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Il Terzo Millennio è un’epoca che vede come protagonista la tecnologia. Oggi tutti possediamo più di un cellulare, un computer e la rete internet. Questi strumenti tecnologici hanno invaso la nostra vita modificandone addirittura le abitudini. Se ad esempio prima era necessario scrivere una lettera per rimanere in contatto con persone che abitano lontano da noi, oggi è possibile accendere il pc, collegarsi ad internet e comunicare in tempo reale con chi si trova in altri paesi grazie alle chat e ai social network.
Nel mondo d’oggi si è costantemente aggiornati minuto per minuto su ciò che accade intorno a noi senza aver bisogno di dover aspettare di ascoltare le notizie dal telegiornale o di leggerle dai quotidiani. Tutti gli strumenti che noi usiamo stanno acquisendo sempre più carattere tecnologico: la macchina fotografica non usa più il vecchio rullino, ma ha una memoria in grado di contenere numerose foto in formato digitale, la televisione mette a disposizione più canali rispetto al passato grazie al segnale digitale che ha preso il posto del vecchio sistema analogico, gli odierni orologi (I-watch) sono in realtà dei piccoli computer, così come i cellulari di nuova generazione. La tecnologia, inoltre, è diventata determinante anche nei luoghi di lavoro. Come afferma Massimo Gaggi in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 26 gennaio 2014, E il robot prepara cocktail e fa la guerra, il bancomat ha preso il posto del bancario, in molti supermercati il cassiere è stato sostituito da sensori, lettori di codici a barre e sistemi di pagamento automatizzati, in alcuni paesi, come Giappone e Francia, treni e metropolitane non hanno più il conducente perché sono guidati da robot. Addirittura le scuole sono state invase da nuovi strumenti tecnologici. Come afferma Dianora Bardi in un articolo pubblicato sul Sole 24 ore il 12 gennaio 2014, La tecnologia da sola non fa scuola, anche la scuola sta diventando interattiva perché in essa si sono introdotti nuovi mezzi tecnologici come la LIM, l’e-book, i registri elettronici e i tablet. Queste novità hanno spiazzato gli insegnanti che lavorano da decenni nelle scuole abituati alla vecchia lavagna d’ardesia e libri e registri cartacei poiché non hanno capito il ruolo che questi nuovi strumenti avrebbero dovuto assumere. Ma le nuove generazioni sono tecnologiche e, quindi, gli insegnanti devono adeguarsi ad essa utilizzando queste nuove tecnologie. Oggi, dunque, gli studenti possono andare su internet, comunicare tramite chat, prendere appunti in quaderni digitali e leggere libri elettronici senza essere rimproverati dagli insegnanti. Sempre il giornalista Gaggi, nel medesimo articolo sopracitato, afferma che i robot sono utili anche per svolgere mestieri ripetitivi o per essere utilizzati in zone pericolose per l’uomo, come ad esempio piattaforme petrolifere in fiamme, miniere semidistrutte da un crollo, centrali in avaria che perdono sostanze radioattive.

La tecnologia sta sfidando anche i limiti dell’umano. Come afferma il giornalista Fabio Chiusi in un articolo pubblicato sull’Espresso il 6 febbraio 2014, TRANS UMANO la trionferà, un gruppo di scienziati della Silicon Valley è convinto che la tecnologia possa potenziare le nostre capacità fisiche, eliminare ogni forma di sofferenza e sconfiggere l’invecchiamento e la morte. Inoltre si stanno creando nuove tecniche come «il “mind uploading”, ossia il trasferimento della coscienza su supporti non biologici, e le “nanomacchine”, robot grandi come virus in grado di riparare le cellule cancerose o i danni da malattia degenerativa direttamente a livello molecolare».

L’uomo sta trasferendo la sua intelligenza sui robot e le macchine tecnologiche. Ma, avverte il giornalista Gaggi, bisogna fare attenzione affinché le macchine create dall’uomo non diventino più intelligenti dell’uomo stesso. Io sono pienamente d’accordo con lui: non oso immaginare cosa potrebbe accadere se i robot prendessero il posto dell’uomo. Fino a che punto, quindi, può spingersi la tecnologia? Secondo me, tutto dipende dall’uso che se ne fa. Ben vengano, ad esempio, le ricerche scientifiche e le nuove tecniche per curare malattie tuttora non curabili. Porrei, invece, un limite, alla tecnologia in ambito lavorativo perché essa creerebbe disoccupazione in quanto sarebbero utilizzati i robot in lavori quotidiani che l’uomo può svolgere con tranquillità. Tutto, quindi, sta nelle mani dell’uomo e dell’uso che egli vuol fare della tecnologia.