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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI..
Autore: Posponi Valentina
Descrizione: nella tesina viene analizzato il problema delle piccole cose essenziali che nella rapidità delle nostre vite ci sfuggono..
Materie trattate: Inglese,storia,italiano,latino,francese,storia Dell'arte,spagnolo
Area: umanistica
Sommario: inglese,lewis carrol,alice's adventures in wonderland italiano,calvino,lezioni americane:visibilità ,leggerezza,rapidità spagnolo,marquez,el amor en los tiempos del colera francese,Saint-Exupery,Le petit prince storia,il bombardamento di montecassino arte,futurismo,boccioni,la città che sale latino,apuleio,la favola di amore e psiche
Ogni giorno,trasportati dalla velocità delle nostre vite non ci accorgiamo di come le
piccole cose sfuggano al nostro sguardo….e quando ce ne accorgiamo è troppo
tardi….un fiore appena sbocciato tra il cemento della città,un passerotto che canta
tra i rami di quell’albero vicino a casa e a cui non diamo mai importanza…e invece
quelle piccole cose che a noi sfuggono i bambini le notano facilmente….ha inizio
così la ricerca che bisogna fare dentro di noi…l’essenziale….essenziale che non
vediamo facilmente con gli occhi ma che appunto vediamo con il cuore….
“L’essenziale è invisibile agli occhi-ripetè il piccolo principe per
ricordarselo”Sicuramente la frase-chiave del romanzo di Saint-Exupery è
questa………
FRANCESE est l'œuvre la plus connue d'Antoine de Saint-Exupéry. Publié en
Le Petit Prince
1943 à New York, c'est un conte poétique et philosophique sous l'apparence d'un
conte pour enfants. C'est un récit qui n'a pas d'étiquette dans l'histoire
littéraire.Chaque chapitre relate une rencontre du petit prince qui laisse celui-ci
perplexe quant au comportement absurde des « grandes personnes ». Chacune de
ces rencontres peut être lue comme une allégorie.Le langage, simple et dépouillé,
parce qu'il est destiné à être compris par des enfants, est en réalité pour le narrateur
le véhicule privilégié d'une conception symbolique de la vie.Les aquarelles font
partie du texte et participent à cette pureté du langage : dépouillement et
1
profondeur sont les qualités maîtresses de l'œuvre.On peut y lire une invitation de
l'auteur à retrouver l'enfant en soi, car « toutes les grandes personnes ont d'abord été
des enfants. (Mais peu d'entre elles s'en souviennent.) ».L'ouvrage est dédié à Léon
Werth, mais quand il était petit garçon.
Toujours en quête d'amis, le petit prince arrive sur Terre, et c'est encore la solitude
et l'absurdité de l'existence qu'il va découvrir : sa rencontre avec le serpent qui ne
parle que par énigmes, celle d'une fleur « à trois pétales », l'écho des
montagnes.Enfin, il arrive dans un jardin de roses. Il se rend alors compte que sa
fleur n'était pas unique et devient bien malheureux. C'est alors qu'il rencontre un
renard ; ce dernier lui explique ce que signifie « apprivoiser ». C'est grâce à
l'enseignement du renard que le petit prince découvre la profondeur de l'amitié :
« On ne voit bien qu'avec le cœur. L'essentiel est invisible pour les yeux. »
• « Tu es responsable pour toujours de ce que tu as apprivoisé. »
• « C'est le temps que tu as perdu pour ta rose, qui fait ta rose si importante. »
•
Dans cet épisode on a l’utilise du verbe “ apprivoiser” que dans l’Anglais ça veut
dire faire un animal sauvage inféodé et soumis parce- qu’il a le signifié de
domestication et subordination. Pour le renard et pour le petit prince le verbe
“domestiquer” implique une connexion réciproque et affective. La distinction
entre les deux mots c’est très important parce-que dans le Français il n’ y a pas
cette connotation de domination et suprématie qu’on a malheureusement dans la
traduction Anglais. La révélation du secret du renard ajoute un moral qu’on
trouve dans tout le roman. Les leçons du renard doivent être apprises plutôt que
enseignées, et quand le renard révèle son secret, confirme ce que le petit prince a
appris dans ses explorations. Le renard est comme un mentor qui fait noter les
choses importantes qui le petit prince a apprise et lui-aide pour comprendre ses
pensés. Quand le renard explique quoi ça veut dire « apprivoiser » le prince
comprendre qu’il a était apprivoisé par sa rose, même si il ne savait pas que
cette situation avait un nom. Après le prince visite encor une fois le jardin des
roses et dans lui-même il comprendre la deuxième partie du secret du renard ou
bien que c’est le temps qu’il a dédié a sa rose qui a fait elle unique pour lui. Le
petit prince donc a apprise les leçons du renard qui en appelait ses leçons
« secret » a révélé que cette connaissance ce n’est pas possible pour tout le
monde, donc il doit considérées elles un privilège.
Plus tard, le petit prince rencontre successivement un aiguilleur et un marchand
avant de rencontrer l'aviateur — avec lequel il restera sept jours. Guidé par la
fragilité et la candeur du petit prince, celui-ci finit par découvrir un puits dans le
désert : « Ce qui embellit le désert, dit le Petit Prince, c'est qu'il cache un puits
quelque part. » Peu après, le petit prince explique au narrateur qu'il est arrivé sur
Terre depuis près d'un an : il doit rentrer sur sa planète pour s'occuper de sa fleur
dont il se sent désormais « responsable ». Il ne peut en revanche emporter son corps
trop lourd et dont un serpent qui parle toujours par énigmes accepte de le libérer. En
compagnie de l'aviateur, le petit prince revient sur le lieu exact où il était arrivé :
« Il tomba doucement comme tombe un arbre. Ça ne fit même pas de bruit à cause
du sable. »Le petit prince sourit, il rira même éternellement dans les étoiles d'après
le texte de Saint-Exupéry
LATINO
E come l’essenziale è invisibile agli occhi così c’è una castello speciale nel quale i
servitori sono invisibili,gli strumenti musicali suonano melodie favolose senza che
nessuno li tocchi e ci sono sontuosi banchetti sempre pronti sulla tavola. Questo è il
castello che ci racconta Apuleio nella fiaba di Amore e Psiche inserita nel secondo
libro delle Metamorfosi. Le di Apuleio assume i caratteri del romanzo
Metamorfosi
di formazione.
Lucio il protagonista è caratterizzato dalla "curiositas", la quale risulta un elemento
positivo entro determinati limiti, che egli non rispetta facendo scattare così la
punizione: metamorfosi in asino, animale considerato stupido ed utile solo nel
trasporto di grandi carichi. Lucio però mantiene l’intelletto umano, e per questa
ragione nel titolo è definito l’asino d’oro, e possiede comunque un punto di vista
privilegiato perché osserva gli uomini nei lori gesti quotidiani. Il romanzo
rappresenta anche una denuncia alla società perché corrotta, ed infatti nel libro sono
rappresentati: imbroglioni, prostitute ed adulteri. Il percorso che dunque Lucio si
trova ad affrontare è di espiazione, in quanto passa dalla mani di briganti e mugnai
alle esibizioni circensi. Il protagonista rappresenta l’uomo che pecca, e che solo
dopo l’espiazione dei suoi peccati si può salvare, sino ad arrivare alla conversione
al culto di Iside diventandone sacerdote.
Amore e Psiche
A conferma del fatto che questa è una chiave di lettura suggerita dall'autore, alcuni
episodi minori dell'intreccio trovano corrispondenze precise con la vicenda di
Lucio, anticipandola o rispecchiandola. Emblematico è il caso della favola di Amore
che, grazie al rilievo derivante dalla posizione centrale e dalla lunga
e Psiche
estensione, assume valore prefigurante nei confronti del destino di Lucio.
La trama rispecchia tradizioni favolistiche note in tutti i tempi: la figlia minore di
un re suscita l'invidia di Venere a causa della sua straordinaria bellezza, e viene, per
volere della dea, data in preda a un mostro. Cupido, figlio di Venere, vedendola, se
ne innamora e la libera, portandola al sicuro in un castello, dove ne diviene
l'amante. Alla fanciulla, che ignora l'identità del dio, è negata la vista dell’amato,
pena l'immediata separazione da lui. Tuttavia, istigata dalle due sorelle invidiose,
Psiche non resiste al divieto e spia Amore mentre dorme: all'inevitabile, immediato
distacco pone rimedio la dolorosa espiazione cui Psiche si sottomette, attraverso
varie prove. La novella si conclude con le nozze e gli onori tributati a Psiche,
assunta a dea.
La favola di svolge nella struttura del romanzo una precisa funzione
Amore e Psiche
letteraria: riproduce in scala ridotta l'intero racconto e impone ad esso la giusta
chiave di lettura. Tocca al racconto secondario, contenuto nel corpo del romanzo,
rendere più complessa la prima lettura attivando una seconda linea tematica (quella
religiosa), che si sovrappone alla prima linea tematica (quella dell'avventura) per
conferirle un contenuto iniziatico.
Le vicende di Lucio possono essere lette come le prove cui è sottoposto un essere
che, dopo un tempo d'alienazione e di errabonde peripezie, è fin dall'inizio
promesso alla salvezza voluta dalla dea signora delle trasformazioni. Senza
l'inserzione della favola di Amore e Psiche, Apuleio non avrebbe potuto dirigere gli
avvenimenti narrati verso la giusta lettura, per fare del romanzo la storia di una
redenzione. L'evidente significato allegorico nulla toglie alla leggerezza del
racconto che segue felicemente la tradizione favolistica. Eros e Psiche, è una favola
che occupa addirittura due libri, e, come il resto delle Metamorfosi, ha un
significato allegorico: Cupido (identificato con il greco Eros, signore dell'amore e
del desiderio), unendosi a Psiche (cioè l'anima), le dona l'immortalità, ma Psiche
per giungervi deve affrontare innumerevoli prove, tra cui quella di scendere agli
Inferi per purificarsi. Anche la posizione centrale della favola nel testo originale
aiuta a capire lo stretto legame che lega questo "racconto nel racconto" con l'opera
principale; è infatti facile scorgere in questa favola una "versione in miniatura"
dell'intero romanzo: come Lucio, anche Psiche è una persona "simplex et curiosa",
e come Lucio compie un'infrazione, che viene duramente punita, e solo in seguito a
molte peripezie potrà raggiungere la salvezza.
ITALIANO
Dunque abbiamo parlato di leggerezza,invisibilità e rapidità…ebbene queste sono
tre delle sei proposte per il nuovo millennio di Calvino,valori da salvare e
conservare.
Le lezioni americane
Nel Giugno del 1984 Calvino viene invitato a tenere ad Harvard sei Norton
Lectures, delle relazioni la cui particolarità è l'assoluta libertà nella scelta del tema.
E' la prima volta in cui Calvino deve creare dal nulla un saggio prendendo
direttamente e in prima persona la parola. Fino all'inverno successivo, Calvino non
fa altro che raccogliere materiale utile per il suo intervento: nel'Aprile del 1985
termina la stesura della "leggerezza", tra Maggio e Giugno le si affiancano anche la
"rapidità", la "molteplicità", "l'esattezza" e la "visibilità". La sesta e ultima sezione,
la "consistency", rimane incompiuta perché Calvino muore poco prima di partire. Il
libro incompiuto viene pubblicato dapprima solo in America e dopo tre mesi arriva
anche in Italia. Per accostarsi a questo libro straordinario è però importante non
considerarlo come un testamento letterario di Calvino: all'essenza di questo libro ci
si può avvicinare prendendo in considerazione la successione dei suoi antenati
letterari del Novecento: "Aspetti del romanzo" di Forster, "Lezioni di letteratura" di
Nabokon, le conferenze di Bachmann, i saggi di Auden e le "Variètès" di Paul
Valèry, tutte opere che presuppongono una vita di letteratura ma che soprattutto ne
esprimono la gioia, il piacere del leggere e dello scrivere. Su questo libro il
commento più appropriato è stato quello di Alberto Moravia, il quale ha affermato
che questo non è il libro di un vecchio, ma di un giovane che vede la letteratura
come una donna amata, bellissima, ritrosa e lontana, e la vuole conquistare.
Ovviamente poi, le "Lezioni americane" sono anche un riepilogo, una sintesi di
quindici anni di saggistica; è un libro importante non perché Calvino finalmente si
riveli come persona, ma perché mette sulla carta la sua idea di come dovrebbe
essere la letteratura. C'è nelle "Lezioni americane" una coppia di autori, Lucrezio e
Ovidio, che incarnano il primo l'unicità e il secondo la molteplicità. Si farebbe
presto a dividere le opere di Calvino in questo modo, ma è invece più importante
capire questo: la figura di Lucrezio è il simbolo della scomponibilità del mondo in
elementi primi e inalterabili, mentre quella di Ovidio della loro incessante