Vorrei precisare, facendo qualche esempio, cosa intendo quando dico che allora (fine settecento-prima metà dell’ottocento) i matematici in Francia erano personaggi in vista, di fama e con importanti incarichi, sia scientifici che politici.
Napoleone, dopo aver preso il potere con il colpo di stato del 18 Brumaio, nominò senatori alcuni tra i matematici più eminenti del tempo, Lagrange, Monge (suo amico personale) e Laplace, il quale fu per un periodo anche ministro dell’interno.
Quanto a Jean Baptiste Fourier, era un protetto di Monge e, tramite quest’ultimo, di Napoleone, che lo teneva in grande stima, e ammirava le sue capacità di organizzatore dal punto di vista militare.
Invece di dargli un importante incarico accademico, come pare Fourier desiderasse (al momento era assistente lettore alla Ecole Polythecnique), Napoleone lo spedì a fare la campagna di Egitto, come comandante, su suggerimento di Monge, della spedizione scientifica francese. Fu la spedizione che scoprì la pietra di Rosetta.
1 Fourier rimase in Egitto per circa tre anni.
Era dunque noto come egittologo (scrisse anche un'opera sull'Egitto) e abile ufficiale, ancora più che come matematico e fisico.
Una volta tornato in Francia, dove sperava di riprendere l’insegnamento, fu invece, per volontà di Napoleone, nominato prefetto, carica di grande prestigio ma gravosa.
Diciamo, in sintesi, che fece fatica a liberarsi degli incarichi che gli appioppava Napoleone per dedicarsi allo studio e alla ricerca.
Nel 1808 Napoleone lo nominò barone per meriti.
Alla fine gli fu offerta la direzione dell’ufficio di Statistica del dipartimento della Senna, incarico che mantenne per il resto della vita.
Nel 1822 divenne segretario permanente della Accademia delle Scienze.
Negli anni venti si creò intorno a lui un circolo di giovani matematici e intellettuali, come Liouville, Sturm, Dirichlet, August Comte, il filosofo del positivismo. Quest'ultimo dedicò il suo
Course de philosofie positive a Fourier, la cui
Théorie de la chaleur considerava un'opera paradigmatica per la ricerca scientifica.
E in generale, dopo la rivoluzione francese, con la creazione delle grandi scuole, l'Ecole normale e l'Ecole Polytechnique, la figura del 'professore' vide un prestigio sociale mai conosciuto prima.
Insomma, questo per dire che non si trattava di oscuri ricercatori che lavoravano nel chiuso delle loro stanze.
Avevano una notorietà che andava al di là degli addetti ai lavori, ed è verosimile che la loro fama e i loro lavori arrivassero a un pubblico a più ampio.