SaO ha scritto:la fisica classica la conosce molto meglio un ingegnere di un fisico
Qui ho qualche dubbio..
un ingegnere meccanico conosce 100 volte meglio la meccanica di un fisico, perché oltre a fisica 1 fa meccanica razionale, meccanica applicata e scienza delle costruzioni
Ma a un fisico non importa nulla di scienze delle costruzioni o di meccanica applicata alle macchine, un fisico studia la natura.
perché il fisico si ferma all'elettromagnetismo base
Anche qui ho qualche dubbio.
poi attacca con la relatività
Questa a ingegneria non esiste.
Sono d'accordo anche se mi sarei espresso in modo meno categorico
Per quello che so io, ogni ingegnere da importanza al ramo della fisica che interessa a lui, non credo che un ingegnere civile studierà molto i circuiti elettronici.
Sono abbastanza d'accordo con Vulplasir. Chiaramente sono cose difficili da oggettivare, ma di base, anche io la vedo così.
Per quanto riguarda la relatività, non è proprio così. Ho preso un percorso con orientamento Ingegneria Nucleare. Abbiamo visto relatività (ristretta) partendo dalle trasformazioni galileiane, passando per il famoso esperimento di Michelson-Morley, analizzando una delle prime vere intuizioni di Einstein (l'ambiguità che intravedette nel fatto che le equazioni di Maxwell cambiassero forma a seconda del sistema di riferimento inerziale, al contrario di qualunque altra legge fisica) e arrivando alla famosa E=mc^2. Tutto con molta accuratezza.
Per la quantistica, stessa cosa: siamo partiti dalle leggi del corpo nero di Planck, passando per le diverse teorie dell'atomo, scrivendo sempre le leggi di conservazione (momento ed energia), arrivando alle teorie del nucleo e alla modellazione della radioattività.
Che nelle classi di ingegneria o che il lavoro dell'ingegnere debba basarsi sull'approssimazione (a volte, anche severa), d'accordo. Ma (sopratutto quelle italiane) che l'insegnamento sia pressapochista proprio no.
Riprendendo quanto detto da Vulplasir, mi ritrovo molto in questa "critica":
Ma se non riescono neanche a risolvere l'equazione di schrodinger per una molecola biatomica...oltre a studiare roba inutile tipo i quark.
Penso che l'ingegnere, quello vero, è formato per essere estremamente metodico ed estremamente attento alla pulizia del ragionamento, in un certo senso come lo può essere un matematico. L'approssimazione deve essere misurata, solo laddove (e solo al grado corretto) sia appropriato. "Semplificare", per la nostra figura va letto in due modi: evitare di aggiungere complicazioni, comprendere il semplice alla perfezione, togliere laddove si possa togliere.
Per fare queste cose devi avere molta, davvero molta dimestichezza con quello di cui tratti.
Certo, non tutti gli ingegneri sono così, anzi una minoranza. Ma quelli forti, quelli veramente forti, son così. Questa è la mia esperienza, almeno.