Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 11
Il ballo come evoluzione della società. Pag. 1 Il ballo come evoluzione della società. Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il ballo come evoluzione della società. Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il ballo come evoluzione della società. Pag. 11
1 su 11
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Il ballo come evoluzione della società .

Autore: Mattia Elisabetta

Descrizione: in questa tesina si analizzano i balli che hanno caratterizzato ciascuna epoca e società , dalle antiche civiltà  ai giorni nostri.

Materie trattate: Italiano, Storia, Storia Dell'Arte, Inglese, Filosofia

Area: umanistica

Sommario: Italiano, Dante Alighieri, Paradiso, 24° canto (la danza delle anime). Italiano, Ugo Foscolo, Ode all'amica risanata, La divinizzazione di Antonietta Fagnani Arese per il suo modo sensuale di danzare. Italiano, Giacomo Leopardi, Il sabato del villaggio, La danza dei giovani. Italiano, Giacomo Leopardi, Lo zibaldone, L'importanza della danza all'epoca di Omero. Storia, Re Luigi IXV, Il soprannome "Re Sole". St.Arte, Pierre Auguste Renoir, Bal al Moulin de la Galette, La danza come divertimento sociale. St.Arte, Edgar Degas, Stella o danzatrice sulla scena, Il mondo della danza professionale: la danza classica. Inglese, Francis Scott Fitzgerald, The Great Gatsby, The American Dream. Filosofia, Freud, La danzaterapia.

Estratto del documento

2.THE MIDDLE AGE.

During the Middle Age, dance was at first practiced in religious buildings, but then,

condamned by the ecclesiastical authorities as it was considered dangerous for its

immorality a cause of the use of the body. Despite this fact, it was a really popular

social activity partecipating at numerous forms of entertainment where dance was the

protagonist. In those occasions, the jester amused the public with the solo dances, or

was the person that led the group dances in special occasions. The most popular

dance was called ‘carola’: a closed chain dance (people hold each other by hand and

danced in circle). It was danced in the spring festivities, generally around a tree or a

character who encouraged dancers beating his hands and his feet. It was mentioned

by Boccaccio in his ‘Decamerone’ and by Dante in the Divine Comedy.

carole

‘Così quelle differentemente danzando, della sua ricchezza

Mi si facén stinàr veloci e lente.’

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Cap. XXIV)

Nel Canto XXIV del Paradiso, Dante si trova con Beatrice nel cielo delle stelle fisse.

In questa precisa occasione, la danza, in modo particolare la carola, assume un ruolo

fondamentale. Essa è un elemento estetico e letterario, attraverso il quale il poeta

comprende, infatti, che tutte le anime presentano un minore o maggiore grado di

beatitudine. In realtà, questo non è l’unico esempio che si può citare, poiché nella

maggior parte dei canti, tutte le anime beate sono solite danzare, muoversi con

armonia e tanta grazia, per poter festeggiare degnamente il loro incontro con Dante,

ma anche per mostrargli la loro carità e felicità per essere giunte in Paradiso.

Dante Alighieri. La carola.

3. IL RINASCIMENTO.

Durante il Rinascimento in Italia, si sviluppò una forma ricercata di ballo che

prevedeva norme da seguire e un certo studio di passi e movimenti. In questo modo,

la danza divenne una vera e propria forma di educazione, praticata specialmente dai

nobili. Inizialmente, infatti, i balletti di corte venivano interpretati dagli aristocratici e

dai reali nelle sale e nei giardini dei loro palazzi e le danze erano considerate un

modo per rallegrare la vita di corte che altrimenti sarebbe stata monotona e noiosa.

Pertanto, sapere danzare era una necessaria qualità sociale dei nobili e faceva parte

della loro educazione sin dall'infanzia. Nacque, proprio nel periodo rinascimentale, il

maestro di danza professionale, con la conseguente istituzione della prima scuola di

ballo a Milano nel 1545. Le regole fondamentali della danza erano la compostezza,

l’atteggiamento nobile, le convezioni sociali della cavalleria e della galanteria. Nel

Quattrocento, la figura del maestro di ballo era molto richiesta per istruire i signori e i

cortigiani; tra questi, Domenico Piacenza (detto “Domenichino”) e il suo discepolo

Guglielmo Ebreo da Pesaro, che fu talmente famoso da essere chiamato alla corte di

Urbino da Federico da Montefeltro.

Nel 1581 presso la corte di Francia nacque il primo balletto appartenente al genere

della commedia della storia il Ballet Comique de la Reine composto di brani recitati,

danzati e cantati. Ballo in una corte inglese.

4. IL SEICENTO.

Ma è solo nella seconda metà del XVII secolo che la danza sale sui palcoscenici

francesi. Infatti, essa ricevette una forte spinta da Luigi XIV, che amava molto

danzare ed esibirsi in prima persona negli spettacoli di corte, tanto che fu chiamato

“Re Sole” per essersi esibito come “Sole nascente” ad un balletto reale del 1653.

Nel 1661 egli promosse la nascita dell’Acàdemie Royale de Danse in seno

all’Acàdemie de Musique, istituzioni preposte alla definizione delle regole inerenti a

queste arti. Con la costituzione dell’Accademia francese prese avvio la danza

classica, detta anche accademica perché la sua caratteristica è quella di dipendere da

norme codificate. Nel 1681 venne rappresentato a Parigi il

Il Trionfo dell'Amore:

primo balletto in cui appaiono in scena ballerine professioniste. Fino ad allora i ruoli

femminili, quando interpretati da professionisti, erano stati ,infatti, sempre eseguiti da

uomini e alla fine del Seicento nasceva l’opéra-ballet, spettacolo in cui la danza e il

canto avevano un rilievo paritario. rappresentò una data storica

Il Trionfo dell'Amore

per il balletto in quanto apportò una trasformazione sostanziale sull'esecuzione e

sviluppò una vera e propria competizione tra i ballerini dei due sessi costringendo gli

esecutori solisti a ricercare passi sempre più complicati. Re Luigi XIV.

5. NEOCLASSICISMO (SETTECENTO-OTTOCENTO).

Nel XVIII secolo si facevano delle distinzioni tra danza di corte e danza di teatro. La

principale differenza la si ritrova per quanto concerne la struttura dello spazio

scenico: a differenza degli spettacoli organizzati negli ambienti di corte, dove il

pubblico si posizionava intorno allo spazio delle danze, ora il palcoscenico era posto

di fronte agli spettatori e tutto ciò che vi stava sopra doveva seguire delle linee

prospettiche, altrimenti la visione non sarebbe stata buona. Le danze si volsero

sempre di più ad una cura eccessiva della forma, a scapito dell'espressione. La cura

principale era indirizzata all’eleganza delle linee e a creare passi sempre più

complessi per stupire il pubblico. Dopotutto, tra il XVIII e il XIX secolo si sviluppa il

Neoclassicismo, che dettava dei canoni, ovvero la compostezza formale, grazia,

armonia, gradevolezza da seguire nel campo delle forme artistiche. Nella letteratura

italiana, ad esempio, la danza è simbolo della bellezza divina in un’opera composta

da Ugo Foscolo: “(…) te o, Dea, mirando obbliano

le danze,

i garzoni te principio di affanni e di speranze.

balli

(…) O quando disegni, e l’agile

corpo all’aure fidando ignoti vezzi sfuggono

dai manti, e dal negletto velo scomposto sul sommosso petto”.

(U. Foscolo, All’Amica Risanata, vv. 28-42)

Si tratta della famosissima ode “All’Amica Risanata” dedicata, infatti, alla donna

amata, divinizzata da Foscolo, Antonietta Fagnani Arese, la quale si apprestava a

rientrare in società dopo una malattia.

Un altro grande letterato italiano che si interessò al mondo della danza è Giacomo

Leopardi. Egli, sia ne “Il sabato del villaggio” (vv. 8-15),

Siede con le vicine

su la scala a filar la vecchierella,

incontro là dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,

quando ai dí della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella

danzar

solea la sera intra di quei

ch'ebbe compagni nell'età piú

sia nel suo quaderno di appunti e di riflessioni, lo Zibaldone, in cui possiamo

individuare il seguente riferimento alle usanze dei popoli antichi, considera

la danza come una illusione facente parte dell’età più bella, della giovinezza.

In proposito di quello che ho detto p.96. osservate come ragionevolmente gli

antichi usassero la musica e la danza nei conviti, e segnatamente dopo il pranzo,

come dice Omero nel primo dell’Odissea, e forse anche dove parla di Demodoco.

L’uomo non è mai più disposto che in quel punto ad essere infiammato dalla musica

e dalla bellezza, e da tutte le illusioni della vita.”

(G. Leopardi, Zibaldone, 20-22 giugno 1820).

6. L’OTTOCENTO – IMPRESSIONISMO.

Nella storia dell’arte, invece, ritroviamo il dualismo ballo-società in diversi dipinti

del periodo dell’Impressionismo. In particolare, sono famosi quelli di Pierre-Auguste

Renoir e di Edgar Degas.

Bal al Moulin de La Galette – Pierre Auguste Renoir.

In questo dipinto, Renoir tende a rappresentare la danza, come simbolo del

divertimento, della gioia di vivere, della voglia di restare in compagnia dei propri

amici dopo una settimana faticosa e intensa di lavoro. La location del quadro è una

balera all’aria aperta, il Moulin de la Galette, così chiamata perché ai clienti venivano

offerte delle gallette (ciò spingeva però i clienti a consumare di più!). Un elemento

tipico della tecnica dell’artista è la luce, che viene filtrata attraverso le foglie degli

alberi, producendo così delle chiazze luminose sulle giacche degli uomini, sui vestiti

delle signore. Da buon impressionista, inoltre, l’autore ha alternato i colori primari

(azzurro, giallo, rosso) ai colori complementari (arancio, verde). Infine, Renoir è stato

un artista che ha amato moltissimo il divertimento, la gioia di vivere tanto da ritrarre

se stesso con la moglie che ballano.

LA STELLA O DANZATRICE SULLA SCENA- EDGAR DEGAS.

Edgar Degas è l’artista impressionista che dipinse tantissimi quadri che ebbero come

tema la danza, in particolare la danza classica. Degas, infatti, era solito partecipare

come spettatore agli spettacoli di danza classica, di cui era piuttosto appassionato, ma

la vicinanza al mondo della danza è anche motivata dalla professione della sorella,

che, infatti, era una ballerina di danza classica. L’artista tende quindi, a dipingere il

mondo della danza professionale, piuttosto che come divertimento o passatempo della

società. In questo quadro, infatti, viene rappresentata una danzatrice sulla scena di

uno spettacolo. La ragazza è molto concentrata e nel suo movimento si riconoscono i

canoni della grazia, dell’armonia, dell’eleganza, tipici della danza. Probabilmente, il

fatto che l’autore abbia voluto intitolare il quadro nella prima parte “la stella” è da

ricercare proprio nella forma del corpo della ragazza, che dipinta dall’alto sembra

effettivamente creare una stella. I colori, infine, sono molto vivaci, e Degas ha voluto

abbinare i colori primari (azzurro, giallo, rosso) a quelli complementari, tipica tecnica

degli impressionisti.

7. DAL NOVECENTO AI GIORNI NOSTRI.

Nel XX secolo si sviluppano nuove idee che si contrappongono alla danza

accademica. Famose sono, infatti, le teorie di Isadora Duncan (danzatrice

statunitense): essa credeva che il movimento doveva scaturire spontaneamente dal

plesso solare del ballerino, il cui corpo doveva seguire liberamente ogni impulso

emotivo suggeritegli dalla musica e dalla vicenda che va interpretando, al di là di

qualsiasi regola imposta dall’esterno. Egli, non doveva essere impacciato da abiti

troppo stretti o da costumi troppo ingombranti. Queste idee influenzeranno

moltissimo l’ambiente della danza di questo periodo ma anche fino ai giorni nostri;

infatti, in questo periodo nascerà la danzaterapia, argomento del pensiero del filosofo

Sigmund Freud. La danzaterapia è una disciplina pedagogico - terapeutica

tipicamente non verbale che favorisce nelle persone un cambiamento nella percezione

di sé e da’ la possibilità di far affiorare la creatività, che molte volte resta latente in

forma di movimento corporeo. E’ un metodo creativo il cui scopo è la

riappropriazione di qualcosa di naturale che sta dentro di noi e che permette di

comprenderci e di comprendere gli altri.

esprimere le emozioni

offre un’opportunità di mediante il movimento

• favorisce una buona integrazione corpo/mente perché aumenta la

• linguaggio del corpo,

coscienza e la potenzialità espressiva del

provocando una relazione profonda e naturale che libera dalle barriere

soggettive, culturali e sociali tipiche della comunicazione verbale.

migliora la comunicazione con se stessi, con gli altri, con l’ambiente,

• tra lo spazio esterno e la sua rappresentazione

aumentando l’armonia

interiore.

La danzaterapia propone dunque un che appartiene a qualsiasi essere

linguaggio

umano, indipendentemente dalla sua situazione fisica o psichica, dalle sue condizioni

sociali, economiche, umane o dall’età. Nel movimento creativo ciascuno può

esprimere e affermare la propria originalità, la propria essenza, la propria diversità

facendo così esperienza del piacere di comunicare aldilà delle parole in una

comprensione più ampia di sé stessi e degli altri.

In questo invito alla danza, si perde gradualmente la paura dello che assume

spazio

un ruolo di contenitore, una casa da abitare, un elemento non più ostile e minaccioso;

può conoscerlo, sentirlo, viverlo e accoglierlo abbandonandosi a un contatto

il corpo

Dettagli
Publisher
11 pagine