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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Tempi moderni... a Torino
Autore: Maggiora Alberto
Scuola: Liceo scientifico
Descrizione: periodo giolittiano a torino. nascita della fiat. rapporto uomo macchina e alienazione operaia in marx. tempi moderni di chaplin. il furutismo e il progresso. lucrezio e il limite del progresso.
Torino è la mia città , una città industriale con mille contraddizioni e problematiche, una città operaia, di grande immigrazione, una città che nella sua storia ha vissuto diverse crisi economiche, sino a quella odierna. Torino però è anche stata città capitale d'Italia, città di cultura con grandi case editrici come l'Einaudi e sede di Università che sono state luogo di studio per molti intellettuali, città che ha visto nascere l'industria cinematografica in Italia e che in tempi recentissimi è stata anche città olimpica. Torino è una città che non si è mai fermata, nonostante l'appellativo di" bugianen" dato ai torinesi. La scelta del percorso tematico è stata difficile poiché varie erano le possibilità di sviluppo del mio lavoro: tra le tante ho scelto una indagine che mi permettesse di evidenziare l'importanza delle nostre radici e la peculiarità del nostro patrimonio architettonico, che consentisse di analizzare i cambiamenti che sono avvenuti nella nostra città in seguito alla nascita, nel primo novecento, di alcuni "colossi" industriali, primo fra tutti la Fiat, e di ricercare le azioni di solidarietà , così importanti in questa città . L'obiettivo di questo lavoro non è stato quindi solamente quello di ribadire l'importanza della Fiat o delle altre industrie torinesi, ma ho cercato anche di riflettere sulle conseguenze provocate dalla loro presenza sul territorio. Con il mio lavoro non ho cercato di analizzare tali effetti solo relativamente al livello urbanistico e sociale della città , ma ho anche tentato un'analisi della condizione lavorativa in cui si sono trovati gli operai in seguito all'introduzione delle macchine e alla loro crescente diffusione e importanza nella società . Per questa riflessione ho utilizzato concetti ricavati dallo studio delle teorie di K.Marx che, già nel 1844, scriveva la sua critica all'economia borghese e parlava di alienazione. Le ragioni di questa scelta vanno ricercate nel mio personale desiderio di comprendere più adeguatamente la situazione odierna che porta ancora in sé i segni della strumentalizzazione operata dalle macchine sugli uomini e di cogliere le radici di tale fenomeno.
Area: scientifica
Materie trattate: italiano,Marinetti,Manifesto della letteratura,Parole in libertà , innovazioni letterarie delle avanguardie Calvino, La giornata di uno scrutatore,realtà del Cottolengo a Torino e la crisi di un intellettuale comunista filosofia, Manifesto, il Capitale,alienazione operaia e borghesia,il plusvalore storia dell'arte, Sant'Elia Manifesto dell'architettura futurista,le città del futuro latino,T.Lucrezio, De Rerum Natura,portata e limiti del progresso cinematografia,Chaplin,tempi moderni, alienazione operaia alla catena di montaggio
Bibliografia: . Bruscagli - G. Tellini, Letteratura e storia Vol. 6 - 7, Sansoni S. Guglielmino, Guida al novecento, Principato I. Calvino, La giornata d'uno scrutatore, Mondadori G. Garbarino, Opera (Letteratura - Testi - Cultura latina ), Vol.3, Paravia N. Abbagnano - G. Fornero, Il Nuovo protagonisti e testi della filosofia, Vol. 3A, Paravia Appunti scolastici delle lezioni di filosofia N.Abbagnano, Storia della filosofia,Vol.4, De Agostini K. Marx - F.Engels, Manifesto del partito comunista, Tascabili Newton G.Cricco - F.Di Teodoro, Itinerario nell'arte (Dall'età dei lumi ai giorni nostri), Vol. 3, Zanichelli A.Negri, Elementi del paesaggio industriale-Il villaggio operaio, tratto da "Campagna e industria: i segni del lavoro", Touring Club Italiano Altre fonti: vari siti web, per la raccolta di informazioni sulla struttura urbanistica di Torino Appunti scolastici delle lezioni di urbanistica Alessandro Ravina, Le cinte daziarie di Torino, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura (dal web) Politecnico di Torino, Dipartimento Casa e Città , Beni culturali ambientali nel comune di Torino, Società degli Ingegneri ed Architetti in Torino, Torino 1984.(dal web) Città di Torino, Assessorato per la Cultura Musei Civici, Torino tra le due guerre, cultura operaia e vita quotidiana in Borgo San Paolo, organizzazione del consenso e comunicazioni di massa, I' organizzazione del territorio urbano, Torino, Marzo Giugno-1978. (dal web) Enrico Miletto, Torino: sviluppo industriale e barriere operaie ai primi del "900. La nascita della grande industria, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea A.Desider -M.Themelly,Storia e storiografia- il "900 dall'età giolittiana ai giorni nostri, Vol.3 I tomo, D'Anna Valerio Castronuovo, Torino un'antica sapienza di lavoro, Edizioni del capricorno, Torino Carocci G., Giolitti e l'età giolittiana, Einaudi, Torino 1972 Gaeta F., La crisi di fine secolo e l'età giolittiana, UTET, Torino 1982. L. Angeli, A. Castrovilli, C.Seminara, Corso Taranto: 30 anni di vita, speranze progetti, Edizioni Agat 1998 (Ricostruzione storico-sociologica dal web) Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema americano. Editori Riuniti
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INDICE
MAPPA CONCETTUALE pag. 5
• INTRODUZIONE pag. 6
• STORIA:
• L’età giolittiana e la rivoluzione industriale in Italia pag. 7
• Nord-Sud: due diverse realtà economiche italiane
• Emigrazione e politica coloniale
• Età giolittiana a Torino
• Torino città di immigrazione
• La FIAT e la sua storia
• Il “modello americano”
La solidarietà cattolica a Torino: Giuseppe Cottolengo pag. 11
• Le riflessioni di un intellettuale: CALVINO al Cottolengo e
“La giornata di uno scrutatore”
ARTE :
• modificazioni urbanistiche a Torino: sviluppo industriale e
“barriere operaie” agli inizi del ‘900 pag. 12
• Le barriere operaie
• Il villaggio operaio Leumann
FILOSOFIA:
• il rapporto uomo-macchina e le classi sociali nell’analisi di K. Marx pag. 16
• L’alienazione operaia
• La forza-lavoro e il plusvalore
• La borghesia
• La lotta di classe
CINEMATOGRAFIA
• Nascita dell’industria cinematografica a Torino pag. 19
La fabbrica e l’operaio visti da C. Chaplin pag. 19
• storia i cui personaggi sono l’industria,
“Tempi moderni”:una
la catena di montaggio, l’operaio alienato 3
LETTERATURA ITALIANA:
• Il futurismo: esaltazione del progresso, delle macchine, pag. 21
delle metropoli
• La nascita del movimento
• Filippo Tommaso Marinetti e il futurismo in letteratura
• Sant’Elia e la visione della “città futurista”
LETTERATURA LATINA:
• Tito Lucrezio Caro: la portata e i limiti del progresso pag. 24
INGLESE:
• George Bernard Shaw: an unsocial Socialist pag. 26
BIBLIOGRAFIA pag. 27
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INTRODUZIONE
T0RINO: ecco il “filo conduttore” del mio lavoro.
Torino è la mia città, una città industriale con mille contraddizioni e problematiche, una città operaia,
di grande immigrazione, una città che nella sua storia ha vissuto diverse crisi economiche, sino a
quella odierna.
Torino però è anche stata città capitale d’Italia, città di cultura con grandi case editrici come
l’Einaudi e sede di Università che sono state luogo di studio per molti intellettuali, città che ha visto
nascere l’industria cinematografica in Italia e che in tempi recentissimi è stata anche città olimpica.
Torino è una città che non si è mai fermata, nonostante l’appellativo di” bugianen” dato ai torinesi.
La scelta del percorso tematico è stata difficile poiché varie erano le possibilità di sviluppo del mio
lavoro: tra le tante ho scelto una indagine che mi permettesse di evidenziare l'importanza delle nostre
radici e la peculiarità del nostro patrimonio architettonico, che consentisse di analizzare i cambiamenti
che sono avvenuti nella nostra città in seguito alla nascita, nel primo novecento, di alcuni "colossi"
industriali, primo fra tutti la Fiat, e di ricercare le azioni di solidarietà, così importanti in questa città.
L'obiettivo di questo lavoro non è stato quindi solamente quello di ribadire l'importanza della Fiat o
delle altre industrie torinesi, ma ho cercato anche di riflettere sulle conseguenze provocate dalla loro
presenza sul territorio. Con il mio lavoro non ho cercato di analizzare tali effetti solo relativamente al
livello urbanistico e sociale della città, ma ho anche tentato un’analisi della condizione lavorativa in
cui si sono trovati gli operai in seguito all'introduzione delle macchine e alla loro crescente diffusione
e importanza nella società. Per questa riflessione ho utilizzato concetti ricavati dallo studio delle teorie
di K.Marx che, già nel 1844, scriveva la sua critica all’economia borghese e parlava di alienazione.
Le ragioni di questa scelta vanno ricercate nel mio personale desiderio di comprendere più
adeguatamente la situazione odierna che porta ancora in sé i segni della strumentalizzazione operata
dalle macchine sugli uomini e di cogliere le radici di tale fenomeno.
Tutto ciò spiega la scelta del titolo del mio lavoro: mi è sembrato significativo ricordare la lettura fatta
da C. Chaplin di queste problematiche ed è per questo motivo che ho dedicato parte del mio lavoro ad
una riflessione sul film “Tempi Moderni”.
Al di là delle differenze e della lontananza temporale, penso inoltre possano essere ritenute ancora
valide le affermazioni di Marx che sosteneva che il dominio alienante delle macchine porta alla
perdita dell'anima e della propria identità, risucchiata da quella macchina che è stata inventata
dall'uomo stesso. Le tesi di Marx diventano quindi una possibile chiave di interpretazione della realtà
di oggi, in cui la macchina si ripropone con modalità diverse, ma ugualmente insidiose e
“schiavizzanti”, riscontrabili nelle nuove tecnologie: i computer, la televisione,l’iPod,i telefonini, ecc.
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L’ETA’ GIOLITTIANA E LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA
L'età giolittiana è il periodo dal 1903 al 1914 dominato politicamente dalla figura di Giovanni
Giolitti,che viene ritenuto il più abile statista liberale dopo Cavour. Si laureò in Giurisprudenza nel 1860
e percorse rapidamente una brillante carriera amministrativa.
Il nuovo re d’Italia, Vittorio Emanuele III, chiamò al governo il giurista Zanardelli, che scelse come ministro
degli Interni G. Giolitti,che poi, nel 1903, divenne a sua volta Presidente del Consiglio.
Il suo progetto politico aveva tre obiettivi principali:
Migliorare le condizioni delle classi lavoratrici attraverso una adeguata politica sociale
• Stimolare l’industrializzazione del paese con l’importante intervento dello stato nell’economia
• Creare un equilibrio fra imprenditoria privata e pubblica
•
Per realizzare questo progetto Giolitti cercò di avere sempre un dialogo con tutte le componenti
politiche presenti in parlamento, coinvolgendole anche nella realizzazione dei suoi piani.
Anche i deputati socialisti votarono più volte la fiducia al suo governo sui provvedimenti utili per i
lavoratori.
In questo modo iniziarono importanti riforme come l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni,
l’istruzione pubblica a livello elementare, la municipalizzazione dei servizi pubblici. Giolitti non
continuò la repressione antioperaia e rispettò il diritto di sciopero. Al sindacato venne riconosciuta la
sua funzione di mediazione e, nel 1906, nacque la CGIL, il primo grande sindacato italiano.
Con l’inizio del XX secolo in Italia ci fu un periodo di tregua e discreta tranquillità sociale e le città
divennero il luogo dove la borghesia agiata trovava occasioni di divertimento, ma anche le masse
popolari furono coinvolte dai nuovi spettacoli offerti dal cinema.
Nord-Sud: due diverse realtà economiche italiane
Durante l’epoca giolittiana, l’Italia cominciò a progredire molto rapidamente, preparando il proprio
avvenire di paese moderno: venne estesa la rete ferroviaria,aperti trafori alpini,si incrementò la
produzione di energia idroelettrica, si realizzarono grandi opere di bonifica e d’irrigazione che
consentirono un notevole incremento della produzione in tutti i settori. Ebbe inizio l’esportazione del
cotone e la produzione del grano e dei vini raddoppiò. A Torino, con la FIAT, sorse l’industria
automobilistica.
La produzione industriale quindi era in continua crescita, ma le condizioni dei lavoratori rimanevano
difficili soprattutto a causa delle condizioni di lavoro e dei salari ancora molto bassi, soprattutto per la
donne ed i minorenni. Era inoltre esploso con violenza il problema del Mezzogiorno, depresso ed
impoverito, abbandonato ai latifondisti
I progressi infatti non riguardarono tutto il paese perché aumentò il divario fra il nord ed il sud: anche
nel periodo giolittiano quella che viene definita la “questione meridionale” non trovò soluzioni ed il
Sud rimase escluso dallo sviluppo economico che si stava diffondendo al Nord. Questo fenomeno
spiega la causa dell’emigrazione massiccia dal sud verso il nord del paese.
Emigrazione e politica coloniale
In politica estera Giolitti si staccò dalla Germania e cercò di riavvicinarsi alla Francia. Nonostante
l’opposizione di parte dell’opinione pubblica, Giolitti volle una ripresa della politica coloniale allo
scopo di includere l’Italia tra le Nazioni che possedevano colonie sulle coste dell’Africa settentrionale
e con la speranza di dare una risposta ai problemi dell’emigrazione. Gli Italiani stabilirono un colonia
nella Somalia, nel 1905.
In seguito al declino dell’Impero Ottomano l’Italia ampliò il suo “bottino” coloniale e, nel 1911,
occupò la Libia che poteva così diventare terra di immigrazione per la popolazione meridionale.
Nel 1912 la guerra si concluse con l’annessione della Libia e Giolitti riuscì a far approvare il suffragio
maschile includeva anche gli analfabeti e chi aveva compiuto il servizio militare. Questa fu una svolta
importantissima perché coinvolse nella partecipazione politica le masse operaie e cittadine: una parte
dei socialisti appoggiava Giolitti nelle riforme che miravano a migliorare la vita degli operai, mentre
si verificava un avvenimento importantissimo per il paese perchè i cattolici tornarono a partecipare
alla vita politica. Il Papa Pio X si decise a permettere questo passo in quanto la crescita dell’elettorato,
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dovuta all’estensione del suffragio realizzata nel 1912, lasciava prevedere un grande rafforzamento
dei socialisti. Con il patto Gentiloni venne garantito l’appoggio cattolico a quei candidati liberali che
accettarono di sostenere alcune rivendicazioni dei cattolici. Di fronte a questo schieramento
conservatore nel Partito Socialista cominciarono a prevalere le tendenze rivoluzionarie e nel paese
tornarono ad accendersi i contrasti sociali.
Falliva così la politica sociale di Giolitti che, nel 1914, lasciava il governo al conservatore Antonio
Salandra.
Età Giolittiana a Torino
Gli anni dell’età giolittiana furono caratterizzati dal pieno successo del processo di industrializzazione
nonostante i notevoli ostacoli che si frapponevano ad uno sviluppo industriale della città. Essi erano
principalmente tre:
1. l’elevato costo dell’energia ricavata dal carbone che costrinse le industrie cittadine, fino
all’avvento dell’elettricità, a basarsi quasi esclusivamente sulla forza motrice idraulica fornita
dai fiumi e dai canali della zona settentrionale della città
2. la mancanza di tradizione imprenditoriale determinata dal fatto che Torino era stata per lungo
tempo ai margini dei grandi flussi commerciali europei e mediterranei ed iniziò ad
industrializzarsi solo per l’intervento diretto dello Stato sabaudo nel settore delle industrie
militari
3. la scarsità di capitali utilizzabili per investimenti produttivi
Nonostante la presenza di questi rilevanti limiti, lo sviluppo urbano ed industriale torinese fu
impetuoso : tra il 1881 ed il 1911 la popolazione residente aumentò del 69% grazie ad un imponente
flusso immigratorio.
Fra il 1887 e il 1911 i lavoratori dell’industria aumentarono del 291%.
Torino città di immigrazione
Torino divenne meta ambita per un numero crescente di persone in cerca di impiego e di migliori
condizioni di vita. Inizialmente, gli immigrati giunsero dalle vicine vallate alpine e dai centri della
provincia; successivamente dal resto del Piemonte e da altre regioni del giovane Regno d’Italia. Il
fenomeno immigratorio divenne, nel corso del tempo, una caratteristica distintiva della città. L’acuirsi
del fenomeno fu anche favorito, verso la fine del XIX secolo, dalle difficoltà economiche nelle quali si
dibatteva l’agricoltura : si verificò l’inurbamento di un crescente numero di contadini che si
trasferirono, pur senza avere la sicurezza del reperimento di un lavoro stabile.
Erano sempre più numerose le industrie che trovavano sede a Torino, facendone un polo di attrazione
per le popolazioni delle campagne, stremate dalla crisi agricola. La popolazione presente sul territorio
comunale crebbe numericamente e costantemente anche con il contributo di persone provenienti dal
sud dell’Italia.
A livello di identità collettiva, inoltre, lo sviluppo industriale consentì al sistema cittadino di