La citazione da Gino Bartali è quanto mai appropriata per questo "incipit" scovato nel sito:
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=54380
La teoria dei giochi definisce “giochi competitivi” quelli nei quali la vittoria di un giocatore coincide con la sconfitta dell’altro, e “giochi cooperativi” quelli nei quali e´ praticabile una soluzione vantaggiosa per tutti i partecipanti al gioco.
L'articolo in rete comincia così:
Collegio Milano
Una spinta alla ripresa economica italiana del secondo dopoguerra
Il Piano Marshall, 60 anni dopo
Focus storico sul “gioco cooperativo” che ha ricostruito l´Europa
La teoria dei giochi definisce “giochi competitivi” quelli nei quali la vittoria di un giocatore coincide con la sconfitta dell’altro, e “giochi cooperativi” quelli nei quali e´ praticabile una soluzione vantaggiosa per tutti i partecipanti al gioco.
Diversi studiosi ritengono che il Piano Marshall (European Recovery Program), in vigore dal 1947 al 1951 rappresenti un buon esempio di gioco cooperativo sia per gli Stati Uniti che per vari paesi europei appena usciti dalla seconda guerra mondiale. Ripercorriamone brevemente le tappe principali, con particolare riferimento alla situazione italiana.
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Ovviamente, per sapere cosa sono davvero i giochi cooperativi (che si pongono in "contrasto" con i giochi "non cooperativi", non con quelli "competitivi") basta aprire un qualunque manuale di teoria dei giochi. Sembrerebbe più appropriata la distizione fra giochi a somma zero e non a somma zero (meglio ancora: giochi "antagonistici", ma diciamo pure "competitivi", e non antagonistici).