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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: VERSO IL XX SECOLO, la rottura con la tradizione

Autore: Petacchi Martina

Descrizione: Il XX secolo si apre con la seconda rivoluzione industriale, la quale prevede una svolta strutturale dell'economia capitalista. Il lavoro viene impostato in modo impeccabile, esso è ripetitivo e meccanico e come conseguenza si ha subito un aumento della produzione e delle merci. Attorno al settore industriale se ne sviluppano altri laterali, come quello della propaganda che studia il controllo e la persuasione delle masse instaurando un rapporto del tutto moderno tra industria e consumatori. Contemporaneamente allo sviluppo di nuovi filoni produttivi, si va a definire sempre più la nuova azienda capitalista che tende a trasformarsi in monopolio grazie ad una forte concentrazione di capitale finanziario, del quale può disporre. Il ruolo dell'uomo agli albori del Novecento è duplice. Da una parte, il valore dell'operaio che sta alla base della nuova economia cresce d'importanza, dall'altra, l'uomo rischia di perdere la sua identità  in quanto va a conformarsi all'interno della nuova società  massificata, oppressa dalle nuove tecnologie . Da ciò ne deriva anche la sua contraddittorietà , l'uomo è diviso tra l'entusiasmo per le possibilità  liberatorie offerte dallo sviluppo scientifico-tecnologico e l'angoscia di esserne privato. Queste posizioni concretizzano molti aspetti culturali, così si spiega la nascita delle avanguardie che rispondo in più settori alla nuova realtà  industriale; lasciandosi alle spalle tutto ciò che faceva parte della solida tradizione. Le avanguardie si esprimono esaltando la modernità  ( futurismo, cubismo) o, l'opposto, sottolineando l'aspetto ribelle, polemico, riconducibile alla piattezza del vivere quotidiano (espressionismo, surrealismo). In campo filosofico si abbandona il modo tradizionale di concepire la ragione ovvero, con l'introduzione della psicoanalisi si scoprono molteplici interpretazioni della realtà  che vanno a contrastare con la ricerca di valori assoluti ed universali del passato.

Materie trattate: Italiano (Marinetti, futurismo), Arte (il futurismo), Tedesco (George Trakl), Inglese (Ezra Pound), Francese (Apollinaire, il surrealismo), Filosofia (Freud), Storia (la Grande Guerra).

Area: umanistica

Sommario: Italiano il Futurismo,Marinetti,Sì sì così l'aurora sul mare,Arte il futurismo, Tedesco l'Espressionismo,Georg Trakl, Grodek, Inglese l'Imagismo,Ezra Pound,In a station of a metro, Alba, Fracese il Surrealismo, Apollinaire, La colombe poignardée, Filosofia Freud e la psicoanalisi, Storia la Grande Guerra.

Estratto del documento

INTRODUZIONE

Il XX secolo si apre con la seconda rivoluzione industriale, la quale prevede una svolta strutturale

dell’economia capitalista. Il lavoro viene impostato in modo impeccabile, esso è ripetitivo e meccanico e

come conseguenza si ha subito un aumento della produzione e delle merci. Attorno al settore industriale

se ne sviluppano altri laterali, come quello della propaganda che studia il controllo e la persuasione delle

masse instaurando un rapporto del tutto moderno tra industria e consumatori. Contemporaneamente allo

sviluppo di nuovi filoni produttivi, si va a definire sempre più la nuova azienda capitalista che tende a

trasformarsi in monopolio grazie ad una forte concentrazione di capitale finanziario, del quale può

disporre.

Il ruolo dell’uomo agli albori del Novecento è duplice. Da una parte, il valore dell’operaio che sta alla base

della nuova economia cresce d’importanza, dall’altra, l’uomo rischia di perdere la sua identità in quanto va

a conformarsi all’interno della nuova società massificata, oppressa dalle nuove tecnologie .

Da ciò ne deriva anche la sua contraddittorietà, l’uomo è diviso tra l’entusiasmo per le possibilità

liberatorie offerte dallo sviluppo scientifico-tecnologico e l’angoscia di esserne privato.

Queste posizioni concretizzano molti aspetti culturali, così si spiega la nascita delle avanguardie che

rispondo in più settori alla nuova realtà industriale; lasciandosi alle spalle tutto ciò che faceva parte della

solida tradizione. Le avanguardie si esprimono esaltando la modernità ( futurismo, cubismo) o, l’opposto,

sottolineando l’aspetto ribelle, polemico, riconducibile alla piattezza del vivere quotidiano

(espressionismo, surrealismo). In campo filosofico si abbandona il modo tradizionale di concepire la

ragione ovvero, con l’introduzione della psicoanalisi si scoprono molteplici interpretazioni della realtà che

vanno a contrastare con la ricerca di valori assoluti ed universali del passato.

LE AVANGUARDIE E LA GUERRA

Gli esordi della prima guerra mondiale risalgono al 1914. Tutte le grandi potenze avevano molteplici motivi

che le spingevano ad intervenire in guerra, in particolare la Francia voleva recuperare l’Alsazia e la Lorena,

la Gran Bretagna aveva intenzione di mantenere la sua potenza navale; la Russia era interessata a

Costantinopoli; la Germania aveva mire espansionistiche pressanti; l’Austria voleva bloccare

l’indipendentismo nei Balcani e l’Italia voleva annettere al suo territorio Trentino e Trieste. Queste

rivendicazioni si erano definite con alleanze e schieramenti che portarono Francia, Gran Bretagna e Russia

da un lato, e gli Imperi centrali (Germania ed Austria - Ungheria) dall’altro. Per la prima volta nella storia, le

operazioni belliche vennero estese a tutti i continenti anche se il cuore degli eventi militari rimase

L’Europa. Le ostilità cominciarono sul fronte occidentale con un’offensiva tedesca che avanzò verso Parigi,

violando la neutralità del Belgio per poi arrestarsi con una battaglia sanguinosa sul fiume Marna. Anche sul

fronte orientale, il primo attacco fu condotto dai tedeschi che registrarono due importanti vittorie contro

la Russia a Tannenberg e nei laghi Masuri. Invece, sul fronte balcanico la Serbia fu travolta dalla Bulgaria e

dall’Austria e più tardi fu la volta della Romania.

Per quanto riguarda l’Italia, le sue operazioni belliche iniziano nel 1915 contro l’esercito austro-ungarico

con l’attacco sul fiume Isonzo e sull’altopiano del Carso. Lo scopo del generale italiano, Luigi Cadorna, era

quello di aprire la strada alle truppe italiane verso i Balcani ed il Mediterraneo orientale; in modo da creare

uno stato potente. Il fatto penalizzante per l’esercito italiano fu costituito dalla scarsa organizzazione e

dalle armi poco adeguate per sostenere continue offensive, per questo finì con il perdere moltissimi soldati

soprattutto negli attacchi sull’Isonzo. Il colpo che fece più male all’Italia fu la sconfitta di Caporetto nel

1917, nella quale gli Austriaci, penetrando sino alla pianura padana, si ripresero tutti i vantaggi territoriali

che l’Italia aveva guadagnato con grande sforzo in due anni di guerra. Gli austriaci vennero fermati da

Vittorio Emanuele Orlando, nuovo capo del governo italiano, che migliorò le condizioni dell’esercito

fornendo ai soldati alimenti, vestiario ed armi. L’esercito italiano sotto il comando di Armando Diaz,

successore di Cadorna, sembrò riprendersi e nel 1918 con la battaglia del Piave uscì vittorioso dal conflitto.

Il 4 novembre, firmato l’armistizio che sancì la fine delle ostilità, l’Italia registrò la morte di 16.800 ufficiali e

571.000 soldati.

Dal 1917 in tutti gli stati coinvolti nel conflitto si notò una perdita di potenza militare in quanto l’industria

bellica non riusciva a produrre armi a ritmi veloci e soprattutto i finanziamenti erano scarsi.

Il tracollo militare russo iniziò con una rivolta interna tra operai e soldati a Pietrogrado. Ci furono molte

perdite umane ed in più le comunicazioni e la produzione industriale erano praticamente paralizzate. La

situazione evolse ed ebbe esiti rivoluzionari, con scioperi e manifestazioni. I gruppi di rivolta si trovavano

soprattutto all’interno del partito socialdemocratico, il quale si divideva in: bolscevichi guidati da Lienin il

quale lanciò un programma riformista vicino alla parte povera della popolazione e menscevichi,

socialdemocratici che combattevano per lo smantellamento del feudalesimo e della Russia zarista. Nel

contempo sorsero anche gruppi spontanei di rivolta all’interno dell’esercito, i soviet. Il governo provvisorio

condotto da Aleksander Kerenskij non resse la rivoluzione, infatti le sue truppe furono sconfitte dalle

“guardie rosse” di Lienin che entrarono a Mosca decretando la vittoria dei bolscevichi.

L’ultimo anno di guerra fu fatale anche per gli Imperi centrali. La Germania cercò di attaccare nuovamente

la Francia ma l’arrivo degli Americani impedì l’offensiva. L’impero asburgico si divise, infatti, l’Ungheria

proclamò la sua indipendenza e si dotò di un governo autonomo a Praga, mentre a Vienna (Austria), il

nuovo re Carlo proclamò la repubblica. Infine, si formò un nuovo stato la Iugoslavia che raggruppò tutte le

I

popolazioni slave dell’ex impero asburgico meridionale.

Nel 1918 la guerra finì e la prima conferenza di pace si ebbe a Parigi nel 1919, vi presero parte gli stati

vincitori. Dai trattati di pace emerse che la Germania doveva restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia e

concederle l’accesso al bacino minerario della Saar, doveva pagare ingenti danni di guerra. I resti

dell’Impero Ottomano furono spartiti tra Francia ed Inghilterra ed infine, secondo il progetto del

presidente americano Wilson, fu varata la Società delle Nazioni con sede a Ginevra. Questa coalizione

aveva il compito di mantenere in rapporti pacifici gli stati, consentiva tra di essi la libera circolazione ed il

libero scambio di merci ma da questa, rimasero escluse la Germania e la Russia Leniniana.

LE PRIME AVANGUARDIE IN EUROPA: ESPRESSIONISMO E FUTURISMO

Il primo Novecento è il periodo delle avanguardie: Espressionismo, Futurismo, Dadaismo e

Surrealismo si succedono cambiando completamente la visione del mondo, non solo in campo

artistico e letterario. Le avanguardie nascono in tutta Europa e man mano sviluppano

caratteristiche diverse a seconda del contesto nelle quali si evolvono, ma nonostante ciò esse

presentano degli aspetti di fondo comuni quali:

- L’opposizione al Naturalismo e al Decadentismo di fine Ottocento. Vale a dire che alla

visione oggettiva della realtà, tipica del Naturalismo, si oppone la soggettività degli

autori; mentre all’esaltazione del Sublime, tipica del Decadentismo, si oppone una

produzione artistica più tecnica e materiale a volte simbolo di provocazione.

- L’arte intesa come attività di gruppo. L’arte non è più il prodotto di una singola persona

eccelsa, ma di gruppi di avanguardia che sfruttano l’attività estetica per scopi politici,

rivoluzionari e talvolta anarchici.

- L’attività artistica diventa interartistica. Si intende che l’arte interessa teatro, cinema,

pittura, musica, letterature ed altre discipline.

Il primo movimento del Novecento è sicuramente l’Espressionismo, che ha il proprio epicentro

letterario in Germania e da lì si diffonde in Austria. Esso viene influenzato da nuove basi

filosofiche come quelle di Nietzsche e Bergson rivolte a stabilire una rottura con i vecchi valori,

ma anche dalla situazione socio-politica nella quale si sviluppa. L’ideologia espressionista infatti,

ha come protagonista la società della piccola borghesia che cerca un nuovo ruolo sociale tra il

proletariato e le classi privilegiate. Dal punto di vista letterario l’Espressionismo si distingue per il

suo lessico antiaccademico, estratto da ogni ambito sociale e da ogni registro linguistico e per la

sintassi paratattica, caratterizzata da periodi secchi e brevi. In poesia si sceglie prevalentemente il

verso libero, in modo da rompere totalmente con le regole della metrica tradizionale.

All’interno dell’Espressionismo si può identificare la nascita del Futurismo che si sviluppa in Italia

come unico movimento di avanguardia, ma quasi contemporaneamente si diffonde anche in

Russia. Il Futurismo italiano finisce con l’esaltare l’imperialismo economico e politico, mentre in

Russia diventa un mezzo di protesta a favore della rivoluzione socialista. In Italia la tendenza

all’avanguardia è evidente nei crepuscolari,il cui nome evidenzia il “tramonto” dell’Ottocento e

“l’alba” del Novecento. Nella poetica crepuscolare si può notare il rifiuto del Sublime, la critica

della figura del poeta con la sua conseguente perdita dell’aureola ed il completo distacco dalla

tradizione.

Il futurismo viene fondato da Filippo Tommaso Marinetti con il primo Manifesto del Futurismo,

nel quale è concentrata tutta la carica rivoluzionaria di questa avanguardia. L’arte deve partire

dal presente, dalla città moderna e deve esaltare la velocità della macchina, il militarismo, la

guerra, la virilità ed il disprezzo per la donna.

Nella prima fase del Futurismo (1909-19012) si può notare ancora l’influenza del Simbolismo e gli

autori prediligono l’uso del verso libero.

Una seconda fase va dal 1912 al 1915 ed è caratterizzata da una serie di manifesti che

sottolineano l’aspetto rivoluzionario come Parole in Libertà, dove è presente la distruzione della

sintassi e l’abolizione della punteggiatura (sostituita da simboli musicali o matematici).

Nella terza fase del movimento (1915-1920) si accentua l’aspetto politico, il quale esalta la

guerra come unica igiene del mondo ed allo tesso tempo la nascita di popoli e nazioni più forti;

questo spiega come molti futuristi aderirono alla nascita del fascismo in Italia. Il Futurismo si può

definire un’avanguardia ambigua e complessa, nella quale si intrecciano istanze del passato ed

istituzioni nuove prese dalla nuova società industriale di massa.

Un esempio di produzione futurista è sicuramente la poesia Sì, sì, così, l’aurora sul mare di

Filippo Tommaso Marinetti. Il testo è stato pubblicato nel 1925 nell’antologia “ I nuovi poeti

futuristi “ ed esprime la volontà dell’autore di trattare in modo rivoluzionario un tema del tutto

lontano dal Futurismo, che è il sorgere del sole sul mare.

Sì, sì, così, l’aurora sul mare

3 ombre corrosive contro

l'ALBA

i venti via via lavorando impastando il mare così muscoli e

sangue per l'Aurora

EST luce gialla sghimbescia

Poi

un verde diaccio

slittante Poi

NORD un rosso strafottente

rumore duro vitreo

Poi un grigio stupefatto

Le nuvole rosee sono delizie lontane

fanfare di carminio scoppi di scarlatto

fievole NO grigio tamtam di azzurro

No Sì

NO

sì sì

giallo reboante

Meraviglia dei grigi

Tutte le perle dicono SÌ Ragionamenti persuasivi verdazzurri delle rade adescanti

I lastroni lisci violacei del mare tremano di entusiasmo

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