Divulgare o non divulgare, that is the question...
Noooo, è solo divulgazione, non conta...
Macchè, gli articoli scientifici dicono tutt'altro...
I non addetti ai lavori "non possono" capire cos'è realmente l'entanglement.
Sarà... comunque, per chi fosse interessato, posto l'intervista di Anton Zeilinger del 2011, che qualcosina di entanglement forse ne sa, però ha un gravissimo difetto, è un'intervista fatta a scopo divulgativo e, quindi, non vale nulla, ma non importa, il lettore se ne farà comunque un'idea:
L'intervista integrale in lingua inglese la trovate qui:
http://discovermagazine.com/2011/jul-au ... O_XUKwkSRo
<<Alla fine degli anni Settanta, dopo che sono venuto a MIT, ho letto il famoso articolo del 1935 Einstein-Podolsky-Rosen, che ha criticato la meccanica quantistica come incompleta e ha innanzitutto ha sollevato l'idea dell'entanglement quantistico come esperimento mentale. Se l'entanglement era corretto - Einstein e i suoi coautori sostennero - allora due particelle sarebbero state collegate a grandi distanze in modo tale che, misurando le proprietà di una, si poteva prevedere le proprietà dell'altra. Ma, essi sostenevano, questo scenario viola il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale afferma che è impossibile conoscere sia la posizione che la velocità di una particella contemporaneamente [perché l'atto di misurare uno immediatamente e inevitabilmente cambia l'altro]. Poiché le due teorie erano in conflitto tra loro, hanno detto che la meccanica quantistica deve essere incompleta>>.
Mancava qualche elemento essenziale, vuoi dire?
<<Questo è quello che hanno sostenuto (Einstein e coautori). Hanno detto che la fisica deve essere fatta di cose veramente esistenti, indipendentemente dalla nostra attività di misurazione; questo era il principio fondamentale a cui si ispirò Einstein in tutta la sua vita. Oggi sappiamo che l'argomento era sbagliato.>>
E come possiamo saperlo?
<<Grazie al fisico John Bell, che ha preso seriamente l'entanglement quantistico. Bell sviluppò una prova matematica chiamata il teorema di Bell per provare l'esperimento mentale che Einstein aveva suggerito, basato sulle ipotesi di una teoria chiamata realismo locale. Nel realismo locale si presume che le particelle abbiamo delle proprietà indipendentemente dall'osservazione e che nessuna informazione possa viaggiare più velocemente della velocità di luce tra le particelle. Ciò porta a previsioni contrastanti con la meccanica quantistica, la quale afferma che l'atto stesso di misurare una particella modifica le proprietà osservate e che questo cambiamento avviene più velocemente della luce. Ma quando Bell ha fatto la sua prova, non è stato possibile fare un esperimento reale che consentisse di scegliere tra il realismo locale e la meccanica quantistica.>>
Oggi è possibile testare il teorema di Bell in laboratorio con particelle entangled. Che cosa concludono questi esperimenti?
<<Quel realismo locale non funziona. Ad esempio, ipotizziamo che stiamo facendo esperimenti con dei fotoni entangled. Non appena si misura uno dei fotoni entangled in un rivelatore e si scopre che la sua polarizzazione - cioè l'orientamento delle sue onde - è orizzontale, l'altro fotone della coppia è immediatamente proiettato in uno stato orizzontale. E questo accade non perché i fotoni erano entrambi polarizzati orizzontalmente fin dall'inizio. Non importa se guardi contemporaneamente le due particelle, separate da grandi distanze, o una dopo l'altra; i risultati sono gli stessi. Quindi sembra che la meccanica quantistica non si preoccupa dello spazio e del tempo.>>
Quindi significa che Einstein ha sbagliato?
<<Ci sono ancora delle scappatoie tecniche negli esperimenti che testano il teorema di Bell che potrebbero permettere una spiegazione dell'entanglement alla luce del realismo locale. Per esempio, noi non rileviamo tutte le particelle in un esperimento, e perciò è teoricamente possibile che qualcuna, che noi non rileviamo, possa essere in disaccordo con la meccanica quantistica. C'è una possibilità molto remota che la natura sia davvero viziosa e ci permette di individuare solo le particelle che si comportano in accordo con la meccanica quantistica. Se è così, e se potessimo rilevare altre particelle, allora il realismo locale potrebbe essere salvato. Ma penso che siamo vicini a chiudere tutte queste scappatoie, che sarebbe un risultato significativo con implicazioni pratiche per le tecnologie quantistiche.>>
Quelle tecnologie quantistiche oggi, dopo circa sei anni dall'intervista, sono diventate realtà, quindi mi par di capire che le speranze di trovare quelle "scappatoie" di cui parla Zeilinger, che potevano salvare il realismo locale di Einstein, si siano esaurite.
Ma questa è solo fuffa divulgativa, non conta nulla...