mgrau ha scritto:$E=(\rho r)/(3 \epsilon_0)$ va bene, invece non capisco il termine intermedio.
il termine intermedio $KQr/a^3$nasce da questa considerazione, dove $a$ è il raggio del sfera:
$\rho=Q/(4/3pi a^3)$ mentre la quantità di carica presente nella sfera individuata di raggio $r$ è $Q_r=\rho V_r=Q (4/3pi r^3)/(4/3pi a^3)=Q r^3/a^3$
$V_r$=volume sfera di raggio $r$ contenente una carica $Q_r$
per cui $E4 pi r^2=Q_r/\epsilon_0=Q r^3/a^3 1/(4 pi r^2)=KQr/a^3$
Poi non capisco bene cosa intendi con "punto di applicazione" di $vec E$
intendo la partenza del vettore campo elettrico cioè dove si trova la sua coda?
non basta dire che, a distanza $r$ dal centro, $vec E$ ha quel valore?
Mi spiego meglio:
ho trovato degli esercizi dove si faceva riferimento a due sfere isolanti con carica distribuita $Q$ e $-Q$, che si intersecavano e dove dovevo esprimere il campo elettrico in un qualsiasi punto $P$ nella zona comune alle due sfere, perciò dovevo individuare il vettore in entrambe le sfere e farne la differenza.
Mi pare di capire, ma correggetemi se sbaglio, che con il vettore campo elettrico possiamo "giocarci" nel senso che è esprimibile con la formula $\vec E=(\rho r)/(3 \epsilon_0) \hat r$ oppure $(\rho)/(3 \epsilon_0) \vec r$ oppure con un altro vettore purché alla fine il modulo risulti uguale a $(\rho r)/(3 \epsilon_0)$ ad esempio potrei scrivere anche
$(\rho)/(epsilon_0) \vec u$ dove $\vec u$ è un vettore di modulo $\r/3$ con verso e direzione di $\vec r$
Spero di aver ben compreso