Hai ragione, ma l'idea non funziona proprio così come pensi.
1.
Riscrittura più semplice dell'equazione.
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Innanzitutto, cerchiamo di buttare a mare un po' di roba inutile: hai:
$ m a(t) = mgsin(alpha) - (B^2*l^2)/R * cos^2(alpha) * v(t) $
da cui, semplificando $m$ e ricordando che $a=v^\prime (t)$, ottieni:
$ v^\prime (t) = g sin(alpha) - (B^2*l^2)/(mR) * cos^2(alpha) * v(t) $;
come suggerito sopra, rinominiamo le costanti (in modo da avere oggetti più maneggevoli) ponendo:
$h = g sin(alpha) ^^ k = (B^2*l^2)/(mR) * cos^2(alpha)$,
di modo che l'equazione diventa:
$v^\prime (t) = h - k*v$.
Fatta questa operazione di semplificazione/
maquillage, proviamo a risolvere l'equazione.
12.
Ricerca delle soluzioni costanti.
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Innanzitutto determiniamo le soluzioni costanti, i.e. le soluzioni del tipo $v(t) = v^**$ (con $v^** in RR$): sostituendo:
$v(t) = v^**$ e $v^\prime (t) = 0$
nell'equazione otteniamo un'equazione da cui ricavare la costante $v^**$:
$0=h-k*v^** <=> v^** = h/k = (g sin alpha)/((B^2 l^2)/(m R)*cos^2 alpha) <=> v^** = (mgR)/(B^2 l^2)*(sin alpha)/(cos^2 alpha)$;
2dunque:
$v(t) = (mgR)/(B^2 l^2)*(sin alpha)/(cos^2 alpha)$
è l'unica soluzione costante dell'equazione differenziale.
3.
Ricerca delle altre soluzioni.
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Per fatti importanti di teoria che al liceo non si nominano nemmeno, le altre soluzioni $v(t)$ (quelle non costanti) non assumono
mai il valore $v^**$: per tale motivo, le soluzioni non costanti sono tali che:
$h-k*v(t) != 0$ per ogni $t$ nel dominio.
Questo fatto, ha due conseguenze importanti.
La prima è che, per continuità, risulta:
(
A) o sempre $h-k*v(t) > 0$ per ogni $t$ nel dominio oppure sempre $h-k*v(t) < 0$ per ogni $t$ nel dominio.
La seconda è che possiamo dividere ambo i membri dell'equazione differenziale $v^\prime (t) = h-k*v(t)$ per il secondo membro ed ottenere:
$(v^\prime (t))/(h-k*v(t)) = 1$,
da cui, integrando tra un istante fissato $t_0$ ed un istante variabile $t$, ricaviamo:
3$int_(t_0)^t (v^\prime (tau))/(h-k*v(tau)) " d"tau = int_(t_0)^t 1 " d" tau <=> int_(t_0)^t (v^\prime (tau))/(h-k*v(tau)) " d"tau = t - t_0$
e per terminare basta risolvere l'integrale al primo membro, cioè $int_(t_0)^t (v^\prime (tau))/(h-k*v(tau)) " d"tau$.
Ricordando la
formula di integrazione del logaritmo possiamo scrivere:
$int_(t_0)^t (v^\prime (tau))/(h-k*v(tau)) " d"tau = -1/k * int_(t_0)^t (-k*v^\prime (tau))/(h-k*v(tau)) " d"tau = [-1/k * log|h-k*v(tau)|]_(t_0)^t = -1/k * log|(h-k*v(t))/(h-k*v(t_0))|$,
dunque la soluzione dell'equazione differenziale è del tipo:
$-1/k * log|(h-k*v(t))/(h-k*v(t_0))| = t-t_0$.
Infine, dobbiamo esplicitare la soluzione risolvendo l'uguaglianza precedente rispetto a $v(t)$.
Per la proprietà (
A) numeratore e denominatore della frazione $(h-k*v(t))/(h-k*v(t_0))$ hanno lo stesso segno (o entrambi positivi o entrambi negativi), dunque il rapporto è sempre positivo e per questo motivo possiamo eliminare tranquillamente il valore assoluto, ottenendo l'equazione logaritmica:
$-1/k * log (h-k*v(t))/(h-k*v(t_0)) = t-t_0 <=> log (h-k*v(t))/(h-k*v(t_0)) = -k*(t-t_0) <=> (h-k*v(t))/(h-k*v(t_0)) = e^(-k(t-t_0))$
da cui segue:
$h-k*v(t) = (h-k*v(t_0)) * e^(-k(t-t_0)) <=> k*v(t) = h - (h-k*v(t_0)) * e^(-k(t-t_0)) <=> v(t) = h/k - (h-k*v(t_0))/k * e^(-k(t-t_0))$.
Quindi la soluzione dell'equazione differenziale che soddisfa la condizione $v(t_0)=v_0$ è unica ed è data da:
$v(t) = h/k - (h/k - v_0) * e^(-k(t-t_0))$
o, ricordando che $v^**=h/k$, anche:
$v(t) = v^** - (v^** - v_0) * e^(-k(t-t_0))$
che è "più pulita".
4.
Analisi qualitativa.
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Le soluzioni non costanti dell'equazione sono esponenziali e presentano tutte un asintoto orizzontale in $+oo$, indipendentemente dall'istante $t_0$ e dal valore $v_0$ scelti per scrivere le "condizioni iniziali" accoppiate al problema. Infatti, si vede che:
$lim_(t -> + oo) v(t) = lim_(t -> +oo) v^** - (v^** - v_0) * e^(-k(t-t_0)) = v^**$
(osserviamo che $e^(-k(t-t_0)) -> 0$ perché $-k<0$), dunque la retta di equazione $v=v^**$ è asintoto orizzontale a destra.
Fisicamente ciò significa che il moto che si osserva ha una "velocità limite", precisamente proprio la velocità $v^**$ il cui valore è quello dell'unica soluzione costante dell'equazione differenziale.
Inoltre, la velocità di ogni moto osservato decresce strettamente fino a stabilizzarsi attorno alla "velocità limite" $v^**$.
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)