Voltaggio negli elettrodomestici

Messaggioda TheBarbarios » 20/11/2017, 20:56

Ciao a tutti! Questa volta non ho un problema da risolvere ma solo una (enorme) lacuna teorico-tecnica.

Quando su un elettrodomestico ci sono le diciture 230 V ecc che cosa vogliono dire? Finchè si tratta di potenza, so che è il lavoro dato in un dato tempo con tutte le varie formule, però il voltaggio non capisco perchè venga messo.

Un’altra cosa: dai miei pochi studi di elettrostatica e circuiti, so che la tensione (Volt) è appunto la differenza di potenziale elettrico che si stabilisce tra le armature di un condensatore oppure ai capi di un filo. Ma perché non si è scelto di indicare indicare l’intensità di corrente che scorre nel filo (Ampere)?
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Re: Voltaggio negli elettrodomestici

Messaggioda Camillo » 20/11/2017, 21:42

Se sull'elettrodomestico e su qualsiasi altro utilizzatore di energia elettrica è indicato 230 V , vuol dire che è stato progettato per sopportare quella tensione : è un problema di isolamento per i cavi, per gli avvolgimenti e per la struttura della macchina.

Il fornitore di energia elettrica si impegna a rendere disponibile più precisamente al tuo contatore una tensione di $220+-5% V $

Dipende poi da che contratto hai con il fornitore di energia : sono previste potenze erogabili per usi domestici di $3 kW ; 4.5 kW , 6 kW $
In prima approssimazione la potenza P = tensione * corrente = V*A :
nel caso di $P= 3kW $ potrai assorbire una corrente max di $3000/220 = 14 A $ ( in realtà fino a 16A prima che scatti l'interruttore automatico).
L'intensità della corrente ( che si misura in Ampere) è legata al diametro e quindi alla sezione dei conduttori ; una certa corrente deve fluire in un conduttore opportuno ad evitare surriscaldamentei degli stessi conduttori.
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Re: Voltaggio negli elettrodomestici

Messaggioda TheBarbarios » 20/11/2017, 22:08

Camillo ha scritto:Se sull'elettrodomestico e su qualsiasi altro utilizzatore di energia elettrica è indicato 230 V , vuol dire che è stato progettato per sopportare quella tensione : è un problema di isolamento per i cavi, per gli avvolgimenti e per la struttura della macchina.

Il fornitore di energia elettrica si impegna a rendere disponibile più precisamente al tuo contatore una tensione di $220+-5% V $

Dipende poi da che contratto hai con il fornitore di energia : sono previste potenze erogabili per usi domestici di $3 kW ; 4.5 kW , 6 kW $
In prima approssimazione la potenza P = tensione * corrente = V*A :
nel caso di $P= 3kW $ potrai assorbire una corrente max di $3000/220 = 14 A $ ( in realtà fino a 16A prima che scatti l'interruttore automatico).
L'intensità della corrente ( che si misura in Ampere) è legata al diametro e quindi alla sezione dei conduttori ; una certa corrente deve fluire in un conduttore opportuno ad evitare surriscaldamentei degli stessi conduttori.


Per il primo punto ho capito, grazie.

Per il secondo: quindi è più sensato indicare la differenza di potenziale perché l' intensità varia troppo a seconda delle caratteristiche dell' utilizzatore e dei cavi, giusto?
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Re: Voltaggio negli elettrodomestici

Messaggioda Camillo » 20/11/2017, 23:01

Sì, le reti elettriche sono a tensione costante, appunto $220V $ , la corrente assorbita dipende dalle caratteristiche dell'utilizzatore : lampadina , motore, frigo, ferro da stiro etc etc
La relazione che lega tensione e corrente è $V=R I $ , dove con R si intende la resistenza elettrica che si misura in $Omega $.Questa relazione è esatta nel caso di correnti continue ( batterie , pile etc ) .
Nel caso di correnti alternate , come quella disponibile in casa( frequenza = 50 Hzt ) la relazione è $V = Z I $ con $Z $ chiamata impedenza .
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