Secondo postulato RR

Messaggioda mainlinexile » 01/07/2019, 08:15

Approfitto di questo periodo meno trafficato per una questione un po' critica. Vuole essere costruttiva quindi spero si eviteranno polemiche.

Riguardo il secondo postulato RR sull'invarianza di c, ci sarebbe qualcuno che sa spiegare perchè taluni docenti affermano che:
- La luce si propaga nel vuoto a velocità costante c, indipendentemente dallo stato di moto della sorgente o dell'osservatore.
Mentre altri affermano che:
- La luce si propaga a velocità c in tutti i riferimenti inerziali.

Insomma, ci si dovrebbe mettere d'accordo, perchè la validità di un'affermazione esclude l'altra.

La prima pone un celato riferimento: il vuoto.
La seconda relativizza ogni riferimento inerziale, all'interno del quale ogni misurazione (su qualsiasi asse) riconduce a c, pertanto è dipendente dalla sorgente.

Io penso alla solita astronave che viaggia a velocità costante 0,5c: E' un riferimento inerziale.
Sull'astronave il tempo scorre più lentamente del 14% (coeff 0,86).
Perchè il passeggero dell'astronave dovrebbe misurare la velocità della luce verso prua ancora a 1c? E poi perchè su tutti gli assi?
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda Shackle » 01/07/2019, 16:01

Max ( abbreviazione , o sostituzione, di mainlinexile ...) , Ne abbiamo già parlato un paio di anni fa, in questa discussione chiusa dal moderatore dopo 5 paginate di parole e parolone....

Io ti rispondo come allora risposi a Max , anzi ti invito a rileggere quella discussione, poiché nulla è cambiato da allora. In particolare, ti rimando al mio messaggio di pag 2 , questo , dove riportai alcuni scritti di autori vari.

Riguardo il secondo postulato RR sull'invarianza di c, ci sarebbe qualcuno che sa spiegare perchè taluni docenti affermano che:
- La luce si propaga nel vuoto a velocità costante c, indipendentemente dallo stato di moto della sorgente o dell'osservatore.
Mentre altri affermano che:
- La luce si propaga a velocità c in tutti i riferimenti inerziali.

Insomma, ci si dovrebbe mettere d'accordo, perchè la validità di un'affermazione esclude l'altra.


Non è vero che la validità di una affermazione esclude l'altra. Sono equivalenti, poiché se una sorgente di luce è solidale ad un RI , cioè è in quiete rispetto ad essa, e questo RI è in moto rispetto ad altri RI, gli osservatori solidali agli altri RI vedranno la sorgente luminosa in moto, ovviamente. Però se vanno a misurare la velocità della luce, troveranno sempre $c$ .

o penso alla solita astronave che viaggia a velocità costante 0,5c: E' un riferimento inerziale.
Sull'astronave il tempo scorre più lentamente del 14% (coeff 0,86).
Perchè il passeggero dell'astronave dovrebbe misurare la velocità della luce verso prua ancora a 1c? E poi perchè su tutti gli assi?


Non è esatto dire che sull'astronave il tempo scorre più lentamente . Sull'astronave, in moto a velocità costante in un certo riferimento, il tempo scorre sempre allo stesso modo . La locuzione " più lentamente" è inesatta perché è tronca . Il modo giusto di dire come stanno le cose è : quando si va a confrontare l'intervallo di tempo proprio $Delta\tau$ misurato dall'astronave, tra due eventi dello spaziotempo, dai quali l'astronave passa, con quello misurato dal tempo coordinato, quello proprio risulta più breve del $Deltat$ marcato dall'orologio coordinato , poiché sussiste la fondamentale relazione tra tempo proprio e tempo coordinato :

$Deltat = gamma Deltatau$
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda mathbells » 01/07/2019, 19:42

Considerando la domanda di apertura, temo che chiuderò molto presto. Non vedo cosa ci sia da discutere su un assioma basato su evidenze sperimentali.
Teoria della Pizza: (F=farina; A=acqua; L=lievito; S=sale)
\(\displaystyle F=p\frac{\pi}{4}nd^2h\,\,;\quad A=\frac{8}{11}F\,\,;\quad L=\frac{1}{55}F\,\,;\quad S=\frac{1}{40}F\)
p=0,224 $g$/$cm^3$ = costante universale della pizza; n=numero di pizze; d=diametro in cm; h=spessore in cm.
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda mainlinexile » 02/07/2019, 06:07

Shackle, ho letto ma una risposta precisa al quesito non l'ho trovata.
Guarda, il problema non è il vaglio del concetto della teoria (il fenomeno è noto), ma piuttosto la congruenza matematica di come viene divulgato da molti. Abbi pazienza.

Riformulo una condizione con più dati per evitare fraintendimenti.
Supponiamo che ad un istante dell'evento:
-L'astronave è situata a 300 mila km dalla terra.
-Si allontana viaggiando a velocità contante 0,5c rispetto ad un osservatore in quiete sulla terra.
-Il lampeggiante esterno di segnalazione dell'astronave emette un impulso luminoso.

L'osservatore in quiete sulla terra, dovrebbe rilevare il segnale esattamente 1 secondo dopo l'emissione. Corretto?
Se è corretto significa che per l'osservatore, il fronte d'onda che avanza verso la terra, si sta allontanando dal sistema astronave a 1,5c. Corretto?

Oppure il segnale luminoso impiega oltre 1,8 secondi, perchè mentre il segnale si avvicina alla terra, la terra si sta allontanando a velocità 0,5c (prima di raggiungerla, si sarà allontanata ulteriormente di 240 mila km circa)?

Shackle ha scritto:Non è vero che la validità di una affermazione esclude l'altra. Sono equivalenti... Però se vanno a misurare la velocità della luce, troveranno sempre c.

Eh, vedo..
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda Shackle » 02/07/2019, 09:51

Max, la questione che poni è semplicissima. Risponderò , ma non oggi perché sono fuori casa.
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda Shackle » 02/07/2019, 21:23

Eccomi , ho fatto presto. Hai scritto :

Riformulo una condizione con più dati per evitare fraintendimenti.
Supponiamo che ad un istante dell'evento:
-L'astronave è situata a 300 mila km dalla terra.
-Si allontana viaggiando a velocità contante 0,5c rispetto ad un osservatore in quiete sulla terra.
-Il lampeggiante esterno di segnalazione dell'astronave emette un impulso luminoso.


Riformulo il problema in termini ancor più espliciti . Considera il diagramma di Minkowski allegato per riferimento.

Testo nascosto, fai click qui per vederlo
Immagine

Un'astronave, dotata di una sorgente luminosa S , (coordinate : $(t',x')$ con apice) parte all'istante $t = t' =0 $ da terra , con velocità $v=0.5c$ . A terra c'è un ricevitore R (coordinate di terra : $(t,x)$. La sorgente S , quando la nave si trova a $1s.l. = 300000 km$ da terra , emette un segnale verso la terra : evento $E$ del diagramma allegato. Innanzitutto, l'evento $E$ ha coordinate (rispetto a terra ) :

$t_E = 2s$
$x_E = 1s.l. = 300000 km $

Il perchè di questi valori si vede facilmente, visto che la velocità rispetto a terra è $0.5c$ . Le coordinate di $E$ , nel riferimento della nave , sono ( $gamma = 1/(0.866) )$ :

$ t'_E = t_E/gamma = 0.866*2s = 1.732s$
$x'_E = 0$

la luce si propaga con velocità $c$ in tutti i riferimenti inerziali, qualunque sia il loro stato di moto. Nel diagramma, un segmento rosso diretto da $E$ verso l'asse $t$ , a 45º con gli assi , rappresenta il segnale luminoso emesso dalla nave , che arriva al ricevitore R di terra nell'evento $F$ . Quali sono le coordinate di $F$ , nel riferimento terrestre ? Evidentemente :

$x_F = 0$
$t_F = 3s$

non ci sono da fare molti arzigogolamenti su questo. Quindi, questo che dici :

L'osservatore in quiete sulla terra, dovrebbe rilevare il segnale esattamente 1 secondo dopo l'emissione. Corretto?


è corretto . Ma questo invece :

Se è corretto significa che per l'osservatore, il fronte d'onda che avanza verso la terra, si sta allontanando dal sistema astronave a 1,5c. Corretto?


é sbagliato. Il fronte d'onda rispetto alla sorgente ha sempre velocità $c$, componendola relativisticamente con la velocità della sorgente rispetto a terra $-0.5c$ ( sono velocità opposte in verso, nella composizione ci va la somma dei moduli ) si ha che :

$(c +0.5c)/(1+( 0.5c*c)/c^2) = c $

questo vuol dire che anche per l'osservatore terrestre il fronte d'onda si allontana dalla sorgente a velocità $c$ .

Veniamo ora all'ultima parte , questa :

Oppure il segnale luminoso impiega oltre 1,8 secondi, perchè mentre il segnale si avvicina alla terra, la terra si sta allontanando a velocità 0,5c (prima di raggiungerla, si sarà allontanata ulteriormente di 240 mila km circa)?


È fuor di dubbio che, mentre il segnale si propaga dalla nave a terra ( linea rossa $EF$ ) , la nave continua a viaggiare allontanandosi dalla terra . Si tratta quindi di valutare , con riferimento al diagramma , quali sono le coordinate dell'evento $F$ visto dalla nave . Tutto qui è il problema. LA nave giudica $F$ contemporaneo all'evento $H$, che si ottiene tracciando da $F$ la retta di contemporaneità per il sistema con apice ; valutiamo le coordinate di $F$ nel riferimento con apice , usando le trasformazioni di Lorentz :

$x'_F = gamma(x_F -vt_F)$
$t'_F = gamma(t_F -(vx_F)/c^2) $

sostituendo le coordinate $(x_F , t_F)$ determinate in precedenza, si ha :

$t'_F = 3/(0.866) = 3.4642 s $
$x'_F =1/(0.866) ( 0-0.5c*3) = -1.7321s.l.$

Il segno "-" non deve meravigliare, la nave si muove verso destra , il segnale verso sinistra.

Ho segnato anche l'evento G , sulla linea di universo della nave , che secondo l'osservatore terrestre dovrebbe essere contemporaneo all'evento F, cioè all'arrivo del segnale a terra : evidentemente G non coincide con H , sarebbe ben strano se coincidesse !
Questo è quanto io trovo dall'applicazione corretta delle trasformazioni di Lorentz e del diagramma di Minkowski.

SE uno vuol divertirsi , può eseguire la rotazione iperbolica degli assi , disegnando il diagramma dal punto di vista dell'astronave , che considera se stessa ferma ( assi t' verticale e x' orizzontale) e la Terra in moto verso Sn con velocità $-v$ . Lo lascio come esercizio allo studioso lettore ... :-D

Non so come sono stai determinati i numeri messi da Max, 1.8 secondi ( tempo nave, suppongo) e i 240000 km ; la differenza dei tempi di arrivo e partenza del segnale, valutata dalla nave, per me risulta essere : $t'_F-t'_E = 3.4642 - 1.732 = 1.7322 s $

È ovvio infatti che le coordinate di F da me trovate, nel riferimento nave, si riferiscono all’origine, non all’evento E.
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda mainlinexile » 04/07/2019, 02:34

Shackle ha scritto:Il fronte d'onda rispetto alla sorgente ha sempre velocità c, componendola relativisticamente con la velocità della sorgente rispetto a terra...

questo vuol dire che anche per l'osservatore terrestre il fronte d'onda si allontana dalla sorgente a velocità c .


Per l'osservatore in quiete sulla terra, la distanza tra fronte d'onda e astronave, dopo 1 secondo esatto è 450 mila km.
Ergo la velocità relativa fronte d'onda-astronave calcolata dall'osservatore è 450 mila km/s o 1,5c.

Se non viene spiegato bene il motivo per il quale i 450 mila km vengono percepiti dall'osservatore come solo 300 mila, non si può nemmeno pensare di essere presi seriamente.

Decurtare o sommare la velocità dell'astronave dalla c al dividendo, equivale ad "aggiustare ad hoc" arbitrariamente la costante. Non penso sia ineccepibile.

La velocità del fronte d'onda misurata con il tempo locale dell'astronave, ritengo sia semplicemente:

$(0,5c + c) \ \cdot \ 1/(sqrt(1 - (0,5c^2)/c^2))$

In cui le velocità, essendo discordi, si devono sommare.
La velocità è quella relativa tra astronave e fronte d'onda direzionato verso la poppa dell'astronave (come il puntino traslante verso destra, rispetto al fronte delle onde propaganti verso sinistra, rappresentato in questo video trovato su youtube).

L'intervallo tra partenza e arrivo del segnale (percorrente 300mila km) misurato col tempo locale dilatato dell'astronave è inferiore rispetto a quello misurato dall'osservatore terrestre (questa volta dividendo con il fattore nella seconda parte di cui sopra, ossia $1/(0,866)$).
Il risultato del tuo tempo è esattamente doppio del mio.
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda Shackle » 04/07/2019, 05:29

mainlinexile ha scritto:
Shackle ha scritto:Il fronte d'onda rispetto alla sorgente ha sempre velocità c, componendola relativisticamente con la velocità della sorgente rispetto a terra −0.5c ( ho scambiato i segni, poco male, sono comunque velocità opposte in verso) si ha che :

$(c−0.5c)/(1−(0.5c⋅c)/(c^2)) =c$

questo vuol dire che anche per l'osservatore terrestre il fronte d'onda si allontana dalla sorgente a velocità c .


Per l'osservatore in quiete sulla terra, la distanza tra fronte d'onda e astronave, dopo 1 secondo esatto è 450 mila km.
Ergo la velocità relativa fronte d'onda-astronave calcolata dall'osservatore è 450 mila km/s o 1,5c.

Se non viene spiegato bene il motivo per il quale i 450 mila km vengono percepiti dall'osservatore come solo 300 mila, non si può nemmeno pensare di essere presi seriamente.

Decurtare o sommare la velocità dell'astronave dalla c al dividendo, equivale ad "aggiustare ad hoc" arbitrariamente la costante. Non penso sia ineccepibile.


Forse non hai notato che ho corretto la prima versione del mio messaggio, dove avevo messo per sbaglio questa formula :

$(c−0.5c)/(1−(0.5c⋅c)/(c^2)) =c$

che è quella che hai citato tu. Essendo le velocità discordi , ci va il segno + , controlla il mio messaggio. Ad ogni modo, qualunque velocità $v$ si componga relativisticamente con $c$ , sia concorde che discorde, dà come risultato sempre $c$ :

$ (c+-v)/(1 +-(cv)/c^2) = c$

non si tratta di aggiustare ad hoc le formule per far tornare i risultati . Si tratta di applicare una delle conseguenze fondamentali della teoria, la composizione relativistica delle velocità. E quando una delle due velocità è $c$ , il risultato è sempre $c$ . È un risultato ineccepibile. SE vuoi ti faccio vedere come si arriva alla formula della composizione relativistica delle velocita, che del resto è spiegata in tutti i testi che parlano di RR .

La velocità del fronte d'onda misurata con il tempo locale dell'astronave, ritengo sia semplicemente:

$(0,5c + c) \ \cdot \ 1/(sqrt(1 - (0,5c^2)/c^2))$

In cui le velocità, essendo discordi, si devono sommare.
La velocità è quella relativa tra astronave e fronte d'onda direzionato verso la poppa dell'astronave (come il puntino traslante verso destra, rispetto al fronte delle onde propaganti verso sinistra, rappresentato in questo video trovato su youtube).


E tu come giustifichi la tua formula ? Perchè essa dovrebbe essere ineccepibile? Non lo è , stai introducendo come primo termine la velocità $1.5c$ , che non ha ragione d'essere .

Inoltre , non confondere ciò di cui si sta parlando con l'effetto Doppler relativistico. Questo si ottiene applicando il fattore $gamma = 1/sqrt(1-beta^2)$ al tempo proprio della sorgente $S$ , che si sta allontanando dal ricevitore fisso terrestre $R$ con velocità $v = 0.5c$ : infatti , il tempo di chi si muove , rispetto al tempo di chi è fermo , scorre più lentamente, no ? ( ho usato un linguaggio quasi da caserma, con tutto il rispetto per i militari, per farmi capire ) .
Come lo si applica, questo fattore $gamma$ ? Quando la sorgente $S$ e il ricevitore $R$ si allontanano tra loro , le onde elettromagnetiche si stiracchiano , si allungano tra una cresta e la successiva , come si vede nel tuo video dal puntino verso sinistra ; il che significa che l'intervallo di tempo di ricezione delle onde $T_R$ da parte del ricevitore, ovvero "periodo dell'onda in arrivo ad R " , è maggiore dell'intervallo di tempo di emissione $T_S$ , ovvero "periodo dell'onda emessa da $ S $ . L'effetto Doppler classico , scritto senza tener conto del rallentamento del tempo di $S$ , che è in moto rispetto a $R$ , sarebbe dunque :

$T_R = T_S ( 1 + v/c) = T_S (1+beta) $

ma , per tener conto dell'effetto relativistico del moto di $S$ , il secondo membro va moltiplicato per il fattore $gamma $ , quindi si ha :

$T_R =gammaT_S(1+beta) = T_S(1+beta)/(sqrt(1-beta^2)) =....= T_Ssqrt((1+beta)/(1-beta)) $

nel caso in esame . con $beta = 0.5$ , la radice quadrata risulta uguale a $1.732$ , se non ho sbagliato i conti.

Questo significa che la lunghezza d'onda "in ricezione" da R a terra è maggiore della lunghezza d'onda "in emissione" da S, di quel fattore :

$cT_R = cT_S * 1.732$

come vedi, l'aumento del periodo in ricezione è addirittura maggiore di ciò che si avrebbe senza tener conto del rallentamento del tempo della sorgente , che darebbe solo : $ T_R = 1.5T_S$ .

Quindi, la radiazione in arrivo a terra da una sorgente che si allontana ha lunghezza d'onda maggiore, essendo $lambda =cT$ ( come vedi , la velocità della radiazione è sempre $c$) , e la frequenza in arrivo è ovviamente minore, essendo inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda : è il cosiddetto "redshift" ( da non confondere col redshift gravitazionale) , la cui constatazione ha permesso a Edwin Hubble di affermare che l'universo si espande, perché le galassie lontane presentano il redshift di cui sopra, il che vuol dire che si stanno allontanando da noi . Lo misurano tutti i giorni, i signori astronomi, su galassie anche molto lontane. E fanno delle deduzioni sorprendenti...

A vantaggio tuo , e di altri lettori interessati , allego qualche paginetta ( ti conviene stamparle per leggere meglio, le ho allegate in ordine inverso ) riguardante l'effetto Doppler relativistico . L'autore è Roman Sexl , noto relativista:

Testo nascosto, fai click qui per vederlo
Immagine
Immagine
Immagine
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Il testo continua, mostrando come anche l'effetto gemelli si possa spiegare usando l'effetto Doppler. Non ho scannerizzato il resto .

L'intervallo tra partenza e arrivo del segnale (percorrente 300mila km) misurato col tempo locale dilatato dell'astronave è inferiore rispetto a quello misurato dall'osservatore terrestre (questa volta dividendo con il fattore nella seconda parte di cui sopra, ossia $1/(0,866)$).
Il risultato del tuo tempo è esattamente doppio del mio.


Ti riferisci alla seconda parte del problemino che ti ho proposto? Guarda il diagramma di Minkowski , è il tratto EG che misura , in tempo-nave, $0.866s$ , ma questo non è il tempo dell'evento $F$ valutato dall'astronauta (a partire da E, ma non è un problema) per trovare il quale devi applicare le TL, come ho fatto. Ti ho spiegato che $G$ rappresenta l'evento che l'osservatore terrestre ritiene "contemporaneo" all'arrivo del segnale al suo ricevitore, ma l'astronauta deve determinare $t'_F$ , in sostanza deve condurre da $F$ la retta di contemporaneità , parallela all'asse $x'$ , che incontra la sua linea di universo nell'evento H , non in G ! È chiaro, a conti fatti, che $EH = 2*0.866 = 1.732s$ , come si ricava dalle TL adeguatamente applicate. Ho anche precisato che le coordinate con apice dell'evento F , da me calcolate, partono dall'origine delle coordinate , non dall'evento $E$.
Ho anche messo l'accento sul fatto che $G$ ed $H$ non coincidono, e sarebbe strano se coincidessero.
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda mainlinexile » 09/07/2019, 03:21

Hai incentrato la risposta sull'effetto doppler, ma non è l'oggetto del quesito (sarà per il titolo del video linkato? non so, ma non mi è mai successo di conforderli).

I fronti d'onda diametralmente opposti di un impulso e.m. emesso da una sorgente, non hanno velocità relativa di 2c?
Il fattore gamma che va trasformare il tempo locale NON mi risulta sia sufficiente per equilibrare le velocità misurate in locale, ossia c non risulta sempre uguale (nel riferimento in moto astronave) per effetto della sola correzione del tempo. Quindi quale altro elemento è utilizzato per arrivare sempre a risultato c?

In composizione galileiana, il fronte d'onda verso poppa, misurato con un interferometro, sarebbe 1,5c.
Considerando il fattore gamma, che corregge la misurazione del tempo locale del sistema traslante a 0,5c (il tempo sull'astronave è scandito più lentamente), l'interferometro che utilizza un orologio il cui tempo è più lento, misurerà la velocità dell'onda non a 1,5c, ma bensì a 1,5c moltiplicato per 1,15= 1,732c.
Per quale motivo l'interferometro sulla nave dovrebbe rilevare sempre e comunque 1c (tra l'altro in ogni direzione!) se il proprio sistema è in moto?

Shackle ha scritto:Questo significa che la lunghezza d'onda "in ricezione" da R a terra è maggiore della lunghezza d'onda "in emissione" da S, di quel fattore (1.732)
come vedi, l'aumento del periodo in ricezione è addirittura maggiore di ciò che si avrebbe senza tener conto del rallentamento del tempo della sorgente , che darebbe solo : TR=1.5TS .


Mi sembra che si stiano mischiando questioni diverse e alla fine si capisce poco.
Abbiamo detto che l'impulso è uno solo, e tale impulso deve percorrere 300mila km (da astronave a terra), prevedibilmente in 1 secondo.
Se l'astronave allontanandosi a 0,5c emettesse un impulso ogni secondo esatto (con tempo coordinato) sulla terra giungerebbe 1 impulso ogni 1,5 sec.
Se invece l'astronave allontanandosi a 0,5c emettesse un impulso ogni secondo esatto (misurato con tempo locale) sulla terra giungerebbe 1 impulso ogni 1,732 sec. Ossia aumentato del periodo di dilatazione.
Ma quest'ultima questione, appunto come avvisato nella prima riga, riguarda la frequenza e non la velocità di fase.

Shackle ha scritto:Ti ho spiegato che G rappresenta l'evento che l'osservatore terrestre ritiene "contemporaneo" all'arrivo del segnale al suo ricevitore, ma l'astronauta deve determinare t'F , in sostanza deve condurre da F la retta di contemporaneità , parallela all'asse x' , che incontra la sua linea di universo nell'evento H , non in G ! È chiaro, a conti fatti, che EH=2⋅0.866=1.732s


Ancora non capisco molto bene quello che vuoi spiegare. Stai dicendo che l'astronauta per determinare l'evento, deve attendere il segnale di ritorno? Ma che c'entra, ovvio che l'astronauta deve considerare i tempi di percorrenza (al pari delle onde sonore).
E non vedo particolari problemi nel farlo, se desume il fattore gamma dalla velocità misurata dall'interferometro collocato sull'astronave.
Tuttavia si torna sempre alla questione originaria:
- La velocità c risulta indipendente dalla velocità sorgente?
- Oppure c risulta sempre uguale in qualsiasi sistema (anche in quello non in quiete)?
Non è possibile che si manifestino entrambi i casi contemporaneamente perchè, come visto, la dilatazione temporale derivata dal fattore gamma non riconduce ad una correzione che ripristina (nel sistema locale) la velocità a c.
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Re: Secondo postulato RR

Messaggioda Nikikinki » 09/07/2019, 07:50

Scusami ma al di là del fatto che ognuno di noi può proporre la sua teoria in merito, poi questa deve realizzarsi nella realtà e deve ottenere la benedizione dell'esperimento. Tu puoi anche credere che la composizione di Galileo, o qualunque altra simile ma non lorentziana, sia quella corretta, ma della realtà delle cose ce ne infischiamo? Detto questo, mai sentito parlare dell'esperimento di De Sitter, di un secolo fa? O delle centinaia se non migliaia che lo hanno seguito? Se il postulato su c fosse falso, e fosse vero quello che dici, ci ritroveremmo con una quantità di misurazioni enormi che non trovano spiegazioni. Nella migliore delle ipotesi potresti ingegnarti a trovare una teoria più generale (anche rispetto a quella generale propriamente detta) che però dovrà comunque avere come limite questa teoria stessa che vuoi confutare altrimenti gli esperimenti fatti resterebbero non interpretabili. Sono il primo a voler pensare fuori dagli schemi, ma asserire che sia vero il contrario di qualcosa che ha coerenza logica e validità sperimentale, senza addurre nessuna prova a riguardo...mi sembra abbastanza pretenzioso :)


Edit: avevo un paper sull'esperimento di Alvager che non trovo più, quello che avevo postato era un'altra cosa. Se lo ritrovo lo inserisco o puoi provare a cercare. È stato uno dei primi a dimostrare questo postulato in modo decisamente inconfutabile, laddove la misurazione di De Sitter poteva dare adito a qualche rimostranza.
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