vincenzo.disalvatore
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DESTINAZIONE: Il Manifesto

Negli ultimi tempi il tema all’ordine di ogni giorno è il problema della disoccupazione; questo è dovuto alla crescita mondiale della crisi economica. In Europa, rispetto al resto del mondo, la crisi e la disoccupazione si sono sentite maggiormente. Un articolo di giornale che conferma la crescita della crisi è quello di Mario Sensini, un giornalista del quotidiano Il corriere della sera. Nell’articolo…. , consultando i dati dell’Istat, afferma che in Italia e nel resto d’Europa il tasso di disoccupazione è aumentato.

Infatti tra il 2008 e il 2011 ci sono stati 1 milione 54 mila unità che hanno perso il lavoro. Secondo me questo è dovuto soprattutto alle varie banche che vi sono e, in particolare, alla Banca Centrale Europea: è quest’ultima che decide le sorti di tutti i lavoratori dell’intera Europa. A pagare il prezzo maggiore della crisi sono i giovani che non riescono più a trovare facilmente un posto di lavoro. Infatti, secondo il 45 rapporto Censis, in Italia vi è un alto tasso di anzianità aziendale ben superiore a quello dei principali Paesi europei. Di conseguenza, il 23,4% dei giovani risulta disponibile a trasferirsi in altre regioni o perfino all’estero per trovare la propria indipendenza economica. Ma coloro che si sono appena laureati trovano il lavoro? Purtroppo i neolaureati non riescono sempre a trovare l’occupazione per la quale hanno studiato per molti anni e devono ripiegare su altri lavori. L’Istat spiega che dei laureati che hanno conseguito la laurea magistrale circa il 69% riesce a trovare il lavoro desiderato; mentre coloro che hanno conseguito la laurea triennale trovano con maggiore difficoltà l’occupazione. Come riporta il rapporto Censis, in Italia, come in Europa del resto, i giovani tra i 15 e i 24 anni non sono interessati né a lavorare né a studiare e si dichiarano restii a mettere su un’attività in proprio dato le spese e i rischi a cui vanno incontro. Di conseguenza fra i giovani si è diffusa una sfiducia verso il futuro. Ma non tutti si sono dati per vinti. Un esempio è stato Steve Jobs, fondatore della Apple. Egli, infatti, come riporta Giovanna Fevro in Steve Jobs, un folle geniale, mollò dopo pochi giorni gli studi al college pagati dai genitori adottivi per seguire le sue passioni, riuscendo alcuni anni dopo a fondare la Apple, una società di tecnologia che tutt’oggi è molto quotata in borsa. Prima di morire, Jobs disse agli studenti dell’Università di Stanford che il loro tempo è limitato e che non devono perderlo seguendo i pensieri delle persone che si frequentano. Piuttosto bisogna impiegare il tempo seguendo con coraggio il proprio cuore e il proprio istinto. Sono pienamente d’accordo con il pensiero di Steve Jobs. Inoltre penso che con il coraggio ognuno di noi potrà superare questa crisi che ci sta portando alla più totale disperazione. Se non vogliamo far accadere una nuova crisi come quella del 1929, bisogna che tutti i politici prendano seri provvedimenti al fine di eliminare gli ostacoli che permettono all’uomo di realizzarsi. Bisogna, quindi, aumentare i posti di lavoro per assicurare un futuro dignitoso alle nuove generazioni e per fare in modo che questa crisi finisca una volta per tutte.