L'entanglement e le inesattezze divulgative...

Messaggioda milzar » 12/10/2017, 18:34

Divulgare o non divulgare, that is the question...

Noooo, è solo divulgazione, non conta...

Macchè, gli articoli scientifici dicono tutt'altro...

I non addetti ai lavori "non possono" capire cos'è realmente l'entanglement.

Sarà... comunque, per chi fosse interessato, posto l'intervista di Anton Zeilinger del 2011, che qualcosina di entanglement forse ne sa, però ha un gravissimo difetto, è un'intervista fatta a scopo divulgativo e, quindi, non vale nulla, ma non importa, il lettore se ne farà comunque un'idea:

L'intervista integrale in lingua inglese la trovate qui:

http://discovermagazine.com/2011/jul-au ... O_XUKwkSRo

<<Alla fine degli anni Settanta, dopo che sono venuto a MIT, ho letto il famoso articolo del 1935 Einstein-Podolsky-Rosen, che ha criticato la meccanica quantistica come incompleta e ha innanzitutto ha sollevato l'idea dell'entanglement quantistico come esperimento mentale. Se l'entanglement era corretto - Einstein e i suoi coautori sostennero - allora due particelle sarebbero state collegate a grandi distanze in modo tale che, misurando le proprietà di una, si poteva prevedere le proprietà dell'altra. Ma, essi sostenevano, questo scenario viola il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale afferma che è impossibile conoscere sia la posizione che la velocità di una particella contemporaneamente [perché l'atto di misurare uno immediatamente e inevitabilmente cambia l'altro]. Poiché le due teorie erano in conflitto tra loro, hanno detto che la meccanica quantistica deve essere incompleta>>.

Mancava qualche elemento essenziale, vuoi dire?

<<Questo è quello che hanno sostenuto (Einstein e coautori). Hanno detto che la fisica deve essere fatta di cose veramente esistenti, indipendentemente dalla nostra attività di misurazione; questo era il principio fondamentale a cui si ispirò Einstein in tutta la sua vita. Oggi sappiamo che l'argomento era sbagliato.>>

E come possiamo saperlo?

<<Grazie al fisico John Bell, che ha preso seriamente l'entanglement quantistico. Bell sviluppò una prova matematica chiamata il teorema di Bell per provare l'esperimento mentale che Einstein aveva suggerito, basato sulle ipotesi di una teoria chiamata realismo locale. Nel realismo locale si presume che le particelle abbiamo delle proprietà indipendentemente dall'osservazione e che nessuna informazione possa viaggiare più velocemente della velocità di luce tra le particelle. Ciò porta a previsioni contrastanti con la meccanica quantistica, la quale afferma che l'atto stesso di misurare una particella modifica le proprietà osservate e che questo cambiamento avviene più velocemente della luce. Ma quando Bell ha fatto la sua prova, non è stato possibile fare un esperimento reale che consentisse di scegliere tra il realismo locale e la meccanica quantistica.>>

Oggi è possibile testare il teorema di Bell in laboratorio con particelle entangled. Che cosa concludono questi esperimenti?

<<Quel realismo locale non funziona. Ad esempio, ipotizziamo che stiamo facendo esperimenti con dei fotoni entangled. Non appena si misura uno dei fotoni entangled in un rivelatore e si scopre che la sua polarizzazione - cioè l'orientamento delle sue onde - è orizzontale, l'altro fotone della coppia è immediatamente proiettato in uno stato orizzontale. E questo accade non perché i fotoni erano entrambi polarizzati orizzontalmente fin dall'inizio. Non importa se guardi contemporaneamente le due particelle, separate da grandi distanze, o una dopo l'altra; i risultati sono gli stessi. Quindi sembra che la meccanica quantistica non si preoccupa dello spazio e del tempo.>>

Quindi significa che Einstein ha sbagliato?

<<Ci sono ancora delle scappatoie tecniche negli esperimenti che testano il teorema di Bell che potrebbero permettere una spiegazione dell'entanglement alla luce del realismo locale. Per esempio, noi non rileviamo tutte le particelle in un esperimento, e perciò è teoricamente possibile che qualcuna, che noi non rileviamo, possa essere in disaccordo con la meccanica quantistica. C'è una possibilità molto remota che la natura sia davvero viziosa e ci permette di individuare solo le particelle che si comportano in accordo con la meccanica quantistica. Se è così, e se potessimo rilevare altre particelle, allora il realismo locale potrebbe essere salvato. Ma penso che siamo vicini a chiudere tutte queste scappatoie, che sarebbe un risultato significativo con implicazioni pratiche per le tecnologie quantistiche.>>

Quelle tecnologie quantistiche oggi, dopo circa sei anni dall'intervista, sono diventate realtà, quindi mi par di capire che le speranze di trovare quelle "scappatoie" di cui parla Zeilinger, che potevano salvare il realismo locale di Einstein, si siano esaurite.

Ma questa è solo fuffa divulgativa, non conta nulla...
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Re: L'entanglement e le inesattezze divulgative...

Messaggioda bub » 13/10/2017, 07:51

Sembra interessante.
Mi chiedevo però a questo punto quando in meccanica quantistica si parla di simultaneità (di questi fenomeni) il tempo come viene trattato.
Ultima modifica di bub il 13/10/2017, 10:20, modificato 1 volta in totale.
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Re: L'entanglement e le inesattezze divulgative...

Messaggioda milzar » 13/10/2017, 08:51

Bub dipende da chi interpelli.

Se interpelli il fisico teorico relativista, ti troverà sempre il modo di far rientrare l'entanglement nella relatività, con discutibili sofismi del tipo "l'entanglement non è un trasferimento di informazione, ma un teletrasporto dello stato quantico", paroloni che non cambiano la sostanza delle cose, è cioè che si tratta di una misteriosa ed inspiegabile azione istantanea a distanza, tant'è vero che Einstein fece di tutto per dimostrare che non può realizzarsi, e invece si verifica, ma se vai a leggere qualche articolo scientifico, oppure anche solo qualche pagina di Wikipedia (scritta ovviamente da qualche fervente relativista), troverai scritto che il paradosso EPR (elaborato da Einstein in collaborazione con altri due fisici per dimostrare che l'entanglement non può essere possibile), alla fine è "il più illustre esempio" della correttezza della relatività, mah...

Significativo è, a tale proposito, un passo dell'intervista a Zeilinger.

Have any philosophers picked up on the conceptual 
implications of your research?


<<I have a program where I invite philosophers to see what goes on in the lab, because it changes your intuition. A great majority of philosophers are realists, though sometimes naive realists. I often ask them, “Why are you so realistic? If you analyze your fundamental notions you might conclude that these things are more counterintuitive than you think.” Often the answer is, “Yes, but I want to describe reality.” And then I say, “I also want to describe reality, but why are you not satisfied with describing the reality of the observations? Why do you want a hidden reality that exists independent of the observation?” And I don’t get satisfactory answers.>>

Traduzione:

Quali filosofi hanno raccolto le implicazioni concettuali della vostra ricerca?

<<Ho un programma in cui invito i filosofi a vedere cosa succede in laboratorio, perché questo cambia le tue convinzioni. La grande maggioranza dei filosofi é realista, anche se talvolta ingenua. Gli chiedo spesso: "Perché siete così realistici? Se analizzate le vostre nozioni fondamentali, potreste concludere che queste cose sono più controintuitive di quanto pensiate. Spesso la risposta è: "Sì, ma voglio descrivere la realtà ". E io gli dico: "Voglio anche io descrivere la realtà, ma perché non siete soddisfatti dal descrivere la realtà delle osservazioni? Perché volete che una realtà nascosta esista indipendentemente dall'osservazione?" E non ottengo risposte soddisfacenti.>>

Zeilinger, fisico sperimentale, dice ai fisici teorici: perché non accettate la realtà, ma pretendete di farci credere che esista una realtà nascosta, diversa da come essa dimostra di essere dalle osservazioni?

I teorici relativisti non ammetteranno mai che la relatività è sbagliata ma, tramite teoremi ad hoc basati su inconsistenti formalismi terminologici, faranno di tutto per farvi rientrare anche ciò che non può rientrarvi.
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