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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Musica - "Senza musica non è più vita"
Autore: Gorine Giorgio
Descrizione: 1. inizialmente descrivo la teoria dei suoni consonanti e della scala pitagorica risalente al iv secolo a.c. tramite dimostrazioni sul monocordo e indago la teoria dellarmonia celeste e del suono emesso da corpi celesti come esposta dai filosofi pitago
Materie trattate: Storia,filosofia,astronomia,fisica,matematica,musica,arte,italiano,inglese
Area: scientifica
Sommario: Storia, Andrea Frova, Armonia celeste e dodecafonia, il monocordo e la prima scala musicale; l'armonia celeste di Filolao e di Keplero(filosofia) Astronomia,wikipedia, le tre leggi di Keplero Fisica,Andrea Frova, Armonia celeste e dodecafonia ed anche P.Marazzini - L.Mazzoni, Lindagine del mondo fisico - Onde e luce, le caratteristiche di un suono, risonanza, serie di Fourier(matematica) Musica,varie fonti, nota,accordo,triadi,scale,cadenze,... Arte,W. Kandinsky - A. Schönberg, a.c.di J. Hahl-Koch, Musica e pittura, kandinsky come anello congiungente Musica e Pittura. Italiano, G.Baldi, S.Giusso,M.Razetti,G.Zaccaria, Dal testo alla storia. Dalla storia al Testo DAnnunzio e Pascoli(ed.mod 3/1) Manzoni e Leopardi(ed.mod 2), Assiuolo di Pascoli+l`onda di D'Annunzio=fonosimbolismo. Teoria del suono di Leopardi Inglese,libro di scuola, The Dubliners and Joyce's idea of epiphany.
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Similmente un intervallo (o accordo) di ottava corrisponde a una combinazione di suoni ottenuti da
due corde di cui una è la metà dell’altra. Se L è la lunghezza della corda e il piolo è fissato a 1/2 L
allora L: 1/2L= 1: ½= 2:1.
Nella cultura occidentale, l’ottava si chiama così perchè contiene 8 note (se si contano anche gli
estremi della corda). I pitagorici chiamavano l’accordo di ottava “diaposon” (in greco “attraverso
tutte le note”). È curioso notare che quasi tutte le culture basano le proprie scale sull’intervallo di
ottava, anche se per esempio nella cultura indiana l’ottava si divide in 22 parti, nella cultura cinese
in 5 parti e in quella arba in 17 parti.
quarta
Infine la perfetta corrisponde a una combinazione di due suoni emessi da una corda intera e
da una corda in cui il ponticello mobile è stato fissato a una distanza di 3/4 dal piolo. Se L è la
lunghezza della corda e il piolo è fissato a 3/4 L allora L: 3/4L= 4: 3.
La scala è una sequenza di note in ordine ascendente o discendente collocate secondo criteri che
tengono presente le consonanze degli intervalli.
La scala pitagorica
La scala pitagorica è una sequenza di 7 note costruita con una progressione di intervalli di quinta.
La denominazione di ogni nota e l’uso pratico delle note famose DO RE MI FA SOL LA SI è una
procedura alquanto convenzionale che assegna un nome per un preciso intervallo di quinta.
Questi nomi “convenzionali” sono da attribuire a Guido d'Arezzo (991–1050),monaco e musicologo
italiano, il quale ha voluto facilitare i musicisti utilizzando le sillabe iniziali dei versi dell’inno a
San Giovanni Battista di Paolo Diacono per comporre la scala musicale (scelta dovuta al fatto che
ogni verso dell’inno inizia con un tono più alto rispetto al precedente)
Inno a San Giovanni
Ut queant laxis
Resonare fibris ("affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le
Mira meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato del loro
gestorum
Famuli labbro contaminato, o san Giovanni").
tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes
La scala pitagorica è costruita a partire dai rapporti numerici di cui sopra: 1:1, 2:1, 3:2, 4:3 alzando
o abbassando al nota di riferimento per una quinta. La scala pitagorica è la seguente:
RE MI FA SOL LA SI DO RE’
1/1 9/8 32/27 4/3 3/2 27/16 16/9 2/1
È interessante notare che, malgrado la riconosciuta consonanza delle terze e delle seste, la scala
pitagorica fu costruita escludendo questi rapporti di intervallo e basandosi soltanto sull’ottava e
sulla quinta. Ciò perchè i numeri 5,6 e 8 non fanno parte
dalla quaterna, che va da 1 a 4, ossia quella dei numeri che,
sommati, danno 10, il numero perfetto per i pitagorici.
In linea teorica in un’ottava sono contenute infinite
frequenze ed è opera dell’uomo la suddivisione di questa in
un certo numero di gradi discreti. Merito appunto dei
pitagorici la creazione di una scala ottenuta per esclusivi
salti di quinta perfetta (in figura).
La scala pitagorica sopravvisse fino all’introduzione del
canto polifonico nel Medioevo. Gli schemi pitagorici
furono usati nella musica liturgica e il canto gregoriano ne è la testimonianza più conosciuta. 5
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Consonanza e Dissonanza
Suoni consonanti Suoni dissonanti
singole armoniche
Nel grafico le linee sottili rappresentano le mentre la linea spessa rappresenta
l’accordo. Come si può notare dalle figure sovrastanti di sinistra nell’intervallo sono
do-sol (V)
numerosi i punti X in cui entrambe le curve meno spesse intercettano l’asse orizzonatle (nel caso
0 regolare.
specifico tutti i multipli di 3) dando origine a una curva da una forma d’onda Il rapporto
piacevole,
tra i due suoni infatti è di 3:2, e se suonati insieme daranno un suono complessivo molto
di qui infatti la denominazione della quinta come accordo perfetto. Al contrario l’intervallo do-si
si trova in un rapporto 15:8, di
(VII) sgradevole
conseguenza risulterà assai
poichè non vi sono punti X frequenti e la
0
forma della linea piu’ spessa è alquanto
irregolare.
Ma perchè si può definire un accordo
piacevele e dolce e un altro accordo invece ci
puo’ risultare aspro all’orecchio? E qual’è la
differenza tra suono e rumore (comunemente
identificato come una sensazione uditiva
sgradevole e fastidiosa o intollerabile).
psicoacustica
La è la scienza che si occupa
di determinare scientificamente le influenze
che possono avere determinati suoni sul
nostro organismo. Per quanto riguarda la
sensazione di piacere che noi abbiamo
nell’ascoltare un complesso di suoni emessi
in un tempo relativamente breve, questa è
dovuta alle caratteristiche fisiche del suono,
regolarità.
primo fra tutti la I neuroni uditivi periferici cercano, infatti, di codificare simmetrie
temporali nella struttura del messaggio acustico; tali regolarità semplificano i meccanismi di
elaborazione del cervello e, quanto più sono fitte, tanto più il piacere della consonanza sarà intenso.
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Inoltre la semplicità del messaggio acustico favorisce non solo la nostra sensazione di piacere,
quanto anche l’attenzione e la memoria. Nella figura sono riportate le frequenze ottenute facendo
risuonare due note di diversa frequenza contemporaneamente; le rispettive onde si troveranno
concordanza (consonanti) opposizione (dissonanza)
periodicamente in o di fase (distanza tra due
picchi) con frequenza pari alla differenza delle frequenze dei due suoni.
“…ciò che si oppone alla nostra apprensione, ossia l’irrazionale o
la dissonanza, diventa immagine naturale di ciò che si oppone alla
nostra volontà; e viceversa la consonanza, o il razionale, facilmente
dominabile dalla nostra facoltà di apprensione, diventa l’immagine
di ciò che soddisfa la volontà” Arthur Schopenauer
L’armonia celeste: dai Pitagorici a Keplero
“L’armonia risiede nel magico potere dei numeri”
Pitagora
teoria dell’armonia celeste Pitagora
Il padre della è (575ca.-490ca. a.C.) e la sua scuola
pitagorica. Questi furono i primi a dedicarsi in maniera razionale al problema cosmologico; per
cosmo
esempio la definizione di la dobbiamo a Pitagora, il primo che usò questo termine per
indicare l’ordine e l’eleganza dell’universo (kosmos = ordine, armonia universale). I Pitagorici
inoltre furono i primi a sostenere che i pianeti avessero una forma sferica e ad ipotizzare un sistema
eliocentrico, anche se al centro dell’universo non vi è il Sole ma l’Hestia, il fuoco centrale che fa
brillare lo stesso di luce riflessa. La struttura complessiva dell’universo proposta da Pitagora
Helios
e perfezionata dai suoi seguaci puo’ essere riassunta come di seguito (tratto dalla descrizione di
Filolao, filosofo greco che visse nel V secolo a.c.): Ogni pianeta ruota nella direzione da Occidente
• fuoco
a Oriente attorno a un centrale.
Tutti i corpi celesti ruotando, come sassi che
• suono,
sfrecciano attraverso l’aria, emettono un
ciascuno il proprio. Il suono è prodotto per
effetto dell’attrito contro il mezzo nel quale i
corpi celesti navigano (aria o fuoco)
Il suono ha un’altezza proporzionale alla
• velocita’ del corpo celeste la quale a sua volta
È proporzionale all distanza di ogni corpo
celeste dal fuoco centrale.
I rapporti tra le altezze dei suoni sono tali da
• dar origine ad accordi musicali sempre
armoniosi.
Nessuno percepisce questa “rumorosa”
• armonia a causa dell’assuefazione, avendola
udita fin dalla nascita. 7
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Liceo Scientifico Galileo Galilei
a.s. 2008 / 2009 Giovanni Keplero,
Ancora nel Seicento, astronomo e
matematico tedesco (1571 - 1630), riprendeva l’argomento
dell’armonia celeste motivato dalla concezione di un Dio
architetto supremo che avrebbe creato l’universo
“geometra”,
secondo un perfetto progetto matematico. Non a caso proprio lui
ebbe l’ “illuminazione”di porre in proporzione di 3 a 2 le
potenze dei semiassi maggiori con quelle dei periodi di
rivoluzione, chiamandola terza sua legge ed inserendola in un
testo non esclusivamente astronomico, ma squisitamente
astrologico e musicale. Keplero, volendo meglio giustificare la
teoria eliocentrica
retrocessione di Marte, propone una nuova e
formula le sue prime due famose leggi.
Prima legge:
“I pianeti percorrono orbite ellittiche di cui il Sole occupa uno dei fuochi.”
Seconda legge:
“Il raggio vettore che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in
tempi uguali.”
Quindi la velocità dei pianeti non ha valore costante, e passa invece attraverso una gamma continua
di valori che vanno da un massimo, all’afelio, a un minimo, al perielio. Rifacendosi alle teorie
pitagoriche, risulterebbe che se i pianeti “suonassero” e si facessero corrispondere dei suono più o
meno acuti a seconda delle loro velocità, allora compiendo una rivoluzione, genererebbero delle
proprie melodie. Trova così delle proporzioni tra le velocità angolari in afelio e perielio delle varie
Saturno Marte
orbite che per esempio per corrisponde a 5/4 (terza maggiore), per circa 3/2 (quinta
perfetta). Per le note intermedie, Keplero in modo totalmente arbitrario, individua lungo le orbite,
un certo numero di posizioni privilegiate per farle corrispondere a note sul pentagramma. Dalle sei
l’armonia universale.
melodie considerate simultaneamente, trae origine pittoresca
Pur non avendo fondamenti scientifici, questo lavoro di Keplero si presenta come una
visione del grado di deviazione di ciascuna orbita planetaria dalla circonferenza. 8
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La Fisica del Suono “I fisici vivono in un mondo privilegiato: da un lato
l’indagine del mondo, dall’altro la musica”
Douglas Hofstadter
i suoni vibrazioni
Per l’uomo sono sensazioni originate dalle di una membrana presente
nell’orecchio, che il cervello interpreta tramite una serie di stimoli di natura chimica e elettrica
trasportati dal nervo acustico.
I suoni sono prodotti da corpi che vibrano, ad esempio le corde di strumenti musicali (chitarra,
violino), membrane (tamburo) oppure una colonna d’aria (voce o strumenti a fiato). La sorgente che
vibra produce una compressione dello strato d’aria che è a suo immediato contatto, questo a sua
volta comprime lo strato d’aria successivo, mentre esso stesso subisce una rarefazione e si genera
un’onda elastica periodica costituita da una serie di strati in cui l’aria è alternativamente compressa
e rarefatta, cioè strati alterni con maggiore e minore pressione.
I vari strati d’aria hanno forma sferica e con il passare del tempo si allargano investendo zone
sempre più lontane dalla sorgente. Quello che si propaga con il suono sono le variazioni di
densità dell’aria; si trasporta solo energia e non materia in
quanto, pur essendoci un moto oscillatorio delle molecole,
queste non si allontanano dalla loro posizione di equilibrio.
Il suono è un’onda elastica longitudinale, cioè onda meccanica
in cui l’energia si può propagare unicamente attraverso un
mezzo elastico e di tipo longitudinale cioè le vibrazioni
avvengono nella stessa direzione lungo la quale l’onda si
propaga. Quando le onde penetrano nel nostro orecchio esse
mettono in vibrazione la membrana del timpano e da lì il
segnale viene poi trasmesso al cervello che lo interpreta come
FIG Rappresentazione di un’onda sonora prodotta suono.
C ,C ,C
dalla sorgente S; sono strati in cui l’aria è
1 2 3
R ,R ,R sono strati in cui l’aria è
compressa ,mentre 1 2 3
λ
rarefatta; è la lunghezza d’ onda acustica
La branca della fisica che studia la produzione e la propagazione del suono si chiama (il
termine deriva da "udire").
akoúein,
Il suono è una perturbazione di carattere oscillatorio che si propaga con una data frequenza in un