"La ricerca metodologico-disciplinare nella costruzione modulare"
Struttura Modulare: contesti, relazioni, problematiche
La Progettazione Modulare: modalità, scopi, definizioni
Modularità e Ricerca Metodologica Disciplinare (della D.B.)
Curriculum esplicito e curriculum implicito : mediatori didattici e variabili formative
“Logica” Pluridimensionale della RMD
Progetto dintervento didattico modulare multidisciplinare
Struttura Modulare: contesti, relazioni, problematiche
- Come nasce lidea per la strutturazione di un modulo?
- Quale terminologia utilizzare e con quale significato a livello progettuale?
- Quali contenuti vanno collocati (quale posto) o sviluppati (livelli di approfondimento) e quali funzioni questi stessi devono avere allinterno della struttura modulare e/o curriculare?
- A quali modelli, metodi, procedure disciplinari o transdisciplinari fare riferimento?
- A quali strategie o metodologie didattiche fare ricorso per lattivazione dellintervento?
- Come controllare lefficacia del progetto modulare e con quali strumenti?
- Cosa e quali sono i fondamenti strutturali della disciplina: in che rapporto stanno con i processi di insegnamento-apprendimento (come si esplicitano nellambito del curriculo)?
La Progettazione Modulare:
modalità, scopi, definizioni
La "progettazione modulare " è la risposta alla complessità ed alla flessibilità del problema educativo in termini didattici.
« La progettazione modulare prevede "limpiego flessibile di segmenti di itinerari di insegnamento-apprendimento – i moduli – che hanno struttura, funzioni e ampiezza variabili, ma formalmente e unitariamente definite." In tale ottica "ciascun modulo viene a costituire una parte significativa, altamente omogenea ed unitaria di un esteso percorso formativo disciplinare o pluri, multi, interdisciplinare programmato, una parte del tutto, ma in grado di assolvere ben specifiche funzioni e di far perseguire ben specifici obiettivi cognitivi verificabili, documentabili e capitalizzabili."» – Gaetano Domenici
In una struttura modulare "mediatori didattici" (contenuti compresi) e "variabili formative" pur presentando una struttura fondamentalmente complessa sono comunque "facilmente" gestibili, più controllabili e tra laltro più rispondenti alle diverse esigenze didattico-educative; progettare infatti un percorso formativo mediante moduli didattici significa assicurare allallievo non solo adeguati livelli di formazione – con particolare riferimento al biennio ed all’assolvimento di quello che è l’obbligo scolastico -, ma anche competenze specifiche a livello professionale, mediante la definizione per ciascun modulo di obiettivi propri finalizzati ai bisogni degli allievi.
" La struttura modulare, permette di graduare i moduli in modo da passare da compiti semplici a compiti più complessi di tipo progettuale-autonomo, muovendosi da un livello minimo di autonomia ad un livello massimo di complessità" .
Modularità e Ricerca Metodologica Disciplinare (della D.B.)
La RMD è una risorsa per il miglioramento dellofferta formativa; in particolare passando attraverso una codifica della struttura e della funzione di tutti gli "elementi" oggetto di ricerca rapportati alla dimensione educativa e formativa, si possono definire i seguenti livelli rispetto ai quali sviluppare la RMD .
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Livello strutturale e funzionale della RMD :
- la progettazione curriculare e pertanto la definizione dei percorsi espliciti ed impliciti;
- Livello educativo-formativo della RMD :
- sul piano cognitivo: conoscenze (necessarie), capacità implicate, abilità e competenze attese;
- sul piano metacognitivo: organizzativo, metodologico, processuale;
- sul piano socio-affettivo-relazionale: esigenze e bisogni educativi, aspettative ed aspirazioni professionali rapportate alle opportunità del territorio.
Curriculum esplicito e curriculum implicito : mediatori didattici e variabili formative
Nello schema seguente si può osservare come alcune variabili formative siano presenti in diversi contenuti, riferiti non solo alla stessa disciplina ma anche a discipline diverse (costanti formative); le variabili formative infatti si può dire che dipendono dalla struttura del contenuto e pertanto vanno ricercate ed opportunamente rilevate per un utilizzo adeguato in un percorso curricolare.
Le costanti formative vanno definite in funzione degli obiettivi specifici e trasversali sia cognitivi che operativi, in rapporto:
disciplinare | |
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pluridisciplinare
multidisciplinare |
interdisciplinare |
esplicito | |
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implicito |
Nel diagramma di seguito riportato vengono evidenziati alcuni aspetti strutturali d’interazione tra i due diversi curricoli rapportati alle dimensioni educative "cognitivo" e "non cognitivo", che ritengo fondamentale per una RMD finalizzata alla costruzione di un Modulo Didattico Multidisciplinare;
Una defizione della " logica " della ricerca in relazione ai diversi piani : strutturale, processuale, topologico, funzionale permette una destrutturazione dei contenuti in termini di mediatori metacognitivi favorendo il processo formativo dellallievo.
Per condurre un’indagine significativa sui diversi piani è evidente che i caratteri distintivi dei contenuti devono trovare risposta a forme dichiarative e procedurali codificabili nel modo seguente:
- sul piano strutturale :
- sul piano topologico:
- sul piano funzionale:
che cosa è …, come è fatta …, è simile a …, è diversa da …; codifica della procedura di indentificazione delloggetto; ricerca e riconoscimento delle parti o degli elementi costituenti; ricerca di analogie formali e sostanziali;
sul piano processuale:
a cosa serve …, come funziona e fino a che punto …, come si applica …, come si può modellare in funzione di (destrutturazione) …, definizione di procedure dirette ed inverse (funzionale allapplicazione), in che modo si sviluppa: in termini sequenziali, selettivi, iterativi o ciclici (diagrammi di flusso, algoritmi, diagrammi a blocchi), in termini "problematici" (ipotesi, analisi, deduzioni, verifica, sintesi)
dove si trova …, quando serve …, dove si applica …; con che cosa è compatibile (o incompatibile) sia a livello sintattico che a livello semantico; in quali modelli o strutture o sequenze loggetto può essere inserito (funzione procedura allinterno di un "ragionamento");
a che cosa serve … (per la presentazione del contenuto, per lo sviluppo o il potenziamento di capacità o abiltà, verifica delle conoscenze o delle capacità o abilità operative strumentali e processuali); cosa implica … ( ipo t esi di soluzione in termini qualitativi, definizione della logica procedurale (top-down, bottom-up), rilettura dati e definzione del modello risolutivo, strutturazione della procedura risolutiva, sviluppo dellalgoritmo, sintetizzazione della soluzione).
Soggetti destinatari
: alunni classi prime e seconde di Istituti e Scuole superiori.
Operatori scolastici implicati
: componenti dei rispettivi consigli di classe.
Finalità
: riduzione del rischio di abbandono e/o del calo di motivazione allo studio e/o di interesse per il sapere disciplinare.
Considerazioni-premessa di ordine semantico
E’ il caso di precisare alcuni aspetti riguardanti il concetto e la struttura di
modularità disciplinare : riorganizzazione dei contenuti disciplinari che tiene conto delle finalità e degli obiettivi generali ma che risponde ai bisogni formativi in termini di sapere, saper fare, saper essere mediante specifiche performances connesse ad argomenti e temi sui quali si sviluppano le unità modulari che garantiscono conoscenze, competenze, capacità (capitalizzabili) certificabili; le diverse unità modulari sono connesse tra loro in una logica sia spaziale (livello e complessità di approccio) che temporale (collocazione nel "curricolo" che può essere determinata dalle proprietà intrinseca dei moduli o dal bisogno formativo che ne ha determinata la progettazione).
Per quanto riguarda i concetti di modularità pluri-, multi-, inter-, (disciplinare) si richiamano i concetti di pluridisciplinarità, multidisciplinarità, interdisciplinarità che possono essere modulati in un cotesto di organizzazione modulare didattica e quindi dare un’adeguata interpretazione dal punto operativo:
Pluridisciplinarità : concorrenza di più discipline i cui contesti o ambiti disciplinari di riferimento sono ben definiti e gli argomenti sono confinati nei suddetti contesti o ambiti non necessariamente interagenti.
Multidisciplinarità : quando non sono distinguibili i confini degli ambiti o dei contesti disciplinari di riferimento in cui gli argomenti si sviluppano ed è quindi possibile riscontrare nella struttura dei contenuti una transdisciplinare che ne permette la riorganizzazione modulare.
Interdisciplinarità : quando, indipendentemente da tematiche o argomentazioni che possono definirsi come ambiti o contesti di riferimento in relazione a contenuti riguardanti una o più discipline, si evidenziano o vengono privilegiate implicazioni di natura epistemologica o strutturale che permettono l’evolversi dei contenuti in modo tale che concorrano alle stesse finalità, alla costruzione o allo sviluppo di modelli mentali analogici, allo sviluppo di abilità di transfer e processi di generalizzazione.
Il Modulo Multidisciplinare
Metodologie e strategie didattiche d’approccio
Operazionalizzazione degli obiettivi
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1. – potenziamento delle capacità linguistico – espressive ; |
conoscenze-competenze (sapere e saper fare) |
1.1 – acquisizione di un sufficiente bagaglio lessicale (specifico); 1.2 – interpretazione dei linguaggi specifici (disciplinari);
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2. – potenziamento delle abilità logico-operative e di metodo di lavoro ; |
Capacità – Abilità (saper essere) |
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Saper essere |
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Contenuti
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( scelti opportunamente in rispetto del curriculum esplicito riferito alle discipline concorrenti e funzionali agli obiettivi individuati ) |
Metodologie e strategie didattiche d’approccio
Le strategie dintervento in genere strutturate in modo complesso tengono conto del carattere diacronico dei moduli dintervento per il raggiungimento (a medio termine) degli obiettivi programmati nelle diverse aree formative/educative: cognitiva, metacognitiva, socio-affettiva-relazionale.
In particolare puntando sullutilizzo dei mediatori didattici: mappe concettuali, parole-chiave, concetti fondamentali, linguaggio specifico e tentare il coinvolgimento diretto in termini operativi dello studente verificando costantemente attraverso appositi fogli dappoggio o schede test i livelli di conoscenza e la capacità di utilizzo delle stesse mediante produzione divergente.
Lazione didattica si articolerà principalmente e costantemente in tre momenti significativi :
- momento della presentazione o dellanalisi di un caso esempio;
- momento di riflessione stimolata (feedback) o di lavoro guidato;
- momento di approfondimento o di lavoro autonomo (studio personale);
in relazione ad ogni momento ed obiettivo vanno scandite operazioni e comportamenti del docente e dellalunno.
Per quanto riguarda linsegnante operazioni (cosa si propone) e comportamenti (come si pone) funzionali allobiettivo saranno riferiti principalmente ad aspetti:
- di natura progettuale : scelta e destrutturazione dei contenuti, strutturazione di macrologiche di orientamento o di organizzazione del lavoro, costruzione di fogli dappoggio o schede di supporto allattività didattica, modalità interattive legate ai diversi momenti, modelli e tecniche di schematizzazione o sintesi ;
- di natura gestionale-organizzativa : definizione della sequenza temporale delle operazioni dintervento (presentazioni, consegne, modalità di lavoro: individuali o di gruppo, somministrazione di fogli e schede di approfondimento o di verifica), individuazione dei mediatori didattici o delle logiche procedurali (esplicite ed implicite) di riferimento dettati dalla complessità del contenuto .
Per quanto riguarda lalunno operazioni (cosa deve fare) e comportamenti (come deve fare) saranno quelli opportuni alle diverse situazioni di compito che si moduleranno in funzione dei diversi momenti (presentazione, lavoro guidato, lavoro autonomo) dellazione didattica.
Nella prassi didattica un’adeguata declinazione di ciascun sottobiettivo in obiettivi specifici corrispondenti ad opportune operazioni di compito permetterà una più agevole e controllabile attività oltre ad una coerente gestione dellattività di verifica e valutazione.
Da ogni obiettivo specifico infatti vanno definiti indici e livelli di prestazione o di performance da raggiungere in relazione ai diversi criteri stabiliti.
Operazionalizzazione degli obiettivi
In relazione ad ogni sotto-obiettivo si possono definire opportuni obiettivi specifici che sono riferibili trasversalmente a tutte le discipline e pertanto ogni docente del consiglio di classe che aderisce al progetto dovrà oppprtunamente riferire a specifici contenuti disciplinari in coerenza con la propria programmazione:
1.1 – acquisizione di un sufficiente bagaglio lessicale (specifico) :
1.1.1 – riconoscere le parole chiave;
1.1.2 – individuare il lessico specifico;
1.1.3 – definire interazioni lessicali o costruire mappe concettuali.
1.2 – interpretazione dei linguaggi specifici (disciplinari):
1.2.1 – associare significati ai termini (specifici) o unità lessicali;
1.2.2 – definire concetti elementari o fondamentali;
1.2.3 – analizzare strutture semplici o complesse in relazione ad aspetti semantico-concettuali.
1.3 – Produzione di semplici testi scritti o orali mediante luso di un linguaggio chiaro, preciso e corretto :
1.3.1 – sintetizzare scalette o diagrammi di flusso come guida alla produzione di un testo scritto o parlato o per una qualunque operazione complessa di pensiero;
1.3.2 – descrivere situazione, fatti e fenomeni evidenziandone caratteri o elementi fondamentali che li contraddistinguono;
1.3.3 – esporre quanto appreso con chiarezza e precisione di linguaggio;
1.3.4 – raccontare di avvenimenti o di situazioni utilizzando forme e modelli testuali adeguati;
1.3.5 – sostenere coerenti forme di dialogo, dando risposte adeguate e mirate.
Il corrispondente piano delle attività va corredato di opportuni strumenti di verifica che rispondano ai principi di valutazione e di autovalutazione e quindi la costruzione di apposite schede di indagine che fanno ricorso a modalità, criteri e tecniche adeguati per la valutazione e quindi la definizione di opportuni indicatori ed indici.
Mario Quarta