Vale la pena continuare?

Messaggioda fioredineve97 » 20/07/2017, 21:41

Ciao a tutti! Sono al primo anno di matematica e non riesco a capire se questa sia la mia strada o meno. Mi piace molto quello che studio ma purtroppo mi ritrovo a studiare tanto ed alla fine ottengo risultati piuttosto bassi che mi demoralizzano e che non valorizzano tutto lo studio che c'è dietro. :| Non capisco se sono io che non ci arrivo oppure se sbaglio magari metodo di studio, eppure confrontandomi con i miei compagni di corso mi sembra di usare più o meno il loro stesso metodo. So benissimo che non devo guardare gli altri però il fatto è che la maggior parte di loro studia meno di me ed arriva a risultati alti, io invece studio un sacco per ottenere a gran fatica un 22. Vale la pena continuare questo percorso che al momento definirei una vera e propria agonia? Ormai sto iniziando a pensare di non essere portata per questo corso di laurea :(
Grazie a chi mi aiuterà :)
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda v3ct0r » 20/07/2017, 23:12

fioredineve97 ha scritto:Non capisco se sono io che non ci arrivo oppure se sbaglio magari metodo di studio


A me sembra un evidente problema di metodo. Non conosco nessuno che, pur studiando nel modo corretto, sia talmente negato per la matematica da "non arrivarci" nonostante l'impegno. L'arte di superare gli esami è una disciplina a tutti gli effetti, ed è indipendente dal particolare oggetto di studio. In altre parole: se hai problemi in tutti gli esami, allora paradossalmente, secondo me, significa proprio che il tuo problema non è la matematica, ma il modo in cui studi

fioredineve97 ha scritto:eppure confrontandomi con i miei compagni di corso mi sembra di usare più o meno il loro stesso metodo


A volte la differenza sta nei dettagli, ed è difficile che qualcun altro possa individuare dall'esterno il problema. L'unico modo per capire cosa stai sbagliando è ripensare agli errori commessi negli esami precedenti e chiederti, con il senno di poi, cosa potresti fare per evitare quegli errori, se avessi la possibilità di tornare indietro e preparare di nuovo l'esame.
E sappi che probabilmente non troverai subito la soluzione vincente, servirà qualche tentativo per riuscire ad aggiustare il tiro, e individuare i giusti accorgimenti da mettere in pratica.

E' un processo fastidioso, me ne rendo conto, perchè la reazione più immediata e naturale è quella di accantonare il fallimento e ripensarci il meno possibile. L'idea chiave sta proprio nel saper mettere da parte la componente emotiva e concentrarsi sulle informazioni utili che è possibile estrarre dalla situazione. Rich Franklin, ex campione dei pesi medi di MMA (uno che di sconfitte ne sa parecchio, ed è anche laureato in matematica :) ), la chiama "amnesia selettiva". Non saprei trovare una definizione migliore.

fioredineve97 ha scritto:Vale la pena continuare questo percorso che al momento definirei una vera e propria agonia?


Credo che tu ti sia risposta da sola quando hai scritto

fioredineve97 ha scritto:Mi piace molto quello che studio

Solo tu sai cosa è meglio per te, e se l'idea di andare avanti ti è davvero insopportabile sei libera di decidere che in fin dei conti il gioco non vale la candela. Ma ti dirò questo: un problema di metodo te lo porteresti dietro anche in un altro corso di laurea. Se il problema sta solo nei risultati, e non nell'interesse verso la materia, allora ti suggerirei di non tirarti indietro, almeno non subito, visto che sei ancora al primo anno e hai tutto il tempo per migliorare.
v3ct0r
 

Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda Zero87 » 22/07/2017, 10:01

fioredineve97 ha scritto:Ciao a tutti! Sono al primo anno di matematica

Benvenuta al forum (vedo che questo è il tuo primo messaggio) e in bocca al lupo per l'università e/o le tue scelte future.
Dopo il "doveroso" ( :D ) saluto...
Mi piace molto quello che studio ma purtroppo mi ritrovo a studiare tanto ed alla fine ottengo risultati piuttosto bassi che mi demoralizzano e che non valorizzano tutto lo studio che c'è dietro. :|

Sebbene sia d'accordo, in alcuni punti non credo molto nella risposta di v3ctor - non prenderla sul personale (dico a lui, se legge queste righe) :wink: - ma semplicemente perché tra superiori e università non ci sono differenze, è proprio un altro mondo.

Ti ritrovi a studiare materie molto più teoriche con esami secchi di poche domande in cui devi essere tu a trovare le parole per organizzare un discorso o far vedere che hai capito o cos'altro mentre alle superiori generalmente vai alla lavagna a fare un esercizietto (o esercizione, dipende dal prof) con qualche domanda in cui ti si chiedono concetti e non dimostrazioni (salvo rari caso).

I bassi risultati possono dipendere da vari problemi che alle superiori in genere non si pongono:
- Poca capacità di esposizione e/o espressione (es. io!), in altre parole sai le cose ma non sai dirle;
- Poca capacità di memorizzazione (es. sempre io!);
- Poca dimestichezza con la padronanza della materia;
- Al prof. non sei particolarmente simpatica o non fai una bella impressione per vari motivi;
- Metro di giudizio del professore.

Le ultime due non sono proprio leggende metropolitane o metodi di denigrazione dei prof, ci mancherebbe. Ma spesso chi è spigliato e bravo ad arrampicarsi sugli specchi può prendere un risultato dello stesso valore di chi invece sa di cosa parla.
Per il secondo e il terzo dubbio è una battaglia che mi sono portato avanti in tutto il corso di studi: io volevo capire e cercavo esempi e collegamenti per afferrare e fare mie quelle cose per poi padroneggiarle (più o meno) quando invece finivo per prendere meno di chi imparava a memoria.
Io però sono felice e soddisfatto perché "ho capito" (ormai dimenticato, ma è un'altra storia).
Se in passato ho passato sei mesi a studiare geometria 2 per prendere un voto più basso di chi l'ha imparata in 4 settimane, non mi importa un accidente. All'epoca io sapevo e visualizzavo un sacco di cose interessanti di topologia che poi, in altre occasioni, spiegavo anche a loro... :P
Non capisco se sono io che non ci arrivo oppure se sbaglio magari metodo di studio, eppure confrontandomi con i miei compagni di corso mi sembra di usare più o meno il loro stesso metodo.

Se il metodo è "leggere e ripetere" rimando a sopra. Passami il "non stai studiando una poesia".
So benissimo che non devo guardare gli altri però il fatto è che la maggior parte di loro studia meno di me ed arriva a risultati alti, io invece studio un sacco per ottenere a gran fatica un 22.

Posso citare il sottoscritto come esempio: probabilità 25 (alla terza volta), statistica 22 (alla quarta volta), informatica 1 24 (alla prima volta). Che ti pare che non avevo studiato? :-D
Alla prof. di informatica 1 non ero simpatico e mi ha preso male quando ha visto che sapevo a memoria le potenze del due (fino a $2^33$).
Vale la pena continuare questo percorso che al momento definirei una vera e propria agonia? Ormai sto iniziando a pensare di non essere portata per questo corso di laurea :(
Grazie a chi mi aiuterà :)

Il punto è questo, secondo me non è una decisione in cui devi farti influenzare da noi.
Non voglio nemmeno darti un'influenza del tipo "il primo anno in matematica è difficile" (che comunque è vero) o altre frasi più o meno fatte.
Devi decidere tu. Se una cosa ti piace e ti piace davvero è un peccato che lasci. Però se vedi che la sfida che ti poni è al di fuori della tua portata, è anche un peccato che continui.
Si tratta di meditazione su quello che si è e quello che si vuole: puoi seguire consigli, puoi farti influenzare, ma la scelta è la tua. :-)
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda v3ct0r » 22/07/2017, 15:56

Zero87 ha scritto:Sebbene sia d'accordo, in alcuni punti non credo molto nella risposta di v3ctor - non prenderla sul personale (dico a lui, se legge queste righe)


Ma no, figurati, è impensabile essere d'accordo su tutto :) Ho scritto basandomi sul modo in cui ho affrontato un problema simile al suo, un paio di anni fa, ma c'è da dire che io sono un tipo particolarmente testardo (patologicamente, direbbero alcuni :-D ), e mi rendo conto che certi miei punti di vista possano essere poco condivisibili. Quindi è importante che fioredineve97 riceva opinioni differenti, visto che si trova a dover fare una scelta di un certo peso

Zero87 ha scritto:I bassi risultati possono dipendere da vari problemi che alle superiori in genere non si pongono:
- Poca capacità di esposizione e/o espressione (es. io!), in altre parole sai le cose ma non sai dirle;
- Poca capacità di memorizzazione (es. sempre io!);
- Poca dimestichezza con la padronanza della materia;
- Al prof. non sei particolarmente simpatica o non fai una bella impressione per vari motivi;
- Metro di giudizio del professore.


Questo è assolutamente vero. Non vorrei aver dato l'idea che esiste una ricetta definitiva per avere la media del 30 (io perlomeno non ce l'ho, ne' la ricetta ne' quella media). Anche studiando nel modo giusto, c'è sempre un margine di incertezza, unito a determinati limiti personali, sui quali eventualmente si può lavorare (ad esempio anche io con l'esposizione orale non sono il massimo, è una cosa in cui sto tuttora cercando di migliorare). Però se ogni volta ci si trova a faticare come dannati per un 22, significa che c'è sicuramente spazio per ottimizzare il proprio dispendio di energie.

Zero87 ha scritto:Alla prof. di informatica 1 non ero simpatico e mi ha preso male quando ha visto che sapevo a memoria le potenze del due (fino a $2^33$).


Vabbe' queste però sono soddisfazioni. Della serie "ne è valsa la pena" :D
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda Ernesto01 » 22/07/2017, 19:55

Io sono dell'idea che una persona che studia la matematica in funzione di un esame ed è sotto pressione (vuoi per i voti, vuoi per la famiglia, vuoi perchè è fatto così di carattere) non riesce a comprendere appieno i concetti e quindi fa più fatica di una persona rilassata che studia per interesse personale.
Questo per dirti che se consideri la matematica una "agonia" allora è ovvio che non avrai i risultati sperati.
Testo nascosto, fai click qui per vederlo
Anche io so a memoria le potenze del 2, però solo in base 2.
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda otta96 » 22/07/2017, 21:10

Ti hanno già dato abbastanza spunti di riflessione altri prima di me, ma volevo contribuire anche io nel mio piccolo alla discussione facendoti un esempio: io ho fatto il secondo anno e ho visto che diversi miei colleghi che l'anno scorso studiavano tanto ma non riuscivano a prendere più di tanto (intorno al 21,23), quest'anno riescono a prendere voti molto soddisfacenti (29,30, ecc), sempre studiando tanto, ovviamente. Questo per dire che può capitare che qualcosa si sblocchi col tempo e si riesca a capire qual è il responsabile dei voti non tanto alti, e a porvi rimedio.
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda v3ct0r » 22/07/2017, 21:33

@Ernesto01
Testo nascosto, fai click qui per vederlo
Ernesto01 ha scritto:Anche io so a memoria le potenze del 2, però solo in base 2

Well played, Sir. Well played indeed :D =D>
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda fioredineve97 » 23/07/2017, 10:20

Scusate se rispondo solo ora ma ho potuto leggere solo adesso. Intanto grazie mille a tutti! Sicuramente ora ci rifletterò meglio e cercherò di prendere la decisione migliore per me! In ogni caso vedrò di migliorare il mio metodo di studio e soprattutto di acquistare più sicurezza soprattutto nell'esposizione agli orali perchè effettivamente non ne ho mostrata tantissima...
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda Zero87 » 23/07/2017, 11:13

v3ct0r ha scritto: Non vorrei aver dato l'idea che esiste una ricetta definitiva per avere la media del 30 (io perlomeno non ce l'ho, ne' la ricetta ne' quella media).

No, no, semplicemente è che penso che occorra ricordare che esistono alcune questioni - pure io, non credo di averle dette tutte - che rendono superiori e università completamente diversi. Basta non adattarsi a una o due per mancare i risultati nonostante lo studio.

@Ernesto01
:lol: :smt041
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Re: Vale la pena continuare?

Messaggioda Vikhr » 09/08/2017, 15:15

v3ct0r ha scritto:E' un processo fastidioso, me ne rendo conto, perchè la reazione più immediata e naturale è quella di accantonare il fallimento e ripensarci il meno possibile. L'idea chiave sta proprio nel saper mettere da parte la componente emotiva e concentrarsi sulle informazioni utili che è possibile estrarre dalla situazione. Rich Franklin, ex campione dei pesi medi di MMA (uno che di sconfitte ne sa parecchio, ed è anche laureato in matematica :) ), la chiama "amnesia selettiva". Non saprei trovare una definizione migliore.


Diciamo le cose come stanno. L'università è dura, grazie anche e soprattutto a un ordinamento di studi incentrato sulla velocità nel dare gli esami più che su una padronanza non superficiale degli argomenti di studio, e per chi prima di iscriversi non fa l'anno sabbatico si proviene da un ciclo di studi, se affrontato con serietà con l'ottica di "stendere il tappeto rosso" al ciclo successivo, ugualmente, se non di più o comunque con modi differenti, duro e stressante (la mia spiegazione al fenomeno per il quale chi va bene alle superiori spesso va male all'università e viceversa).

L'accantonare il fallimento e ripensarci il meno possibile è una reazione istintiva volta ad evitare un problema assai grave che può sperimentare chi studia tanto e ad alti livelli, e con il quale ho avuto a che fare anch'io a un certo punto della mia disastrata carriera, e forse non ho ancora pienamente recuperato. L'esaurimento nervoso. Un conto è incontrare le difficoltà, pensare "Non ho voglia, lo faccio domani", ed è giusto esigere in tal caso più determinazione. Un altro invece è passare un periodo sufficientemente lungo ad affrontare costantemente e in vari modi una singola difficoltà fino al punto di provare la sensazione di un progressivo annebbiamento della propria mente e di una progressiva perdita delle proprie capacità di studio. E giunti a quel punto è meglio fermarsi, accantonare e ripensarci il meno possibile, per il proprio bene. Anche perché una volta laureati non ci si può certo riposare, bisogna trovare un lavoro e poi lavorare.
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