.
Linguaggi naturali e linguaggi matematici
Prima di affrontare il problema della scelta di termini, postulati e nozioni comuni interessante una digressione sulle analogie fra un linguaggio matematico e uno naturale, alfabetico o ideografico.
Per noi occidentali pi facile il confronto con uno alfabetico. Considereremo il linguaggio geometrico di Euclide e quello aritmetico dei numeri naturali.
Termini primitivi

Linguaggio naturale delle lettere... - Modalit con cui associare le lettere per formare le parole.
Linguaggio aritmetico Simboli numerici... - Postulati - Operazioni e loro propriet.
Linguaggio geometrico Simboli Punto, linea... - Quelli euclidei.

Anche i linguaggi naturali presentano termini primitivi, assiomi e nozioni comuni.
Torniamo alla geometria
Come si fa a scegliere i termini fondamentali, le proposizioni che devono essere costituite da propriet della disciplina che tutti accettiamo per vere e le proposizioni logiche di carattere generale che siamo disposti ad ammettere come vere?
Riferiamoci ai postulati (o assiomi) perch ci consentono meglio di chiarire il senso del titolo.
Euclide scelse i concetti primitivi astraendoli da propriet dello spazio che ci circonda facili da accettare in quanto si riferiscono a esperienze comuni, cio intuitivi.
Analoga scelta fece per le propriet che esprimono i postulati ne assegn cinque di cui per il V meno evidente.
Questi erano poi coerenti, cio non presentavano o comportavano contraddizioni.
"Risulti postulato che:
1. Si possa condurre una linea retta da qualsiasi punto a ogni altro punto.
2. E che ogni retta terminata si possa prolungare continuamente per dritto.
3. E che con ogni centro e con ogni distanza si possa descrivere un circolo.
4. E che tutti gli angoli retti siano uguali tra di loro.
5. E che per un punto non appartenente a una retta si possa condurre una e una sola retta parallela alla retta data.
Facciamo alcune riflessioni su questi postulati.
Per il quinto, come si detto, le cose si complicano perch, essendo una retta terminata (noi lo chiamiamo segmento) prolungabile indefinitamente dai due lati, viene coinvolto il concetto dinfinito che bisogna maneggiare con cura. Va detto che lo stesso genio di Alessandria ha avuto delle perplessit ad adottarlo. Infatti, nelle prime ventotto proposizioni del I libro degli Elementi non lo utilizza, anche se il suo uso avrebbe reso pi semplice la trattazione; solo alla ventinovesima lo mette in campo e da quel momento in poi vola col vento in poppa.
Per quanto riguarda la coerenza (la consistenza come la definiscono gli anglosassoni), chi presenta un sistema assiomatico convinto che essa ci sia, anche se in un primo momento non si pone il problema di darne una dimostrazione: questo in genere un punto di riflessione critica successivo.
Va osservato che, anche se Euclide non le menziona esplicitamente, egli usa la logica aristotelica delle proposizioni semplici e quella delle proposizioni composte degli stoici.
Il quinto postulato riveste unimportanza fondamentale perch caratteristico della geometria euclidea. Per mezzo di esso si dimostra, usando le regole logiche di deduzione, limportante teorema :
La somma degli angoli interni di un triangolo uguale a un angolo piatto.
Esso distintivo della geometria euclidea, infatti logicamente equivalente al V postulato:
ci significa che, se lo si assume come postulato, la propriet espressa dal postulato delle parallele diventa un teorema.
Quindi: lesposizione di un postulato invece di un altro un problema di scelta, di opinione.
Per chiarire meglio questaspetto opportuna una parentesi sulla logica, che la disciplina che si occupa della correttezza dei ragionamenti.
Nel linguaggio comune, per esporre i nostri ragionamenti, ci serviamo di frasi, di proposizioni semplici o composte.
La logica, per quanto riguarda lantichit, fu portata a compimento da Aristotele per le proposizioni semplici con i sillogismi e da Crisippo per le proposizioni composte mediante le tavole di verit.
Aristotele circoscrive il significato del termine proposizione in logica:
una proposizione (o enunciato) una frase di cui si pu affermare oggettivamente che vera aut falsa.
Per questa sua caratteristica una proposizione deve avere i suoi eventuali argomenti, soggetto e complementi costanti.
In logica per i nostri ragionamenti sarebbero molto poveri se potessimo usare solo proposizioni; si allora introdotta la nozione di predicato, intendendo con tale termine una frase in cui compaiono anche variabili. A esempio come nella disequazione x>7 (x maggiore di 7): essa pu essere vera aut falsa a seconda del valore assegnato a x. Oppure un poligono un triangolo: lenunciato pu essere vero aut falso secondo il tipo di poligono.
I logici hanno escogitato due semplici metodi che consentono di trasformare un predicato in un enunciato:
Assegnando un particolare valore a x.
Dichiarando quanti sono i valori di x che rendono vero il predicato:
Ogni valore di x.
Esiste almeno un valore di x.
Non esiste alcun valore di x.

Riprendiamo il predicato x>7.
vero che ogni valore di x maggiore di 7? La risposta ovviamente no. Allora se scriviamo per ogni x, x>7 abbiamo una proposizione falsa.
vero che esiste almeno un valore di x rende vero il predicato? La risposta si: esiste x tale che x>7 una proposizione vera.
vero che nessun valore di x rende vero il predicato? La risposta chiaramente no: non esiste x tale che x>7 un enunciato falso.

La logica dei predicati abbastanza ricca per esprimere i nostri ragionamenti.
Il pi celebre teorema dellumanit, quello di Pitagora, formulato in genere cos:
In un triangolo rettangolo la somma delle aree dei quadrati dei cateti uguale allarea del quadrato dellipotenusa.
Ma un articolo indeterminativo, quindi la formulazione equivale:
In ogni triangolo rettangolo la somma delle aree dei quadrati dei cateti uguale allarea del quadrato dellipotenusa.

Fu solo fra il XIX e il XX secolo che la logica dei predicati fu organizzata come modello assiomatico-deduttivo a opera di due eminenti logici Frege e Russell con due diversi sistemi di assiomi. Si dimostr per che i due sistemi erano logicamente equivalenti: era diversa la scelta, lopinione su quali assiomi preferire, ma le propriet che dimostrava uno si potevano dedurre anche nellaltro.

Premettiamo, in vista del successivo esempio di opinione diversa, lassioma di Eudosso-Archimede relativo ai numeri naturali.
Se a e b sono due numeri naturali, con a?o e a2: ci stato dimostrato tre secoli e mezzo dopo la morte di Fermat).
E allora? Che cosa pensare di tutta la matematica studiata? davvero costellata di dubbi?
Dobbiamo lasciarci andare al pessimismo e constatare che il nostro studio stato inutile? Riflettiamo.
Possiamo avere dubbi sulla grande messe di risultati che la matematica ci ha permesso di ottenere nelle diverse attivit umane, in fisica, biologia, scienze sociali, finanza,? E quello che abbiamo scoperto o applicato incoerente o non decidibile?
Ci possiamo chiedere quale sia la matematica vera: la matematica pura, o quella che si pu applicare?
Basta tornare un poco indietro nella storia per rendersi conto che proprio questo continuo rimbalzare da intuizioni motivate da problemi concreti a ripensamenti critici sulle scoperte fatte, a fare avanzare, ogni volta, la matematica. Non quindi possibile scinderla in due reparti separati: la matematica pura e quella applicata. Se allontaniamo dai nostri interessi la realt, se, presi dal gioco affascinante ma freddo della logica, ci dedichiamo solo a uno studio assiomatico, noi togliamo alla matematica la sua linfa vitale, per ragionare sui nostri ragionamenti, per ripiegarci su noi stessi, insensibili al mondo che ci circonda. No, non questa la scienza che noi vogliamo.

Abbiamo sinora cercato di illustrare il significato dellaffermazione contenuta nel titolo.
Vogliamo ora cercare di capire cosa si deve intendere quando si dice: se la matematica non unopinione.
Nellantica Grecia, madre della cultura occidentale, la dottrina platonica della conoscenza del mondo ideale influ fortemente sullopera di Euclide di Alessandria, Elementi.
Quella del genio di Alessandria una geometria pura, astratta, che egli mette in luce, mentre assente la geometria metrica, cio di misura; non si parla a esempio di area che la misura delle figure piane - o di volume, che la misura delle figure solide.
Euclide non nomina mai n riga n compasso, ma postula soltanto le costruzioni cui il loro uso conduce.
fuori dubbio che l'esigenza di purezza formale ha influito in modo profondo su tutta la matematica greca e non solo.
Il luogo comune se la matematica non unopinione, la certezza matematica, la verit matematica traggono origine dal fatto che per pi di duemila anni la matematica ha avuto come paradigma larchitettura euclidea degli Elementi, in cui le dimostrazioni sono perfette ma non contengono alcun riferimento alla fase euristica della ricerca delle proposizioni enunciate. Tutto ci caratteristico della matematica greca antica se si esclude Il Metodo di Archimede, in cui intuizione, analogie e anche esperimenti fanno da guida per le postulazioni successive.

In qualsiasi ambito della matematica (e non solo) infatti si trovano definizioni. Esse sono, in matematica, caratterizzazioni di nuovi concetti o oggetti matematici i quali devono essere identificati mettendoli in precise relazioni con concetti o oggetti matematici gi noti.
Le caratterizzazioni sono cos certe, indefettibili, non dnno adito ad alcun dubbio.
Quando si costruisce un sistema assiomatico-deduttivo si devono assegnare:
concetti primitivi, postulati e propriet logiche, tra cui le regole di deduzione.
Fatto ci non ammessa lintroduzione di concetti non riconducibili a quanto stabilito. Lintuizione, utilizzata nella fase di scelta dei concetti e delle propriet fondamentali, non deve prospettare nuove situazioni non vincolate alle scelte fatte. Mentre ogni passaggio, ciascuna inferenza deve fondarsi sulle regole di deduzione che sono metodi attraverso cui da proposizioni vere assunte come premesse si deducono nuove proposizioni necessariamente ancora vere.
per questi motivi che si affermato il modo di dire: se la matematica non unopinione. in ci che consiste la certezza matematica.

Giarre 15/09/2015 Alfio Grasso
grassoalfino@yahoo.it