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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Licantropia e vampirismo, lati oscuri dell'uomo
Autore: Chiarcos Rossella
Descrizione: il tema dei licantropi e dei vampiri è sempre stato trattato nel corso della storia della letteratura, ma è interessante notare come queste figure, in molte opere, non siano altro che la manifestazione del lato oscuro dell'uomo.
Materie trattate: Latino, Italiano, Arte, Inglese
Area: umanistica
Sommario: Latino: Petronio, Satyricon, novella di Nicerote e racconto sulle striges, tema dell'imbestiamento e tema della donna vampiro Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, licantropia legata anche a riti di iniziazione. Italiano: Bram Stoker, Dracula, tema del vampiro espressione degli aspetti più inquietanti della società vittoriana. Letteratura contemporanea, con riferimenti a Harry Potter e a Intervista col Vampiro di Anne Rice Arte: Munch, la Donna Vampiro, dipinto collegabile all'immagine di donna fatale, molto diversa dagli schemi tradizionali Inglese: Dracula by Bram Stoker
ROSSELLA CHIARCOS
LICANTROPIA E VAMPIRISMO, MANIFESTAZIONI DEL LATO
OSCURO DELL’UOMO
.
ANNO SCOLASTICO 2008/2009
LICEO SCIENTIFICO GALILEO GALILEI CLASSE 5G 1
SOMMARIO DELLA TESINA
INTRODUZIONE GENERALE
RAPIDA PANORAMICA LETTERARIA
PRIMA SEZIONE: LA LICANTROPIA
SIMBOLOGIA DEL LUPO
• DIVERSI NOMI, UN’UNICA ENTITÀ: IL LICANTROPO
• LA LICANTROPIA NEL MONDO CLASSICO: PETRONIO E PLINIO IL VECCHIO
•
1. UNA NOVELLA SUI LICANTROPI DAL DI PETRONIO
SATYRICON
2. UN ANEDDOTO SUI LUPI MANNARI DALLA DI PLINIO IL
NATURALIS HISTORIA
VECCHIO
IL LICANTROPO NELLA NARRATIVA CONTEMPORANEA: LA SAGA DI
• HARRY
POTTER
SECONDA SEZIONE: IL VAMPIRISMO
LA FIGURA DEL VAMPIRO: CARATTERI GENERALI
• SIMBOLOGIA DEL VAMPIRO
• UNA VAMPIRA “PARTICOLARE”: LA DONNA
•
1. UN RACCONTO DI STREGHE DAL SATYRICON
2. LA DONNA VAMPIRO DI EDVARD MUNCH
DI BRAM STOKER
• DRACULA DI ANNE RICE
• INTERVISTA COL VAMPIRO
APPENDICE: BRAM STOKER (INGLESE)
DRACULA BY 2
INTRODUZIONE GENERALE
La trasformazione dell’uomo in un’entità diversa, e per questo misteriosa, ha sempre
suscitato un certo interesse fin dai tempi più antichi, interesse che si è manifestato talvolta in
tradizioni popolari e folkloristiche, che hanno alimentato miti e leggende entrate ben presto
nel bagaglio culturale dell’umanità, talvolta in ambito letterario, con la produzione di opere
rimaste famose nel tempo. Tra le varie forme di antropomorfismo, la licantropia e il
vampirismo sono quelle che più hanno impressionato e stuzzicato la fantasia dell’uomo, e
degli scrittori in particolare.
Le figure del lupo mannaro e del vampiro sono strettamente collegate tra loro,anzi, si può
dire siano due facce della stessa medaglia: entrambe possono essere considerate,seppure
in modo diverso, manifestazione del lato oscuro dell’uomo. Al di là della loro componente
magica e fantasiosa, è possibile infatti individuare un altro livello di lettura, fornire un’altra
interpretazione, che mette in luce come la metamorfosi non sia altro che un ritorno alle
origini, il liberarsi degli istinti e l’esorcizzazione delle paure umane, in particolare la paura
della morte.
È interessante notare come i lupi mannari e i vampiri siano chiamati anche “creature della
notte”: la notte è il momento per eccellenza più propizio alle trasformazioni, quello in cui
cadono le fragili barriere del giorno, quello in cui l’impossibile diventa possibile e
l’immaginazione realtà. E forse è proprio la connotazione notturna a conferire loro quell’aura
negativa e al tempo stesso affascinante: negativa poiché la metamorfosi implica il ritorno a
una condizione animale e primitiva, ma affascinante in quanto proprio questa regressione,
questo abbandono delle caratteristiche prettamente umane, fa assaporare il gusto di un
comportamento libero, non inibito dalle norme imposte dalla società e dal mondo esterno.
RAPIDA PANORAMICA LETTERARIA
La licantropia e il vampirismo hanno trovato nel corso del tempo una ricca documentazione
letteraria.
Per quanto riguarda gli autori della cultura classica, meritano di essere ricordati, tra i
tanti, Plinio il Vecchio, che ha trattato di lupi mannari nella e Petronio, che
Naturalis Historia,
ha inserito racconti dell’orrore nella la sezione più famosa del
Cena di Trimalchione,
Satyricon.
Se nel Medioevo le creature della notte hanno goduto di scarsa dignità letteraria, il loro
fascino è tornato prepotentemente alla ribalta a fine Settecento con le gothic novel inglesi, e
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ha trovato, a fine Ottocento, la sua consacrazione nel famoso romanzo di Bram
Dracula
Stoker.
In età contemporanea licantropi e vampiri sono diventati personaggi cari agli scrittori
di libri fantasy. Si può ricordare, a questo proposito, il romanzo di
Intervista col vampiro
Anne Rice, ma anche la popolarissima saga di un’ originale commistione di vicende
Twilight,
di vampiri, lupi mannari e umani. Merita una menzione anche la celebre saga di Harry
che annovera tra i suoi personaggi ben due licantropi, schierati da parti opposte e
Potter,
totalmente diversi l’uno dall’altro.
Prima di trattare in modo approfondito le opere nominate, però, è necessario studiare le
figure del lupo mannaro e del vampiro, e la loro simbologia. 4
LA LICANTROPIA
• SIMBOLOGIA DEL LUPO
La metamorfosi dell’uomo che assume caratteri zoomorfi è comune a tutte le culture del
mondo, ma mentre l’antropozoomorfismo non sempre è associato a un evento negativo (si
pensi ai miti nella cultura classica), la licantropia ha sempre evocato una realtà malefica e
nefasta, poiché il lupo è simbolo dell’animale feroce e distruttivo, portatore di rovina.
Ma perché questa connotazione negativa è stata assegnata proprio al lupo? A questo
punto è utile una breve digressione sul significato simbolico di questo animale.
Il lupo è tradizionalmente associato all’oscurità, al buio delle caverne, alle fitte foreste in cui
la luce del sole penetra a stento.
Eppure, curiosamente, questo animale non ha sempre avuto un significato negativo.
Proprio per la sua forza e il suo ardore in combattimento è diventato un’allegoria guerriera
presso molte popolazioni, in particolare quelle germaniche.
In molte civiltà il lupo appare come genitore e fondatore, di conseguenza è simbolo di
fertilità. A questo proposito, non è da dimenticare il fatto che fu proprio una lupa ad allevare
Romolo e Remo, le due figure-chiave per la nascita del popolo romano. Aristotele riferisce
anche che fu proprio una lupa, Leto, a partorire gli dèi gemelli Apollo e Artemide.
Il lupo, inoltre, era l’animale che accompagnava le anime dei defunti nell’Aldilà, emblema,
quindi, di una conoscenza che viene dalle tenebre e dal regno delle ombre, oltre
l’esperienza umana, in quanto manifestazione dell’incontro col numen, che è per definizione
fuori dal tempo e non assimilabile ad alcunché di terreno o materiale. Il lupo, allora, da
questo punto di vista è portatore di una nuova consapevolezza, un iniziatore.
Malgrado queste caratteristiche positive, nell’immaginario collettivo si è imposta l’idea di
bestia selvaggia e presagio di morte. Si sa che i Romani celebravano ogni anno i Lupercalia,
riti per ingraziarsi il dio Luperco, protettore delle greggi e degli armenti, al fine di evitare
attacchi da parte dei lupi.
Presso gli antichi, al lupo era anche attribuita una componente magica: potere
apotropaico si diede ai denti e alla barba dell’animale, poiché si credeva tenessero lontano il
malocchio, e la sua facoltà di rendere mute le persone che lo guardavano era vista come
stupefacente e affascinante. Da qui deriva il detto “Lupus in fabula” per indicare l’arrivo
improvviso di una persona di cui si sta parlando e il conseguente ammutolimento generale.
La connotazione negativa del lupo si è tradotta anche, sul piano del linguaggio, in una serie
di espressioni comuni ancora oggi: “Tempo da lupi”, per definire condizioni climatiche
sfavorevoli, ma anche “Fame da lupi” o “In bocca al lupo”, per esorcizzare la paura prima di 5
un evento importante. C’è anche il famoso proverbio “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”,
usato per indicare una persona recidiva a una certa attività.
A livello popolare, il lupo è diventato una sorta di “babau” in grado di spaventare i piccoli
poiché riflesso delle loro paure. Ne è un chiaro esempio la favola di Cappuccetto Rosso.
La figura del lupo, col tempo, grazie anche all’influsso della religione cristiana, si è anche
caricata di significati immorali: ad esso sono associate la cupidigia e la voracità, mentre nel
suo corrispettivo femminile, la lupa, sono identificate la lussuria e la passionalità senza freni.
Ed, effettivamente, la lupa è una delle tre fiere che si contrappongono a Dante all’inizio del
suo viaggio nell’Inferno, e incarna proprio l’avidità e la lussuria.
• DIVERSI NOMI, UN’ UNICA ENTITÀ: IL LICANTROPO
L’ imbestiamento dell’uomo in lupo, e la sua regressione a bruto violento, irrazionale e
aggressivo, trovano in tutta Europa una terminologia comune, nella quale il termine indicante
l’uomo si giustappone a quello che indica la bestia: l’italiano “lupo mannaro” risale al latino
“lupus hominarius”, mentre nell’area anglo tedesca si ha “werewolf”, la cui radice wer- deriva
dal latino vir, che significa appunto uomo. In francese si ha “loupe garou”, in area slava il
termine “vulkodlak”.
Il licantropo, nella mitologia greca, rientra in quei miti di metamorfosi espressione della
punizione divina verso la tracotanza umana: il più antico è il mito di Licaone, re dell’Arcadia,
che si macchia di una terribile offese nei confronti degli dei imbandendo carne umana a
Zeus, il quale lo punisce trasformandolo in lupo, quasi per contrappasso: l’offerta
antropologica al padre degli dei da parte di Licaone riduce quest’ ultimo a bestia selvaggia e
sanguinaria, distruttrice delle attività umane.
Nel mondo classico, il termine per indicare il lupo mannaro era “versipellis”, cioè un
individuo che nasconde la pelliccia del lupo sotto la sua pelle e che, nel momento della
trasformazione, rivolta, cioè “versat”, questa pelle, mostrando la belva che è in lui.
La credenza nell’uomo-lupo è espressione della paura inconscia che l’uomo comune,con cui
ciascuno interagisce ogni giorno, sia in realtà un mostro, pronto ad apparire qual è
veramente, ad assaltare e a sbranare.
• LA LICANTROPIA NEL MONDO CLASSICO: PETRONIO E PLINIO IL VECCHIO
Nella la sezione più famosa del Petronio inserisce una
Cena di Trimalchione, Satyricon,
storia del terrore il cui tema principale è proprio la trasformazione dell’ uomo in lupo. 6
Durante il banchetto, il ricchissimo liberto Trimalchione chiede a uno dei commensali,
Nicerote, di narrare ai presenti la sua famosa avventura, avvenuta ai tempi in cui era ancora
uno schiavo. Il giovane accetta la proposta e comincia a raccontare la propria esperienza.
• Trama della novella e riferimenti al testo
Una sera, approfittando del fatto che il padrone è via per affari, Nicerote decide di
raggiungere un podere non distante dalla sua locanda per incontrare Melissa, una sua
amante. Chiede a un tizio, ospite della sua stessa locanda, di accompagnarlo durante il
tragitto, e lo sconosciuto accetta. Quest’ultimo è descritto, per usare le parole del testo,
come “un pezzo di diavolo che non finiva mai”. La parola usata nella versione originale latina
è “orcus”, che sembra in qualche modo anticipare gli eventi negativi imminenti. Nicerote e il
suo compagno di viaggio partono al canto del gallo, e la luna splende lucente, illuminando il
paesaggio circostante quasi come se fosse giorno. I due arrivano a un cimitero: Nicerote
comincia a contare le tombe, mentre il suo accompagnatore urina tra queste. Ma non solo:
egli si spoglia delle sue vesti, sporca anch’esse con la sua urina e di colpo si trasforma in
lupo. Nel testo si legge:
“…Quindi, non appena mi volto verso il mio compagno di viaggio, quello si spoglia nudo e
ripone tutti i suoi vestiti sul ciglio della strada. Avevo l’anima in gola, stavo stecchito come un
morto. Poi quello piscia intorno ai panni e di botto diventa un lupo.”
Dopo la trasformazione, il lupo comincia a ululare e scappa nel bosco. Nicerote, sconvolto,
si avvicina per recuperare i vestiti, ma essi si sono tramutati in pietra. Il panico si
impadronisce di lui, come si evince delle sue parole:
“…Mano alla spada e affetto non so quanti fantasmi, finché arrivo al podere della mia donna.
Entrai, sembravo uno zombie, stavo per crepare; Rivoli di sudore giù per la schiena, e
occhio vitreo”
Melissa si meraviglia di vedere l’amato in giro a quell’ ora, ma poi gli riferisce che un lupo,
entrato nel recinto, ha sbranato tutte le pecore. La bestia è riuscita a scappare, ma è stata
ferita da un servo, che l’ha infilzato con uno spiedo. Nicerote, visibilmente scosso, decide di
ritornare alla locanda. Nel tragitto di ritorno passa nuovamente davanti al cimitero, dove
l’attende una macabra sorpresa: