Re: Doppia laurea?

Messaggioda Luca.Lussardi » 31/03/2017, 15:06

Infatti, punti di vista, secondo me quello stipendio e' ben commisurato all'impiego. Il vero problema italiano non e' lo stipendio, ma il numero di posizioni, che paradossalmente dovrebbe essere piu' alto rispetto all'estero visto che ci pagano meno... invece non lo e', e questo e' il vero problema, non vengono banditi posti a sufficienza.
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Re: Doppia laurea?

Messaggioda Albesa81 » 31/03/2017, 15:43

Intermat ha scritto:
Albesa81 ha scritto:
FeliceASfregola ha scritto:È credenza comunque, almeno dalle mie parti, che una laurea in una scienza pure porti molto facilmente alla disoccupazione o a stipendi ridicoli dei ricercatori precari.

Togliti dalla testa queste sciocchezze: il tuo destino non dipende da ciò che studierai ma da quanto sarai disposto a investire su te stesso e metterti in gioco, soprattutto DOPO la laurea.

Magari lui è stato troppo drastico però va anche detto che, oggettivamente, alcune lauree sono decisamente più richieste sul mercato. Questo non vuol dire che ci si diventi ricchi ma almeno che non si deve praticamente muovere un dito per trovare uno stage o un apprendistato nei primi mesi. Detto questo sicuramente anche con una laurea (puramente) scientifica si trova lavoro, senza dubbio.

In generale io penso che se uno crede in ciò che fa e non si tira indietro davanti alle (inevitabili) difficoltà, è praticamente impossibile che non trovi delle possibilità lungo la strada.
Certo, però, che se ci si iscrive all'università credendo che, una volta usciti, una laurea scientifica dia automaticamente un lavoro solido con uno stipendio medio/alto senza bisogno di muoversi dal paesello, ci si è proprio presi un bell'abbaglio (ho voluto usare un'espressione gentile, dopotutto è primavera... :-D ).
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Re: Doppia laurea?

Messaggioda Intermat » 31/03/2017, 15:56

Luca.Lussardi ha scritto:Infatti, punti di vista, secondo me quello stipendio e' ben commisurato all'impiego. Il vero problema italiano non e' lo stipendio, ma il numero di posizioni, che paradossalmente dovrebbe essere piu' alto rispetto all'estero visto che ci pagano meno... invece non lo e', e questo e' il vero problema, non vengono banditi posti a sufficienza.

Questo sicuramente. A sentire diversi professori dei diversi dipartimenti della mia università un po' tutti sono (decisamente) sotto organico. Il problema direi che sono i fondi che non bastano (non credo basti il discorso degli sprechi, credo siano comunque pochi). Ovviamente sarebbe logico che, avendo stipendi mediamente più bassi (a guardare le statistiche non dovrebbe però essere vero per ordinari e associati con parecchi anni di anzianità), ci fossero più posti ma così non è.

Credo che stiamo andando decisamente OT, comunque in futuro dovranno per forza bandire un numero maggiore di posti dato che nel 2025 saranno 15 anni dalla riforma Gelmini e già prima di questa data moltissimi rischierebbero di essere espulsi dal mondo accademico poiché non potrebbero più stipulare contratti a tempo determinato (mi pare il limite sia di 15 anni). Forse il sovraffollamento di precari sarà leggermente limitato nel, quasi immediato, futuro a causa del drastico calo di dottori di ricerca che si sta avendo negli ultimi anni (secondo l'ADI -44% in meno di 5 anni). Comunque concordo con te che il mondo accademico dia più incertezze in termini di stabilità piuttosto che di guadagno. In fondo quest'ultimo è noto a priori e dunque una persona sa a cosa va incontro mentre l'instabilità del posto è un qualcosa che non è ben prevedibile e dipende molto dalle politiche di assunzione che sono influenzate da n-mila parametri.

Albesa81 ha scritto:In generale io penso che se uno crede in ciò che fa e non si tira indietro davanti alle (inevitabili) difficoltà, è praticamente impossibile che non trovi delle possibilità lungo la strada.
Certo, però, che se ci si iscrive all'università credendo che, una volta usciti, una laurea scientifica dia automaticamente un lavoro solido con uno stipendio medio/alto senza bisogno di muoversi dal paesello, ci si è proprio presi un bell'abbaglio (ho voluto usare un'espressione gentile, dopotutto è primavera... :-D ).

Si, in parte condivido. Quello che dicevo io è leggermente diverso, se uno sceglie ingegneria gestionale/meccanica/informatica è molto facile che venga tempestato di chiamate nel primo anno dopo la laurea magistrale, questo (a sentire dei conoscenti, ovviamente non fa statistica) non avviene per i neolaureati in matematica/fisica/biologia etc...
Ovviamente nel medio/lungo periodo se uno si da fare troverà qualcosa ma, con alcune lauree, è oggettivamente più facile.

PS: In tutto ciò ho dato per scontato che in ogni caso si dia la disponibilità a muoversi per l'Italia (quindi anche oltre il paesello) e tutto ciò non c'entra niente con la soddisfazione lavorativa che si può raggiungere. Avere 10/15 possibilità non vuol dire che si trovi il lavoro che si vorrebbe fare mentre avere poche alternative ma, magari, affini al titolo conseguito potrebbero permetterlo.
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Re: Doppia laurea?

Messaggioda FeliceASfregola » 31/03/2017, 16:17

Mi piace aver coinvolto tante persone nel dibattito, è bello sentire opinioni ed esperienze personali!
Comunque non ho mai presunto di voler rimanere nel mio 'paesello', anzi, preferirei andar via. Diversa sarebbe la situazione se dovessi andare all'estero, per quanto ho capito leggendo su forum americani la situazione non è così florida come vogliano farci credere e non sarebbe strano fare all'estero lavori poco gratificanti già disponibili in Italia. Se poi si riuscisse a trovare il lavoro 'ideale' all'estero sarebbe un altro paio di maniche!
Ovviamente non potrei mai sapere già da ora come questo lavoro potrebbe essere ma mi sorge un dubbio. L'ambiente naturale, se vogliamo, dell'ingegnere è la fabbrica, questo posto sarebbe però adatto ad un fisico teorico o sperimentale? In tal caso sarebbero necessari master professionalizzanti o dottorati, oppure già dopo la laurea è consigliato cercare lavoro?
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Re: Doppia laurea?

Messaggioda Intermat » 31/03/2017, 16:35

FeliceASfregola ha scritto:Ovviamente non potrei mai sapere già da ora come questo lavoro potrebbe essere ma mi sorge un dubbio. L'ambiente naturale, se vogliamo, dell'ingegnere è la fabbrica, questo posto sarebbe però adatto ad un fisico teorico o sperimentale? In tal caso sarebbero necessari master professionalizzanti o dottorati, oppure già dopo la laurea è consigliato cercare lavoro?

Per le aziende la soluzione giusta è "dopo la laurea è consigliato cercare lavoro". Tranne per cose molto particolari in cui è ben visto un dottorato (ma in Italia sono casi rari!).

L'ambiente dell'ingegnere non è necessariamente la fabbrica. Moltissimi rami portano a lavori più "da ufficio" basti pensare a tutto il ramo dell'ingegneria dell'informazione che va da una parte di gestionale fino a telecomunicazioni e altre mille mila varianti che le università si sono inventate nel corso degli anni.
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